Tentativi disperati bolscevichi per trascinare l'Europa in un conflitto

Tentativi disperati bolscevichi per trascinare l'Europa in un conflitto Tentativi disperati bolscevichi per trascinare l'Europa in un conflitto // cacciatorpediniere inglese " Havock „ preso di mira da un siluro rosso - La caccia infruttuosa della marina britannica: i porti di Alicante e di Valencia erano troppo vicini Londra, 1 notte. I giornali vespertini recano stasera, sotto titoli che occupano tutta la pagina, la .notizia del tentato affondamento del cacciatorpediniere britannico Havock, compiuto la notte scorsa da un misterioso sommergibile al largo di Capo S. Antonio, fra Alicante e Valencia. Il siluro lanciato contro il cacciatorpediniere non colpì, fortunatamente, il bersaglio; il sommergibile subito si immerse, scomparendo. UHavock, come rivela un comunicato dell'Ammiragliato di Londra, ha contrattaccato con delle mine subacquee, ma si ignora quale sia stato l'esito di questa azione. Avvertito per radio, il Comando della base navale di Gibilterra faceva salpare immediatamente due altri caccia: l'Hardy e l'Hyperion con l'ordine di recarsi a tutto vapore in soccorso della unità minacciata. Oggi poi una serie di altri caccia, l'Hcro, l'Hasty e l'Hereward sono partiti verso la zona dell'incidente, e al momento attuale starebbero formando un ampio cerchio nella speranza di localizzare, grazie agli apparecchi di cui sono muniti, il sommergibile lanciatore del siluro e tentarne la cattura o, in caso disperato, l'affondamento. E' probabile tuttavia che la nave pirata si trovi già al sicuro o nel porto di Alicante o in quello di Valencia, entrarci bi vicini, e che il suo comandante abbia già consegnato alle autorità rosse il suo rapporto su questo tentativo di insinuare il sospetto che l'attacco sia stato opera di quei sommergibili nazionali che ultimamente hanno tolto a Valencia molti rifornimenti di materiale bellico provenienti dal Mar Nero. Le discussioni con Parigi Negli ambienti ufficiali toritannici si mantiene per ora 11 silenzio su questo grave incidente, non essendovi, a quanto sembra, alcun indizio che suggerisca l'identità dell'attentatore. Sarebbe da augurarsi che indizi materiali ci fossero in modo da smascherare gli ignobili intrighi ideati dagli sgherri del bolscevismo nel Mediterraneo, onde il dubbio non debba provocare mal consigliati atteggiamenti tanto facili in un momento in cui Londra viene sottoposta, in una serie ininterrotta di conversazioni diplomatiche, a un bombardamento di suggerimenti e consigli tutti a favore di proteste contro l'Italia colpevole di aver manifestato la sua solidarietà al generale Franco, e in favore di una conferenza delle Potenze mediterranee, la quale dovrebbe proporsi l'adozione di misure tendenti a impedire a Franco il legittimo uso dei suoi diritti di belligerante. Finora, per fortuna, il governo inglese ha sempre la testa 3ulle spalle e continua a giudicare inopportuni e notevolmente pericolosi i progetti che il Quai d'Orsay sta ventilando allo scopo di ammansire gli estremisti del fronte popolare. Ne troviamo conferma in una breve nota dell'agenzia «Reuter » in cui è detto che « secondo l'opinione britannica, una protesta al Comitato di .non intervento darebbe soltanto adito a una serie di deplorevoli recriminazioni senza che la Francia ottenesse alcuna soddisfazione ». Sulla questione della conferenza delle Potenze mediterranee che la propaganda francese dà come decisa di comune accordo tra Londra e Parigi, si mantiene qui il più rigoroso silenzio. Il fatto che gli ambienti ufficiali repubblicani considerino « nuova » la situazione diplomatica creata dalla manifestazione di solidarietà italiana per Franco, viene riferito in Inghilterra e discusso ampiamente dai giornali, ma non si trova in questi ultimi alcuna traccia di una qualsiasi inclinazione britannica a dedurre che la novità della situazione reclami novità di metodi per affrontarla. Londra rimane cauta e la cautela la persuade a opporre la calma ai nervosismi francesi. E' da confidare che questa resistenza alle pressioni d'oltre Manica sia di lunga durata e sia fondata la previsione della Btar che «Chamberlain difficilmente soddisferà i francesi, desiderando egli soprattutto non guastare la prospettiva delle conversazioni anglo-italiane ». Una riunione ministeriale Le notizie dell'ultima ora, come vengono riferite dal collaboratore diplomatico del Daily Telegraph, farebbero credere tuttavia che si debba nutrire più timore che fiducia circa l'atteggiamento futuro del governo di Londra. Ecco le informazioni dello scrittore, al quale lasciamo, naturalmente, tutta la responsabilità delle sue affermazioni. Anzitutto egli annuncia che domani mattina avrà luogo una nuova riunione ministeriale convocata da Eden dopo essersi lungamente consultato per telefono con il premier Chamberlain, che si trova sempre in Sco¬ Hs o r ¬ zia. Ad essa saranno presenti lord | Halifax, il ministro dei dominions Mac Donald, il ministro delle colonie Ormsby Gore e il ministro della guerra Hore-Belisha. Argomento della discussione deve essere la situazione mediterranea e la fretta francese di abolire il controllo aHa frontiera spagnola. Il giornalista cosi commenta: « Il tentativo di silurare il cacciatorpediniere Havock, compiuto subito dopo l'affondamento di un cargo russo diretto da Cardiff a Porto Said, influirà, probabilmente, sul governo britannico non meno delle ripetute pressioni francesi degli ultimi giorni in favore di una comune azione contro gli attacchi alle navi mercantili. Gli uomini di mare che viaggiano nel Mediterraneo ritengono generalmente che i recenti « incidenti » siano opera di sommergibili. e cacciatorpediniere italiani. Sebbene non vi sia conferma ufficiale di questa tesi non vi è nemmeno alcuna disposizione a contraddirla, od è possibile che si giudichi di non poter più a lungo evitare di parlar chiaro ». Il collaboratore diplomatico termina dicendo che a Londra non si ritiene opportuno di convocare una riunione speciale del Comitato di non intervento o una riunione speciale delle Potenze mediterranee se prima non siano stati adottati nuovi principi! per la azione. E' giunto a Londra il generale francese Gamelin che si incontrerà col feldmaresciallo sir Cyril Deverell, capo dello stato maggiore imperiale britannico. Vice. Saviezza imposta Parigi, 1 notte. Una certa delusione sembra far si strada a Parigi circa i propositi del governo inglese nei riguardi della crisi spagnola. Il passo fatto dal consigliere dell'Ambasciata di Francia a Londra, Cambon, presso Eden, per reclamare la partecipazione britannica ad un'azione diplomatica contro l'Italia sulla ba se dello scambio di telegrammi tra Franco e Mussolini dopo la caduta di Sahtander, non ha avuto il sue cesso sperato. Stasera le sfere francesi si lusingano che quello che non riuscì loro di ottenere ieri l'altro, dive:.ti possibile dopo il nuovo incidente toccato, a quanto si dice qui, alla torpediniera Havock che il so'itu sottomarino fantasma avrebbe tentato di silurare al largo di Alicante. Ma il fatto è che fino a questo momento gli inglesi sembrano rispondere piuttosto freddamente alle sollecitazioni parigine. Il nervosismo crescente del fronte popolare, con le sue incessanti pressioni su Chautemps e Delbos perchè vengano buttate a mare le ultime parvenze di non intervento e si ricomincino a mandare uomini ai rossi di Barcellona e di Valencia, determinerebbe anzi nelle sfere londinesi, astrazion fatta dagli ambienti laburisti, un malcelato senso di fastidio. Tn un momento in cui i più gravi interessi dell'impero sono impegnati sullo scacchiere cinese, il Forelgn Office preferirebbe non avere in Mediterraneo argomenti supplementari e superflui di preoccupazione. Comunicazione del Quai d'Orsay Gli incidenti che si deplorano ogni giorno in quel mare, non potrebbero essere fatti cessare, meglio che con azioni comminatorie e avventurose, col puro e semplice ripristino del diritto internazionale, cioè con il riconoscimento di uno stato di belligeranza e l'applicazione delle règole marittime relative? Sia comesi voglia, Eden avrebbe risposto a Cambon che la proposta da lui patrocinata non offre utilità alcuna e non servirebbe se non a riattizzare vane polemiche. L'Inghilterra preferisce non associarvisi ed il capo del Foreign Office non avrebbe anzi esitato a far comprendere al suo interlocutore che l'eventualità da questi prospettatagli, che il governo francese dichiari prescritta la legge del 21 febbraio scorso vietante l'arruolamento di volontari per la Spagna, verrebbe considerata a Londra come poco opportuna, il governo britannico restando tuttora del parere che sia desiderabile mantenere in vita per lo meno la finzione legale del non intervento, onde evitare il peggio. Di fronte a queste repulse inglesi, il Quai d'Orsay fa pubblicare stasera che ogni discussione sul problema spagnuolo è rimandata alla riunione che il Comitato di Londra terrà probabilmente nel corso del mese di settembre e che, in attesa di questa, la Francia si asterrà dal prendere qualunque decisione. Ma la stessa comunicazione ammette che, in adesione alle preferenze dell'Inghilterra, quella che avrebbe dovuto essere una protesta contro l'Italia possa mutarsi, strada facendo, in una riunione generale di tutte le Potenze mediterranee per trovare una soluzione al problema delle comunicazioni marittime in quelle argvta e e acque. E quale soluzione potrebbe essere più razionale ed efficace del riconoscimento della belligeranza? Si loda la prudenza inglese Per quanto riguarda la sessione ginevrina, là speranza di attrarvi Chamberlain sembra tramontata. Coerente con se stesso il gabinetto di Londra si proporrebbe, almeno secondo l'Oeuvre, non solo di non aggravare con inutili manifestazioni teatrali i rischi dell'istituto societario, ma di ridurre quanto più possibile, anche in seno al Consiglio, gli echi della protesta di Valencia contro l'Italia e, in ogni caso, di evitare che la discussione in merito faccia capo ad un ordine del giorno comune cui le Potenze si trovino nella necessità di aderire. Il Journal des Débats sì compiace di questa prudenza inglese, pur deplorando che debba essere un governo straniero a trattenere la Francia sulla china dei fatali errori e lo stesso Pierre Dominique, meno. ap <calittico del consueto, sente il bisogno sulla Rcpublique di dare sulla voce alla Tabouis, la quale, fedele al proprio isterismo antifascista, pretenderebbe forse di spingere il governo francese a inviare a Roma un ultimatum. Intanto, quasi per dare una nuova prova della propria indecisione, quest'ultimo ha tramutato l'ordine di sfratto a carico del conte De Los Andes e del signor Beltran y Musitu, rappresentanti ufficiosi del generale Franco," in un obbligo di residenza a nord della Loira, cioè nei dipartimenti prossimi alla frontiera settentrionale della Repubblica. Ignoriamo se la mitigazione del provvedimento basterà a indurre Salamanca a rinunciare alle rappresaglie minacciate contro il personale consolare francese, ma il certo è che essa fornisce una testimonianza caratteristica della eterna contraddizione in cui il gabinetto Chautemps si dibatte, combattuto qual'è fra il desiderio di non precludersi del tutto la strada ad una futura pacificazione con la Spagna nazionale e il timore di incorrere nella scomunica social comunista. Concetto Pettinato Iniziativa senza logica e fuori tempo Berlino, 1 notte. Il tentativo, della diplomazia francese di indurre Londra a prestarsi a investire il comitato di non intervento di non sappiamo quale questione che sorgerebbe dallo scambio di telegrammi tra il generale Franco e Mussolini, dopo la vittoria di Santander, è appreso qui senza alcuna sorpresa icome un passo< falso destinato al fallimento, anzi già fallito prima di nascere: capolavoro di intempestività, di inopportunità; di incomprensione delle realtà dominanti e determinanti dell'ora, da parte di'una diplomazia che insiste senza costrutto nel perseguire, al luogo di queste ultime, le lucciole delle preprie ideologie disperate. Già, anzi tutto, si osserva trattarsi di una manovra di diversione, per coprire appunto gli effetti di questa rovinosa politica la quale è quella, che ha condotto il Quai d'Orsay a tradire sistematicamente i proprii impegni di neutralità, arrivando ora alla raffinatezza, peraltro infantile e trasparente, di minacciare quello che è invece in atto, il negato rinnovo cioè della proibizione del volontarismo attraverso il confine dei Pirenei da parte del governo di Parigi. La forza della realtà . Anche in questo caso, del resto — si osserva — il governo francese è vittima della duplicità delle tendenze interministeriali che rendono da tempo negativa l'azione del governo francese, e nei riflessi internazionali ne fanno niente altro che un ostacolo e un ingombro a ogni programma di ripresa dell'opera di ricostruzione e di riorganizzazione europea. Il Bcrliner Tagcblatt fa osservare trattarsi del prevalere ora di una ora dell'altra delle due correnti che si contrastano e si contendono la direttiva in seno al governo di Francia, ciascuna delle quali vorrebbe trarre la politica francese a uscire dalla presente crisi, ma una, che sarebbe rappresentata dal ministro della guerra Daladier, per andare verso il riconoscimento della realtà, il riconoscimento cioè della Spagna nazionale, l'altra invece per buttarsi a capofitto nell'avventura dell'aperto appoggio a quelli dt Valencia. La parte che prevale è quest'ultima; e il giornale osserva come intanto quelle che nel contrasto vengono strappate sono per forza le finzioni diplomatiche; il che è quanto i giornali parigini stessi ammettono, apertamente confessando che ogni proibizione attraverso il confine francese dei Pirenei è praticamente abolita dal 21 agosto. Cosi, notano I giornali tedeschi, quando si parla a Parigi dello scambio di telegrammi FrancoMussolini si fa una questione di lana caprina; nei fatti si tratta di una situazione che è già in pieno sviluppo in seno al Governo francese. L'iniziativa della Francia non è nuova — scrive VAngriff —, subito dopo la .caduta dì Santander si sono immediatamente accentuate le tendenze del fronte popolare inteso a indurre il Governo francese a una dimostrazione contro Franco e Mussolini; e non si trat ta se non di una manovra di guer ra diplomatica intesa a venire in soccorso alle tramontanti speran ze del fronte popolare arrivate proprio allo zero. Si tratta di una disperata azione di salvataggio er quelli di Valencia, azione che cominciata con la campagna di vilipendio, di diffamazione e di calunnia contro Mussolini e che ha tentato subito di guadagnare Londra ». Parere comune di tutta la stampa è peraltro che questi sforzi su Londra siano destinati miseramente a fallire, siano anzi già falliti. Il medesimo Angriff rileva come il tentativo, il cui pratico fine si riduce poi a quello di ottenere da Londra carta libera per un più o meno aperto intervento francese attraverso i Pirenei, ha trovato al Foreign Office tutt'altro che buona accoglienza. ■s. Quanto poco del resto — scrive il giornale — questi sforzi sono condotti con vera serietà di intenti, altrettanto poco Londra ha finora lasciato intravvedere di essere disposta, nella presente precaria situazione che deriva dalla crisi dell'Estremo Oriente e dagli avvenimenti in Mediterraneo, a lasciarsi trascinare in avventure diplomatiche di questo genere ». Una finzione pericolosa Intanto si nota come le conseguenze e gli inconvenienti di una tale politica, che va dietro alle lucciole delle proprie ideologie disperate prendendole per le lanterne della realtà storica, si hanno tutti i giorni nel Mediterraneo: e anche .oggi Londra è costretta a sperimentare nell'incidente del siluro lanciato da un ignoto sottomarino contro l'incrociatore Havoc l'inconveniente dell'ostinarsi a non riconoscere la realtà della bellig3ranza, che metterebbe fine a questo stato di cose, preferendo invece andar dietro alla finzione che 10 aggrava e lo inasprisce. Un cattivo segno, però, da Londra è giudicato da tutta là stampa il proseguimento della campagna di calunnie e di eccitamento contro la Germania, campagna di cui non si comprende esattamente lo scopo, ma che si risolve in ogni modo in un'opera assidua e intensificata di diffidenza contro una. delle Nazioni che fa parte dell'asse antibolscevico Roma-Berlino. Alle voci di ieri si aggiunge ora quella della Yorkshire Post, che provoca le proteste della stampa tedesca, affermando sempre a proposito del congresso dei tedeschi all'estero di Stoccarda, che a Stoccarda a ogni tedesco è stata confidata la missione di farsi, nel paese che lo ospita, un agitatore a favore del proprio paese, e concludendo che la Germania nazionalsocialista è uno Stato «orientato all'aggressione ». Il Berliner Tageblatt, fra i molti giornali che protestano, pur rilevando l'infinita ingenuità della grossa affermazione che si esautora da sè, fa osservare come tuttavia sia significativo questa intensificarsi della campagna in questo momento, tanto più che è stato un organo come il Times a darne 11 segnale; Giuseppe Piazza Due incrociatori inglesi ormeggiati a Venezia Il ricevimento a Cà Littoria e il pranzo in onore degli oppiti Venezia, 1 notte. Stamane alle 7,30 sono arrivati a Venezia, ormeggiandosi nel bacino di San Marco, gli incrociatori London e Bussate della prima squadra navale inglese. Il London sul quale è imbarcato il comandante della squadra, vice-amm'raglio Kennedy Purvis, ha Salutato con le salve d'uso la- p.azza marittima, cui ha risposto il Forte di S. Andrea. Nella mactinata fra l'ammiraglio Kennedy Purvis. il comandante dell'Alto AJr.atico. ammiraglio Salsa, l'ammiraglio di divisio Pasetti, il Podestà A'verà ed il Prefetto Catalano, ha avuto luogo lo scambio rituale di visite. L'ammiraglio inglese, alle 16, a Cà Littoria, è stato ricevuto dal conte Paolo Foscari e dal vice-Segretario del Fascio, Olivetti. L'ospite ha reso omaggio at Sacrario dei Caduti fascisti. Poi ha fatto visita a Cà Farsetti al Podestà. Inoltre si scambiarono nel pomeriggio le visite di quadrato pii ufficiali del London e della Fiume, del Sussex e della Grado. L'ammiraglio Salza ha offerto, alle 20.15, all'* Excelsior », un pranzo all'ammiraglio Kennedy Purvis, al suo stato maggiore, ai comandanti degli incrociatori inglesi e alle autorità civili, cui è seguito un ricevimento in onore degli ospiti. L'ARRIVO A VENEZIA DELLA NAVE AMMIRAGLIA « LONDON »