L'azione della "Brigata corazzata,, di Ernesto Quadrone

L'azione della "Brigata corazzata,, L'azione della "Brigata corazzata,, L'attiva partecipazione dell'arma aerea (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Palermo, 17 notte. Tracciamo rapidamente per i lettori la situazione e le posizioni in cui l'alba di stamane ha sorpreso le forze dei due partiti contrapposti, schierati l'uno contro l'altro al gran completo. Il partito azzurro, come dice il comunicato diramato questa notte dalla Direzione delle manovre, ha schierato le due Divisioni « Vespri II » e « Vespri » su posizioni a cavallo della strada Marsala Mazara, a una decina di chilometri a ovest e sud-ovest di Salèmi, e mantiene, con due nuclei celeri, l'occupazione di Timpone Besi e di Castelvetrano sul fianco sinistro. Il partito rosso, che ha ottenuto qualche successo sulle direttrici Mazara-Busala e Salemi-MazaraPorticato-Salemi, occupando Timpone Calamita, fa intervenire nella battaglia nuove forze sbarcate nel frattempo, inserendo la 63.a Divisione fanteria fra la « Marmarica » e la « Sirte », mentre tiene in posizione arretrata, in riserva, la 64.a Divisione. Lo sbarco di altre unità prosegue a Mazara e a Marsala. Insomma, tre Divisioni rosse in prima schiera, seguite da una quarta in seconda schiera, contro le due Divisioni azzurre; i rossi si prefiggono di attaccare frontalmente, e avvolgerne l'ala sinistra, gli azzurri si apprestano a prendere la controffensiva. La Divisione « Sirte » — dice ancora il comunicato — tende a sviluppare l'avvolgimento prescrittole, ma viene attaccata dal nucleo celere azzurro di Timpone Besi, compo|sto di bersaglieri, camicie nere e carri armati, che obbliga l'avversario a segnare il passo. Sulla sinistra rossa la Divisione « Marmarica » progredisce con relativa facilità e cerca di aggirare 1' ala destra azzurra. Serrate azioni aeree L'azione delle armate aeree dei due partiti comincia all'alba: una alba cupa e burrascosa, con un cielo percorso da nuvoloni neri che si abbattono qua e là sulle cime dei monti, discendendone i fianchi con frange di nebbia. Ottima atmosfera per le sorprese aeree, e infatti i due partiti mettono prestissimo le ali nel cielo, occultando le macchine in alto, oltre la cortina delle nubi. .Soltanto il rombo dei motori denunzia la minaccia ancora invisibile,. Più tardi, sciogliendosi le nubi in un sereno quasi immacolato, gli aeroplani a stormi appariranno in tutta la loro velocità e potenza, bombardando e mitragliando con i « CR 20 » da quote talmente basse che sembra vogliano falciare il nemico con le ali. Spettacolo impressionante, che ha messo un brivido di paura e di orgoglio nella folla di coloro che, stando ad osservare, avevano la impressione di sentirseli rovinare addosso. Gli Azzurri, dall'alba al tardo mattino, bombardano- le teste di Mazara e di Marsala, ove, come ho detto, seguitano a sbarcare truppe avversarie. Nella situazione creatasi ieri dopo un felice successo dei rossi, questi, con la loro aviazione, avevano occupato il campo di Castelvetrano che questa mattina, però, prima che sorgesse il sole, è stato bombardato e distrutto dagli Azzurri. Distruggere un campo di aviazione vuol dire semplicemente aprire nel suo terreno con le bombe ad alto esplosivo delle buche e dei solchi così profondi da renderlo proibitivo alle partenze degli apparecchi. Operazione relativamente facile, quando i caccia avversari non la molestino; e i caccia rossi, in detti casi, per le ragioni che abbiamo più volte esposte, e cioè per la mancanza di basi vicine e, quindi, di autonomia, non hanno potuto opporsi ai bombardamenti azzurri. Una squadriglia che ha tentato di farlo, appunto a Castelvetrano, j è stata raggiunta dagli Azzurri che, in maggior numero, piombandole addosso, ha schiacciato a terra i suoi pochi apparecchi. Nel campo tattico ha agito all'inizio della manovra uno stormo di apparecchi azzurri che, cercata e trovata la fantomatica e minacciosa « Brigata corazzata » dei Rossi, l'ha sottoposta a ripetuti attacchi sulla rotabile Castelvetrano-Partanna-Santa Ninfa. Ed è appunto in virtù di tale azione aerea che abbiamo notizia della « corazzata » finora tenuta così gelosamente celata. Stamane, come vedremo, si è svelata ed ha avuto la peggio. I compiti del Genio I caccia azzurri, poi, hanno seguitato per tutta la durata delle operazioni a tenere il dominio del cielo. I Rossi, dal canto loro, pur sapendosi a priori le vittime di un sicuro e rapido sacrificio, hanno bombardato con uno stormo i centri logistici di Salemi e Gibellina, con un altro la base aerea di Milo e con un terzo quella di Comiso, in provincia di Siracusa. Anche lo stormo di assalto dei rossi è intervenuto contro le truppe azzurre a Santa Ninfa, a Fenestrelle e sul contrastato aeroporto di Castelvetrano. Altre squadriglie del partito invasore sono pronte ad immolarsi combattendo contro le preponderanti forze aeree azzurre, ma i loro tentativi sono infranti immediatamente. Vediamo ora ciò che succede a terra. A questo proposito, ritengo doveroso e opportuno di aprire una breve parentesi, per illustrare l'arma del genio. Parlerò poi della fase definitiva del combattimento di questa mattina, con il quale sono state concluse praticamente e rapidamente le manovre, pur continuando la finzione strategica che prevede lo sviluppo delle operazioni fino all'ottavo giorno, quando, cioè, gli azzurri avranno ricevuto tali rinforzi dal continente da poter ricacciare in mare i rossi. Mi limiterò ad una elencazione quasi scheletrica delle varie attività del genio, che sono state sviluppate, appunto, nel corso di queste manovre c delle quali non avrei più nè tempo nè modo di parlare. i e e a i e e a i o L'evoluzione che ha seguito quest'arma, dall'anteguerra ad oggi, dimostra da se stessa l'enorme importanza che è venuta acquistando con la guerra odierna. Alla vigilia della guerra mondiale l'arma, del genio comprendeva sei reggimenti, suddivisi in cinque specialità; due reggimenti zappatori, uno telegrafisti, uno pontieri, uno minatori, uno ferrovieri. La lotta dei popoli, sia per le enormi dimensioni che assume, sia perchè diventa ogni giorno più scientifica, richiede un grandiosissimo sviluppo per l'arma tecnica, che partecipa alla battaglia con molteplici forme di attività. Perchè il pubblico possa averne chiara idea, cercherò di raggruppare i vari elementi costitutivi del genere, in base alle molte necessità del campo di battaglia. Il fante, elemento primo e insostituibile della lotta, è coadiuvato dall'arma del genio in quanto concerne l'apprestamento del terreno per la resistenza e per il movimento. Provvedono a questa necessità i reparti di artieri, di mi natori, di mascheratoli. Ma il terreno deve essere anche osservato e rilevato nelle sue forme, e a que sta bisogna pensano i fotoelettricisti, gli aerostieri, i fotografi e i cinematografisti Nel corso della lotta i comandi devono conoscere ad ogni istante la situazione delle loro truppe per poterle sovvenire moralmente, rifornirle d'ogni genere di materiali e dare ordini precisi e tempestivi: di qui la necessità dei reparti trasmettitori, che sono suddivisi in telegrafisti, fotolelegrafisti, marconisti e colombofili. I collaboratori del fante Il duro cammino del fante è cosparso di ostacoli naturali e di interruzioni che occorre superare senza indugio; ed ecco entrare in azione i pontieri, i ferrovieri, i teleferisti, ausilio incalcolabile di un enorme valore operativo. Nè basta tutto questo: l'arma del genio deve ancora provvedere^ mezzi vari di formazione e di difesa, quali: zone minate, linee di reticolati, elettrificati o meno, gallerie di mine, ecc. Quindi, reparti di meccanici e di elettricisti. Non si deve dimenticare che il genio provvede largamente anche alle molteplici necessità di vita e di benessere delle truppe, per le quali occorre luce, calore, forza motrice, acqua. Notevole lavoro vSrftdmp, j compiono, come abbiamo veduto ri o a i i è a ì a e l r n o i i a. i i i a o e oi il e, ral n a e o el e è nelle precedenti corrispondenze, 1 reparti idrici, sui quali gravano tutti gli impianti per il rifornimento, la potabilizzazione e la refrigerazione dell'acqua. Un'altra attività ha assunto grande importanza con l'avvento dell'aviazione, ed è quella pompierisùca che dovrà spegnere i numerosi incendi da questa provocati. Fino ad ora abbiamo parlato del campo di battaglia, ma non è tutta qui l'opera dell'arma. Fin dal tempo di pace essa provvede ai contatti con le industrie nazionali, per incrementare ed organizzare la produzione di materiali bellici. Nelle file di questa nobile ar- ma sono anche numerosi tecnicivalentissimi che combattono afianco degli scienziati civili la du-rissima battaglia per l'autarchiannnw.nm:nn economica. La guerra etiopica ha dimostra-che vasti orizzonti si apronoto che vasti orizzonti si ancora all'arma del genio. E' prevedibile in avvenire un ulteriore grande sviluppo nel campo della guerra logistica e in quella della cosidetta « guerra del genio ». Benché in scala assai ridotta, le attuali Grandi Manovre hanno dimostrato che l'inquadramento, l'addestramento, l'attrezzamento e la tecnica del nostro genio militare non sono secondi ad alcunaltro esercito del mondo. La "brigata corazzata,, all'operaE ritorniamo alla manovra di questa mattina, che abbiamo seguito dall'osservatorio di Rapinzeri, dal quale si scorgono le prossime colline di Santa Ninfa a de1 stra e del Belice a sinistra. Di fronte all'osservatorio si trovano Castelvetrano e Partanna, da cui provengono le forze nemiche. All'osservatorio, riservato alle altissime autorità, allestito sul castello del barone Di Stefani — stranissima costruzione a carattere normanno-siculo che domina tutto il territorio della manovra —salgono prima ,S. A. R. il Duca d'Aosta, seguito quasi subito da S. A. R. il Principe di PiemonteDopo poco, ossequiato dai Principi, Ministri, senatori, generali e deputati, già raccolti all'osservatorioarriva S. M. il Re Imperatore. Sulla terrazza del castello trovansi già il Maresciallo Italo Balbo, 30- vernatore generale della Libia, S. E. Caviglia e S. E. Pecori-Giraldi. Il Sovrano si intrattiene affabilmente con tutti e specialmente con S. E. il generale designato d'armata Gabba, direttore delle manovre. Alle 9,10, proveniente da Trapani, giunge accompagnato dal Se- gretario del Partito S. E. Starace e dalle LL. EE. Bottai e Alfieri, il Duce, in divisa bianca di caporale d'onore della Milizia. Il Capo del Governo, che subito dopo la manovra si recherà, accompagnato da S. E. Italo Balbo, a passare in rivista le magnifiche Divisioni « Sirte » e « Marmarica », si dirige verso S. M. il Re Imperatore, e i due illustri personaggi si interessano immediatamente e vivamente allo svolgimento delle manovre che entrano nella loro fase conclusiva. L'episodio culminante della manovra è stato quello della «; brigata corazzata », che aveva il compito di sfondare la fronte azzurra e avvolgerne l'ala sinistra. Nella loro marcia attraverso la conca leggermente ondulata, scoperta e cosparsa da ampie distese di stoppie arse dal sole, i carri d'assalto, visibilissimi, sono entrati prima sotto il fuoco violentissimo delle artiglierie della difesa che, in procinto di prendere l'offensiva, aveva assunto uno schieramento avanzatissimo, e quindi sotto quello delle mitragliatrici e dei fucili. I carri d'assalto sono arrivati fin sopra la sommità della collina, a contatto delle fanterie azzurre, perchè nella battaglia che infuriava con rombi e lampi mancavano i proiettili. In caso vero, quell'accoglienza avrebbe schiacciato in terra quei mostri di acciaio. La lotta ha avuto in questo momento episodi allarmanti, epici, che ricordavano ore lontane di vera battaglia e che facevano fremere di orgoglio e di orrore. A bassa quota gli aerei d'assalto, piombando improvvisi da ogni punto del cielo, si sono addensati nella conca, aggiungendo al fuoco delle armi terrestri l'urlo dei loro motori e le scariche veloci del le loro mitragliatrici, La manovra è finita tra gli in in_ cendi delle stoppie. I soldati, esau- sti dalla Della fatica, si sono ada- o-iaH rtni* il TYlPl'it-ntn rìflfìRn VlPinm giati per il meritato riposo vicino alle loro armi. Ernesto Quadrone UN COLLOQUIO TRA IL PRINCIPE UMBERTO E S. E. BALBO CTelefotoji