Agli atleti di rincalzo

Agli atleti di rincalzo Dopo Italia-Francia Agli atleti di rincalzo è dovuto il modesto punteggio Il risultato dell'incontro atletico Italia-Francia, che domenica ha impegnato a Parigi le squadre dei due Paesi, ha largamente sorpreso. Che l'Italia dovesse vincere era pacifico, ma non era affatto previsto uno scarto cosi modesto di punti a favore degli « azzurri s>. Due punti di vantaggio, dopo sedici gare, sono un ben magro bottino, anche se ottenuti in casa dell'avversario. D'altra parte, non è possibile concludere che l'atletismo italiano ha fatto un passq indietro nei riguardi di quello francese, perchè realmente esso conta dei campioni di valore ed un numero non indifferente di giovani che attendono la loro gran giornata per prendere il posto di quei campioni che, per legge di tempo, debbono scendere dal loro piedestallo. I giovani, che in così vasta misura erano stati inclusi nejla compagine « azzurra », hanno bisogno 'di farsi le ossa e di prendere quota gradualmente, attraverso una ben dosata attività, nazionale e internazionale. Portati con ritmo accelerato ad assumere ruoli superiori alle loro momentanee possibilità, vanno soggetti a discontinuità di risultati. Nell'incontro di domenica il nostro scarso punteggio, a parte che qualche atleta dei migliori ha reso assai meno del solito, è dovuto sopratutto al modesto comportamento- degli elementi di rincalzo. Difatti, su sedici gare, gli italiani ne hanno vinte dieci contro sei dei francesi. A questa superiorità individuale, la squadra francese ha risposto con una maggiore omoge^ neità degli elementi di secondo e terzo piano; così la Francia ottenne ben-dieci secondi posti contro sci, nove terzi contro cinque e piazzando cinque soli atleti al quarto, mentre noi finimmo per ben nove volte in tale posizione. In altre parole, pur avendo vinto l'incontro, la nostra squadra si è dimostrata assai meno omogenea di quella avversaria, la quale, non avendo quasi campioni di primo piano, cercò di sfruttare al massimo ognuno dei componenti. Grande impressione ha fatto Lanzi con le sue due vittorie, e la maggior parte dei colleghi francesi sono concordi nell'affermare che è stato il robusto atleta, italiano a battere la loro squadra. In un incontro del genere il merito non può essere di uno solo. Le tre prove di Lanzi (400 piani, 800 e staffetta) hanno indubbiamente giovato al punteggio, ma non debbono svalorizzare o demolire la prova degli altri concoricnti. Quante volte non abbiamo puntato alla vittoria, con le tre gare di Facelli e Toetti? Già lo abbiamo detto: la squadra italiana ha chiesto molto di più ai campioni che non ai giovani. L'aver perduto l'occasione per vincere con un punteggio clamoroso o, per ìp meno, assai più convincente, non significa che l'atletismo italiano è in regresso, ma che si stanno rinnovando alcuni ranghi in parecchie specialità, pelle quali non è detto che gli atleti che si stanno formando — e non sono tanto pochi — siano del tutto inferiori ai titolari attuali. Gli stessi francesi — che pur sono dolenti di non aver potuto appro fittare. della situazione per rifar si almeno in parte delle molte sconfitte patite — hanno sportivamente convenuto ohe l'Italia meritava di vincere e che la Francia, sopratutto per mancanza di numeri uno, non poteva pretende re una vittoria soddisfacente. Que sto per quanto riguarda la situazione in generale. Per quanto concerne, invece, le singole branche, si può dire che ai nostri miglioramenti conseguiti nelle gare di corsa piana ha fatto riscóntro un peggioramento in quelle con ostacoli, nel salto in alto, nel getto del peso e nel lancio del martello. I risultati del disco non debbono essere intesi come referto definitivo della nostra situazione: Oberwegher, finito al quarto posto con poco più di 40 metri, non era nelle sue migliori condizioni e per di più infortunato a un dito della mano destra. Su tutti gli atleti ha poi pesato la giornata fredda e umida, che ha frenato i muscoli, costringendoli a un mediocre rendimento. Lanzi, Mariani e Bevìacqua sono i tre atleti che in campo italiano hanno meglio convinto. Il tempo di Mariani sui cento metri piani — 10"4/10 — sarebbe stato il risultato migliore della giornata per noi, se il vento non avesse reso nullo lo sforzo del generoso « azzurro ». Beviacqua sui cinque chilometri ha lottato con molta foga le intelligenza: sul ""traguardo non ehbc un attimo di esitazione e potè cosi trionfare di Lefevre, atleta tenace quanto valoroso. Lanzi, che ha veramente entusiasmato il pubblico parigino, è stato all'altezza della situazione vincendo, ad un'ora di distanza, !a prova degli ottocento metri prima e quella dei quattrocento poi. Molta impressione ha suscitato il modo col quale 1,'olimpionico ha ottenuto la vittoria su Goix negli ottocento metri. Tra i giovani, quello che più si è distinto è stato Missoni, una vera autentica promessa del nostro atletismo che potrà far molto sui quattrocento metri piani. Quest'anno postolimpico non ha messo certo alla frusta 1 nostrt atleti; c'è solo da augurarsi che le due prossime stagioni che precedono le Olimpiadi siano adeguatamente sfruttate per la sistemazione della squadra « azzurra ». Non dimentichiamo che indugiarsi vuol dire perdere terreno. Noi, invece, abbiamo ancora tanto bisot'ogno dì guadagnarne. Viario Zumaglino nealzazicamraNveorqlastarmlastCtemfre daucorihp« lud* pvrtr«tnmhsgIacnusdpevivpvdnzpltcflpmdpsc

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