BARTALI SUPERBO VINCITORE di un entusiasmante Giro del Piemonte di Giuseppe Ambrosini

BARTALI SUPERBO VINCITORE di un entusiasmante Giro del Piemonte BARTALI SUPERBO VINCITORE di un entusiasmante Giro del Piemonte Una fuga iniziale di Montesi, Marabelli, Bergamaschi, Canavesi, Minasso e Bianchi si esaurisce solo su La Rezza dove il campione d'Italia, in un finale da dominatore, impone la sua eccelsa classe -- 11 Trofeo dell'Impero alla Casa Bianchi ; Bizzi (Frejus) primo nella classifica individuale Se c'era uno che poteva dubitare della nettissima, direi quasi prepotente superiorità di Burlali in campo nazionale, anche questo rarissimo esemplare d'incredulità deve oggi aver cambiato opinione, dopo la dimostrazione clic il toscano ha dato del suo valore, dinanzi alla quale siamo rimasti tutti entusiasmati, antihe quelli, come me, che di lui hanno aa tempo la più alta e, credo, lopiù giusta considerazione. Questa dimostrazione egli ce l'ha data nello sviluppo di una corsa che ,nclla sua, prima parte ci ha lasciato dubitare delle buone intenzioni defili « assi », mentre ci affascinava per lo slancio di un gruppo di aiidaci che aveva preso risolutamente in mano il comando deKa gara, e nella seconda ci ìia fatbp assistere da un lato allo smevnbramento e al crollo di questa avanguardia baldanzosa e dall'altro alla risoossa del campione irresistibile, che nella sua controjjens'wa, della quale ormai si cominciava a dubitare, ha incalzate i fuggitivi, li ha travolti. ,J]j ha sbaragliati, li ha, quasi mortificati. Tanto che in questo momento mi domando se lo squilibrio è A'tato dato dal fatto che in Bartali abbiamo un atleta eccezionale, iipo Binda, o dalla mediocre levatura degli altri. Certo è che gli s\tessi battuti hanno lealmente rico.nosciuto che con Saltali oggi ìiah c'era niente da fare. Jl grande campione ha illustrato una grande corsaj e viceversa. Da Littoria: scrivevo che il campionato era stato la più bella gara dell'annatw; oggi debbo dire — e lo dico con immensa gioia — che il Giro del Piemonte sta al di sopra del campionato, per sostanzioso contenuto agonistico, per luminosità e colore dei quadri che si sono succeduti, per risultanze tecniche, per fuoco di passione popolare che lo hit circondato e infiammato. Se Ui stagione finirà su questo tono e a questa temperatura, si può quasi esser certi che l'Anno XVI .vara quello della vera e piena rimisoita del ciclismo italiano. . Una fuga e stia caduta Senza /tute e vtiUeiiiiaiiieiiti, la corsa e stata s-koito animata aa corrente ad, aita tensione, li federate di ro/inq, aie vuote motto bene a questa tiumjestuziom', jmi aa it ;,,,/. vi man toùiani, aveva appena aata via [libera ai 'IH partenii e questi navigavano da poco — pilota Beneni\e — nella nebbia bassa che saliva dalla piana del JPo, che, dopo una vana sgroppata di Albani e \lùanaboni, fu imoastita da Montasti quetla juga cne avrebbe dovuto aurore sino a venti chilometri dall'arrivo. Il marcnxgiano si vide pxvsto ragg:ungere aa Maravelu, piccolo yranae protagonista aeBa giornaia, poi da quel bel ragazzone di biancm e aa uanavesi, avrò primo attore, infine da Bergamaschi, vane e minasso, tornataci di trancia più robusto e animoso che mai. Baiente, Montini e Cotombara riuscirono a portarsi a 50 metri da questi set, nux non •poterono agganciarsi alle loro ruote e inai^ueggtarono di nuovo suoi più immediati ìnseywtori Meniti, Moaiuori e Somdaiatti, seguiti da altri 13. Il grosso {perse m breve oltre un minuto. Dopo Cannagnola avvenne ^'incidente che doveva avere profonda incidenza sullo sviluppo detta g,ara. Caddero Bini, Bartali e M/filetti. Questi, senza danni, rinforcò subito la bicicletta, inseguì a riprese. Bini ebbe il mento mezr zo spaccato e dovette poi essere trasportato all'ospedale di ToriA no. Bartali si feri alla mano sinistra e perse parecchio prima di riprendere la marcia con Di Paco e Albesana. Un favorito, dunque, era eliminato e un altro mesi30 in difficile situazione, perché avanti si filava a quasi quaranta all'ora. A Sommariva (Km. 30) si era già delineato un quadro preciso ed interessantissimo di corsa, che andava dai sette fuggitivi a Bartali nello spazio già di 5'25", nel cui mezzo si dibattevano 16 uomini a l'20" e 5 a 2' e il grosso a 3'15". A tastare il polso a queste unità, si sentiva la febbre di quella che precedeva, nella quale i duo bianco celesti erano ottimamente coadiuvati da Minasse e Canavesi e anche da Bianchi e Montesi (Valle era scomparso per foratura), lo sforzo dèlie due che seguivano e la relativa calma del grosso, con Bizzi e Servadei, che. mi pare, avrebbe avuto interesse di rendere difficile il ricongiungimento di Bartali, l'uomo da battere, e il calore della generosità con la quale Di Paco si veniva spremendo a favore di Bartali, senza gran costrutto che a Bra (Km 40), il loro ritardo era salito a 6'2Q" e ad Alba (Km. 56) a 8' e 15". La prima reazione di Bartali A questo punto Bartali fece il primo balzo della riscossa e fornì il primo saggio della sua irresistibilità nonché della sua indovinata condotta di gara, che a noi sembrava erroneamente temporeggiatrice. All'attacco della salita di Neive egli lasciò Di Paco die non poteva dare di più, e si portò dietro il piccolo Albesano per un paio di chilometri, poi da solo cominciò a prendere quelli che il gruppo precedente aveva seminato, fra i quali Piemontesi. Nel frattempo i primi (dal quali era scomparso Bergamaschi che aveva forato ai piedi della salita le due gomme, insieme), . non davano tregua e continuavano ad avvantaggiare sui due linciai che li seguivano, ai quali veniva impetuosamente riavvicinandosi Bartali. E' vero che egli a Nizza (Km. 99) era ancora a T e 52" dai primi, ma non. distava che V dalla formazione maggiore, nella quale riuscì ad entrare poco dopo. Allora considerò finifa la prima parte della sua controffensiva e s'adattò ai periodi dì tranquillità coi quali i compagni alternavano violenti strappi operati specie da .Dei Cancia e tentativi di fuga isolata. Euon per lui che, avanti, la pattuglia di testa, dopo Bergama- \ schi, perse Canavesi, per guasto di catena e caduta, poi Marabellper foratura. Senza questo smembramento non so dove avrebbe potuto portare la tattica di- attesa a cui egli ed i suoi compagni si attennero sino alla salita di Cocconato. In testa rimasero i tre, meno solidi fuggitivi, chad Acqui (Km. 118), dove la media era di 37.356, passarono 3'21 prima di Marabelli e Canavesi 3'55" prima di Bergamaschi, chera stato di nuovo appiattitoBurlali, con altri 38, passò a T e 47". Il suo ritardo, dunque, oscillava di poco, ma t'importantper lui fu che i tre primi erano rimasti soli a sostenere la fuga e gli altri 'tre, unitisi, si consumavano nel duro inscgubnentoQuesto frazionamento fu, a miavviso, la salvezza del vincitorequella che gli permise la grandvmpresa finale. Nel gruppo di testa Bartali non si preoccupo neppure che gli sfuggissero di mandue gruppetti di sette nomini l'uno, nel secondo dei quali c'eranMollo, Rimoldi, Baili, MaraFavalli. Generati e Valetti, che poi si fusero, nè del fatto che Bergamaschi, Marabelli e Canavesi tornassero prima di Alessandria a far compagnia a Minasso, Montesi e Bianchi. Perù si cominciavano a vedere i sintomi di una controffensiva generale. I 14, raggiunti poi da Servatisi e Vignoii, avevano ad Alessandria (Km. 152; solo 4'40" dritardo sui primi sei, mentre glaltri ne avevano 6'20". Qui la corsa ebbe, tra il sestetto di comando e la formazione dBartali, che ancora non giudicava giunto il momento di gettarsa fondo nella mischia, una zona intermedia convulsa e confusaMara, Mollo, Generati, FavalliIntroszi, Balli, Colombara, Montuori e Montobbio, lasciarono alla rinfusa la seconda e andarono alla caccia del primo. Ma ragioni di spazio mi obbligano a farvi vedere la corsa nelle sue lineprincipali e a trascurare i particolari. E a darvi questa i-'isione basta tener conto di quello che avvenne in testa e di quello che fece lo stupefacente Bartuli. In testa, perduto in pianoManchi, crollato di colpo, sullasalita di Montechiaro, Canavespiegò Montesi, vittima della sete. poi Marabelli, forzando alla fine, distanziò. Bergamaschi, maquesti, in discesa, fu di nuovo asuo posto di vedetta, per scomparire definitivamente, piegatosulle ginocchia, sulla salita dMcmliglio, dove Canavesi s'impegnò a, fondo. Alfattacco della salita di Cocconato, il boccone più duro dellagiornata, rimanevano, cosi, dpunta solo Canavesi, Minasso Marabelli. Ancora Bartali temporeggiava. Minasso cedette dovla scalata si faceva dura, poi durissima* Bizzi forò al principiodell'ascesa, inseguì, si riavvicinò, ma poi in discesa forò dnuovo. Oltre metà salita si videntrare in piena azione BartaliE fu uno spettacolo indimenticabile. Il tricolore prendeva e lasciava a uno a uno queUi che precedevano il gruppo che egli aveva piantato in asso e in cima sriaffacciò alle prime posizionicome dimostra quest'ordine dpassaggio a Cocconato: Marabelli e Canavesi; Minasso a 35"Montesi n l'30"; Bergamaschi 4'20"; Balli a 6'20"; Bartali Favalli a 7'40"; Molinai- a 7"50"Bizzi a 8'. Bartali irresistibile Dunque, Bartali aveva guadagnato posizioni, ma non tempoil che significa che anche i prmi avevano fatto bene la scalata, e Bizzi era stato, forse, quello che l'aveva fatta meglio dtutti. Ha il grigio-rosso forò podi nuovo in discesa e venne, cosa mancare il suo confronto cogrande avversario, il quale fecpoi sbalordire in seguito. Eglavrebbe dovuto ricuperare quasotto minuti in 48 chilometri. Impresa permessa solo a un « fuori classe ». E tale si dimostrò Ginoanche se la sua dimostrazione ffavorita dallo smembramento deduo di testa causato da una foratura di Canavesi prima di Moriondo; miche Minasso forò a Pusserano. Ma, so tenete presenti 7'40" di distacco che egli avevun Marabelli a Caeconato. e vdirò che essi a Moriondo. cioè dopo 17 c7il/n»iefei e mezzo, eranridotti a 3'23", e che al bivi della Rezza, cioè dopo altri sei, raccolti Canavesi e Montesi, egli erg, con questi due, a 35" da Marabelli, e che su quest'ultima salita se ne andò a suo piacimento e arrivò, dopo altri 17 chilometri, con l'Io*' di vantaggio, avrete dalle cifre, più che dalle mie parole, la misura del finale di Bartali e un'idea esatta di come egli ha disposto a volontà dei più tenaci avversari. In volata, Montesi ha battuto di forza Canavesi e Marabelli, provato l'uno dai due inseguimenti, l'altro da un inseguimento e dalla difficoltà d'usare una mano ferita in allenamento giovedì. Ma tutti e tre vanno accomunati nell'elogio per la straordinaria prova di coraggio, anzi, di accanimento col quale si sono battuti. Al pari di Minasso, che non avrei creduto così saldo alla distanza. Favalli ha dimostrato di aver fatto progressi nelle doti di fondo e di salita; Del Cancia liti lavorato néll'insegumento, ma non ha trovato coadiutori: Molinai- e Balli si sono elevati alla fine al di sopra della mediocrità. Servadei sì è difeso onorevolmente. Promettente la prova dell'atletico Bianchi. Buone le affermazioni dei giovani Amisano, Crivelli, Grippa, Colombara e Marini, che hanno retto dove hanno ceduto uomini coirne ■ Bergamaschi, che ha lavorato molto sino ad Alessandria, e Piemontesi. Vittime di incidenti sono stati Generati e Mollo. La Casa.Bianchi ha conquistato il Trofeo dell'Impero, nella cui classifica individuale Bizzi precede di un mezzi) punto Servadci. Questo stupendo quadro di ga¬ ragmst4.MC- C7l1- n2- tpjit5lL| tI nIdt'liini (2i|nX: Ptlllp a è stato incorniciato in un'organizzazione modello e in un'atmosfera- di appassionato interesse popolare. Giuseppe Ambrosini Bartali se ne va tutto solo dopo aver staccato sulla Rezza Canavesi, Montesi e Marabelli.