SUL FRONTE DI SANTANDER

SUL FRONTE DI SANTANDERSUL FRONTE DI SANTANDER a d a a è a è , i a ) a o - l. a e o di al ? o n- Sullo schermo del Lido !rinte il 1 volve ! traj Ma! ted1 nel« La grande illuiion », l'ultimo film di Jean Reuoir, ed una commedia tedesca (Dal nostro inviato) Venezia, 18 notte. Scuola fascista, un bel documentario dell'Istituto L.U.C.E. ha d inrziato la seconda sene, della Mo- cheno proi rfora estra, che promette film tutti interessanti; e subito dopo s'è presentato alla ribalta veneziana Jean Renoir, uno dei nuovi registi francesi rivelatisi in questi ultimi anni, un artista che faticosamente s'è conquistata una sua fisionomia, dopo un lento, ininterrotto lavoro. Già ne La petite marchande d'eillumettcs, triste saga ispirata da Andersen, apparivano cupi lampi di poesia cinematografica. Questo figlio d'un grande pittore sembra prediligere le ombre folte, minuziosamente vivificate da tratti d'acquaforte. Seguirono La chietine, e un grosso errore, Madame Bovary, da Flaubert. Si deve giungere a Toni per scorgervi un ambiente e un'atmosfera, quelli d'una Provenza solida e arida, ben lontana da qualsiasi Provenza di maniera; e Les bas fonds, infine, che l'anno scorso otteneva il Premio Delluc. giunge a pagine definitive, tanto più meritorie in quanto il Renoir aveva voluto srussificare, se così si può dire, il romanzo di Gorki. e dipingere un vasto quadro, sempre fra cupe ombre e penembre, della vita dei bassifondi in una grande metropoli dei giorni nostri, quasi astratta, certo senza nome. Il suo ultime film, La grande illnsion, avrebbe qua e là intenzioni pacifistico-barbussiane; è apparso sullo stesso schermo del Lido dove ebbero i loro successi i film russi; vediamo quindi di giudicarlo con la massima serena obbiettività, e cominciando dalle sue più riposte intenzioni. Non per nulla questa Mostra d'arte cinematografica internazionale è una specie di porto franco di tutte le tendenze degli schermi d'ogni Paese. Renoir è uomo di sinistra. E allora: o l'ideologia tutta si' ca.a nell'opera d'arte, e vi si trasfigura, o ne rimane estranea, e vi apparirà come non-arte, con tutto il gelo della tesi. Ne Lei grande illnsion il pacifismo vi fa qua e là capolino con alcune acri battute: ma sono cartigli, etichette, Renoir (in collaborazione con lo Spaak, •'autore del soggetto de La kermesse héroique) ha scelto, come ambiente del suo film, i campi di concenti-amento per ufficiali francesi, prigionieri in Germania: e poiché, in questo ambiente, il Ronoir artista ha posto degli upny.ni, degli ufficiali francesi, questi, pacifismo o non pacifismo, vivono la loro vita, autonoma, inconfondibile, di ufficiali francesi. E' davvero una piccola illusione, il credere che la guerra sia una grande illusione. Infatti, fin dai primi episodi, in questi progionieri è soprattutto' il rovello dell'inazione, il sordo tormento di non poter più combattere mentre la lotta continua. Bisogna fuggire, per tornare laggiù, dove i fratelli ancora offreno il loro sangue alla patria. E quando, durante la recita organizzata al campo, giunge la notizia che le truppe francesi hanno riconquistato il forte di Douamont, quegli ucmini scattano in piedi, dalle panche della platea, sulle tavole del I palcoscenico, dove alcuno è cam1 muffato da clou- 'Uri da eante avdugravi namaunreifugpestopodee eddinnedenosuvittrsi si l'adeStPae sesetosmunstretaHcod'goHCCsssmspDnrce LSCsvtàl'atclaZsQbi Cpq !rina: e in un ampio, solenne istante di commozione intensa, certo il più alto di tutto il film, quei 1 volti impietrati, quegli sguardi dove rattenuta brilla una lacrimarsi ! trasfigurano mentre il canto delia j Marsigliese si eleva e gli ufficiali ! tedeschi s'arretrano in silenzio 1 nell'ombra, di fronte alla maestà d tQ be]lissim0 episodio che i tentativi d-eVasione vedranno sempre più accendersi i loro propositi. Si ha un bel trasferire i recidivi di tentate fughe in una fortezza; proprio di là riusciranno a evadere, dopo che uno di essi vi o a i i a l savrà lasciata la vita. E quando ì due fuggiaschi, ricoveratisi in una grangia verso il confine svizzero, vi troveranno, presso una contadina vedova di guerra, un po' di ealma e un po' di conforto (e per uno dei due sarebbe anche .l'amorei, sentiranno di dover ancora fuggire, al di là delle frontiere per tornare in Francia al più presto. Insomma, togliete a questo potentissimo film del comunistoide Renoir una dozzina di battuto e due o tre brevi episodi, battute ed episodi polemici, e vi troverete dinanzi a una convinta esaltazione del sentimento più sacro, l'amor della Patria. Le creature del Renoir erano e sono vitali, t'opera sua che le comprende non è meno vitale; l'ideologia vi si incrosta a tratti: e in quegli istanti in cui vi si incrosta, ragge'a ogni vita. Non si potrebbe fare miglior elogio all'artista, peggior condoglianza al demagogo. Jean Gabin. Eric Von Stroheim. Pierre Fresnay. Dita Parlo sono ì principali interpreti; e sono tutti ottimi. La regìa è sempre saldissima, e giunge quasi sempre a creare un'atmosfera, con toni d'un calmo, meditato realismo, dove assai sovente vibra un'emozione d'arte che pone quest'opera fra le più importanti del recente Cinema francese. Al pomeriggio era stato proiettato Sherlock Holmes, di Karl Hartl. un massiccio tentativo di commedia tedesca, con intenzioni d'ironia che per lo più vi rimangono intenzioni. Hans Albers. Heinz Riihmann e Marie Luise Claudius sono tra g'.i interpreti. Mario Cromo vèsdccnsCrmdlpnddtlgCteddlgrArcIcsErtt DUE MOMENTI DELLA IMPETUOSA E BRILLANTE OFFENSIVA scatenata dai Nazionali In questi giorni, fermati dalla lastra fotografica di uno dei nostri inviati, Giovanni Artieri. Sopra: un pittoresco spalto ai piedi del quale la cavalleria spagnuola attende l'ordine di attacco, elementi della colonna celere motorizzata legionaria in marcia verso la Sotto: linea del fuoco.

Luoghi citati: Francia, Germania, Provenza, Venezia