Malumori francesi sul fronte estero e su quello interno di Concetto Pettinato

Malumori francesi sul fronte estero e su quello interno Malumori francesi sul fronte estero e su quello interno Parigi, 24 notte. La Francia è immusonita e preoccupata. Nonostante l'indole ottimistica di questo popolo felice, costantemente persuaso che « tutto finirà con l'accomodarsi » l'umore pubblico non attraversa un buon quarto d'ora. Nel campo internazionale, l'accordo di Nyon dipinto come una grande vittoria diplomatica, perde ogni giorno un poco della sua aureola e la prò spettiva delle discussioni con l'Italia non entusiasma nessuno ancorché molti, per consolarsi, si dicano che se la Francia dovrà dedicare alla polizia mediterranea un numero di unità inferiore ,a quello previsto, potrà sempre «allegrarsene pensando al minor logorio della propria flotta e al maggior logorio di quella italiana. Quando avrà luogo, d'altronde, questa conferenza di Parigi? Pa snavali INcBcgreva dovesse incominciare lunedi: \ma secondo le ultime .notizie un ! arinvio di qualche giorno non sa-;*rebbe da. escludere. E dove va a • finire allora l'effetto dell'azione|dfulminea scontato a Nyon? C'è poi il viaggio di Mussolini che echeggia irresistibile da un capo all'altro d'Europa. Sauerwein su Paris Soir mette in opera tutta la propria abilità di giornalista navigato per spiegare che Mussolini e Hitler non hanno grandi cose da fare insieme, fuorché passare sotto archi di trionfo. Ma lo stesso giornale annuncia in prima pagina di aver incaricato sette dei propri inviati speciali « di raccogliere nei sette punti nevralgici del mondo le reazioni dell'avvenimento » e cioè Sauerwein a Berlino, Lorette a Monaco, Devau a Roma, Fransalès a New York, vssGrammat a Mosca, i fratelli Tha-iraud nell'Europa centrale e l'acca- demico Gillet a Londra. E si sco moderebbe tanta gente per un avvenimento che non abbia un'importanza primaria? Del resto alla tentata svalutazione non abbocca nessuno e lo stesso diversivo dell'amplificato colloquio ginevrino ha già esaurito il proprio effetto. La stampa rossa, a cominciare dal ringhioso Populedre, accorda al convegno di Berlino grande importanza politica e il Temps, prudente, scrive che <■■ alla vigilia dell'incontro italo germanico l'atmosfera internazio- vqS«™*™*«> i '"'«r' I nale S1 è notevolmente rischiarata, che a, t0 in cul ]e cose erano 9n;,„i. a n„^tn „n nri™ rioni, arrivate è questo un primo risultato tutt'altro che trascurabile *. Ma da qui a Stresa, impruden- evocata da alcuni, ci temente corre! Non si tratta d'altra parte solo dei viaggio di Mussolini. Anche Ginevra dà a Parigi dei dispia ceri e quasi quasi alcuni dei fedeli dei luogo proclamerebbero che non lo riconoscono più. Che cos'è in fatti questo vento di fronda spi- rante in seno alle delegazioni delle piccole Potenze e degli Stati sud-americani? La povera Tabouis non crede a se stessa, costretta com'è a raccontare ai suoi lettori che i governi latini del Sud America si sono messi a battagliare in favore non solo di Franco, ma dell'Italia e della Germania, che il Cile vorrebbe che i lavori della riforma dello Statuto societario nor: cominciassero fino a quando Italia, Germania e Giappone non saranno tornati al loro posto, e che la Turchia pensa a cambiare ministro degli esteri per fare an ch'essa una politica meno infeu data all'asse Londra-Parigi-Mosca. 1 i Il povt-ro Pertinax suda sangue costretto com'è a raccontare ai propri lettori che l'Uruguay vorrebbe indurre la sesta commissione dell'Assemblea a formulare un voto in favore del ritorno dell'Italin a Ginevra, introducendovi una '.rase implicante il riconoscimento del fatto compiuto in Etiopia. « La propaganda fascista, nazi- ata e giapponese, esclama desolata la corrispondente dell'Oeuvre, ha reso irrespirabile l'atmosfera della Lega delle Nazioni ». Se dalla politica estera passiamo alla politica interna le cause di malcontento non sono minori. Il fungheggiare quotidiano di complotti diffonde un malessereche non può certo recare sorpresa. Il proverbio assicura che 4 chiodo scaccia chiodo » ed il Ministro Dormoy era forse all'inizio, di questo parere, ma alla prova dei fatti si constata che molti chiodi possono anche servire a rizzare una croce. L'ambasciata russa diffonde laboriosi comunicati Perfelu^re 1sospetti sorti sul suo conto dopo il ratto del generale Miller; ma la parte avuta dal ge nerale Skobline nel ratto di Kutiepoff. il processo fattogli anni or sono dai suoi compagni di esilio, la diffidenza che in parecchi di essi era sopravvenuta al verdetto negativo emesso in quella occasione ed il fatto che il personaggio si sia dileguato a sua volta subito dopo la scomparsa di Miller, il che obbliga a credere che o si sia nascosto sapendosi colpevole o che, sapendolo colpevole qualcuno lo abbia spacciato, sono altrettante circostanze che fanno pensare ad un nuovo affare Kutiepoff, cioè ad una nuova operai zione della Ghepeù sebbene ingegnosi esegeti vorrebbero farci credere ad un mis.'atto dei nazionalisti spagnoli che si sarebbero vendicati di Miller perchè contrario all'invio di russi bianchi nelle file di Franco. La Ghepeù agisce a Parigi non altrimenti che in casa propria. Come escludere dunque che il suo zampino si nasconda anche negli altri episodi dell'azione terroristica di cui la Francia è teatro? Sono conclusioni che ad accettarle come a respingerle ai- terano la serenità di un Paese cui già le ragioni di sentirsi inquieto non mancano. L'ottimismo .francese, come dicevamo, è tenace, ma i fatti lo mettono a dura prova e, tutto sommato, il malumore regnante ha ragioni da vendere. Concetto Pettinato

Persone citate: Hitler, Miller, Mussolini