I discepoli del Guarini e del Juvara

I discepoli del Guarini e del JuvaraArchitettura torinese del "700 I discepoli del Guarini e del Juvara ' Non si pensa, di re(/o!«, nJl'or-,chìtettura torinese e bmrocca ini genere del Piemonte, senza- asso-i ernie il pensiero ai nomi di Glia-irinì e Juvara. i due nomi- gloriosi] nei quali sembra assommarsi e riassumersi tutto ini secalo alme-1 no di attività edilizia piemontese. Di leggeri però si intende che uni movimento artistico di cosi lunga\durata e di cosi ampia diffusione., nonché di cosi intenso e multifoi-1me fervore, dovette Jet sua fortu- nanoti soltanto ai dt-ie grandi da, cu, prende il nome e le mosse. ma\anche, e praticamente in misurainon minore, a tutta- una pleiade d% operosi e gemali discepoli, rap-,presentanti e assertori convinti ìdell indirizzo guanniano e juvaria- \pno, sintetizzati poi nell'appellativo' di «barocco» Chi mai tuie-ilo questi discepoli.'ehe cosa fecero, in irJie modo svol- sero la loro storica funzione e af-.firmarono la propria personalità. \è questo il problema che ormai.ss'impone agli storici dell'aite ita-\sVani, specialmente dopo che è già'.venuto d'oltr'alpe qualche autore- vale studioso a darsi l'aria di sco- prire, oltre chea valorizzare scien- itificamente. VarckUettura baroc-'co piemontese. j I Non esente- da difficoltà si Drc-'tenta Valida nini^sfodwr/nro'ne ai :™ ,i?r/^ So.non 710 i documenti su cui appoggiar p'La Casa dei padri Gesuiti ■ si aitanto ncrohè il campò appare 'pst.. giunto pcioni, il ciimjig "PI'"? ingombro e vizieito da prevenzio- arbitrarie ed 'bmrio. il Casali*, avevano, nelle loro onfre, attribuito ad altri e../tisciafo senso attribuzione, il ca- ratteristico palazzo o Cas<a Pro--, fessa dei Gesuiti in Via Garibaldi i (antica Dora Grossa) di fianco al-'la chiesa dei Santi Martiri. Ini e da' attribmiani errate, sebbene talora avallate da nomi autercvoli e di riconosciuta serietà. Cosi, a titolo d'esempio, studiosi specialisti di cose torinesi — per quanto non di storia dell'arte — comn il Claretti, il Ci Dobbiamo oggi all'appassionata'fervore e all'acuto spirito di licer- ca di un esperto studioso di cose'-patrie, come l'ing. Eugenio Olive- lo, di poterti coii sicurezza affer- mare che la Casa Professa dei Ge-' suiti fu ideata, se non portata a j compimento, dall'architetto fori-; nesc Bernardo Vittone.il quale eb-\ile a fornirne i disegni (facciata eIpiantai nei 11G9 ilo settembre), l'anno avanti la morte dello stesso Vittone. Sto questo valoroso e fecondo architetto il quale seppe cos'i bene assimilare i modi e le forme dei maggiori maestri, e particolartaente Juvara, l'Olivero ebbe già ri fornire nei suoi scrìtti d'architettura piemontese altri importanti contributi: ira cui l'unica monogirafia sin qui esistente sul Vittone,'vite — tra parentesi — sembra ossero la più notevole figura di architetto piemontese in età barocca. I Merari 2Vei7a e. Miscellanea di architettura piemontese del Settecento ». come l'autore ha voluto denominare il sino più recente lavoro sull'argomento (Torino, 1937), ?io>i!si contengono però soltanto delleìnotizie aggiuntive sull'attività delj ■ Vittone, ma viene offerta insieme | una congerie di documenti di pri- ma- meno, inediti, utili alla vico-Jsfrt(2Ìo»te dell'attività di altri sin qui più o meno ignorati architetti torinesi del tempo. Trei. questi il gruppo dei Merari: Giovanni Battista Miorari padre (morto circa il 1758), -e i figli Giuseppe Giacinto e Felia? Nicolao (vivente ancora nel 1730). La fama di architetto di G. B Morari.. discepolo anch'egli di lippo Juvara, e fondatore tuna della famiglia, rimane rac-1comandata a quello che si può iconsiderare il suo capolavoro; e [cioè hi bella e grandiosa chiesa parrocchiale di Cumiana: una mo-1yìi di Fi-1della for-ìione rac- ' numentale ed elegante costruzioni , u„.„™ ^„ »,wifu,..u ^o,,„™.Mi barocca che pochi ancora c.ono-i scono c nella quale si compendia- ino molte delle maggiori caratte-] ristiche di quello stile. Men0 fnrile a„ identificare ma1 boricamente non meno interessali- tp papera dei fiali: il primo dei i quali, Giuseppe Giacinto, ebbe a \costrujre circa ,j 17S0. /„ chieiìn , parr„Crhialc di S. Saturnino di 1Mocch(e ,„,„• ce>m presso Condovc; mentre „; secondo. Felice Nicolao. I, spcttnm t disegni di vari fabbri- \c'ati cìm deUa 'reFcMn Toriko: co-1 ime ,(l fnrrUltn del palazzo Villa nJ { ,c< mmero 1G di vin Franco ,Bmtm ,m via dei Forì,enetti) ìsn „•„,,„.„ romano di Pol.tn \pusiCrla „ ',' . . , . , . . Completa la serie dei maestri to- filasi barocchi l'architetto Giuscp P?. Girolamo Biiniva, nativo prò . 1790. L'attività nota del Buniva scolaro e continuatore del Vinone si è potuta sinora identificare sol- tanto fuori Torino. Sono del Bit-, niva la chiesa parrocchiale di San. Secondo di Pinerolo ed altre mi- inori costruzioni sacre della mcde-lsima città natale dell'artista, co-ì me di altri piccoli centri di prò- •vmcia. | La missione di tutti questi ope-j''osi architetti fu evidentemente;9Me"« di applicare e. diffondere il barocca in tutti I VM_^priamente di Pineralo e morto nel\' - • -'- - • ii periferiche dove esso 'non aveva \potuto diffondersi ed attecchire per ^ „,„„<, dei maestri maggiori: e pie- cisamente nel campo dell'architet-','tura-civile per il mondo piccolo ;borghese residente nella capitale'stessa. Torino; nel campo dell'ar-lchitetinra sacra per i numerosi ninfei aditati sparsi per la provili-,eia. e impazienti anch'essi di af-l fermare, col progressivo tf^ .si della borghesia e dei ceti popò- lari urbani, la propria maturità ed importanza sociale, Gli studi intorno alla Multiforme attività edilizia del Piemonte in quel secolo Costruttore e rinnova tore che fu il Settecento, promet- te ancora di essere ricco di'sco-perte e di soddisfazioni a chi vi si vorrà dedicare con zelo. I risulta ti sin qui ottenuti sono quanto mai ' incoraggianti. Nè si deve dimenti rare che riportando alla luce tan fe gemme ignorate di storia e di \arte locale, si contribuisce a rendere' sempre più degna di studio e di ammirazione la comune madre. l'Italia. G. B.

Luoghi citati: Cumiana, Italia, Piemonte, Pinerolo, San., Torino