La metropoli delle Aleutine di Leo Rea

La metropoli delle Aleutine UOMINI E NEBBIE NEL MAR DI BERING La metropoli delle Aleutine Un episodio sconosciuto della creazione - Finalmente s'è passato lo stretto - L'infermiera bruna, quella bionda e il ■ « r * m t ■ •■> jrfalloro pianoforte - Un paese dove non occorre il gazzettino i usssmseanmcfg(dal nostro inviato) ' UNALASKA, agosto. Quando il primo ufficiale mette un uomo in coffa, si pianta con un altro sull'estremo triangolo di pruei e sul ponte ci sono ormai capitano secondo terzo e allievo, vuol dire che si sta per infilare lo stretto di Unimak che sarebbe come chi dicesse il cancello principale per entrare, attraverso la ringhiera delle Aleutine, nel Mare di Bering. Il telegrafo di macchina gioca fra l'« avanti adagio» e il « ferina » con qualche occasionale e prudenziale « tutta forza indietro ». Ogni tanto il capitano dà un fischio per chiedere al suo primo se vede qualche cosa. Senza voltarsi l'ufficiale risponde eilzando il braccio sinistro fino alla verticale, lo abbassa lentamente e lo riappoggia, con l'altro, contro la murata. Con due fischi il capitano fa la stessa domanda all'uomo in vedetta sul nido di corvo e ottiene ta stessa risposta. L'inferno dei piloti Quei due segni vogliono dire « No ». E « no », in questo caso, è sinonimo di nebbia. Prima di entrare nello stretto i veterani hanno provveduto a dare una adeguate!, preparazione spirituale ai novizi raccontetndo loro la storia di quel comandante di una certa unità da guerra che, trovatosi di fronte al Passo, coperto come sempre, ed essendo stato per diversi giorni nell'impossibilità di feire osservazioni sugli astri perchè di notte il cielo era coperto nè sull'orizzonte perché di giorno la nebbitt, non consentiva tale lusso, decise, come prudenza ed abbondanza di tempo consigliavano, di attendere un po' di schiarita prima di avventurare la sua nave tra scogli pinnacoli, altri accidenti e fra le correnti del canale fra l'isola di Akun e quella di Unimak. Dopo tre giorni la nebbia si era alzata: l'ufficiale di rotta, quando ebbe fatto il punto tremò, impallidì, rifece i conti che risultarono esatti fino all'ultimo seconde, poi chiamò il comandante in seconda per consultarsi su una questione tanto delicata quanto impreveduta dai regolamenti: « Come dire al capitano che la nave era ormai a nord dello stretto? ». Un mese dopo un comandante della marina da guerra dava le dimissioni perragioni di salute e, sci mesi piùtardi, entrava in un Ospedeile di Stato. Ospedale di Stato, in americano, vuol dire quasi sempre manicomio. Come ulteriore conforto vi offrono da leggere, durante la traversata dello stretto, la più recente edizione delle Istruzioni per i Naviganti - Alasca, Parte II (da Yatuta Bay a Arctic Ocean). A lapis copiativo e sputo c'è la seguente aggiunta: « ovverossia l'inferno dei piloti». Il postillatore del titolo non ha esageralo: fra quelle pagine si può leggere ael esempio che la scogliera di Tahoma ha preso il nome dfil guardiacoste che sbattendo contro di essa, fece naufragio: ottantasellc persone, compresi etlcuni bambini ed una donna indigeni che erano stati salvati due giorni prima da un altro accidente di mare, se ne stettero per non so quanti giorni su qualche metro' quadrato di sassi ancorandosi ad essi quando la marca alta li faceva scomparire sott'acqua. Questo non è che un esemp'-o, fra centinaia. Le isole galleggianti E' un fatto che il maggior contributo alla cartografia delle coste aleutine venne dato da naufragi arenamenti eccetera: sulle carte nautiche della regione ci sono almeno un centinaio di quei segni che vogliono dire « relitto di naufragio E ogni anno se ne aggiungono dei nuovi. Ma questo non è tutto: ci sono delle isole che, nonostante le notevoli dimensioni e il chiaro prò filo delle parti emerse, non possono essere latxtudinate e longitudinale con precisione: sulle carte sono segnate con contorno punteggialo e il richiamo di un asterisco a pie di pagina avverte che sono « isole galleggianti ». Non si tratta di uno scherzo del litografo nè è il lavoro di cartografi sbronzi: quel termine è assurdo, d'accordo, ma non se ne può trovare uno migliore per dire che la posizione di tali isole appare mutata ogni volta che si tenta di fame il punto, perchè l'orizzonte, alonato com'è dalle rifrazioni della nebbia e delle nubi, riduce il lavoro sulla vite micrometrica del sestante ad una questione di fortuna piuttostochè di precisione. Stoppare il sole, quassù, è come comprare un biglietto della lotteria. Nuove isole si sono formate, altre sono scomparse sott'acqua alla presenza di marinai non soggetti a fenomeni allucinatori e in epoca tanto recente che tali movimenti della terra e del mare hanno potuto essere fotografati e anche cinematografati. Nuova Bogoslof è una di queste isole, nata nel 1906; lo stesso si legge di Putì ta MacCullnch battezzata col no me del guardiacoste cui è capita to di trovarsi sul luogo e di assistere al laborioso parto. Dal cacciatorpediniere Albatros, alcuni \anni più tardi, furono girati un paio di chilometri di pellicola mai tre il mare, dopo essersi agitato a o o i a e e i e r\ ui poì,n: dopo un maggiore susùLltj(0 vide schizzare dalle onde quattro buone miglia gsdmttlapnsisgonfiato e aver ribollito per un\crearlo d'ora cominciò a lanciare getti di vapore e tanta polvere di pomice da costringere i marinai a fare conlinuamente la saponeria i i a A e a l c i o a un'isola eli perimetro e un paio di ceiilinain di metri di altezza. Il capitano dello «Star» (il «Barano)» l'ho lasciato a Seicard ad attendere che i suoi crocieristi esauriscano i loro entusiasmi e la provvista di rotoli per le loro kodak contro i panorami della ferrovia per Fairbanksi è un grande conoscitore di questi mari, ina non condivide l'opinione generale sulla formazione geologica di questo festone di isole. — Sapete come si sono formate le Aleutine? — mi ha chiesto a tavola, deglutendo il primo sorso dell'ultimo wisky. — Astone vulcanica:.. Not — Ah... coglionerie, signore: di quelle grosse che si imparano leg- gendo i libri: intendevo chiedervi se sapete l'origine vera... La mia occhiata di meraviglia e di attesa lo ha fatto sorridere mentre ntifecipava la gioia di ava trovato uno cui raccontarla un'altra Volta: — Il buon Dio. appena finito il lavoro di separare le terre dalle acque, si trovò le dita tutte impiastricciate dì fango: «All'inferno!... » disse e, dando una buona scossa alla mano, fece schizzar via il fango che. cadendo quassù, formò le Aleutine. La città fantasma Durante la stretto l'equipaggio lancia frequenti occhiate verso il ponte di comando. Quando lassù si vede la mano del capitano avvicinare un fiammifero acceso al fornello di un pipfme grosso cornei moccoli che ha tirato giù ad ogni «no» da prua e dal nido di corvo, vuol dire che la nave sta per uscire dall'Unimak. Subito dopo si cambia la vedetta di coffa, il primo ufficiale lascia la prua a un nostromo e lo scafo della veneranda nave comincia a- scuotersi sotto la spinta delle macchine rimesse sull'« avutiti a tutta forza ». La gente di bordo si fa un simbolico segno di croce pensando che è andata lìscia un'altra volta e si mette a disuncinare le scalmiere delle scialuppe di salvataggio, a ricoprire queste coi teloni che neanche TP farleipposta sono sempre corti e stretti, a togliere le manovelle degli argani che, fra il salino e la nebbia si son fatte vieppiù rugginose e, da buoni marinati brontolano contro tutto quel non necessario fare e disfare. Ma è scritto sul libro che le scialuppe devono essere tenute pronte per il lanciò fino-a che la nave non sia giunta nel Mare di Bering. La prima cosa che uno vede entrando in questo mare è una bella nebbia. Una nebbia non troppo fitta nè troppo fredda né troppo bassa, ma perversamente pertinace. Tutte le altre nebbie, che io sappia, la cedono al vento: que sta gli tiene testa con una capar bietà da mulo. Perchè il ciclo si ri- \! \: \ilj. i■\P^.80 "" Poco »» è domito atten-dere una mezza tempesta: allorasi è potuto scorgere il Vi"filo montagne intorno a Dutch Bar-bour ed infilare con qualche proba-bilità di riuscita lo stretto passaggio che conduce al porto. Si attracca come si può a un molo che sta insieme per carità di Dio piuttostochè per solidità della celiata; sì sbarca cercando di evitare scivoloni sul legno lubrificato da una miscela di acqua e di una- specie di muschio vellutoso. E quando uno è arrivato a terra si accorge — o se non se ne accorge qualcuno lo informa subito — che Dulch Harbour è una città morta, o come più descrittivamente dicono gli americani, una città fantasma. Essa deve la sua origine alle signore europee che esigevano busti armati di « ossi di balena »: quinfatti facevano base le baleniere che d'estate si spingevano fino oltre allo stretto che separa Asia da America. Più tardi Dutch Harbour ebbe un periodo di tremenda fio sdtVj Qjl(u[nridezza, quando una trentina di anni or sono, era divenuta il centro di sosta, invernale per tutti i cercatori d'oro che, durante la famosa « corsa » del 1900, venivano sorpresi dalla stagione troppo avanzata ed erano costretti ad attendere qui la primavera per pro- cedere 'verso il favoloso passo rfi[tKlondike. Ora ha tre abitanti frian-1 ichi, un limitato numero di aleuti-iani, qualche indiano e il solito ci.(pnese che lava la biancheria e, nei,bgiorni, in cui arriva un vapore, sti- j tra i vestiti dei primi. Molte case\ee quasi tutti i marciapiedi — que- JNsfi e quelle, come sempre quassù.irdi legno — sono stati smantellati(Ue usati come combustibile..Tutta-1avia qua e là si scopre qualche vago '< Dresfo che testimonia, con lo sche- in7e£i'o di alcune case a due piani, ! tcon qualche avanzo di insegna, il periodo delle case da gioco, dei bar, dei casinò fioriti al tempo in cui le tasche erano piene di sacchetti d'oro. Andiamo a divertirci Per trovare un tetto e un giaciglio, bisogna andare ad UnaUiska. distante un chilometro e mezzo di strada- pazzangherosa e duecento metri di barca. La chiamano la- « metropoli delle Aleutine » — infatti ha- ben venticinque bianchi compresi bambini, sceriffo, commissario governativo, ufficiale postale, medico, due infermiere, tre preti (al solito uno colla barba russa, uno col colletto cattolico e uno colle ghette protestanti) e due radiotelegrafisti. Questo durante l'inverno: d'estate la popolazione si accresce notevolmente perchè Unalaska di- diurcnmHventa la base per la flottiglia dei guardiacoste. e per gli idrovolan- ti del servizio cartografico che a-|spettano di sorprendere qualche 1 ora di sereno onde dare una mano per risolvere il puzzle geografico , di queste isole. |Non c'è molto da divertirsi in | questo paese. Quando il vapore è ripentito e si son visti tutti i film,rhe proiettano ogni sera a bordo |dei guardiacoste, non restuno chc\due distrazioni. La prima consi-'ste nell'andare all'ospedale e ve- I Uere seC'è l'infermiera bionda; Za l sectm<tó«to nell'andare all'ospeda- fe e chiedere dell'infermiera brìi-] ,m. La raaione pei ^in popolazione bianca si reca cui mela delin pellegrinaggio serotino da questei due egregie impiegate del Getvcr-1 ito è molto semplice: al secondo piano hanno il loro alloggio che | comprende un salottino, e nel sa-1 lottino c'è un pianoforte, anzi Ujpianoforte della città. |E siccome non ci sono ammala- ti o, se ci sono, sono indigeni, ilUpianoforte dell'ospedale funziona -tutte le sere fino lardi: le due in-[fermiere vivono, anziché eli carne ;congelata e di fagiolini in scalo- 'la, cernie tutti gli altri, dei ciocco- lluttini e della gratitudine dei ri- sitatovi. E un po' anche della loro 'musica c dei loio canti. Senza t7|pianoforte delle due infermiere quassù non ci sarebbe altra musi- cu: la radio quassù è mafia. Seat- jIle, che è relativamente vicina non si sente affatto, invece si può'prendere qualche volta il pio-jgromma di Tokio — ma la, radio Idi Tofcto si ostina a dar program-mi tu giapponese... ,Ci sarebbe un altro passatem-]po. ma nessun uomo ben nato puòindulgere- in esso: si tratta di sta ^^^^Mit;pun a ni/«/ino. Ogni abbonato fa la sua chiamata seguendo il sistema indicato sull'elenco dattiloscritto su un foglio di modeste proporzioni. Per chiamare l'Alaska Commercial Co. — Negozio: una suonata lunga e una breve; per la slessa. — Ufficio: una lunga due brevi: per la stessa — Abitazione dell'agente: una breve, una lunga, due brevi. Seguono, nell'elenco, il commissario, le missioni, l'ospedale e poche abitazioni di bianchi. Chi vuole divertirsi a sentire gli affari degli altri non ha che da sganciare il ricevitore ogni volta che il campanello trilla... ma, come djcevo, questo non è considerato uno sport per persone bennate. Tuttavia le cattive lingue dicono che, per virtù del suo sistema telefonico, Unalaska non ha bisogno di un gazzettino per sapere la cronacu della metropoli. Leo Rea Una mezza tempesta ripulisce il cielo e consente di Intravvedere l'orizzonte.

Persone citate: Arctic Ocean, Astone

Luoghi citati: Alaska, America, Asia, Tokio