Le gare di scherma soppresse in omaggio alla memoria di Monal
Le gare di scherma soppresse in omaggio alla memoria di Monal Le gare di scherma soppresse in omaggio alla memoria di Monal Parigi, 27 notte. Mondi è morto. Non era un nome di quelli che le folle sportive conoscono c esaltano, ma fra tutti gli spadisti universitari qui convenuti, forse era oggi il più forte, certo era il più quotato per l'avvenire. Aveva Z\ anni, una situazione più che agiata e una passione cosi fervida per la scherma da aver più bisogno di freno che di sprone. Lavorava con assiduità e con un miraggio: voleva arrivale ad ogni costo, e noi non dubitiamo che lo spadismo francese abbia perduto un- campione. Monal aveva tirato la sua semifinale ottenendo ben 7 vittorie: non solo sarebbe entrato in finale con facilità, ma il primo fra tutti, il favorito, magari, se ì compagni avessero potuto e saputo aiutarlo. Gli mancava soltanto un assalto che non aveva per lui la mìnima importanza, uno di quegli assalti in cui raramente ci si impegna, uno dì quegli assalti che perfino si regalano, ma Monal ha voluto ugualmente combattere con tutto l'ardore della sua giovinezza e con tutto l'orgoglio della sua disperata volontà. Gli era avversario quel messicano Haro Oliva, capitano dell'esercito, che fece parlare di sè ai campionati del inondo ed al quale erano stati riscontrati validissimi i titoli necessari per prendere parte anche ai Giuochi goliardici. Monal era in vantaggio per 2 a 1 quando ha lanciato la « fleche » fatale su cui Haro Oliva ha tentato l'arresto. Ironia della sorte: Monal fa a tempo a guardare l'apparecchio che segna il colpo e la vittoria, la sua vittoria, ma subito si porta la mano al cuore, si slaccia da sè la giubba, diventa pallido pallido, cerca una sedia, vi si affloscia. Pochi minuti dopo era morto: la lama si era spezzata e il troncone sanguinava... L'infelice avversario sembrava impazzito, e nella confusione generale nessuno sapeva rassegnarsi al pensiero che il compagno era caduto nel bel giuoco leale in cui le vittime si contano, da secoli, come si contano i passaggi delle comete. La scherma italiana sì associa con piena'solidarietà e con schietta sincerità al grande lutto dk'lla scherma di Francia, ma anche se la commozione ci vince, tradiremmo il nostro dovere di cro.nisti se non dessimo brevemen te conto della prova sportiva. Parlare di disgrazie in questo tragico evento ci sembra del tutto inopiìortuno. Ma dopo aver perda to Brusati, abbiamo dovuto rinunciare anche a Macerata che aveva risentito durante le gare di una vecchia indisposizione. Privi dei nostrt-due uomini di maggior clas se, avevamo designato per la gara individuale Bastelli, Fantoni e Conte, i quali ci Iranno dato dei risultati che la prova precedente non fatava assolutamente prevedere. A -parte il povero Monal, che aveva tinto nettamente la sua semifinale, Conte era stato il primo dell'altro gruppo, mentre Fantoni e Battelli erano passati, senza l'ombra, del pericolo, entrambi al secondo -, posto. In finale ci sa r rebbe stato il belga Stasse (terso al Campionato del mondo), un solo francese (Buhan) e nessun altro che ci avrebbe infastidito. Tutto sommato, le nostre probabilità sarebbero state notevolissime, di damo pure superiori al 70 per cento. Ma tutto questo, ahimè, e al cojidi-ionale. La finale di spada non ha più luogo e U comitato dei Giuochi, riunitosi nella mattinata ha anzi deciso di sospendere, in segno di lutto, tutte le altre gare di scherma che rimanevano. Per noi. dunque, i Guacchi universitari sono finiti. Non ragliamo troppo discutere questa prave provvedimento, dettato, senza dubbio, dal no/bile desiderio di onorare un combattente caduto sulla breccia, ma la nostra mentalità sportiva non riesce a concepire come, sia pur per un fatto putrissimo, che profondamente ci rattrista, molte trazioni che hanno fatto un notevole sforzo per venire a Parigi debbano rinunciare a disputare quei titoli che il programma prometteva. Per quanto riguarda la spada, poiché ti povero ÌIoiuil aveva dato prova del suo valore, non ci sarebbe spia cinto, per esempio, di vederlo di chiavare lampione ad honorem, lasciando al secondo classificato l'orgoglio della vittoria effettiva. Ma' per quanto riguarda la sciabola aggiungiamo con franchezza che là decisione ci trova ancora meno consenzienti. Qui eravamo i padroni assoluti del campo e l'Italia aveva Imon diritto a incamerare le due vittorie che nessuno poteva neppure lontanamente supporre di ostacolare. Questa concezione risente probabilmente della nostra coscienza fascista, imi senza riandare a una luttuosa giornata di Monza, esaltata dal valore di un pugno di uomini -che non si arrendono all'avverso destino e da una folla che li applaudi commossa, basterà ricordare che anche il recente Giro di Francia fu funestato da una vittima, senza che per questo la corsa venisse sospesa. La scherma ai Giuochi universitari è finita, ma, se siamo i primi a inchinarci reverenti duranti alla salma di un caro e valoroso compagno, osiamo anche affermare che i popoli virili, quando arda le giovinezza nel sangue, sanno pii gare il destino e non subirlo. Nedo Nadi cdz
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