Conferma di predominio germanico

Conferma di predominio germanico IL G.P. AUTOMOBILISTICO D'ITALIA Conferma di predominio germanico i 1. Caracciola (Mercedes) 2. Long (Mercedes) 3. Rosemeyer (Auto Union) (Dal nostro inviato) Livorno, 13 mattino. La stagione dei Grandi Premi 1937 e l'epoca della formula internazionale del peso massimo si sono regolarmente conclusi secondo la logica, conformemente alle attese, col 15.0 G. P. d'Italia, abbinato alla tradizionale Coppa Ciano. Corsa povera di storia e ancor più di insegnamenti, perchè non occorreva certo una nuova conferma della schiacciante superiorità delle vetture tedesche, in genere, e della Mercedes in particolare, sui circuiti accidentati e non velocissimi. Corsa riuscitissima invece, varamente fuori classe, per quanto riguarda lo spettacolo e la coreografia, che non hanno permesso di rimpiangere per nulla l'abbandonato parco monzese. Gli altri e noi Il cosidetto commento tecnico alla gara è, dunque, molto semplice. Ha vinto Caracciola con la Mercedes, cioè il più completo campione di Germania e la macchina meglio a punto: 11 rilievo, però, va integrato con la segnalazione di Lang, che, senza uria breve sosta un po' misteriosa nel penultimo gtiro, avrebbe potuto agevolmente superare il compagno di squadra e vincere. Il bilancio sportivo dell'annata a trarsi dopo il G. P. d'Italia, deve, dunque, contare in prima linea, come la rivelazione 1937, Lang, ohe, dqpo essersi affermato principe dei velocisti con le vittorie di Tripoli e 'dell'Avus, ha saputo mostrarsi degno della vittoria anche in un circuito difficile. Comunque, il pronostico che indicava la Mercedes & stato rispettato. Ed è stato rispettato anche per quanto riguarda l'Auto Union, seconda come marca con Rosemeyer, a 1' 30" dai vincitori, benché non tutta la squadra abbia risposto alle aspettative, in specie per quanto rfeuar. da Vfrzi, dal quale l'innumerevole foTla convenuta sul bellissimo circuito, calcolata in oltre 50 mila persone, si attendeva di più. Il galliate3e ha finito al sesto posto con oltre un giro e mezzo di distacco, benché la sua macchina non abbia palesato deficienze di importanza e richiesto arresti fuo'ri programma: è evidente, tuttavia, anche per la conferma fornita da Stuck, pure assai attardato, che, in fatto di messa a punto, l'Auto Union merita il secondo posto cui la classifica generale della stagione l'ha confinata. L'Alfa Rcimeo ha pressoché evitata l'occasione di una nuova clamorosa sconfitta, ritirando praticamente prima della gara le sue nuove 12 cilindri e lasciando correre i paladini della scuderia Ferrari — Nuvolari, Farina, Trossi, Biondetti — per semplice atto di presenza e per amore di firma, con le vecchie macchine dello '.scorso anno, già definitivamente giudicate in confronto con le tedesche. Avrebbe potuto dare una più opportuna, convincente e totalitaria portata a questo suo gesto, ritirando anche l'unica 12 cilindri di nuovo tipo, che, invece, parti sotto il pretesto di un collaudo tecnico, affidata a Guidotti. (Ma si può collaudare una macchina notoriamente non a punto in un Gran Premio?). Naturalmente, delle vecchie vetture ne arrivarono due, oltre a quella dell'isolato Belmondo, mentre la nuova, senza mai avere brillato, non fini la gara. A ciclo dolorosamente conchiuso, come si prevedeva, converrà pensare per il domani senza perdere tempo. Non- è questo un problema da discutersi in questa sede: certo è che un'annata automobilistica come 11 1937 non dovrà più ripetersi. Se non ha storia la gara di ieri, esige tuttavia qualche breve spunto di cronaca, non fosse altro che per fissare il successo delle armassi onate, volenterose ed esperte fatiche dei bravi oran'zzatori livornesi, che coadiu- |varono. ottimamente 1 poteri cen- sbsctpcNzmadmzntappTtl3pnCtcdgcldelei2la2vfRHrtrnli del Raci per creare una ma nifestazione esemplare sotto ogni! asnetto. direttole di scena ouel raiffo snecialista che è Renzo Castagneto. La disrmta del G. P. d'Italia fu onorat» dalla presenza delle LL. AA. RR. le Principesse Maria di Savoia, Mafalda d'-As=ia, Jolanda Calvi di Bergolo, di Costanzo e ("talea7zo Ciano con la consorte Edda Mussolini, di S. E jMascagni e di altre personalità, ifra cui tutte le autorità della !provincia e i dirigenti del Bacilattorno al presidente conte Bo- nacossa. Sue;gestiva la cerimonia iniziale della sfilata delle macchine per gruppi di marche al suono dei rispettivi inni nazionali e dell'alzabandiera. Caracciola al cornartelo i{[|ì i y riistflPpn n-o.A ,„ m.iHa „1 - nuu uisiacco, passo la guida ai - compagno Farina per dividere con .Ilui la sconfitta. Farina dal canto I corridori si sono allineati secondo i migliori tejnpi forniti SueeinPflT' S t^-egCanr0acdo?a :(Meroedw) Varzi ( AutT Unionf 'èRSeSyerYAuto(Union)7L (Mercedes), Stuck (Auto Union) e Brautisch (Mercedes); Nuvola-iri (Alfa Romeo), Seaman (Mer- ! cedes), Trossi (Alfa Romeo);Muller (Auto Union), Guidotti \ (Alfa Romeo), Farina (Alfa Ro- meo); Biondetti (Alfa Romeo), Kautz (Mercedes), Belmondo (Al-jfa Romeo), complessivamente 15 corridori. Al via, dato alle 15,25, prendo- : no la fuga nell'ordine: Caraccio- la, Varzi, Rosemeyer, Stuck. Brautisch, Lang e Nuvolari; ma già alla fine del primo giro Lang è passato in terza posizione, eh: diventerà seconda al giro succes- sivo e iprima al terzo, meu're iVarzi fin dal terzo giro oa.ssa in , 5.a posizione, difendendola fati- cosamente fino a meta gara, quando passerà 7.o. per poi risa-:lire di un posto nel brillante, con-1vincente, ma tardivo finale. Nu- volari fin dal primo giro passa16.0: posizione di mediocrità chejmanterrà con qualche fluttuazio- ne fra il 5.0 e l'8.o posto, finché 1si farà sostituire da Farina per1ultimare^ la gara. Eppure la sua |\Varzi, che non è stata una corsa incolore: T^L^^JlA-pJJrenavut° e perfino un accenno di duello con Varzi, che per qualche tempo permise di inserire un piccante episodio, sia pure vissuto a distanza dai fulminei galoppatori tedeschi, nel quadro un po' scialbo della corsa. Meno convincente apparve 11 mantovano quando, sul finire della gara, perduta definitivamente ogni speranza di onorevole piaz-zamento e visti ingigantire i mi- suo, sfortunato come al solito, battè il primato delle soste allo stallo di rifornimento prima di decidersi a ritirarsi: cinque ne contammo. Alfine smontò di vettura per risalire, dopo qualche giro, come abbiamo detto, su quella di Nuvolari come pilota di riserva. A metà gara (25 giri) le posi zioni erano ormai precisate e non mutarono più, salvo i vantaggi ai superstiti derivanti dai ritiri (pochi, in verità, data la severità del percorso e il treno di marcia mantenuto). Caracciola si è piaz. zato davanti a Lang, che, però, non si lasciò staccare di cento metri; Rosemeyef- stette a sua volta a ruota dei due, finché uno scoppio di gomma non l'attardò senza, però, fargli perdere il terzo pesto. Tutti gli altri vennero doppiati dal terzetto di testa. Brauchtisch, veoce, ma irregolare, si ritirò al 35.o giro quando era in quarta posizione. Hasse sostituì Stuck nel finale, ma con poco profitto. Caracciola e Lang giunsero sul traguardo quasi affiancati, ad acceleratore abbandonato, compiendo poi un lento giro d'onore fra gli applausi incessanti della folla, che invase il circuito, e sciamò ungamente sotto il fosco e freddo tramonto. Aldo Farinelli

Luoghi citati: Bergolo, Germania, Italia, Livorno, Tripoli, Varzi