NEI CHELI DI TOLOSA

NEI CHELI DI TOLOSA ALLA FRONTIERA. DEI PIRENEI NEI CHELI DI TOLOSA La città dei «trovadori» e dei verzieri - Luci verdi e radio sovversive •-Un mistero sotto il plenilunio - Voli verso ovest, cioè verso la Spagna dal nostro inviato speciale) Iquand u i di t ra di i o r : i e o a i n n l o , è n a, o e a e e, ri u — n si reo ao aui a, ndi oo, rn so a n mux, n i zlo l o, do (dal nostro inviato speciale) IqTOLOSA, agosto. ja• mfrsaupsrsdqinegacLvsfnpzrmtnddpvusttsrrrdbnrcdlgcTolosa, ha, in questa sragione, | mun clima quasi torrido. La gente' ama quindi, la sera, riversarsi fuori delle abitazioni. Tutto il movimento della città gravita intorno allo spazio che sta fra il Capitole (nome romano di un Municipio rosso) e Piazza Wilson (di buona memoria). Qui è il centro di Tolosa. La città dei trovadori La città « dei trovadori e dei verzieri» ha conservato qualcosa di queste sue tradizioni vegetomusicali! I suoi giardini pubblici, illuminati da lampadine verdi hanno un fascino da scenario d'opera. Sui viali alberati i caffè proiettano le fungaie dei loro tavolini quasi in mezzo ai marciapiedi. Quanto alla tradizione trovadorica, essa è, in certo qual modo, perpetuata da numerose orchestre che suonano all'aperto. Sono le stesse, probabilmente, di cui tramanda i suoni, tra una conciane e l'altra di carattere politico, la sta zione-radio di Tolosa, una delle poche stazioni europee di cui 1" ra dio-ascoltatori di media borsa in tendano chiaramente la voce. La propaganda sovietica sa scegliere, evidentemente, i propri ristianotori! Nonostante queste, attrattive comincio tuttavia, fin dalle prime ore della notte ad annoiarmi. L'orchestra del caffè al quale mi sono seduto, ha eseguito i soliti « luoghi comuni » della musica all'aperto. La mia tazza di birra è esaurita. Decido quindi di andare a letto. Non sono che le 2S. Il caldo è quasi africano. La prospettiva di una notte entro una stanza (una stanza d'albergo) non si presenta incantevole. Tuttavia... Quando sono nella stanza comprendo un'altra amara verità: le zanzare, vere zanzare da jungla, mi impediranno di prender sonno. Spengo la luce poi spalanco le imposte. Armato di un pacchetto di sigarette mi metto alla finestra e comincio a, fumare. Trovo subito un po' di requie: attratte dalle luci esterne, le. zanzare esulano dalla camera buia, lasciandomi tranquillo. Veramente, lo spettacolo che ho davanti a me, non è dei più pia cevoli. Non vedo che folle di co mignoli e d'abbaini; ma, quel che è peggio, case decrepite e cortili abissali, donde salgono odori non sempre letificanti... Rifletto, chiedendomi come mai una città che si vanta d'essere all'avanguardia del movimento sociale, permetta questa vasta necròpoli di topaie, nelle quali l'igiene e il benessere del popolo costituiscono un mito Ma noi sappiamo, per esperienze vissute, quale distanza interceda tra i programmi e le attuazioni! Senonchè, ad aggiustare tutto c'è sempre l'antica e vituperata Luna, con i suoi sortilegi da gitana. Essa è tonda stasera, e sembra schermirsi, talvolta, spiare tra gli innumerevoli comignoli neri che si stendono davanti a me. Nè mancano a questo illusorio pae- saggio d'amento*>suriose grida dei gatti Sembrai così di rivivere una notte roman-\*f.«S n^Sr Bertrand] 0 di Alfredo De Musset. Gli invisibili Stormi Ma il secolo XX non permette]a lungo queste illusioni! Esso,Ierompe, coi suoi aspri stridi e le sue rauche diane, anche dai paesaggi più idillici. Sono infatti le 23 e mezzo circa quando un mormorio di motori aerei viene dall'orizzonte. Il mor- morto, approssimandosi, diventa remito, un fremito sempre più di- tinto e metallico. Aeroplani! Si direbbe anzi, dal suono, più aspro e secco dei motori — motori ultraveloci — che si tratti di apparecchi da caccia. Certo, di quest'ora, non deve trattarsi di apparecchi delle lince civili... Sono forse, aerei militari francesi in tema di esercitazioni notturne? Ma per quanto io fissi la zona del cielo n cui i motori apertamente ora echeggiano, non riesco a distinguere quei fanalini che vengono accesi di rito sugli apparecchi che compiono esercitazioni di notte. Lo stormo passa. Poi il rombo dei volanti lentamente si eclissa, si spegne rerao ovest, quasi nella fosforescenza della luna. Passa un quarto d'ora. Ed ecco nu altro rombo di motori, piìt cupo stavolta, pronunciarsi all'orizzonte, nella stessa direzione: l'Oriente. Questa volta il suono dei motori non inganna: — deve trattarsi di apparecchi di grosso, tonnellaggio. E perchè questi tempi di guerra, si>arsa o endèmica, non devono farci pensare subito ad apparecchi da bombardamentot Gli aerei sembrano marciare verso la luna, come ippogrìfi di una nuova favola ariostcscn. Essi sono presenti, ma invisibili. Quanti sono? Numerosi, indubbiamente. E si direbbe che marcino in squadriglie distinte, volanti su rotte parallele. Questo rombo cupo, annunciatore di guerra e di distruzione, dura, qualche minuto, sulla città; poi dilegua verso Occidente, come il brontolio di un tuono lontano. Vien fatto di riflettere. Laggiù nella fosforescenza delle luminarie, la folla istintiva e acefala circola intorno alle musiche, alle ividiscenze, alle banalità; meìitre lassù, nell'alone della luna, si svolge il nastro d'una bieca tragedia che si proietterà tra breve sul velario deV nostro secolo... morto, approssimandosi, h,' ^entre'gìà la luna sanguian dcrU smvsmta e corrosa còm\a t „„ di „„„ M ] Anche le ultime luci e le estre nle fosforescenze della città si sono spente. Non ci sono ormai, nel] Varia, che la quiete e il palpitar,taciturno del firmamento. GuardoDa mezzanotte alle treLa pausa d'attesa non è lungaNuovo rombo di motori. La sarà banda aerea riprende sterìoso itinerario passa dunque per Tolosa in questa notte estiva? Verso quale mèta punta questa notturna cavalcata sotto gli astri?Ore 24,15 — Altri apparecchgermogliano dull'orizzonte orientale e trascorrono enigmaticamente verso Ovest. Si direbbe chequesta notte, si svolgano le manovre di una armata aerea. Ponuova pausa; nuovo silenzio, rotto soltanto dagli echi dei klaxon terrestri, voci remote di bassura e di pantano. Ore 1 — Altri aerei... Ma stavolta sono apparecchi dai rumordisparati, quasi accavallati. Segue un lungo intervallo di silènzioL'attesa comincia a stancarmi. Mcorico a finestre aperte e lentamente mi assopisco... Ma. ecco che, d'improvviso, sono ridestato da un nuovo rombcollettivo. Sono apparecchi e apparecchi che trascorrono nel eieQuale mi-sul mio tavolino da notte, il queidrante dell'orologio. Sono le 3,30quasi il crepuscolo. Mi propongo di attendere anco ra, per udire quali nuovi apporti fornirà questa inesplicabile galop paia notturna, L'attesa è lunga e i i n e i i n u i l e a a e eo- l-\ rci . , o10 "' e a. e ? a ? i ne, oi o r e ri e o. Mi aoo pe- inutile. Già l'alba tinge di un- pallore cadaverico l'Oriente. Evidentemente questi velivoli non amano la luce: sono animali notturni. Così, a poco a poco, il sonno mi attira verso di sè, nei suoi abissi... Il giorno depo cerco di chiarire l'enigma e mi rivolgo a un fidato amico di Tolosa, chiedendogli la ragione del fenomeno. — Aerri, amico mio! — ei/li risponde — Aerei diretti in Ispagna; dirò meglio, la Spagna rossa!. Appuntamento — E' forse imminente qualccsa di grosso? — Ma certo, a quanto si sente dire! Le linee rosse cedono lenta mente ma fatalmente, e i rincalzi accorrono, rabbiosamente. Le ali approfittano (è logico) della not te. E tutte le notti è cesi. Mettetevi alla finestra anche stasera 1 riavrete lo stesso spettacolo: nel le stesse ore, quasi agli stessi in fervala. Si parla di nuova pira teria. Questa non è forse la pirateria dell'aria? Mi meraviglio anzi che i piloti siano tanto sinceri! Non mettono neppure i fanalini di coda, per far credere si tratti di manovre della nostra armata aerea! Ma tanto sanno che la feAla beata non ha tempo per ascoltare il rombo dei loro motori. D'altra parte ci sono tante orchestre a Tolejsa e fanno, ogni sera, tanto rumore che sarebbe impossibile al pubblico che circola nelle vie, di prestare attenzione ad altri suoni. Se la cosa fosse calcolata, non sarebbe una trovata da poco, vi pare? — E' possibile arrivare fino a questo punto? —: Nella nostra epocet. non c'è da meravigliarsi di nulla. Tutta la coppa della malizia umana è stata vuotata... Ma voi siete ancora nuovo di questi ambienti e, scusatemi, piuttosto ingenuo. Noi rfriamo, qui, tra le quinte della Guerra di Spagna; ma non è detto che esse siano meno interessanti (e talvolta meno pericolos') -jrf"' palcoscenico, voglio dire della prima linea. Conoscete, ad esempio, il « Café du Th. »? — Non ricordo, veramente... — Si trova nella « Place du Capitole», quasi di fronte al teatro dell'Opera. — Un piccolo caffè, dall'aspetto tranquillo, con poltroncine laccate di rosso? — Precisamente. Ebbene: quello è un posto che potrà interea- \sarvi, se ci tenete tanto ad avella chiave delle trasvolate notturne che deliziano i cieli di Tolosa. In quel piccolo caffè, dall'aria tanto onesta, bisogna badar bene a non esprimere opinioni favorevoli allei Spagna nazionale. Sareste tenuto d'occhio, pedinato e forse, una notte 0 l'altro, potreste fare anche una brutta fine. — Siete piuttosto pessimista! — Veniteci, stasera; e comprenderete molte, cose; ma anzitutto come questo caffè sia un posto di avanscoperta. — Appuntamento quindi al « Café du Th. »! Alle 9- Stasera ? — Inteso. E' l'appuntamento che fisso anche, ai miei lettori, pel prossimo articolo di questa curiosa in- Si0: o- Curio Mortari. Il primo articolo ricll'inchiesta eli Curio Mortari « Alla frontiera dei Pirenei» è uscito il 12 agosto u. s. TOLOSA VISTA. UNA STANZA D'ALBERGO

Persone citate: Alfredo De Musset, Curio Mortari, Luna

Luoghi citati: Ispagna, Spagna, Tolosa