Le condotte iracnua di annur in mano delle truppe nazionali di Sandro Sandri

Le condotte iracnua di annur in mano delle truppe nazionali Le condotte iracnua di annur in mano delle truppe nazionali Mavarrini ed italiani presso Villa Carri e. rio a Aieao di 30 chilometri dalla anòta (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Vega de Pas, 20 notte. L'avanzata delle colonne nazionali e legionarie verso Santander prosegue con un ritmo celere che ' i battaglioni comunisti non riescono a contenere, pur tentando in tutti i modi di ritardarne la marcia vittoriosa. Alle otto di stamattina risalivo la. valle di Rcyiwsa attraverso cui corre la strada Palcncia-Santander. Pioveva e faceva un autentico freddo da battere i denti. Con le boine rosse Le brigate navarresi si sono attestate oltre Barcena e pattuglie sono entrate a Las Arenas. Sulla strada ho incontrato le colonne di viveri e delle artiglierie ferme ai ponti saltati. Sette grandi ponti sono stati polverizzati dai dinamitardi asturiani, e le compagnie dei genieri lavorano attivamente giorno e notte per riattarli. Quattro alle prime ore del pomeriggio erano già riattivati e le colonne procedevano oltre. Agli altri tre si lavora. I navarresi marciano a piedi siti monti, seguiti da colonne di salmerie mulettatc. Barcena è caduta per accerchiamento. Quando i militi si accorsero che sulla displuviale montana apparivano le prime boine rosse, si sono dati alla fuga. Qualche fucilata risuona nella vallata soffocata dalla nebbia dove l'avanzata dei navarresi prosegue nella calìgine fittissima. Ritornato a Reynosa ho raggiunto il passo dell'Escudo, avviandomi sulle tracce della divisione Fiamme Nere in marcia verso Villacarriedo. Piòggia e freddo. Verso San Fedro de Romeral occupato ieri sera alle 16 la nebbia avvolge la montagna. Più gin nei valloni stretti e incassati dove la strada si precipita, verso Vega piove, m'tt la nebbia è sparita. Russi e francesi San Fedro de Romeral fu occupata dopo un combattimento breve ma violento. Sei battaglioni miliziani furono sorpresi dalla fulminea avanzata legionaria- e non fecero in tempo nemmeno a schierarsi. Due carri armati, tino russo e un altro francese, questo ultimo con serventi francesi, erano in mezzo alla piazza- del villaggio e fuggirono a rompicollo non appena le prime pattuglie legionarie apparvero alle prime case. I battaglioni seguirono l'esempio dei carri. Tuttavia alcune compagnie accennarono a un simulacro di resistenza che fu spazzato dopo mezz'ora di fuoco. Alle 17 tutto l'abitato veniva circondato, e 110 miliziani rimasti a sparacchiare fra le case si arrendevano, gettando le armi e sventolando drappi bianchi. La avanzata riprendeva nella strettissima valle fra il nebbione e la pioggia. Due battaglioni legionari nella nottata si impadronivano delle creste montane che sorgono ai lati della strada. All'una del mattino tutte le displuviali che corrono parallele alla strada erano occupate, mentre gruppetti di dispersi affluivano nelle retrovie. All'alba, di nuovo in marcia. Con miracoli di abnegazione i legionari hanno ricostruito i ponti saltati su questa strada. Hanno lavorato con un ardore che non ha tregua e con un entusiasmo commoventi. Poi hanno ripreso il fucile e la marcia in avanti. A mezza strada le avanguardie legionarie si impossessavano del bivio di Vega bloccando le provenienze da Espi nosa de Los Monterò*. Poco dopo tre battaglioni rossi, provenienti da, Espinosa de Los Monteros, si trovavano sbarrata, la strada dai carri veloci legionari e dalle motomitraglia trici. La conquista di Vega Il combattimento divampava violentissimo. Tuttavia durava poco. I comunisti, che mai supponevano di trovarsi ì legionari sulla strada, fuggivano ritornando versoi Espinosa. Alle 13 i primi carri' armati legionari si impossessavano di Vega mentre le fanterie sfociavano a nord del villaggio continuando la marcia verso Selaya. Nella vallata tuonava il cannone. Sei battaglioni rossi tentano come possono di resistere, ma lo sforzo appare sempre più vano. I legionari, in formazioni sottili e veloci, sgranano passo passo le compagini rosse che si compongono e scompongono, cacciate avanti dai loro capi, atterriti dalla fulmineità di questa battaglia che cammina senza posa. Alle quattordici la divisione Fiamme Nere prendeva contatto lattico con la Divisione Volontari del Littorio che, raggiunto il bivio, appena al di là del villaggio di Entrambas Mestas, lanciava le sue autoblinde sulla strada trasversale che allaccia Alceda a Vega. La marcia della Divisione dei Volontari del Littorio non è stata la meno veloce nella giornata, sebbene sette battaglioni di Guardie di Finanza di Santander le abbiano duramente contrastato la avanzata. La resistenza che i comunisti oppongono alle colonne legionarie, ha tutto il carattere di una disperata azione di copertura con l'in lento di permettere ai battaglioni anscla unto giotatbapofatchti TbapretagLate ti, procissi ti intla temSdo a decomLlà iniè cavpaavI.deveEsvacinbaziodadote tinscdodagodeCaBleveLhanatasetomsico«dastdeatchtrasnoriprlocotrrarachvaRmil deesdrPbrdegi ancora intatti, di assumere uno schieramento tattico efficiente al-la resistenza. Stamane, nei valloni di Vega.una batteria da 105 rossa ha. aper-to il fuoco contro la colonna le-gionaria che scendeva verso l'abitato del villaggio, ma l'atteso combattimento non si è poi avuto, c pochi colpi bene aggiustati hanno fatto tacere i cannoni comunisti che, certamente, furono rimorchiati altrove con incredibile velocità. Terreno difficilissimo Tutte le previsioni sull'ulteriore balzo in avanti delle legioni, sono premature. Il terreno dove la battaglia è in corso, è difficilissimo. La strada passa attraverso vallate incassate, coperte da boschi fitti, attraverso i quali le fanterie procedono con precauzione ma decise. Le interruzioni stradali non si contano. Tutti i ponti sotto minati e molti sono rimasti miracolosamente ntatti poiché nella confusione della loro fuga- i rossi non fecero in tempo a far brillare le mine. Si aggiunga il maltempo, il freddo e la pioggia che non accenna a sparire, rendendo nulla l'azione dell'aviazione che sarebbe stata come sempre utilissima. L'entusiasmo delle truppe al di là della fatica e del disagio è inimmaginabile. Dal giorno in cui è cominciata, la battaglia non si è avuto un solo ammalato nei reparti. Tutti vorrebbero essere più avanti possibile. I prigionieri sono sbalorditi e demoralizzati. Quelli catturati verso Vega che provenivano da Espinosa de los Monteros ignoravano addirittura che a qualche decina di chilometri fosse stata combattuta una battaglia, e che i nazionali avessero travolto le formidabili difese del Passo dell'Escudo che tutti ritenevano sicuramente imprendibile. Mentre telegrafo la marcia continua. E' un rivolo umano che scende verso Santander, insinuandosi fra i battaglioni rossi che dalla capitale della Montagna vengono lanciati sulle tre grandi strade che si dirigono alla Vecchia Castiglia, sulle quali marciano la Brigata navarrese e le Divisibili legionarie. Chi tenterà di resistere verrà travolto e distrutto. Sandro Sandri

Persone citate: Espinosa, Vega

Luoghi citati: Castiglia, Las Arenas, Santander, Vega De Pas