Valetti primo in classifica e Vignoli primo sul traguardo

Valetti primo in classifica e Vignoli primo sul traguardo Le stranezze della Coppa Qemmanra Valetti primo in classifica e Vignoli primo sul traguardo Quei coraggiosi che-sul percorso (wevan sfidato la pioggia per quattro ore s'eran già dileguati nell'oscurità in cui s'andava assopendo la campagna; le prime luci dei casolari e dei paesi punteggiavano In collina e la valle; sul filo argenteo dei mici fari Vignoli serpeggiava gin per la, discesa dell'Eremo è, giunto sulla strada del Pino, preso nel qwtdrato rosso dei fanalini di militi motoddisti, si gettava per primo mi corridoio buio di folla che shoccava sul traguardo, accolto come trionfatore' della Coppa Gemmaura. Più di otto minuti dopo, quand'era notte piena, giunsero Valetti e Mollo, e il primo si ebbe i complimenti che spettano al vincitore. Chi ha vinto ? Ma allora chi ha vinto? ci si domandò; e c'era chi dava vincente Vignoti per il semplice {aito che era arrivato primo con quel Po po' di distacco, e chi dava valetti perchè nette classi).une aci sette traguardi aveva messo insieme quasi il doppio di punti dell'altro. Il caso era più unico che raro; bizzarro quanto il rn/olamento della corsa è il fatto die era venuto all'ultimo momento a modificarlo. Dovete sapere che quesco regolamento (un capolavoro di assurdità, e di sportività) aveva avuto, come doveva avere, trattandosi di una corsa « nazionale », l'approvazione deli' ente, centrale, e solo a questo spettava, quindi, il potere di modificarlo. Ed esso stabiliva che sarebbe riuscito vincitore quel concorrente che nei sette traguardi avesse assommato più punti; senza tener presente die, con questo sistema, avrebbe potuto vincere il corridore che, dopo aver preso tanti punti nei primi giri da non poter essere più raggiunto nel punteggio, fosse poi arrivato ultimo! Per evitare questa... offesa- allo sport, il commissario regionale — e qui esorbitò dai suoi poteri ■— fece sapere alla partenza ai corridori che, se uno fosse giunto con almeno tre minuti di vantaggio, avrebbe vinto qualunque fosse stato il suo punteggio. Nessuno fece obbiezione, riia ciò non toglie che avesse rinunciato ai diritti spcttantigli da un regolamento scritto. Capitò in pratica che Valetti, impegnandosi a fondo, sin dall'inizio, fidandosi sul regolamento, staccò tutti al primo giro e, continuando solo quasi sino alla fine del quinto, si mise in tasca tanti punti da assicurarsi il primato nel punteggio, mentre Vignoli, distribuendo le sue forze — in base alla modifica del commissario — riguadagnò gradatamente il terreno pèrduto in principio, tornò nelle prime posizioni e sferrò alla fine l'attacco che doveva portarlo al traguardo con netto vantaggio. Chi dei due ha vinto'! Il regolamento e la giuria hanno dato Valetti; il buon senso e lo sport danno Vignoli. E' stata, questa, una corsa eccezionalmente, eccessivamente dura. Si può calcolare che in 35 chilometri si sia dovuto salire di oltre 2500 metri, divisi in sette scalate, su strada resa fangosa e viscida dalla pioggia quasi continua, con temperatura autunnale, con vento contro. Tutti gli elementi naturali, cioè, hanno concorso a rendere estenuante la fatica, a intorpidire i muscoli, a tenderli sino allo spasimo. Lo stesso tratto di discesa che avrebbe potuto essere una tregua allo sforzo, si trasformava in tormento di freddo e in irrigidimento muscolare. « Ci sarebbe voluto per Di Paco una corsa simile — diceva Vignoli all'arrivo — e lo avremmo visto senza i denti che gli son rimasti!... ». Noi abbiamo assistito al crollo. di oltre il cinquanta per cento dei concorrentie i superstiti in condizioni alla line pietose. Con un simile percorso è risaltata ancor più l'assurdità di una classifica a punti, come si trattasse di una corsa a traguardi su pista... Valetti in testa A stare ai criteri normali dello sport ciclistico, il miglior uomo in campo, il vincitore morale è stato senza dubbio Vignoli. r bolognese ha dominato alla distanza, e, quando tutti, prima ° dopo, si davan vinti, ha sfoggiato una freschezza sorprendentesbaragliando di forza, sino a dare l'impressione d'essere. l'unico non fiaccato dalla massacrante impresa. Vignoli mi era piaciuto molto a Bari; qui mi ha impressionato, facendomi ricordare in lui l'uomo di una famosa tappa del Giro d'Italia e di una non meno famosa del Tour. Valetti, invece, più pronto a mettersi in azione, più svelto all'inizio, fu meno solido alla finepur difendendosi con le risorse di una classe cui ancora mancae forse mancherà sempre, il fondo. Non lo si può dire vittima della sua impetuosità, se a questa deve una vittoria per lo meno ufficiale. Non basta la sua intenzione di assicurarsi la vittoria ai punti per nascondere il suo crollo finale. Valetti, dopo la partenza data dal Federale, attaccò non appena cominciò la salita e rimase subito solo, inseguito da Molloche forò, e Molinar. Pure appiedato fu al primo giro Marabelliil quale nell'inseguimento fu dnuovo appiedato e, attardato anche dal cambio, dovette poi ritirarsi. Valetti fini il primo qiro in 38'3", Molinar in 39'3", Giuppone, Romanatti, Bcnente e Cecchi in 39'33'. Il secondo r/iro inde avanzare Benente alle spalldi Valetti. e retrocedere Cecchper noie al cambio. I 38 chilometri furono commuti da Valetti in ore 1.18'38", da Benente in or120'12", da Molinar in 1.20'25' da Romanatti in 1,20'31", da Giuppone in 1,20'43". L'impresa di Vignoli Mentre Valetti sembrava, aumentando il suo vantaggio, sicuro padrone della corsa, questa si movimentava alle sue spallin alterne vicende. Al terzo girMollo, insistendo nell'inseguimento, passò Molinai; già provatoma fu preso da Romanatti e Benente, mentre avanzavano Astrua e Introzzi. Il vantaggio dValetti saliva a 3'34". Sulle salite del 4.0 gira Introzzi e Astruraggiunsero Mollo, Benente Romanatti, ma poi Romanattobbligò a cedere prima Benentepoi Mollo, poi Introzzi; ma Attrua e Mollo) si rifecero soitoa Al quinto giro avvenne il capovolgimento della situazione. Romanatti, appiedato, -perse 5' per riparare. Vignoli cominciò a riapparire nells prime posizioni, andando ad unirsi ad Astrua e Mollo, poi piantandoli. Ma, grazie a quanti, nel tratto più duro, distribuivano spinte a due mani ic stato, questo, un guaio serio per tutta la gara) Mollo riprese Vignoli e tutti e due ragaiitnsero Valetti al termine della salita. Ormai, però, egli aveva al suo attivo 103 punti e mezzo e si poteva, a base "di regolamento, ritenere vincitore pur che avesse finito la corsa. Ciò non tolse che onesta entrasse ora nella sua fasta più interessante; riassunta nel ducilo tra i due grigio-rossi, in evidente calare, e il bianco-rosso, minaccioso e ancor fresco. Una foratura di questo, all'inizio della salita, diede maggior risalto all'impresa die stava pei compiere. I quasi due minuti eh: perrse nel riparare, Vignoli li riguadagnò in un batter d'occhi, ripiombando prima di Pecette sui due che non si erano certo illusi d'essersene liberati per sempre. Ricongiuntosi, Vignoli passò in testa ' e diede uno strappone al quale Mollo non seppe rispondere, E Valetti cedette al rinnovarsi ' dell'offensiva dello stupefacente rai/azzo di Cavedini. Rimaneva ora da vedere se Vignoli avrebbe vinto in base al famigerato vantaggio di tre minuti. Ma 'i fu cosa presto decìsa, perchè bastarono » pochi chilometri che separavano dalla fine del sesto giro per capire che la misura sarebbe stata non solo raggiunta, ma larnamente superata. Essa doveva, all'arrivo, toccare qli 8' 57", anche perchè Valetti dovette cambiare una nomina e Mollo gli tenne compagnia. Dei due... vincitori ho aia detto. Mollo, sfortunato all'inizio, si fece notare nell'inseguimento, d' cui poi risentì. E' anch'enti un arrampicatore più anile che robusto. Introzzi s'è dimostrato più solido che rotolare. Romanatti h" fatto un'ottima prova sin che non fu appiedato. La stessa Scusante hanno Bavutti e S'mowni. Più del revisto hanno dato Gualberto e Rocca. Ottima la rientrata in scena di Astrua. Ed ora. la corsa, volonterosamente organizzata, avrà le sue code a tavolino, non solo in sede li convalida del risultato, ma anche ver le prevedibili sanzioni a dir ha beneficiato delle faminerate smnte. Ma non sarebbe stato meglio nrevedere qli inconvenienH di mia formula trovvo ori'tinaie e di un'ornonizzazione varHcola.rmente diffidici Sta. bene la 'icercn. delle novità, ma le astruserie è meniti lasciarle dà parte e non nermetterle. gM■ttfP1namldmGiuseppe Ambrosini. LA CLASSIFICA

Luoghi citati: Bari, Italia