L'INCONTRO DI MUSSOLINI con gli operai della Ruhr

L'INCONTRO DI MUSSOLINI con gli operai della Ruhr L'INCONTRO DI MUSSOLINI con gli operai della Ruhr (Da uno dei nostri inviati) Essen 27 notte ILe cento e cento ciminiere che\da Dortmund a Bochum, a Essen,] centro della Renania, svettano agili al cielo, in questa terra del ferro e del carbone, stamane fu- macchiavano in una atmosfera • nuova, rallegrata da un caldo sole\ mediterraneo. Il grigiore quasi \consueto di questa zema che il pulviscolo rielle miniere ed il fumo degli interminabili stabilimenti industriali dà alle case, con quella tinta nera caratteristica, era scomparso. Tutto sorrideva all'alba di questa giornata piena di sole, di vita, di incontenibile entusiasmo. Di casa in casa, di officina in officina, di borgata in borgata, la voce inattesa ora corsa nella notte. Il Duce e Hitler sarebbero stati alle otto a Essen. L'annuncio è stato accolto dalla popolazione operaia e industriale di Essen con una. gioia, con un senso diffuso di letizia che ha dato un, nuovo volto a tutte le cose. In poche ore la città si è trasfor mata; ed e assurdo descrivere i particolari di quel tutto imponente, impressionante, offerto ria questa gente operaia, che piega il ferro e scava il carbone, ai due grandi Capi delle Rivoluzioni della nuova Europa. L'arrivo ad Essen Da. Berlino, ove anche noi sorprese l'annunzio della visita del Duce a Essen, ci siamo portati nella nottata in questa città. Abbiamo cosi assistito agli improvvisati precipitosi preparativi del popolo, che forse nessun ordine, nessuna disposizione, nessun piano prestabilito avrebbe potuto render altrettanto entusiasti. Nelle primissime ore del mattino, treni speciali hanno riversato alla stazione di Essen migliaia e migliaia di persone pervase dalla febbre di desiderio di acclamare, di vedere Mussolini. Gente del lavoro che passa la sua. giornata in una ininterrotta fatica- nell'interesse primissimo della Nazione, fiumana di popolo di tutte le età, per le strade e per le piazze. Alle 1,50 quando il ministro Goebbels giunge alla stazione, tutto è pronto per ricevere l'illustre Ospite e il Fiihrer, che, accompagnato dal ministro Hess, dal co- mandante delle S. S. Himmler, rial 4"0 «"'tante Bruckner, ria Voti' Neur"th> da Von Ribbentrop e dnl ministro Franck arriva pochi minuti dopo. Lo accolgono gli ev viva della folla adunata sulle ban chine. L'incontro di Bitter col Duce, che scende dal treno presi denziale alle 8>15- è dei P'ù cor' diali. Quindi> fra. frementi applausi, i due Capi si dirigono verso la piazza. Al seguilo del Capo del Governo sono S. E. Galeazzo Ciano, i ministri Alfieri e Starace, S. E. Sebastiani, il comm. Filippa Anfuso, capo della segreteria particolare di S. E. Ciano, il conte Magistrati, l'Ambasciatore tedesco a Roma Von Hassel. il nostro Ambasciatore a Berlino, S. E. Attolieo. o e - Nell'immcnsa fabbrica Le sirene delle fabbriche lancia no nell'aria il loro urlo in segno di giubilo. La marea del popolo che copre le piazze e le strade dà, alla- vista del Duce, sfogo a tutto il suo incontenibile entusiasmo. I tetti delle case e delle officine sono anche cesi letteralmente coperti di teste. Essen è tutta una bandiera composta del tricolore e del rosso hitleriano. Alle finestre è un susseguirsi di teste, eli mani che si agitano, di bocche che gridano il loro evviva. Passalo in rivista il reparto d'onore, il Duce e il Cancelliere prendono posto in automobile. Musiche e fanfare suonano gli inni delle Rivoluzioni. Il corteo delle macchine si muove. Mussolini, con Hitler alla sua sinistra, sono in piedi sulla stessa macchina ed iniziano il loro ingresso trionfale nella città del lavoro. Per sei chilometri la grande, erompente dimostrazione non ha un secondo di tregua. Duecento, trecento, quattrocentomila persone acclamano il Duce. Il servizio d'ordine a fatica contiene questa folla, che vorrebbe più ricino al suo cuore i due Vittoriosi. Mussolini risponde sorridendo a quella immensa, inarrivabile espressione di ammirazione. L'incontro del Capo del Fascismo con questa massa enorme, quasi paurosa di operai non poteva essere più caldo, più vivace, più commovente. Da ogni parte si gri- da « Heil Mussolini »; il popolo invoca: «Duce! Duce! ». Ci dirigiamo ora verso il cuore della città industriale. I suoi immensi edifici sono enormi quadri di uomini che applaudono. Ovunque visi raggianti, volti di lavoratori che gridano tutta la loro passione. Anche i monumenti sono trasformati in ambite e contese tribune per vivere queste ore di eccezionale splendore. Di strada in strada è un crescendo continuo di canti c di evviva. Stretti, in questa atmosfera di indescrivibile bellezza, per queste vie dal colore nero che sembrano scavate nel mine- rate di questa terra, arriviamo tra'ciminiera e ciminiera, sotioTenor-] me mole di gazometri, attraverso\una. serie di torri, di castelli me-]tallici, di ragnatele eli tubi che di-\stesi rasente terra sprigionano qua\e là piccole nubi di candido vapo-'re. all'ingresso principale delle im- 'mense fabbriche che portano la gloriosa insegna dei due martelli incrociati. \\T r> ì t- On rionen ivriipp [In cima all'altissima torre che troneggia su- questo mare rii fab- brichc. sventola oggi il tricolore.]Von Bohen Krupp è alla grande porta scorrevole della direzionegenerale, un edificio semplice, pc- sante, dove si avverte il ticchetta-re delle calcolatrici e dove giunge rii lontano il cupo martellare dcimagli. Il Fiihrer lo presenta al Duce; quindi, al primo piano, al Cupo del Governo italiano sono presentati i membri della famiglia cclebrc da un secolo. In un enorme salone attigua.dalle immense vetrate che da ter- ra sì alzano al soffitto, con un t/rosso bronzo raffigurante il fon-datore della Casa, Von Krupp c-sprime a Mussolini la sua grandesoddisfdzione per questa visita, il-lustrandogli dinanzi a un enormcgrafico le tappe gloriose delle im-mense officine che rappresentanoil centro dell'attività di tutta que- sto ricchissima zona, a cui è inti- manicate Iettata la vita di oltre centomila operai. Krupp e Essen sono una cosa sola. Essen è natadalla piccola fonderia che Federico Krupp fondò sono più di cento anni fa.'Tutta la sua vita si ricol-lega al fischio di queste sirene, alpicchiare di questi martelli, al via-vai di innumerevoli treni carichi di ferro, al pulsare di queste mac-chine. Non si può concepire Essensenza le officine Krupp. Tra lo stridere delle frese, il leg-gero metallico tintinnare dei tor-ni automatici, il possente movi- mento delle presse enormi e pau-rose, gli operai di Krupp hanno ac-colto il Duce con entusiastiche di-mostrazioni riunitogli contempora- neomenie prova della loro abilità. La visita si è protratta per oltre due ore. Di fabbrica in fabbrica, sotto le imponenti gru, dinanzi alle bocche dei forni che lampeggiano, il Duce e il Fiihrer passano tra. i formidabili evviva di questi forti lavoratori. Uomini e macchine Chi più da vicino di questi laM varatevi può aver seguito le tappa della nuova Germania ? Nel corso di più di dieci anni, dall'occupazione straniera alla vittoria del nazionalsocialismo, gli operai e i minatori della Ruhr hanno potuto misurare lo sforzo volitivo e te* condo della loro operosità per rag giungere una méta già grande, conquistata nella nuova fortissima ferie. Il tricolore e la svastica, che \oggi ovunque garrivano al vento, \seno i segni immacolati rii questa rinascita spirituale, sociale e 'politica, che affratella due popò li, due Paesi. Il lavorìo delle mac ehinr. lo scivolare dei carrelli, il \sarttanfe colpo dei magli sui bloc- chi infocati, lo stridore delle la- [minatrìci era oggi tutta un'orche stra di suoni che ben si accorda va al canto rii questi lavoratori, ] che si stringevano lungo le inter minabili corsie, ai piedi delle gi', gantesche macchine, al passaggio dei due Capi. ] H Duce, durante la visita, si è interessato con visibile compiaci\nicnto ai saggi di lavoro che in ! sua presenza si sono svolti in ai cuni reparti. Lasciate le immense officine, tra un'oceanica folla che era an \riata via via facendosi più densa, '.H Capo del Gcverno italiano e Hitler, in mezzo a nuove irrom spenti dimostrazioni di entusiasmo, i l'anno riguadagnato la stazione, \dove ' d«e treni affiancati li at\tp'idrv""0- Quindi il Duce, salu\tata dnl Fi>l<rer, è salito sul suo \K salone col seguito. Alla par\,c"tn dcl trc"° l« popolazione di 'Essen. riversata nelle adiacenze del1'' ferrovia, gridava ancora ina lr € "u"r «Heil Mussolini», [esprimendo latta la sua simpatia f»' *"° affetto per il Capo della [Rivoluzione delle Camicie Nere, . Alle ,2'Z" 1 saluto, e il treno presidenziale si muove tra \\.ca"tu !l,fuon° delle musiche, il ' f'sc^'° df}le sirene, la cui eco si \pe,.e nenimmens'< Pianura, oggi radw"fe sotto un sole italiano, \ Guide Baroni \ I ì IL DUCE ALL'ARRIVO A BERLINO .(Telefoto). DUE CONDOTTIERI TRA LA FOLLA ACCLAMANTE (Telefoto).