LA SPAGNA NAZIONALE dopo la vittoria di Santander

LA SPAGNA NAZIONALE dopo la vittoria di Santander LA SPAGNA NAZIONALE dopo la vittoria di Santander I battaglioni arresisi combatteranno per Franco? = Gli equivoci del separatismo basco e del sovversivismo asturiano = L'avanzata verso Gijon = In Aragona viene stroncata la controffensiva rossa (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI ) Castro urdiales, 30 mattino. / miliziani baschi che si sono arresi ai legionari sul fronte di Santander, come ho raccontato ieri, passeranno al servizio della causa nazionale » E' una voce che circola anche presso ambienti degni di ogni fede c, sa vera, capovolgerebbe alcune situazioni politiche e militari di questa guerra, con risultati di prevedibile enorme importanza. Sta di fatto che la formidabile operazione compiuta dalle « Frecce Nere » dal giorno 2Jf in avanti, segna il primo fenomeno di crollo nella resistenza rossa. Un punto' fermo L'esercito di Euzkadi, che sotto il peso della grandiosa vittoria legionaria' sul fronte del SondiloEscudo, cede e passa in un sol colpo a quello che doveva essere il nemico, rivela, a chi osservi attentamente la situazione dopo ,'r: caduta' di Santander, su quali colossali equivoci vive il governo rf> Valencia c quale credito si possano attribuire alle sue speranze, non dico di vittoria, mia di una lunghissima resistenza. Trenta, quarantamila uomini disseminati da Somorrostro a Valmaseda, a Castro Urdiales, a Varedo, a Santona e giii fino a Santander lungo il Cantabrico ed il settore montagnoso dell'interno, si sono consegnati ed hanno consegnato una massa di materiale per la quale non bastano magazzini e depositi. Non erano certo male armati, ne dovevano accettarecombattimento su un terreno sfavorevole. Sui picchi della Montana, precipiti sulle sponde cantabrichc, envno appollaiate postazioni di arfigliera, nidi di mitragliatrici, sistemi di trinceramenti da- cni i passi obbligati e le 'strade venivano nettamente messi sotto il tiro. Tuttavia, i baschi hanno deciso di mettere un punto fermo alla storia dell'equivoco per il quale combattevano. Adesso si parla di impiegare in un adeguato inquadramento questi battaglioni contro i rossi. Non è cosa nuova. Nell'offensiva di Brunete, i « gudaris » che difendevano bilbao hanno dato cccellen ti prove al comando di ufficiali nazionali. Il che costituisce un fatto di vasto significato, Nella operazicme compiuta dalle « Frecce Nere » per Santander, si sono avuti casi in cui capi e gregari, accompagnati dalle loro donne dai bambini, si presentavano al Comando, magari salutando ingenuamente a pugno chiuso, e chiedendo di combattere contro i loro ingannatori. Insomma, la resa in massa di questi miliziani, ha rivelato cosa fosse precisamente il nazionalismo basco. L'esercito di Euzkadi era composto di quaranta battaglioni, formati con giovani e anziani di Bilbao, di Santander e delle Asturie. I TjtZbaint erano tutti, nessuno escluso, nazionalisti separatisti; i santanderini, uomini di destra; mentre l'elemento asturiano costituiva e costituisce il nucleo di resistenza estremistavero e proprio. Ecco alcuni nomi di. questi battaglioni di cui due del genio: Sucurriete, S. Andrez, Villanueva, Loiola, Avrellaneda, Charcundia, Munguia, Alava, il 17°, 24» e 12» Santander, e uno, infine, dallo strano norme: Kirikaino. Inoltre artiglieria* polizia motorizzata, .) battaglioni di intendenza, con automezzi, cinque formazioni sanitarie, venti cappellani militari e cinquanta ufficiali medici. Perchè combatteva questa gente f Perchè i capi credettero, nel 1932, che per la Spagna fosse venuta l'ora rossa. In quell'anno si determinò al nord della penisola, nelle Provincie di Guipuzcoa, Bilbao e San tander, una forma di panico collettivo. Si ebbe paura del comunismo. Si credette di vederlo dilagare come una immensa, veloce massa' di olio dalle Provincie meridionali verso il nord. I capi baschi decisero di elevare la barriera dell'autonomia politica tra le loro Provincie, sane, ricche, industri e cattoliche ed il resto delia Spagna che, a loro awiso, stava per diventare una piccola Rusiia trasferita nel Mediterraneo. Occorre dire che non avevano tutti i torti. Comunque un subdolo e curioso equivoco incominciò ad avvelenare la situazione. Si adottò un rimedio — il nazionalismo separatista — che doveva risultare peggiore del male. Ma chi avrebbe detto in quel tempo che i nazionalisti baschi sarebbero stati governati dalla F. A. I. (Federazione anarchico-iberica) e ; dalla U. G. T. (Unione generale ■! lavoratori) e comandati da colonnelli moscoviti? inbntoedcccgezcdmstailazeuavrs«vlocalatmcmssrcupdlvgdddnvnSnpnt Il giuoco di Prieto Il nazionalismo basco è, in un certo senso, figlio del cartismo. Moltissimi padri dei prigionieri di °!)gi, furono o sono ancora nelle valorose brigate di Navarra che combattono in boina rossa cantando i'« oria mondi >. Per dirla niqcfa i e i o e a, , » o e ) e è è r l e e a a a o ò Si a a o eI. e e ninsomma con un esempio accessibile al lettore, la Biscaglia divenne nazionalista e separatista sotto la pressione del terrore rosso e, precisamente, come la Finlandia che si levò in armi contro il comunismo di Mosca. Ma questo processo ideale e sociale di un popolo che a nessun costo voleva russificarsi, subì degli sviluppi paradossali. Un uomo ebbe la responsabilità delle disgrazie biscagline e questi fu Indoleciò Prieto, deputato socialista fin dal 1908 per Bilbao. Indubbiamente abile manovratore di masse, Prieto fece in modo da far votare le destre non separatiste per il nazionalismo. Promise ai capi autonomia completa e la costituzione della Repubblica di Euzkadi e fondò una specie di sindacato unico detto «Solidario basco», apparentemente apolitico, in cui vennero inquadrati tutti gli operai specializzati delle zone industriali bilbaine e santanderine. Il « Solidario basco » divenne il vivaio delle milizie da gettare nella lotta, praticamente a favore del comunismo, che presto si sarebbe aperta. Il nazionalismo basco, nella sua essenza ingenuamente antimoscovita, diventava uno strumento per i rossi. La prova era clie nessuno dei cinque deputati mandati alle Cortes dai nazionalisti, era basco: Monzon, aragonese, Harn dal nome inglese, Aguirre nato nella Rioja, e altri due di cni non ho memoria. I comunisti si installarono in una. provincia in cui non esisteva problema, sociale. Le condizioni dell'operaio, in quel tempo, erano le migliori che si potessero tra vare in Europa. Poi, venne la guerra. Si installarono le ccntruli di propaganda, si instillò la paura della rappresaglia,. Si agitarono, dinanzi agli occhi delle popolazioni, i fantasmi dei saccheggi, delle violenze e dei massacri. Gli avvenimenti accrebbero la confusione. Soltanto il 21t agosto di quest'anno, dopo 402 giorni di inenarrabili patimenti, i combattenti potevano vedere chiaro nella loro condizione di ingannati e delusi. tpaqcCi L'« Isola asturiana » n o. di e e na Rimane ancora in armi, nel nord della Spagna, la, cosìdetta isola asturiana. Sembrerebbe, per quel che se ne è parlato e scritto, che i minatori delle Asturie, effettivamente degli ottimi soldati, abbiano dèlie speciali ragioni per rimanere attaccati come fanatici alla loro idea. Occorre sdrammatizzare ciò che è stato oggetto perfino dell'attenzione di Hollywood. Paul Mimi, infatti, è stato chiamato ad interpretare un film sulla rivolta del 19Slt (evidentemente commissionato da fonti politicamente interessate). Il fenomeno asturiano è stato anch'esso frutto di un'abile manovra di sostituzione di uomini e di idee. Si à agito sulla mentalità rozza dei minatori che, nel 1917, con la. grande guerra, guadagnavano dalle 7.1 alle SO pesetas al giorno (qualcosa come 250 lire). I prezzi del carbone, vertiginosamente saliti durante il conflitto, permettevano che con essi i cottimi (distatosi degli estrattori aumentassero in proporzione. Si arrivò a estrarre fino a dieci milioni di tonnellate di carbone all'anno. Nella Spagna neutrale e sempre più ricca, mentre mareggiava il sangue del conflitto mondiale, un minatore poteva, vivere con circa quattro pesetas. Le paghe, come ho detto, oscillavano tra le 75 e le 80 pesetas. Una illusiva e spendereccia felicità ubriacò gli uomini delle miniere. Un « chiste », come si chiamano qui le storielle allegre, è an cora, in voga dalle parti di Oviedo e narra di un minatore il quale un giorno entrò da un mobiliere e chiese di comprare un grandioso lampadario di cristallo: Costa trecento pesetas — disse il commesso. — Ma si può sapere clic cosa ne volete farei Avete una casa cosi bella che vi ci vuole un lampadario simile f ». Il minatore prima pagò e poi rispose: « Perchè mi pare buono per appenderci il cappello! ». Dopo la guerra le paghe caddero, come era prevedibile. Da SO a 15 pesetas. E' un gran salto. I sindacati socialisti, creati sullo schema del laburismo inglese, cercarono di arrestare una ulteriore svaluta-Jone dei salari. Tennero in un t/insto equilibrio le condizioni di lavoro, che anche nel dopoguerra restavano l''a le migliori d'Europa. A'»» si Vuo Aire che i capi di quel tempo, deputati Llaneza e Fabra Rivns, aiutassero la rivolta. Ma nel t'J-H da Madrid arrivarono gli ordini della ribellione. Abilmente manovrati, i sindacati misero alla porla i vecchi capi ed elessero Goir.nles Pena ed altri, legati quasi siruramente a Mosca. Circa quarantamila minatori si sollevarono. La rivolta durò ventidue giorni, ma ormai l'urto insurrezio naie, sanguinoso! era avvenuto se- ddqcrtElcdpaPsridrrgcpsmfdgcondo il l»a»o degli agitatori c,sebbene w tutto non ci fosscrostate piu di cento vittime, la rivol- ta asturiana sollevò nubi di nera polvere, e servì magnificamente alla propaganda del Komintcrn. zlnAnche qui l'equivoco, e anche ^ vqui una tremenda illusione di rie-'tchezza hanno avvelenato il popolo, lCrimine storico, di cui pochi sono i responsabili, molte le vittime, Giovanni Artieri Civ LE FIAMME NERE nell'avanzata su Santander: genieri all'opera nella costruzione di fortificazioni.