Sul treno del Duce e nella casa del Führer di Guido Baroni

Sul treno del Duce e nella casa del Führer Sul treno del Duce e nella casa del Führer (Da uno dei nostri inviati) Monaco, 25 notte. I tre giorni di festa per tutto il Reich, decretati dal FUhrer in onore del Duce, si sono iniziati oggi, quando alla frontiera austrotedesca il convoglio presidenziale toccava 11 suolo germanico. Monaco ha vegliato tutta la notte negli ultimi ritocchi ai maestosi e suggestivi preparativi In onore di Mussolini. Quando stamane, alle sci, depo tanti giorni di pioggia e di grigiore, il sole ha voluto salutare questa fausta giornata, già nella grande piazza prospiciente la stazione si notavano i primi gruppi di cittadini accorsi da ogni parte per acclamare il fondatore del nuovo Impero di Roma. E con Monaco, tutta la Baviera, tutta la Germania è pavesata a festa in un tripudio di colori e di bandiere. Stazioni infiorate Ho avuto l'onore e la fortuna per la squisita cortesia del luogotenente del Fuhrer, ministro Hess, di recarmi con lui e altre alte autorità dei due Paesi, ad incontrare il Duce a Kiefersfclden Siamo così partiti alle sette da Monaco. Fanno parte del gruppo, oltre il ministro Hess, il generale d'armata Luft, il ministro Francie, l'ambasciatore tedesco a Roma von Hassel, il nostro a Berlino S. E. Attolico, il conte Magistrati, il conte Cittadini. Lungo la linea, le campagne che si risvegliano a questi inattesi raggi di sole sembra che vogliano anch'esse degnamente partecipare con tutta la loro tranquilla bellezza, che dolcemente si propaga lontana lontana, e il rigoglioso verde della pianura, a questo giorno di felicità di popolo. Le stazioni sono infiorate, coperto di bandiere fra cui primeggia il tricolore. I caselli ferroviari, le case del contadini che bianche punteggiano il verde di queste interminabili pianure e pare tocchino il cielo, coperte di fiori, di drappi, di rossi gagliardetti hitleriani. Il movimento inso. lito è evidente. La dolce vita quotidiana agreste di questi picccli centri ha avuto stamane il tono di un entusiasmo febbrile, di attesa fremente. Sia pure velocemente, nel no stro passaggio, abbiamo subito la sensazione precisa della grande, indimenticabile dimostrazione che questa terra offrirà al nostro Capo. Nel nostro vagone-ristorante dove il ministro Hess ha voluto offrirci la colazione, giungiamo cosi alle 8,15 a Kiefersfclden, alla fron tiera austro-tedesca, dove il Duce riceverà il primo saluto del FUhrer. Sotto la tettoia le formazion naziste sono schierate in perfetto ordine. Quando arriviamo, la musica intona l'inno nazionalsocialista. Hess le passa in rivista, circa duemila uomini: dirigenti politici della zona, reparti di S.S., di S.A., di Militi del lavoro, di Giovani Hitleriani, oltre., a una massa di popolo che attende con impazienza. Spiccavano in un enorme striscione bianco, disteso attraverso la stazione, le seguenti parole: « Deutschland grtlsst dpn Duce » (la Germania saluta il Duce). Stendardi, gagliardetti, fiamme multicolori hanno trasformato il fabbricato della piccola stazione in una vivacissima macchia iridescente del piano che bruscamente si inerpica su per i primi contraf¬ forti delle alpi bavaresi, coperte di fitte abetaie, ove qua e là svettano le torri- di quel castelli. L'attesa non è lunga. Alle 8,40 transita la macchina staffetta. Pochi minuta ancora e il Duce entrerà nella Germania hitleriana. Le autorità si schierano dinanzi al tratto dove dovrà fermarsi la vettura del Capo del Governo italiano. Lontano, oltre una curva, un pennacchio di fumo bianco ci annuncia l'arrivo del treno presidenziale. Il saluto di Hess Squillano le trombe; la musica intona la Marcia Reale e l'inno: hitleriano. Alle 8,50 precise, il convoglio si arresta. Mussolini al finestrino, in unaì espressione di gioia, risponde al saluto della folla che acclama, mentre i reparti di Camicie brune, immobili, rendono gli onori. Con schietta cordialità invita il ministro Hess a salire sul vagone, e gli stringe cordialmente la mano. Il luogotenente del Fuhrer gli rivolge quindi il benvenuto a nome di Hitler e di tutta la Germania. Montiamo dopo qualche minuto. Sono nel salone del Capo del Governo, oltre le autorità germaniche e italiane, venute a incontrarlo, le LL. EE. Galeazzo Ciano, Starace, Alfieri, Sebastiani, il comm. Anfuso, capo della segreteria particolare del Ministro degli esteri. Lungo tutta la strada ferrata prestano servizio d'onore interminabili file di Militi del lavoro, immobili, con le vanghe puntate al suolo. Tocchiamo rapidamente le stazioni di Branemburg, Kofcmhein. Ostermunchen, tutte pavesate a festa, e dove sono adunate le formazioni hitleriane dei luoghi. Ovunque, al passaggio del treno, la folla improvvisa dimostrazioni caldissime. Il Duce, affacciato al finestrino, risponde col saluto romano, visibilmente compiaciuto. Ora attraversiamo i primi borghi di Monaco; lungo le strade che fiancheggiano la ferrovia, una folla enorme saluta il passaggio del Duce. Alle 10 precise entriamo sotto la tettoia della stazione di Monaco. 11 convoglio presidenziale si arresta; la musica intona la Marcia dei Bersaglieri. Dopo rincontro col FUhrer, la rivista alle compagnie d'onore e la sfilata dell'autocorteo — che leggerete in altra corrispondenza — giunti alla residenza riservata a Mussolini, ove sventola l'insegna azzurra del Capo del Governo, il Cancelliere Hitler lo saluta, dirigendosi poscia verso la sua casa privata. Il Duce e-sce più tardi accompagnato dal Ministro Hess per recarsi da Hitler. Il Fuhrer, dinanzi alla sua casa, attende il Duce. Dalla finestra della stanza dove il Cancelliere si tratterrà per oltre un'ora con Mussolini, sventola un grande tricolore. Per due rampe di scale in legno, entriamo nell'appartamento privato che Hitler, da oltre dieci anni, tiene al secondo piano di questa casa situata al numero 16 della piazza Prinz Regent. Niente è stato mutato. Qui Hitler trascorre ancora oggi frequenti seppur brevi soggiorni. La vecchia cameriera, che era con il FUhrer negli anni della vigilia, pensa ancora oggi al governo della casa. Seppure modesta nell'arredamento, questa residenza del Cancel¬ liere contiene una ricca biblioteca, ove egli si raccoglie in frequenti e meditate letture. Prima di uscire, il Capo del Governo italiano pone la propria firma nell'albo privato del Cancelliere. Due Nazioni, due Popoli, due Regimi erano stamane spiritualmente stretti e vigilanti intorno a questa casa, vicini ai loro Capi, tutti e due uniti in una missione di civiltà, di rinascita, di giustissima pace. Quando, terminato il colloquio, il Duce ha deposto, tra il rullio dei tamburi dello squadre d'assalto la corona sulle tombe delle Camicie brune cadute; quando nella Casa Bruna, presentato dal FUhrer, ha guardato negli occhi ad uno ad uno t Gaulcitcr di tutto il Reich, era la gente, che agli ordini del suo grande Ricostruttore, salutava, in una leale e certa amicizia, l'ideatore di una dottrina, il Duce di un popolo e di una rivoluzione che ha varcato i propri confini per diventare universale. Guido Baroni