La visita di Mussolini a Hitler e la nuova sistemazione europea di Giuseppe Piazza

La visita di Mussolini a Hitler e la nuova sistemazione europea NELL'IMMINENZA DU 0 STORICO INCONTRO La visita di Mussolini a Hitler e la nuova sistemazione europea Berlino, 20 mattino. Il grande avvenimento che tiene sospesi gli animi di tutta Europa e colma di giusta aspettazione e di confidente entusiasmo quelli dei due popoli amici, riempie già di sè le colonne dei giornali. Anzitutto è la poliedrica personalità del Duce che sta al centro dell'attenzione di tutti gli organi di pubblica opinione e che viene lumeggiata in tutti i suoi molteplici aspetti. Pagine fotografiche intere, dei grandi giornali politici come delle grandi riviste, provvedono a ciò, illustrando di volta in volta un lato dell'attività, un aspetto della vita leggendaria e dell'opera che, anche solo per estensione e sfaccettatura, la comprensione umana non sembrerebbe sufficiente ad abbracciare. Mussolini soldato, Mussolini oratore, Mussolini agitatore, Mussolini nella vita privata, Mussolini nella vita pubblica, Mussolini al lavoro, Mussolini in ricreazione, Mussolini agricoltore, Mussolini artista, Mussolini sportivo (tale è ad esempio la pagina odierna del Volkischer Beobachtcr in cui il Duce è rappresentato nella sua attività sportiva, sia di terra, di cielo che di mare), Mussolini rigeneratore di un popolo, Mussolini fondatore di un Impero e iniziatore di un'epoca. Se cosi si conducono le pagine fotografiche, non diversamente fanno i testi. Già ciascun giornale ha iniziato per conto suo qualche pubblicazione di serie: diario di guerra del bersagliere Mussolini, antologie di discorsi di Mussolini rivoluzionario e di Mussolini uomo di Stato: fino alle manifestazioni più particolari o più rare o curiose che tentano di fissare gli aspetti meno noti della personalità di Mussolini. Esigenza storica Accanto a questi sviluppi della personalità, che corrispondono ad una imperiosa esigenza dello spirito pubblico in attesa, un accresciuto rilievo e valore assumono le pubblicazioni che anche riempiono ampiamente le colonne dei giornali, intese a lumeggiare le profonde ragioni storiche che fatalmente inducono, nel presente momento europeo, le due nazioni a percorrere la medesima via. Il valore e l'importanza dell'asse Roma-Berlino sono in queste pubblicazioni prospettati non già come un espediente qualunque di politica estera di natura più o meno contingente, ma come qualche cosa che risponde alle esigenze di un periodo storico e di una crisi della storia e della civiltà umana stessa, come qualche cosa, dunque, su cui, mentre si liquida tormentosamente e dolorosamente un passato europeo, si fonda insieme una garanzia della storia avvenire del continente. Sotto questa luce sono tutti gli aspetti dei rapporti fra i due Paesi, sia politici che culturali, che vengono posti sotto accurato esame e di cui vengono anticipati e rievocati i precedenti storici. Fra gli articoli odierni, più rilevante è' un articolo della Koelnische Zeitung che esamina stamattina la storia della rispettiva, formazione delle unità nazionali dei due paesi di cui Cavour disse che si condizionano a vicenda e che insieme formano la premessa della stabilità europea fino alla formazione della Triplice, venendo alla con clusione che è stata sostanziai mente la scarsa comprensione che l'Italia ha riscosso dai suoi ex-alleati nelle sue esigenze mediterranee e balcaniche, la causa principale del fatale allentamento di quei vincoli. Le parole di Cavour, tuttavia rimangono però come un testamento per l'avvenire. « Comunità di destino » In un articolo intitolato: <■; Hitler e Mussolini » il Berliner Tageblatt nota come l'avvenimento imminente contribuisca a diffondere e a radicare nella coscienza dei due popoli la convinzione, la quale è diventata una realtà ed una necessità europea, che le due nazioni costituiscano ormai una « comunità di destino ». Tutti e due i popoli lottano uniti contro i medesimi avversari e per il trionfo dei medesimi principii, cosi come tutti e due escono da analoghe crisi di potenza Il giornale rileva quindi la immutata, coerente posizione tenuta sempre da Mussolini nei confronti della Germania prima e dopo la Marcia su Roma. Mussolini ha sempre posto a base della sua con cezione europea, una Germania vi tale e indipendente. Egli faceva certamente sempre politica italia na; ma la Germania era un fat tore non indifferente di questa po litica e, fondamentalmente, sempre un fattore convergente e parallelo. L'articolo rileva quindi la notoria ammirazione, di antica data, che il grande Capo del Nazionalsocialismo ha sempre nutrito per il Duco e òreatore del Fascismo, e cita le parole del libro di Hitler, Mein Kampf, in cui egli mette Mussolini fra i « grandi della terra » esprimendo la sua incondizionata ammirazione per la sua azione politica che non dà quartiere ai suoi nemici. Ora Mussolini viene in Germania a conoscere davvicino il Reich, il popolo tedesco, il partito, l'esercito della Nazione amica. Componimento auspicato « L'incontro Hitler-Mussolini è un atto di solidarietà fra i due Stati similari e sarà nello stesso tempo un colpo possente che contribuirà a spazzare le vecchie concezioni che nel mondo ancora persistono anche sui problemi della Germania, come su quelli europei. Mussolini una volta ha detto che fra 10 anni il mondo sarà completamente cambiato. A ciò ci stiamo avviando. Il mondo, sia pure lentamente, cammina ». La Frankfurter Zeitung infine, ha oggi un importante articolo in cui, prendendo anche le mosse dagli avvenimenti attuali, nota anzi tutto che Italia e Germania vogliono, principalmente, la pace. Certo questa pace non sarà assicurata se non quando il sistema che esse rappresentano avrà trovato un componimento con il sistema rappresentato dagli altri Base di questo componimento non possono più essere i vecchi metodi per i quali l'Italia e la Germania sono state costrette finora a strappare agli « ex-vincitori » quelli che sono gli elementi essenziali e le esigenze della loro vita. Il caso abissino è stato di ciò l'esempio più eloquente. L'Italia fu sottovalutata dalla Inghilterra. Anche ora l'Inghilterra si deve guardare bene dal sottovalutare questa Potenza. Quello che l'Italia chiede in Mediterraneo è un diritto. In Spagna, l'Italia e la Germania vogliono soltanto la Spagna agli spagnoli, il che vuol dire non al bolscevismo. * Nè l'Italia nè la Germania potranno mai essere indotte, per i loro veri fini politici, ad una guerra europea. Al contrario, la legge stessa della loro prosperità ha bisogno di uno sviluppo pacifico. Il punto critico poteva essere quello in cui altre potenze potevano porsi la questione se potevano riuscire ad impedire l'ascesa di potenza di ^KnSTqS^i =„^D,.= ^ =rf h criò mnltn Hiprrn a è" superato ed è già molto diètro a noi. La politica di Hitler escludeche il Reich possa mai porre esi-genze le quali non rispettino le esigenze vitali degli altri popoli, nè che queste esigenze possano cs sere raggiunte a mezzo di una guerra. Se non vi fosse il caos spagnolo, le grandi Potenze si sarebbero già riavvicinate ». Giuseppe Piazza