La mozione per la Spagna bocciata dall'assemblea di Guido Tonella

La mozione per la Spagna bocciata dall'assemblea XI ricatto ffixi&vM*ÌMto fallito La mozione per la Spagna bocciata dall'assemblea Ginevra, 2 notte. La manovra combinata francosovietica tendente a far pesare sulle trattative diplomatiche offerte all'Italia per la questione spagnuola la finzione di un mandato societario con relativa minaccia di un nuovo schieramento del fronte ginevrino è andata fallita e questa volta proprio per merito di Ginevra stessa e delle sue procedure attraverso le quali il giochetto dei bussolotti col quale si usa realizzare alla Lega la famosa regola dell'unanimità si è trovato come per incanto bloccato in pieno. Illusione svanita Malgrado le opposizioni manifestatesi ieri l'altro di fronte alla sesta commissione sul progetto di risoluzione elaborato a proposito dell'appello del governo di Valencia, oggi 1 manovratori ai erano Illusi di poter comunque varare il documento di fronte alla assemblea trasformando col solito sistema del ricatto tipico del parlamentarismo societario gli oppositori in astensionisti e violando quindi deliberatamente le asten¬ sioni stesse per poter far proclamare solennemente che la risoluzione era « adottata alla unanimità ». Non solo è stato invece questa volta Impossibile ignorare le astensioni — per il fatto che il numero dei delegati che hanno assunto questo atteggiamento è andato crescendo al di là di ogni aspettativa sia perchè una decina di questi cosidetti astenuti hannoIatenuto a riaffermare personalmen-1 ptmcaadSir| ate alla tribuna il loro punto di vi sta che suonava netta opposizione — ma si è avuta la sorpresa di due voti contrari, quelli del Portogallo e dell'Albania, bastevoli da soli a far crollare miseramente tutto il castello di carte laboriosamente rizzato dai giocolieri societari. De Valera precisa De Valera, che già ieri l'altro ha gridato un categorico riltohì a questi insani tentativi di ricatto, è intervenuto nuovamente oggi, aprendo per primo il dibattito di fronte all'assemblea. « Non è ammissibile — egli ha detto — che si pretenda di lanciare un appello per il mantenimento della pace accompagnandolo con delle minacce. Nella situazione attuale dell'Europa vi è 11 pericolo che la Lega quale appare presentemente, abbia a degenerare in una alleanza di un gruppo di Stati contro, un altro. A questo tentativo 1 piccoli Stati devono resistere fin dall'inizio. Per questo il governo irlandese ha deciso di astenersi dal voto ». A nome rispettivamente dell'Ungheria e dell'Austria, il generale Tanczos e il barone Pfuegl appoggiati dall'albanese Frasceri, hanno fatto valere analoghe ragioni proponendo, a scopo di conciliazione, alcuni emendamenti tendenti anzitutto a ovviare al carattere unilaterale della pretesa constatazione di corpi d'armata stranieri fra le forze nazionaliste, e secondariamente a diminuire la responsabilità della Lega dalla minaccia relativa alla possibile denuncia dell'accordo di non intervento In caso di fallimento dei negoziati sul ritiro dei volontari. Data la situazione creatasi di fronte all'assemblea, è apparso immediatamente fatale che questi emendamenti non potessero essere accolti. Difattl l'assemblea 11 respingeva con 31 veti di maggioranza. Nel proseguimento della discussione sul testo completo della sesta commissione, il boliviano Costa Durel dichiarava a sua volta l'intenzione di astenersi dal voto per motivi di imparzialità, facendo cosi chiara allusione al fatto che il testo presentato all'assemblea tendeva, malgrado tutto, a favorire il governo di Valencia. Nello stesso ordine di idee il prof. Rappard a nome del presidente confederale elvetico on. Motta dichiarava che il suo Paese, conferme al tradizionale principio di neutralità, non intendeva prendere parte al voto. Seguirono quindi alla tribuna quasi tutti gli altri rappresentanti degli Stati del Sud America e precisamente il cileno i Edward, l'argentino Ruiz Guinazu, l'uruguaiano Guani, il venezuelano Parrà Perez, che significavano a loro volta l'intenzione di astenersi. Una chiara messa a punto veniva fatta dal rappresentante dell'Unione del Sud Africa, La mozione sepolta Un coraggioso discorso veniva fatto dal rappresentante porto-1 ghese il quale, malgrado le pressioni esercitate nei suoi confronti I dalle delegazioni inglese e finn- i cese, ha dichiarato di voler opporsi risolutamente alla progettata mozione. Da Matta, rappresen-1 tante del governo di Lisbona, metteva Infatti in rilievo, come il testo di risoluzione presentato al- j l'assemblea consacrasse implicitamente il principio dell'intervento | in Spagna affermando l'opportunità di rompere l'accordo di Lon-1 idra in caso di fallimento dei ne\ goziati diplomatici. D'altra parte : il signor Da Matta si scagliavf. contro il carattere unilaterale .lrlIla. condanna dell'intervento stralcerò affermando che queste pre- lnmsmcrracllsdPlpAtpmactvpsfr—g Iaver prima stabilito' l'ordine 1 priorità nell'intervento ». tese constatazioni riposano unicamente su dichiarazioni di Valencia dichiarazioni aventi un valore assai limitato. «D'altra parte — ha detto — anche ammettendo che vi siano dei Corpi d'armata stranieri in Spagna non si può affermare che il loro intervento nella guerra rappresenti un intervento negli | affari interni della Spagna senza di Malgrado gli sforzi oratori dell'inglese Elliot, di Paul-Boncour e del sovietico Litvinof, la situazione appariva quanto mai compromessa per l'approvazione del testo di risoluzione. Persino il polacco Kormaniki il quale come membro del Comitato di redazione della sesta commissione si trovava costretto a dare il suo voto al documento stesso, faceva una dichiarazione sostanzialmente contrarla, precisando la netta opposizione del governo di Varsavia a qualsiasi idea di un mandato da affidarsi ad alcune Potenze e da usarsi da parte di queste ultime come una minaccia per i negoziati sul ritiro dei volontari. Al voto finale, contro 32 favorevoli al progetto di risoluzione, si registrano — fatto nuovo negli annali societari — ben quattordici astensioni, e precisamente quelle dell'Unione del sud-Africa, della Repubblica Argentina, dell'Austria, Ungheria, Bulgaria, Irlanda, Svizzera, Bolivia, Cile, Cuba, Panama, Perù. Uruguay, Venezuela, mentre Portogallo e Albania si pronunciavano senz'altro contro. Ali'Aga Kahn che troneggia alla tribuna presidenziale non rimane pertanto altro che constatare come la progettata risoluzione non abbia raccolto l'unanimità. La con. clusione che risulta da questo inatteso colpo di scena della sollazzevole commedia societaria è stata assai bene illustrata stasera da un portavoce della delegazione inglese, il quale ha dichiarato che « l'infelice idea di un mandato societario è da considerarsi ormai come seppellita, il che — ha aggiunto — non potrà die essere di vantaggio per lo svolgimento delle progettate trattative con l'Italia ». Guido Tonella