UN TRAGICO EQUIVOCO di Giuseppe Piazza

UN TRAGICO EQUIVOCO L'insolenza di Litvinof UN TRAGICO EQUIVOCO Berlino, 11 notte, Universale, pronta e pari allacircostanza è in tutta la stampa del Reich l'indignata reazione ai bassi attacchi, calunnie e minac-eie che 0 signor Litvinof, conti-nuando il suo disgraziato episto- lario diplomatico, ha creduto di poter dedicare a Nyon all'Italia; attacchi che però — si rileva su-bito — come accade a tutti gli eccessi, si fanno già in parte giù- stizia da sè pressoché in tutta la più seria stampa internazionale, la quale deplora il tentativo del commissario sovietico di trasformare quella che dovrebbe essere una cenferenza internazionale in una nuova pedana della diffama- zione, della calunnia e dell'eccita- mento all'odio, la più propria a intossicare ancora di più le acque e ad arruffare, fino a un limite che potrebbe diventare irrimedia-bile, le fila della già troppo com- plicata e delicata situazione. T1 ii r j . | li problema IOndameniaieSi rileva certo con soddisfazio- ne che il ministro Eden stesso sia ìnsorto a rintuzzare il tentativo e ad ammonire che l'Inghilterra non sopporterebbe che la confe-renza fosse trasformata in unalizza di contrasti internazionali, che non sono precisamente nei suoi fini. D'accordo; ma tutta la stampa corre al rincalzo del ministro britannico, osservando che però il male e l'incongruenza principale sta nell'assurda pretesa — di un assurdo che s'incarica ogni volta da se stesso di dimostrare la propria evidenza — di voler introdurre o reintrodurre nella so cietà internazionale e nei suoi ccn- sessi un personaggio che per la sua indole, per la sua natura e per i suoi interessi fatalmente ne è fuori, anzi per definizione ne delinque: dappoiché si tratta di una formazione pseudo-statale e pseudo-sociale, la quale è per sua legge portata a riflettere anche nei suoi contatti con la società in-ternazionale questa sua costitu- zione contro natura, finendo pernegare la società internazionale stessa ed essendo portata al pe- renne tentativo di farla saltare. Ogni volta la Russia dimostra ciò con ì fatti, e ogni vclta tuttavia le Potenze ricadono sempre nel medesimo errore di pretendere di associare alle proprie intrapresequello che è per definizione l'inas- sociabile e il dissociabile. La conseguenza è quella di ve. der trasformate, secondo la deplo-razione di Eden, in conferenze dell'odio e del contrasto quelle che dovrebbero essere le conferen- ze della ricostruzione e della col- laborazione, o nel migliore dei ca-si semplicemente le conf erenzedella salutare difesa da un peri-colo comune. Sostanzialmente, dunque, si ri-porta in questi circoli il problema <, „,,„n„ „u„ i j„ • j„i a quello che e da anni ormai, dal- l'epifania al rovescio cioè elei fa. ™SdTJ^1«o« ~fi i. mosi patti sovietici con la Fran- eia e con la Cecoslovacchia il „,„u " *„„Hotf™t.?r ùJi problema fondamentale che tienein agitazione il continente intero/il problema del reingressa dellaRussia nella vita internazionale, reingresso il quale fino a che • si tratterà di una Russia nemica del-l'ordine e dell'assetto occidentale. si dimostrerà equivalente alla rovina di ogni convivenza interna- zionale, e su cui tuttavia si conti- nua a insistere. La crisi spagnola stessa non è che un episodio di questo tragico equivoco in cui le Potenze occidentali sembrano impigliarsi ogni vgiorno di più. Nel caso in specie,■ . . ... .... la tragicità dell'equivoco è resapiù evidente in quanto che anche i meno preveggenti e i più ingenui erano stati messi sull'avviso, an-che se le loro capacità di previsione non fossero bastate, dalle due provocatorie note dirette da Mosca all'Italia, le quali dimostravano già a sufficienza la delibera-ta intenzione di silurare la conferenza, o per lo meno di trasfor maria in un'altra nuova base di operazione per la provocazione di conflitti internazionali, che costi-tuisce ormai la sola attività deigovernanti del Cremlino. Tutta-via, anche in tale atmosfera, chemetteva necessariamente l'Italia ela Germania nell'impossibilità dipartecipare alla conferenza, non siè creduto di dover desistere dalprogetto, anche a costo di mette-re insieme una conferenza neces-sanamente platonica per l'assen-za delle due grandi nazioni. II Boersen Zeitung nota che lacondotta della Russia è quella delborsaiolo, il quale, colto in fla-grante dalla folla, si mette a gii-dare al ladro per cercare di svi-gnarsela nel trambusto. Del restogli atti sovietici hanno moventi eobiettivi ben determinati: i! mo-vente è sempre la disperata situa-zione del campo dei rossi, dopo lacaduta di Santander, che si avviasempre più chiaramente al crollo;ed ecco che: «11 temerario com-mediante di Nyon, con cui la gen-te per bene si rifiuta di sedere in-sieme a tavola, si sente spinto aimprendere l'ultimo disperato ter.-tativo di scavare abissi incolma-bili tra le Potenze d'Europa e spe-talmente fra l'Italia e l'Inghil-terra, per precipitarvi dentro tut-ta la situazione del continente». I diritti di MnntrPiiY 1 airilll ai ITU mreux Per quanto riguarda le minac-cle all'Italia, il giornale osservacome esse facciano una luce elo-quentissima sui diritti che la Rus-sia si è conquistata a Montreuxcoll'aiuto dei suoi compiacentamici occidentali, circa i Darda-nelli. La stampa sovietica stessa— segno eloquente — ha messoMontreux alla pari, fra le conqui-ste sovietiche di reingresso in Eu- [ropa. dei famosi patti con la Francia e con la Cecoslovacchia, Ora il signor Litvinof parla d' rappresaglie contro l'Italia nel Mediterraneo: egli, ciò facendo, altro non fa se non presentare ai suoi amici d'occidente il conto de gli accordi di Montreux, i qual' non sono stati se non un altro cpi sodio di quella politica rovinosa, premeditatamente concepita a Mo sca e per incomprensione applica ta con tanta fedeltà a Londra come a Parigi Osservazioni del medesimo genere fanno presso a poco tutti i giornali. La Deutsche Allgemeine Zeitung richiama l'attenzione di Parigi e di Londra sul pericolo del progetto di divisione del Mediter raneo in zone, progetto che è ap punto niente altro che persistere ancora nella medesima politica dell'equivoco, che non può porta re che a catastrofi perchè è per natura catastrofica. Per quanto riguarda le indigna¬ te e giuste proteste di cui risuona tutta la stampa italiana contro gli attacchi del commissario so vietico. tutti i giornali del Reich li riproducono ampiamente, espri mendo il più incondizionato senti mento di solidarietà con la Nazio ne italiana. Giuseppe Piazza

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