Cargo italiano e petroliera inglese bombardati da aeroplani spagnuoli

Cargo italiano e petroliera inglese bombardati da aeroplani spagnuoli Cargo italiano e petroliera inglese bombardati da aeroplani spagnuoli L'aggressione è avvenuta al largo della costa algerina Il capitano del vapore italiano gravemente ferito ? Londra, 6 notte. (Vice) - Si apprende stasera da Gibilterra, che due navi mercantili, una italiana e una britannica, sono state bombardate da aeroplani — i quali con ogni probabilità appartenevano al Governo rosso di Valenza — al largo di Algeri. Prima ad essere attaccata è stata la nave cisterna inglese « British Corporal » di 6900 tonnellate. Tre.aeroplani comparsi alle 5,20 del mattino hanno compiuto evoluzioni al disopra del piroscafo per quasi un'ora lasciando cadere circa liO grosse bombe. Nessuna di queste fortunatamente colpiva la nave. Il « British Corporal » ha però subito danni in varie parti dello scafo e all'apparecchio ricevente della radio in seguito al violento spostamento di aria e di acqua prodotto dalle esplosioni. La gravità dell'attacco è dimostrato poi dal fatto che gli aviatori si abbassavano e aprivano un violento fuoco di mitragliatrici contro l'inerme equipaggio del « British Corporal » al momento in cui quest'ultimo tentava di calare in mare le scialuppe. Il marconista lanciava un appello in cui riferiva che la nave era sotto il fuoco di tre apparecchi e il messaggio veniva raccolto dal piroscafo italiano « Mongioia » di 6113tonnellatc il quale si trovava mquei paraggi proveniente da Ge-nova e diretto a Nuova Orleans.Anche il «Mongioia» che accor-reva in aiuto del « British Corpo-ral» veniva quindi attaccato dai]tre apparecchi e tale fatto di persè rivela l identità di questi timi. Nel caso della nave italiana, sc-cowdo le notizie londinesi, gli effetti del bombardamento sono stati piii gravi. Il capitanò infatti rimaneva ferito gravemente, non si sa bene se in seguito all'esplosione di una bomba sulla coperta del piroscafo oppure in seguito a una scheggia di bomba. Il radiotelegrafista annunziava l'incidente fnediante un messaggio che veniva raccolto dalla radiostazione di Gibilterra e ritrasmesso. Mancano pel -momento ulteriori particolari sulle condizioni del capitano del Mongioia e su quelle della raggiunto Algeri coi proprii mezzi ed apparentemente non ha subito gravi danni. Tutti i quarantatre membri dell'equipaggio sono incolumi. Il Mongioia, come si è detto, era partito da Genova per New Orleans. Il British Corporal, partito da Abbadan sul Golfo Persico, era diretto in Inghilterra con un carico di benzina. Successive notizie precisano che i tre apparecchi monoplani attaccanti hanno lanciato bombe attorno alle due navi per circa un'ora. Si precisa anche che le bombe lan-ciate dagli aerei salgono a ciicaquaranta. Negli ambienti politici inglesi si dichiara che l'argomento delle acque territoriali non potrebbe essere invocato dall'aggressore data la distanza dalle coste del punto in cui è avvenuto l'attacco. Un terzo incidente viene segnalato dai giornali londinesi. Essi riferiscono stasera che un vapore francese, il Marie Therese de 3orgne, è stato colpito la notte scorsa da un siluro mentre tentava di raggiugere un porto spagnolo non meglio definito con un « carico dinave italiana che non sembra ab- bia ancora raggiunto alcun porto, Il British Corporal ha ^vece patate». Il comandante ha detto di aver visto un sommergibile il quale si è immerso dopo aver con--statuto che-il siluro aveva colto nel segno. Il Marie Therese tuttavia non affondava e poteva raggiungere terra coi proprU mezzi. Lo scafo presenta un largo squarcio prodotto dall'esplosione del siluro. Il Comitato Plymouth Il delegato sovietico rimesso a tacere da Grandi Londra, 6 notte. La seduta odierna del Sottocomitato di non-intervento ha avuto esattamente lo svolgimento che si era previsto. E' stata relativamente breve e ha portato all'aggiornamento dei lavori fino al prossimo mese di settembre. La relazione Plymouth Essa si è aperta con una sommaria relazione di lord Plymouth sulla propria attività durante l'intervallo dopo l'ultima riunione. Lord Plymouth ita detto di essersi consultato coi rappresentanti delle varie Potenze per cercare di smuovere il Comitato dal punto morto in cui l'aveva bloccato l'atteggiamento sovietico nei riguardi dei diritti di belligeranza al generale Franco. Ma nonostante il desiderio generale di mantenere in vita il piano britannico che pre vede la concessione di tali diritti, (, = rìsultati raggiunti con queste consuitazioni, ha detto il presiAente non sono stati mcorag.. Kianti j, Plymouth ha quindi proposto Lhe gU fosae affldato il compito di continuare a insistere presso le Potenze refrattarie, ossia presso ,a Russia sovietica, a favore della accettazione del piano inglese. Inoltre egli ha proposto che lo si incaricasse di compilare un rapporto sul funzionamento del vecchio schema di controllo marittimo e terrestre, sulle lacune da esso rivelate e sulle discussioni svoltesi nei mesi di giugno e luglio in seno al Comitato. Il rappresentante britannico ha espresso l'opinione che tale rapporto potrà riuscire di grande utilità alla ripresa dei lavori. Ha quindi parlato Maiski, dele con immutata intransigenza alla ostilità di Mosca verso il piano britannico per ciò che riguarda la concessione del diritto di belligeranza al gen. Franco. Maiski ha continuato avanzando la formale *ato sovietico, il quale ha dato ^5f!fS"),nie ™ ^J"^^^^^^^^01^0 proposta che il Comitato, prima di procedere ulteriormente alla di- scussione, ottenga il ritiro imme- diato dal primo all'ultimo di tutti i volontari di nazionalità italiana, tedesca e portoghese che combat- tono agli ordini del gen. Franco. n. .. . .. _ ,. UlCniaraZIOni di Grandi L'ambasciatore Grandi, a que-ste parole ha seccamente dichla- rato che le affermazioni del rap- presentante soviettico non merita-vano neppure l'onore di una ri- sposta. «Noi siamo qui — ha detto Grandi — per discutere il piano britannico e non piani soviettici. Le argomentazioni del rappresentante soviettico sono inconclusive e futili e confermano ancora una volta, la responsabilità della Russia soviettica. Il Governo fascista ha accettato, vale la pena di ri¬ peterlo, il principio del ritiro dei volontari che l'Italia stessa prò- pose nel mese di gennaio. Tale ne- cetfazione è condizionata esplici- tornente al riconoscimento da par- te di tutte le Potenze dei diritti di belligeranza al Governo nazio nalista spagnuolo. Il riconoscimento di belligeranza nello spirito e nella lettera del piano britannico costituisce in questo momento la misura più adatta per l'applicazione della politica del non intervento ». Il conte Grandi quindi ha stigmatizzato le tortuose argomentazioni soviettiche secondo cui il ri' conoscimento . della belligeranza sarebbe una violazione della poli tica del non intervento. Tali argo mentazioni trovano la risposta nelle parole stesse del piano bri tannico che per una grottesca ironia Il governo soviettico ha dichia rato di accettare come base di discussione. « Se la Russia soviettica — ha detto Grandi — intendesse effetti vamente risolvere la questione del ritiro dei volontari essa si affretterebbe a riconoscere la bellige ranza a Franco. Soltanto ciò renderebbe possibile l'applicazione integrale del piano britannico. La verità è che i rossi di Valencia respingono non sqlo il riconoscimento della belligeranza ma si rifiutano altresì di sciogliere le brigate rosse internazionali composte dì fuorusciti di tutti i Paesi e hanno dato l'incarico ai rossi di Moscai di far naufragare sull'uno e sull'altro punto il piano del governo britannico ». Plymouth ne ha abbastanza Monteiro, rappresentante del Portogallo, ha pure voluto replicare a Maiski e ha rilevato come le dichiarazioni del delegato soviettico confermassero ancora una volta le gravi responsabilità di Mosca e rivelassero l'inutile tentativo di spostare su un altro terreno la politica del non intervento. Monteiro quindi si è associato interamente alle dichiarazioni del nostro ambasciatore. Woermann, incaricato d'affari di Germania, ha fatto altrettanto. Maiski ha ribattuto compiendo un ultimo tentativo di trascinare il comitato a una discussione di quelle che egli insisteva a' chiamare le «nuove proposte soviettiche*. Ma a questo punto lord Fly ssnlmouth Vha interrotto dichiarando; testualmente: : «Sono perfettament e d'accordo] con l'ambasciatore Grandi quando', egli ci ricorda che noi siamo qui a discutere il piano britannico e non già un nuovo piano soviettico. Il tentativo soviettico è futile in quanto che ciò equivarrebbe a sabotare indirettamente il piano britannico. Come presidente mi [rifiuto di seguire il delegato so viettico su questa strada. Occorre viceversa sperare che il governo soviettico voglia riflettere. Biso j yna augurarsi che queste setti mane d'intervallo che ci separano , dalla ripresa delle sedute del 'Co; mitato inducano il governo soviet- ÌUco a modificare il suo.atteggia"16"*0 F- Comitato possa quitidi riprendere i suoi lavori in una {atmosfera più incoraggiante». ( Cosi ha avuto fine la discus ! sione. Si crede che il comitato non po |tl* tornare a riunirsi prima di settembre: certo non prima d'una ventina di giorni. Vice Le udienze del Duce Roma, 8 notte. II Duce ha ricevuto il comm ! Amos Argenti, Presidente del ' Monte dei Pegni di Milano, il qua le Gli ha sottoposto alcune que : stioni concernenti l'attività di det ito Istituto.

Persone citate: Amos Argenti, Biso, Duce, Monteiro, Valencia