PETROLIERA INGLESE SILURATA

PETROLIERA INGLESE SILURATA I PIRATI ROSSI AL LAVORO PETROLIERA INGLESE SILURATA Il Governo decide di accrescere le forze navali nel Mediterraneo occidentale - L'evidente origine rossa delle aggressioni contrapposta dalla stessa stampa londinese alle calunniose ipotesi dei giornali antifascisti Londra, 2 notte. Governo e stampa concentrano oggi la loro attenzione sul tentativo di silurare il cacciatorpediniere britannico Hawoock, tentativo che ha gettato la costernazione negli ambienti dell'Ammiragliato ed ha eccitato l'immaginazione del pubblico. I più, fortunatamente però, pur nella eccitazione si lasciano trasportare solo dall'ondata delle congetture, ma non pronunciano parole irreparabili. Altri pochi, che dovrebbero essere giudicati irresponsabili se non fossero recidivi in una premeditata adesione a tutto ciò che può danneggiare il Fascismo, osano fare l'inaudita affermazione che il siluro contro VHawoock sia stato lanciato da un sommergibile italiano. Si indovina che questo oltraggioso atteg giamento è preso dal News Chronicìe. Passando al Times si nota una furia repressa, nel rilievo che la flotta inglese ha reso servizi inestimabili salvando i profughi spagnoli ma che in caso di bisogno sarà pronta a mostrare anche l'altro compito delle sue funzioni. I soli giornali del gruppo di lord Beaverbrook adottano il tono giusto: quello della ragionevolezza e della responsabilità. Questi sono i soli che si domandano come mai un attacco contro navi da guerra britanniche potrebbe giovare all'Italia e deducono da ciò l'immancabile risposta. Nel Daily Tèìegraph, in un dispaccio da Gibilterra, si afferma anzitutto che nel caso presente, più che in qualsiasi altro, i sospetti cadono sulla fiotta di Valencia. Stasera poi YÈvenini) Standard attacca con meritoria violenza il Neivs Chronicle. « Non vi è la più lieve giustificazione per accusare gli italiani — dice il giornale — e ciò nonostante l'accusa è lanciata apertamente. E' un mostruoso esempio di irresponsabilità, un malvagio scorno, per gli interessi nazionali che un giornale, senza produrre la minima prova, affermi che l'Italia ha commesso un atto di guerra contro la Gran Bretagna ». E' in questa atmosfera che il pubblico ha atteso di conoscere le deliberazioni della riunione ministeriale odierna. Ad essa erano presenti sette ministri r Eden, Halifax, Simcn, Ormsby-Gore, MacDonald, Hore-Belisha e Stanley. La discussione è durata due ore e mezza, stamane, e alcune ore supplementari in serata. A notte tarda è uscito un comunicato ufficiale in cui è detto che due argomenti principali sono stati trattati: Mediterraneo e Estremo Oriente, e si aggiunge che « In considerazione dei recenti attacchi contro navi mercantili, è stato deciso di rafforzare la flotta britannica nel bacino occidentale del Mediterraneo » ; ed infine si annuncia che sono state prese disposizioni per un consiglio di gabinetto plenario da tenere la prossima settimana. Prima di recarsi alla riunione ministeriale il Ministro degli Esteri Eden ha avuto un lungo colloquio con lord Perth, Ambasciatore di Gran Brettagna a Roma. Ad ogni modo il collaboratore diplomatico del Daily Telegraph si dice-in grado di aggiungere ulteriori informazioni circa le discussioni e le deliberazioni della riunione ministeriale di oggi. Il punto principale sarebbe l'adesione inglese alla proposta francese di convocare la prossima settimana a Ginevra una conferenza delle Potenze mediterranee. Tale conferenza, osserva il giornalista, non avrebbe esclusivamente lo scopo platonico di servire di arena per un dibattito. « Apprendo che la Francia farà delle proposte positive — egli dice — e fra l'altro quella che navi da guerra di tutte le Potenze interessate prendano parte ad una azione collettiva contro qualsiasi sottomarino o altra nave pirata. L'effetto di ciò sarebbe che le navi da guerra di una qualsiasi nazione mediterranea dovrebbero correre in aiuto di navi mercantili di ogni altra nazione che fossero attaccate, e non si limiterebbero' più a proteggere le navi battenti la loro bandiera ». Sempre secondo il collaboratore del giornale sopracitato, le Potenze che verrebbero invitate a prendere parte alla conferenza sono: Inghilterra, Francia, Turchia, Grecia, Jugoslavia e, eventualmente, Egitto. Il governo spagnolo, per ovvie ragioni, non sarebbe invitato e sarebbe pure esclusa l'Italia — egli dice — in seguito al fatto che Roma ha già annunciato di non voler prendere parte alla riunione della Lega « Se tuttavia l'Italia mutasse parere e decidesse di partecipare — termina il giornalista — essa verrebbe invitata alle conversazioni ». In certi ambienti la conferenza ginevrina ora accennata, è interpretata in modo diverso. Essa, si dice, potrebbe offrire una magnica occasione per gettare le basi di quel patto Mediterraneo che forse sarebbe una delle migliori soluzioni preliminari del grande problema europeo. La questione più importante del momento, secondo gli stessi ambienti, è di non alienare l'Italia ma di attrarla nel numero degli amici. A chi giova? Parigi, 2 notte. La temperatura internazionale ha innegabilmente fatto, nelle ultilme ventiquattro ore, un forte sbalzo verso le alte quote. Come avvertivamo ieri sera, il tentato siluramento del cacciatorpediniere britannico Havock non sarebbe potuto giungere più opportuno per obbligare il governo di Londra a fare delle concessioni alle tesi parigine che aveva appena respinto. A dire il vero, il siluramento in questione fa pensare al caso del Leipzig. L'equipaggio della nave inglese assicura che un siluro è stato lanciato, anzi a dargli retta si dovrebbe credere che il colpo è stato restituito, e con fortuna, giacché l'aggressore, non più ricomparso alla superficie delle acique, sarebbe addirittura affondalo. Senonchè, come per il Leipzig, le prove dell'aggressione mancano. Urna serie di perchè Se volessimo sfogliare le collezioni dei giornali francesi e inglesi cfclla fine di giugno, troveremmo centinaia di articoli scritti unicamente per mettere in dubbio la realtà dell'accidente e accusare la Germania di averlo inventato per i bisogni della causa. « A'voler prendere sul serio tutti gl'incidenti navali che non hanno avuto conseguenze tangibili — argomentavano allora quei giornali, noiL, la si finirebbe più. La notte, in '.mare, è facile prendere abbagli, e: gli annali della marina da guerraisono pieni di traveggole di questo genere ». Il lettore ricorda che la polemica divenne tosto così aspra che lo stato maggiore della marina tedesca ebbe sragione di ritenersi offeso dalla specie di smentita pubblicamente oppostagli a Londra e a Parigi. Comunque la cosa finì 11, e in considerazione dei dubbi formulati all'estero, Berlino non tardò ad assicurare le Potenze che non avrebbe 'proceduto a nessuna rappresaglia del genere di quella di Almeria limitandosi ad abbandonare, di concerto con Roma, il controllo navale. Non vediamo quale differenza sostanziale cor^-a fra il caso del Leipzig e queBo deWHawock, se se ne eccettua £1 fatto che nel primo si trattava di una nave tedesca e nel secondo di una nave inglese. Ma i due • incidenti suggeriscono anche un altro ordine di considerazioni. Quando si trattò del silurò contro .il Leipzig, la voce pubblica imputò l'aggressione a un sottomarino sovietico. Se cosi non fosse stato, del resto, abbiamo ragione di credere che l'atteggiamento della stampa antifascista delle due « grandi democrazie non sarebbe riuscita improntata a tanto scetticismo. E perchè ag gredire una nave da guerra tedesca? Per creare un casus belli, quel casus belli di cui Mosca, ave va bisogno per obbligare Francia e Inghilterra a uscire dalla loro passività e a salvare con le loro armi e col loro sangue la Spagna rossa dall'ormai certo naufragio. Ille fecit cui prodest, ti disse allora; e si disse bene. La situazione è forse mutata? Questa volta l'aggredito è un cacciatorpediniere britannico, ma il proverbio latino non cade, per questo, meno in acconcio. A chi potrebbe rendere servizio l'affondamento di una nave inglese? A chi cerca la conflagrazione generale, Ora di Potenze che abbiano interesse a una conflagrazione gene rale non ne conosciamo eh" una ed è sempre quella. Si è scelta una nave inglese perchè il precedente del Leipzig aveva ormai fornito la prova che il Reich non intende prestarsi al gioco sovietico, e si sperava avere miglior fortuna provocando l'Ammiragliato britannico. Si è fatto il colpo adesso, perchè proprio adesso sta per riunirsi la Lega delle Nazioni, e adesso più che mai importa a Mosca eludere il pericolo che un riavvicinamento anglo-italiano riconduca in Mediterraneo la tranquillità. Si è fatto il colpo all'indoma ni della visita di Cambon a Eden, quando si è visto che l'Inghilterra, nonostante la caduta di Santander, o forse appunto in ragione di quella, non intendeva cederà alle pressioni francesi per l'abbandono ufficiale del non intervento e per la presentazione di una protesta severa all'Italia circa lo scambio di telegrammi tra Franco e il Duce. Un telegramma che fa luce La cosa è tanto chiara che sembra incredibile vedersi costretti a farne oggetto di lunghi discorsi. La stampa francese, tranne poche onorevoli eccezioni, accusa, invece, dell'aggressione, l'Italia. Lo stesso Tcmps, preso nella corrente, non riesce, malgrado qualche temperamento di forma, a mostrarsi più savio dell'Oeiturt, del Populaire e dell'H umanità. E quali sono gli argomenti addotti per fare accettare dal pubblico una accusa cosi folle ? Che uno dei siluramenti, prodottisi nelle ultime settimane, ha avuto luogo all'entrata dei Dardanelli e che il ge- nerale Franco non possiede sottomarini dotati di un raggio d'azione sufficiente a permettere loro di operare, a tanta distanza dalle sue basi. Ora, manco a farlo apposta, lo stesso Temps, nel produrre l'argomento in questione, non si accorge che a poche colonne di distanza, un dispaccio del suo corrispondente londinese spiega come, proprio il siluramento all'entrata dei Dardanelli sia uno dei pochi dei quali non si ignori l'autcre, riconosciuto dallo stesso Ammiragliato inglese per uno dei sottomarini di Franco, e precisamente il C. SI Prima di lanciare certe accuse, sarebbe meglio riflettere. Quale interesse avrebbe Roma a provocare un incidente italo-inglese, proprio nel momento in cui uno degli scopi più precisi della sua azione diplomatica consiste nel ristabilimento di buoni rapporti con Londra? Taluni accusano Franco. Ma Franco può forse in simile materia pensare diversamente da Roma? « In verità — scrive il Journal des Débats — è impossibile capacitarsi come mai il generale Franco potrebbe lasciarsi andare a gesti di tal genere. La situazione evolve nettamente in favore suo. Si annunciano negoziati ufficiosi che, quand'anche falliscano, non provano meno per questo lo scoraggiamento degli stessi ambienti più irreducibili. Sollevare contro di sè l'opinione britannica sarebbe una sciocchezza gratuita ». Illc fecit cui prodest, ripeteremo ancora una volta. E la verità dell'adagio è luminosamente dimostrata dall'agenzia Havas, con un trionfante telegramma da Londra nel quale si informa che il governo britannico, ponendo fine agli indugi, ha accolto la proposta francese di discutere la situazione mediterranea alla prossima riunione di 'Ginevra. La stampa francese, ieri abbattuta e scornata, oggi canta vittoina. Ancora un po' ed il siluramento dell'Hawocfc farebbe mettere i llumi alle finestre. Invito al buon senso Ma che Parigi e Mosca non abbiano troppa fretta di trionfare! Londra è troppo padrona dei suoi nervi per abbandonarsi, senza maituro esame delle cose, a reazioni intempestive. Le previsioni parigine che si pretendono trarre dal viaggio a Londra del generale Gamelin, capo di Stato Maggiore dell'esercito, in occasione delle manovre inglesi dell'est e dalla futura visita a Parigi del capo di Stato Maggiore e del Ministro della Guerra britannico, in occasione delle manovre francesi dell'ovest, sono alquanto eccessive. A leggere certi organi della capitale francese, una conflagrazione generale sembrerebbe per domani. Non farnetichiamo! I francesi, come ben osserva il Dominique sull'organo di Daladier, si sono montati la testa con la solfa delle « grandi democrazie ». Ma non si dimentichi che se un conflitto generale dovrà scoppiare, di passeggiaste militari se ne farebbero poche. Gli Stati Uniti, in guerra con il Giappone, comincerebbero con l'evacuare le Filippine e con il restarsene al di là delle Hawai. L'Inghilterra potrebbe lottare efficacemente sul mare, ma non sarebbe [ia grado di man¬ dare in Francia un esercito come non ce lo manderebbe Roosevelt, e tutto il suo concorso si ridurrebbe all'aviazione. La Russia, impegnata in Oriente e tagliata fuori dall'occidente, sarebbe per la Francia di ben scarso soccorso. Quest'ultima si troverebbe dunque pressoché sola contro la Germania e l'Italia. Non sarebbe una situazione invidiabile. Le ideologie sono una bella cosa; ma per gli interessi dei popoli è più salutare il buon senso. Concetto Pettinato La nuova provocazione Londra. 2 notte. A poche ore di distanza dalla aggressione alla nave da guerra inglese Havock nelle acque di Alicante, un'altra nave, britannica è stata colpita dal siluro di un sottomarino, a settanta miglia a nord del luogo ove si è verificato l'attacco di ieri. La nave colpita oggi è la Woodford la quale incrociava fra l'isola di Columbretes e Ca stellon a Slf miglia dalla costa. Il siluro è scoppiato nella parte ben trale della nave provocando la esplosione delle caldaie. Il capitano della Woodford, visto inutile ogni tentativo ter sai vare la nave, si è messo in salvo assieme all'equipaggio sui canot ti di bordo, c con questi ha ini. giunto la riva, presso Bcnicnrlo. al cui ospedale sono slati ricoverati i marinai feriti L'ammiragliato inglese ha nel pomeriggio ricevuto un cablogramma del capitano della nave, con il quale veniva comunicato che la Woodford — una petroliera stazzante 69S7 tonnellate, con 32 uomini di equipaggio di nazionalità greca — era affondata tre ore dopo il siluramento e che nove marinai erano deceduti Il modo in cui è stata, attaccata la Woodford e la località dell'aggressione fanno pensare che l'ag gressìone sia dovuta allo stesso sottomarino rosso che ieri ha compiuto il suo vile tentativo con tro J'Havock, sebbene un marinaio di quest'ultima, rientrato a Gibilterra, abbia dichiarato di avere scorto larghe chiazze di petrolio sulla superficie del mare po chi is*anti dopo che la nave aveva lanciato sette bombe sottomarine in risposta ai siluramento del sommergibile. Da ciò egli deduce che il sommergibile sia stato col pito e affondato. Il testimone ha soggiunto che l'equipaggio del caccio, avvistò il sommergibile mezz'ora prima del siluramento al largo di Almeria, ma non potè identificarlo a causa- dell'oscurità Anche il caccia Hasty, rientrato a Gibilterra insieme ali'Havock, ha lanciato nove bombe mentre face va ricerca- della nave silurati ice. Circa il siluramento del caccia Havock si hanno i seguenti par ticolari: L'equipaggio ha raccontato di aver visto il siluro diri gersi a tutta velocità sulla nave, la quale immediatamente ha vi rato di bordo. Sono state lanciate allora diverse granate sottomarine avvisando contemporaneamente l'incrociatore Galatea e le altre navi da guerra, che in seguito hanno incrociato per parecchie ore nelle acquei dell'aggressione, senza ch-e nessun sommergibile aio risalito alla au.perficie^ I SOTTOMARINI ROSSI continuano a scorrazzare per il Mediterraneo favoriti dalla ospitalità dei porti francesi. Ecco il sommergibile «C 2» che ha fatto scalo a Brest per fare eseguire alcune riparazioni urgenti.