REALTÀ E ILLUSIONI nella situazione europea

REALTÀ E ILLUSIONI nella situazione europea REALTÀ E ILLUSIONI nella situazione europea erpesstngesLondra, 30 notte. Se si eccettuano alcuni articoli della stampa di sinistra, dagli accenti vivacemente polemici, nessun commento editoriale è stato fatto nei giornali inglesi alle notizie romane della scorsa settimana sulla eroica e decisiva partecipazione del volontarismo italiano alla presa di Santander. Gli organi dell'opinione pubblica britannica hanno attinto a piene mani dalla stampa italiana, riproducendo i telegram mi scambiati- fra il Duce e il generale Franco e quelli inviati dai generali comandanti le truppe legionarie ed elencando uno per uno i nomi dei generali italiani combattenti nella penisola iberica. Ma con la migliore volontà, non si riesce ad arguire, nemmeno dai titoli, quale sia l'atteggiamento di Londra. Forse guardando in fondo, lo stato d'animo, evidentemente perplesso degli inglesi non è generato dalle notizie relative a ciò che viene da taluni definito intervento italiano in Spagna, trattandosi di un fenomeno a base volontaristica, quanto dal sospetto inusitato, ad esempio dal Manchester Guardian, che accanto ai volontari di terra combattenti per Franco contro il bolscevismo, vi siano dei volontari di mare, per cui l'Italia, « apertamente o di sotterfugio », farebbe anche nel Mediterraneo la guerra a Valencia. Ma i sospetti o solo timori vaghi preoccupano, bisogna riconoscerlo, molta gente di qui e non tutta irresponsabile, alla quae gli aizzatori anti-fascisti sono pronti a sussurrare che se l'Inghilterra si trovasse un giorno sul mare dinanzi ad una situazione analoga a qualle creatasi in terra spagnola, il suo prestigio di potenza marinara si dissolverebbe come nebbia al sole. Accanto ai semplici che raccomandano di mandare a picco una qualche unità del generale Franco per convincerlo che non deve affondare le navi mercantili facenti la spola fra Odessa e Barcellona, si fanno largo, appena l'occasione si presenta, anche propagandisti più furbi i quali risvegliano il sopito orgoglio imperialista è in tal modo cercano per via indiretta di accaparrare al bolscevismo che tenta di stabilirsi nel Mediterraneo, le simpatie del governo conservatore. I loro intrighi non prevarranno, ma forse contribuiscono a cagionare indugi e a ispirare cautele le quali po trebberò paralizzare lo spirito di niziativa con cui Neville Chamberlain ha preso in mano la penna per indirizzare il suo amichevole messaggio a Mussolini. A questo riguardo è sintomati ca una breve nota odierna della Yorkshire Post, quotidiano che, come si sa, godè la fama di riflettere spesso le vedute del ministro degli Esteri. Il giornale si occupa della decisione di lord Perth, ambasciatore britannico a Roma, di rinviare alla fine di settembre il suo ritorno in sede che doveva avvenire nella .prossima settimana, e non dimentica di .rilevare che que sto rinvio ha la sua plausibile giù stificazione nell'awenuta morte del fratello dell'ambasciatore. Ma a nota prosegue dicendo che se è deplorevole da un lato dover rinviare l'inizio delle conversazioni italo-britanniche « l'intervallo potrà consentire di attendere una stabilizzazione della temperatura diplomatica». Cosa significa ciò? Lo scambio di lettere MussoliniChamberlain indubbiamente ha chiarificato i rapporti fra i due Paesi. <• Ma bisogna riconoscere — continua la Yorkshire Post — che certi incidenti, come il messaggio del Duce al generale Franco dopo la presa di Santander, servono ad escludere la possibilità di un ritiro delle truppe italiane dalla Spagna e nen contribuiscono a creare quell'atmosfera che.è così indispensabile per un esito favorevole delle progettate discussioni ». L'Inghilterra, dunque, vuole il ritiro dei volontari italiani quale premessa della riconciliazione ed ha frainteso il discorso di Palermo? Sono cose che si vedranno. Intanto va segnalato che qui sempre più si tende a considerare nel suo insieme la situazione internazionale e a valutare gli avvenimenti in un settore senza'perdere di vista quelli che si svolgono negli altri. La riconciliazione itaio-britannica appare per questa ragione tanto più desiderabile in un momento in cui importanti interessi finanziari e importantissime posizioni politiche della Gran Bretagna in Asia sono circondati dall'incertezza di un conflitto la cui durata non è possibile prevedere e che gli stessi ottimisti non reputano inferiore a parecchi anni. Anche a questo riguardo, naturalmente, si sta seminando a Londra molta zizzania da parte di coloro che vorrebbero vedervi una specie di tacito accordo fra Giappone, Germania e Italia. Ma non ostante questi perfidi tentativi si ha l'impressione che la guerra in Estremo Oriente costituirà invece un importante fattore di incoraggiamento all'amicizia inglese verso l'Italia, se non altro in omaggio alla naturale necessità di eliminare inutili attriti sulla via dell'Oriente. Vice. nsPitavsAGli tifiti fei

Persone citate: Duce, Mussolini, Neville Chamberlain, Valencia