UN MILIONE CON CONTORNO di Ernesto Quadrone

UN MILIONE CON CONTORNO La gran stagione di Merano UN MILIONE CON CONTORNO Contorno di folla elegante che cerca pace, riposo, emozioni, fortuna (DAL NOSTRO INVIATO) MERANO, settembre. Il villaggio Andreina tocca il vertice della sua attività autunnale. I viali cosparsi di sabbia, le strade tagliate nel follo tappeto dei prati, le villette, i ristoranti, e taverne, le terrazze su cui le tende a striscie rosse gettano ombre trasparenti sui tavoli rilegati n ferro cromato, sono ormai popolate da una folla poliglotta di uomini in gambali e berretto, tagliati in mezzo da panciotti a scacchi o da maglioni sgargianti, rigati di frustini, ornati di pipe sporgenti dalle visiere, ciarlieri, rumorosi, saettanti è volteggianti le spalliere delle seggiole o attraverso ai davanzali delle finestre basse e rettangolari quadrettate di vetri scintillanti oltre le quali fumano o fischiano, liberate dalla museruola del compressore, i becchi delle macchine per il caffè espresso. L'ambiente e i suoi tipi Chi per la prima volta riesce a varcare il grande cancello che chiude l'ingresso del villaggio, tutto cinto di mura come un ridotto medioevale, stenta ad orientarsi o per lo meno si trova a disagio come avviene a chi capita in un ambiente nuovo: la vita che gli ga- loppa intorno circolando sullegiambelle limitanti le aiuole, il gergo che parlano gli abitanti, lelinone diverse che a monosillabisaltellano sullo zinco del bar, lcocchiate traverse di quelli che conducono a rapida andatura lepartite alle carte guardando con un occhio solo avendo l'altro chiu-so contro al fumo che sale dallasigaretta, i volti dei giovani ra-sati, acutizzati come quelli di vecchi diplomatici, l'odore di aperitivi, le severe consegne che sbarrano tutte le porte davanti alle quali bambini che sembrano adulti montano la guardia con un tridente in mano e finalmente il prez- ioden* mv"nde'Ja °"a"f« "tessa dei cibi a base di carne arrostita sujj origlia, l'orario che appena nella rete dell'orano complicato dalla rigidità dei cronometri, tut- to insomma, concorre a svagare l'occhio, a tradurre e a confondere anche l'osservatore più esperto che, a prima vista, crede di essere capitato, fuori proposito, nel bel mezzo di una presa cinematografica. Poi ci si rifa, naturalmente, dalla prima sorpresa e quasi di colpo. Basta la vista di un purosangue che costa qualche centinaio di migliaia di- lire; la compulsa di un fantino celebre, uso Emery, ad esempio; il nome sonoro di un milionario puta caso svizzero che fa il suo ingresso sensazionale al villaggio con la signora, i bambini, la governante, gli autisti, gli allenatori, i fantini, i mozzi, gli stallieri, una mezza dozzina dì cavalli con la corona nobiliare da un lato e l'orso rampante dall'altra, i carri della biada speciale, i bauli co„ le scat0le delle «vitamine xtent per piazzarlo immediatamente nel quadro delle realtà. E a questo punto un competente potrebbe anche esclamare: «Eh, ci voleva tanto! ». Quelli che sanno non vogliono o forse non possono ammettere l'ignoranza altrui. . Il grande pubblico italiano è ormai al corrente della cosa e sa che oltre ai centri abitati già esinella penisola, un altro ne è sorto nuovo fiammante, che si chiama «Villaggio Andreina». Cosmopoli Troppa umiltà. Lo chiamerei semplicemente Andreina lasciando ad ognuno la cura di catalogarlo, secondo la propria sensibilità ed estimazione nel calendario dei valori urbani .siici. Andreina, città paese o villaggio che dir si voglia è un'isola etnografica incastonata nella meravigliosa conca meranese e alle sponde della quale converge in questi giorni, da ogni parte d'Europa, tutto quello che in materia di corse vi è di più ricco, prezioso, sfarzoso e famoso. Un milione fa gola a tutti, ma qui, a Merano, il milione, per giunta, è con contornoVoglio dire che ai margini di questa ghiottissima torta, si raccoglie un'umanità che è già premio vederla. Non v'è persona che non esprìma il suo lieto stupore per l'ondata dì forestieri venuta quest'anno, lieta t contenta nel nostro Paese. Tutti coloro che hanno affrontato i piaceri di una villeggiatura hanno dormito od hanno eorso il rischio di dormire dentro un bagno o tra le sponde di un bigliardoEbbene, grati parte della folla cosmopolita che ha sfilato per le belle strade d'Italia in treno o in automobile, finisce quesf utmo isuo smagliante carosello in Alto Adige puntando su Merano, tornata miracolosamente ui bei tempi degli ottantamila ospiti. Una percentuale di tutta questa umanità inquieta altrove e placidamente beata in casa nostra sinteressa alle corse; un quid molto ristretto si intende di cavalli e pochissimi saltano gli ostacoli. Che è un divertimento, uno spore un'arte non da tutti. Generalmente chi va in vacanza schiva gli ostacoli e trova viceversa, a Merano, i fantini che, a cavallo, li saltano. Accettata questa premessa e aggiungendovi il piacere o il brivido o il gusto del giuoco che può limitarsi al tentativo del milione attraverso il biglietto della lotte ria oppure sfogarsi al totalizzatore o accanirsi contro la borsa degli allibratori, possiamo dividerin due. il pubblico partecipante agrandioso spettacolo alto atesingià iniziato da una ventina di gioìni e che durerà uncora circa un mese: quello che considera come centro di vita meranese il piazzale del villaggio Andreina — il mondo dei cavalli — e quello che si gode la città e dintorni con tutto ciò che offrono in questa speciale circostanza. Reclute Questa seconda categoria, di persone clic sia infilando gli ultimi bauli negli spazi ancora liberi dei corridoi degli alberghi, ormai se la gode senza troppi pensieri o apprensioni. La corsa gli arriva come, gli spruzzi di un'ondata e gli galvanizza, senza fargli venire la palpitazione, l'esistenza. La vita di questo individuo privilegiato si riempie senza che lui neppure se ne accorga di tante cose alle quali non aveva mai neppure pensato: i misteri del ttirf, filtrando attraverso i muri del villaggio Andreina, a. poco a poco arriva a romanticizzarc anche la sua esistenza. Un giorno dopo l'altro egli pronuncia delle parole « tecniche » che mai aveva sognate; mescola al suo comune discorso dei periodetti irti di difficoltà filologiche; comincia a vestire un indumento che aveva sempre tenuto in fondo al baule perchè gli era apparso piuttosto azzardato: panciotto, maglione. guanti alla moschettic ra, berrettone scozzese, scarpe a triplice suola e altri indumenti genere vagone letto e passaporto internazionale; impara un bel gior no il nome di un cavallo che ha fatto fremere le folle dei campi dt tutto il mondo e un bel mattino, fra un aperitivo e una sigaretta, seduto in bilico sullo sgabello gigante di un bar lancia il primo sà- luto al fantino celebre: Hello, George! La recluta è entrata da quel momento nell'ermetico circolo del tiirf. Cosi, ad una ad una si fanno, in questi giorni a Merano le reclute che fra una settimana o due saranno migliaia, poi falange. La mania collettiva del puro sangue, dilaga. Ognuno ne sente una goccia nella sua bottiglia di acqua di colonia. . Anche i bei montanari di Avelengo che scendono a Maja Bassa con i loro bei cavallucci arabi, figli di seconda gamba di uno storico e dissoluto stallone arabo, anche le signore che hanno fatto la cura del sole a Cortina a Ortisei a Madonna di Campiglio, ola cura delle celebrità a Venezia, o quelle della roulette a San Remo, o quella delle acque a Montecatini, o quella del digiuno da Arnaldi, o quella dei fanghi ad Acqui o quella dei limoni a Palermo o quella del «mare chiare» a Capri, poco alla volta cadono nel dominio e nel fascino del villaggio Andreina. L'avvenimento cresce, sale, ingigantisce sommerge tutto e tutti, trascina uomini e cose nel suo « springht » finale, in fondo al quale, un gong d'oro, percosso dalla mano del destino sprigiona il clangore di una cateratta di milioni. Il clima, l'atmosfera è stabilito. Lo respirano anche quelli che non abitano e vivano e fanno il tifo al Villaggio Andreina. Dal quale, tutte queste cose si vedono sotto un altro punto di vista. Ernesto Quadrone

Persone citate: Arnaldi, Emery, Maja, Villaggio Andreina