I NAZIONALI AVANZANO nella provincia di Cuenca di Riccardo Forte

I NAZIONALI AVANZANO nella provincia di Cuenca I NAZIONALI AVANZANO nella provincia di Cuenca Interi caduti magazzini nelle mani di rifornimenti dei rossi . ., j. _ Idelle truppe di rranco!——————— I I (da uno dei nostri invjati) Santa Eulalia (Quartiere Ge-nerale della TdSSSm 4Teruell, 4 notte. Terucl. la città semiassedi.a!ache ha lottato per un anno — »ii-litari e borghesi, ufficiali, uominie donne — per conservare una pie-cola strada, sente da venti giorniecheggiare via via più lontano ilrombo del cannone su uno dei suoifronti, quello occidentale. RespiraA colloquio con Munoz il difensore di Temei meglio. Àd oriente le lince sono ancoravicine: due chilometri dalle caseAun Uro di fucile. A mezzogiorno,verso Valencia, a undici chilomeAtri, su un piccolo valico al diso-pra del quale venne abbattuto conuna fucilata nel serbatoio dell'olio il 22 luglio 1030, il primo apparecchio rosso in Spagna. Le pattuglie antipetardlste Al nord, sulla strada SaragozzaLeuantiel. sono ancora a quattro chilometri dal cordone ombelicaledi Temei, e dalle loro posizioni dominati i rossi osservano como-demente il traffico stradale: spia-no tutto, vedono passare di nottcle automobili con i grandi fari ac- cesi; qualche volta alcuni dei loroscendono a collocare dei pacchetti di espletivo collegati con cordoli- cini ad un sistema di pile chc prò-voca esplosioni al passaggio delveicolo; talvolta nelle tenebre al-cimi miliziani appostati sono sal-tati su a sgozzare sventurati con-duttori di camion chc tentavano pazientemente di rimettere marcia la macchina. Ora il peri-colo c assai minore su questa strada che e tutta la passione, ruttala vita, tutta la forza di Tcruel. Pattuglie antipetardìstc effettua- no «uà vigilanza abbastanza effi-cace lungo la strada e la linea fer-roviaria di Saragozza: poiché a Tcruel arrivano, e ne partono, duetreni al giorno. In questa situu-zione bellica e morale specialissi- ma della città si imo immaginarcche cosa significhi quel percetti-bile allontanamento del cannoneg-giamenio su uno dei suoi quattrofronti. Qui la guerra non è cosa lontana come in tante altre città della Spagna, dove se ne parla con fervore, ma senza sentirne semprela terribile fierezza. La città fa laguerra; tutti fanno la guerra. Notizic dell'avanzata si sanno dai guidatori dei camions chevengono all' approvvigionamento. S'ignorano le carte geografiche;si ha tutto sotto gli occhi: cjue-sta collina è rossa, quest'altra ònostra, per di qui si può fare unagiratina, per di là no. La guerra degli altoparlanti servizio assai bene un'ambulanza si muove per un so lo ferito affinchè egli possa ;sse re trasportato in pochi minuti al Alle prime ore del pomeriggio,poi ancora verso sera, arriva siilpiazzale della Ganda un'ambulantza del fronte. Questo servizio òorganizzato: a voltcl'ospedale cittadino. Poi, verso Ic^vedono partire dinanzi al-lHotel Aragon dei camions carichidi grossolani, giganteschi alti.par-lanti. Vanno al fronte dove vai- gotto letti, si che li sentano nelle loro trincee, ai militi rossi, i co- municati del Quartiere Generale di Salamanca, c viene spiegato so-orto??ic>]ie il programma della nuova Spagna. I miliziani ascoltano sempre con curiosità: s'interessano sopratutto alle notizie di cui. sono privi. Non dubitano più dell'obbiettività dei comunicati nemici, vale a dire di quelli nazio ìtali; c quanto alla propaganda pò- litica ile oppongono un'altra orga- nizzata non senza abilità'con gli stessi mezzi, ma che non ha arti- to finora alcuna efficacia. Cosi si odono dei dialoghi da unlato all'altro dei parapetti delle trincee. Il 19 giugno '31 verso Ir 7 di sera, si seppe a Temei per ?-fldio della presa di Bilbao. Fu or- ganizzata un'edizione straordina-ria per dare la gran notizia al ne- mico. I miliziani udirono, rimase- ro un po' zitti, poi risposero con i loro altoparlanti. Darl-i il «-onoralo rana II gUnUIdlB In una palazzina di Santa Eu-làlià a 40 chilometri da Teruel,dove pernii balcone di ferro bat-fatto enrra la luce soffusa dellaIttita, mi trovo verso le 11 di serati, fianco del generale Munoz Ca-stéllanos comandante la .Divisionedi Teruel, che mi parla a lungodopo le giornate laboricse. Duran-ic. la nostra conversazione, per piùdi ynr.zz'ora un ufficiale seduto altavolo vicino parla ininterrotta-mente con Salamanca. « La mia meta — mi dice il generale — era la liberazione di tilt ta la parte occidentale della prò vincia di Tettici ceti gli aspri mas sicci di Albarraein, della SferraCarboncra c della Sierra di Geo. Da diWci mesi il nemico dominava questa vasta regione con dieciBrinate Mercè una così enormesuper^ritt nemica-noi doveva-stipeti ii n ^ _ esso jt ci, nltrp nuattroT *'f ZtLicarnente - esso fronti .S';n"»f'fr7"/'2S|. Sera andato avvicinandosi a pocoa voco alla strada di Saragozzacon l'evidente scopo di tagliare lenostre comunicazioni con il restadella Spagna. « Verso il 10 luglio riuscirono on un attacco ancora più violeno ad isolare Albarraein da Temei e ad assediare la cittadina di neo-tagnu. Abbiamo, contrattacca- io con la .suprema risoluzione duincere. Battendoci uno controcinque c in condizioni d'inferiorità■anche nell'armamento, riuscimmola penetrare in Alba-rraein e a scac-\ciare ti nemico dalla città. Decisi- i"»0™ * sfruttare il successo ». 1 " «cerale fa una pavsa. e eer- ca una espressione abbastanza pia-a stica per raffigurare la manovra-ir7ie ha eseguito. Con ampi gèstii delle braccia, come se lanciasse- [ nodi scorsoi in più direzioni con-i i tinua: l nùnammn .m0 fnamo j„i Knm!„„ i\\UaDemUlO alle Spalle del nemiCO a \ «Mi sono gettato di qua e di là z \per valloni quasi impraticabili con a marcie notturne di dieci e dodici Aore. Cademmo alle spalle del ne,\mico che si aspettava- l'attacco Afrontale, e fu molto sorpreso nel -> vederci arrivare fra le retroguarn i die. Pensate che da. venti giorni o o e non faccio un attacco frontale: sarebbe stato del resto impossibile. Avrei dovuto avere almeno un numero di uomini uguale a quello del nemico, laddove eravamo quattro volte meno. Per sopramercato questo disponeva, di fortificazioni naturali e di eccellenti trincee chc i i rendevano la sua, posizione prcs\sochè inespugnabile: L'imprevisto ', della manovra l'ha messo fuori c]strada. Pure opponendo qua. c là - resistenze vivaci ma isolate, si è ] ritirato alla, svelta tutte le volte .che ha potuto farlo», Ancora, una pausa. «Avete vi1 sto i miei uomini — riprende il gc'iterale. 'i Gli rispondo di sì: «Vengo da ÌBronchales, da Tramacastilìa, da \Noguera, da Albarraein, da W-| rcs: ho visitato quasi tutta la re¬ [ | Igioite conquistata» « Sono un po' stanchi per le lun\ghè marcie — riprende — ma sono contenti. Non vi nascondo che {l'entusiasmo ha più libero corso poiché vedono che non vi sono perììcost dire grosse perdite. Ogni ma-1\ novra è stata molto studiata ed esaminata.con precisione materna|fica». Il generale mi mostra dei l rapporti riguardanti le perdite na stonali: il 31 luglio nessuna. Il 30, i, jt2 arabi e spaglinoli morti o feWiti. 1129, 5 tiratori di ìfni feriti \lievi, ed un soldato di cavalleria ] ferito più gravemente. Il 27 dite conduttori feriti non gravi e un legionario lieve. Il 2.} che fu giornata decisiva, 1,0 feriti di cui nove ì decimi lievi, e e morti. «Non aci cade lo stesso in campo nemico ». {aggiunge il generale Munoz: «Va lutiamo in base a, dati rigorosa\mente obbiettivi a 6000 il numero \dei morti, feriti e prigionieri ros] si. Altri due battaglioni rossi, ne-\cerchiati fra. Bezas e Compiilo,] \che è l'ultima posizione del fron-\ i te occidentale ■ di Teruel chc stai croltondo, si disfanno rapida-] ]mentey>- j: Gli i ... : , nostre ™ g^TZ"i>'jrenta. Li seguono asìnelli guidati i da villici chc permettono di tra\sportare le armi troppo pesanti.i ^cco qui tie mitragliatrici e die- cinedi fucili, la nna centrale tele-] fonica con chilometri di filo. Ce ne\ jS^rot^ 'cui più di mei! , battaglioni ». \ «Generale — domando — un dremo a Cuenca? «/; Quartiere Generale decide rd» mi risponde il generale Mu noz. ] Riccardo Forte

Persone citate: Aragon, Munoz, Munoz Ca-stéllanos, Noguera