La giornata del colore

La giornata del colore Sullo acHermo del X»ido La giornata del colore La presentazione di un nuovo procedimento tedesco per la ripresa del film a colori (DAL NOSTRO INVIATO) Venezia, 23 notte. Rifaremo un'altra volta la sto-ria dei vari tentativi per dare allo schermo il colore? E dovremo un'altra volta dimostrare che quella dei cosidetti « cclori naturali :■> è, artisticamente, un'utopia? E dovremo ancora una volta citare Bccky Sharp e La cucaracha, con tutte le fortune e le disavventure del loro papalotto « technicolor » ? Lo spazio è poco; e rifare ogni anno la stessa solfa non è certo divertente, nè por me nè per voi. Il problema del colore ha ormai avuto i suoi alti e bassi; vediamo se questa Mostra ci porti davvero qualcosa di nuovo. La novità c'è, e grossa. La dobbiamo ai tedeschi. Da tempo lavorano a un nuovo procedimento di ripresa tricremìca, che si chiama Berthon-Siemens. Rodolfo Berthon, uno svizzero, iniziò, parecchi anni or sono, le sue ricerche; un accordo con la Siemens gli permise poi di continuarle e di concluderle. Un breve certo metraggio, finalmente girato con il nuovo sistema (se proprio lo volete sapere, il filmetto s'intitolava Il reo), fu presentato a un gruppo di tecnici, in Germania, l'anno scorso. Subito dopo, al pubblico tedesco, veniva'presentato un al¬tro corto metraggio, ripreso du!ra"te 1 giochi bltoptcl; cfuac colto con schietto favore Quei due! filmetti concludevano tutte un vasto e complesso periodo di ricerche e d'esperimenti. Si è voluto, radicalmente, ricominciare da capo. Per la ripresa, un nuovoPer la ripresa tipo di pellicola, lenticolare, che sfrutta per le varie gamme la superficie striata della pelliccia stessa; e un nuovo tipo d'apparecchio, munito di nuovi, potentissimi obiettivi. Per la proiezione un nuovo tipo di lampada ad arco, con appositi carbeni parallelepipedi, disposti orizzontalmente a stabilizzazione magnetica, in modo da avere una luminosità diecijvolte maggiore di quella ordina lrla= e un aumento di potere ri flessivo dello schermo, risolto con l'adozione di fogli metallici, su ciascun metro quadrato dei quali sol™ applicati novecentomila infini■.tesimi sPecchl concavi. I Ma lasciamo gli ottici e i chi-:™* ai loro laboratori. Le nuove ricerche, come sovente accade a! quelle che partono dalle radici di |Uti-problema, si sono poste limiti!ben definiti, e hanno giustamente (Presupposto impossibile la cosidet-ita riproduzione snaturale» della realtà colorata; hanno invece vo-luto ridurre al minimo le devia-zioni cromatiche, esattamente co-me la tecnica sonora era riuscitaa praticamente eliminare le di-storsioni del suono. In parole po-... ^ r, vere s'è detto: vogliamo una tri-cromia, ma una tricromia pulita.E ci si è quasi riusciti. E' una tri- cromia che ha sovente gelide per- fezioni tipografiche, nella riprodu- zione di un « originale » dato dallajvita d'ogni giorno. L'ampio sag-gio che oggi ci è stato offerto, Dcutschland, un'antologia d'osterni e d'interni della Germania d'og gì, molto abilmente ripresi da Svend Noldan, è in parecchi istan ti addirittura sorprendente, per trasparenza e immediatezza di to ni, per l'abolizione di ogni e qual siasi sbavatura, per una diffusa armonia di quadro. Sono fram menti, certo sceltissimi fra migliaia e migliaia; ma, come si conviene a una dimostrazione sperimentale, nessuna difficoltà vi è|Stata elusa, dal controluce radon-te all'interno in penombra. La co-lorazio'ne fissa, arbitraria e stri- dente, dovuta ai filtri degli altri^istemi, qui si placa in accettabili accordi; il procedimento è infattiesclusivamente ottico. vor-rebbe rivaleggiare con il principio mediante il quale i colori si for|mano nelIa réti"a umana, I II criterio che informa il nuovo |sistcma è semplicissimo. Un filtro - i munito dei tre colori fondamen- o o :■> E e n e ? ni o i. ai o o bo ao ars di il oa o o o ¬ c e aro, a o e scn o, ia oci a i tali — rosso, verde, azzurro filtra i raggi luminosi corrispondenti, che impressionano una comune pellicola in bianco e nero; 10 stesso filtro, posto dinanzi all'obbiettivo di proiezione, trasforma i raggi luminosi in corrispondenti raggi colorati che vengono proiettati sullo schermo. Le difficoltà erano tutte negli accorgimenti tecnici per giungere al risultato positivo; c questi sì rivelano senz'altro soddisfacenti. La tecnica tedesca, in questo problema, ha certo compiuto un notevole passo innanzi. Alla composizione chimica dei colori si sostituisce quella ottica. Il principio è esatto, i risultati autorizzano parecchie speranze. Che non potranno però mai approdare se non a fornire, dopo molti e molti altri studi, una convenzione cromatica, entro la quale l'intuizione dell'artista possa liberamente giuocarc. 11 saggio è stato accolto da cai dissimi applausi; e verrà ripetuto nel pomeriggio di domani La giornata del colore è stata completata da A Star is borii (E' nata una stella), una produzione Selznlck diretta da William Wellmann con Janet Gaynor, Menjou Fredrich March e May Robson. E' un film abbastanza gustoso e divertente, se anche un po' prolisso, sorretto da un'abile regìa e da una bella interpretazione di Menjou e di F-3drich March; e ci fa vedere come dalla piccola e povera Esther nasca una diva cinematografica, con qualche saporito accenno alla vita di Cinelandia Ma il vero interesse del film è nell'essere il saggio più recente e meglio riuscito di « technicolor ». An che qui, i progressi compiuti sono evidenti, pur essendo sempre costante la falsità dei toni. Il vec chio Goldwyn, dopo aver visto questo film, pare che abbia deciso di produrre d'ora in poi soltanto film a colori. « Brutte cose ebbi a udir », mormora Hans Sachs nel secondo atto de I maestri cantori. Mario Cromo AL MICHELOTTI In Compagnia Degan ha riportato ieri Bera un altro successo nella «Manza delle libellule» di Lchar, che. lodevolmente interpre n ii- e|fc^»«^""SfiES?S&i. a: divertente operetta si replica. di

Persone citate: Bera, Degan, Hans Sachs, Janet Gaynor, March, Mario Cromo, Menjou, Menjou Fredrich March, Rodolfo Berthon, William Wellmann

Luoghi citati: Germania, Venezia