Venti giorni di offensiva sul fronte di Temei la martire s«ldDRlrr di Riccardo Forte

Venti giorni di offensiva sul fronte di Temei la martire s«ldDRlrr Allo spalle gii Ma di ridi Venti giorni di offensiva sul fronte di Temei la martire s«ldDRlrr I nazionali sfruttano il successo occupando nuove posizioni a sud della città - Mille miliziani fuori combattimento in Biscaglia - Una nave mercantile rossa distrutta sulla costa catalana dall'aviazione (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Teruel, 2 mattino. Venendo da Saragozza, la strada rade il fronte. Due chilometri separano in certi punti la mia au tomobile che fila veloce, dalle linee rosse. Di tanto in tanto un avvallamento improvviso e brusco della strada, che fa sobbalzare la vettura e mette le ossa a dura vctprova, segna il punto ove cadde nun proiettile. Seguiamo un largo corridoio attraverso il campo nemico. E' uno dei tipici corridoi della guerra spagnuola, che chiamerei piuttosto cordone ombelicale, perchè le città che vi si agganciano ne ricevono il respiro. B: questo il caso del celebre Oviedo, il caso meno noto di Huesca ed infine il caso ignoto di Terucl. Anima guerriera So?io in una cittadina turrita dai monumenti arabi, inerpicati sul colle accarezzato da aure più fresche di quelle di Saragozza e intorno alla quale si vedono i parapetti e le fortificazioni dei rossi, stabilite sul colle prospicienti per quasi tutto il perimetro della città. Questa è semidistrutta. La cattedrale è un ammasso di rovine. Molti quartieri sono scomparsi. Famiglie intere sono state inghiottite dalla morte in un attimo notturno, durante uno dei duecento bombardamenti aerei che ha subito la citta dal 19 luglio dell'anno scorso ad oggi. La storia di Teruel, città della guerra, il modo in cui si è difesa, la popolazione interamente mobilitata dai sedici ai cinquanta anni a scavare trincee che ne assicurassero la vita, le venti offensive rosse, una delle quali scatenata da trenta-tré mila uomini con molto sfoggio di carri armati e di aeroplani contro una guarnigione numericamente infima, per tagliare con fuoco di mitragliatrici la strada vitale dì Saragozza, le pàgine scritte dalla quotidiana battaglia del fronte di Corbalan e del Cerro Gordo, costituiscono uno dei grandi capitoli della guerra spagnuola. La- semplicità con cui questa gente ha affrontato un simile martirio è qualcosa di più bello che il coraggio disperato dei saguntini, che bruciarono la loro città per non abbandonarla ad Annibale. La popolazione si è forgiata un'anima di guerra e vive al fronte. Durante parecchi mesi, Teruel è stata a contatto imme-\ diato delle linee. L'offensiva at-\ tvale, cominciata una ventina di] <7ionti fa, ha trasformato invece la situazione a sud della, città, e\ ha dato all'eroico presidio «no enorme base, ampia di circa sessanta chilometri verso ovest, cioè in direzione di Cuenca: ed è il premio meritato dai difensori di Teruel, che per undici mesi hanno resistito in una situazione che sarebbe stata difficile per qualunque altro esercito. Casi come quelli di queste città del fronte, semiassediate o assediate del tutto, possono sembrare un assurdo dal punto di vista militare; eppure qui si spiegano, più che per le condizioni del terreno accidentato, per l'eroismo che impiegano questi uomini nella difesa tipica di guerra civile in cui la difficoltà stessa è incitamento a, tentarla, a mantenerla, ad imporla. Il piano nazionale Dopo venti giorni, l'offensiva in corso ha avuto per risultato di togliere l'assedio formidabile di cui Teruel era oggetto. E' ancora una città del fronte, ma ha- dietro le spalle sessanta chilometri di terreno conquistato. Il compito specifico della difesa è cessato: gli uomini della guarnigione non sono più eroi della guerra civile, ma soldati dell'Esercito regolare, che dà battaglia in guerra regolare. L'offensiva ha coinciso con l'ultimo, ventesimo attacco marxista. Presso la strada che congiunge Teruel ad Albarracin. i rossi avevano circondata la città, avendone occupata quasi la totalità dei quartieri, salvo la cattedrale, ove si ammassava gran parte della popolazione. Ma. giunsero delle truppe che spezzarono l'assedio. Poi cominciò la marcia verso ovest e verso sud. Il Comando na- cansstprzie-naie voleva che l'episodio non si ripetesse più, e perciò mise in atto il vasto piano maturato da tempo per svincolare Teruel da ogni minaccia e ampliare il cuneo fino a formare un ampio schieramento di fronte al Mediterraneo. Questo piano non solo e riuscito, ma si sta sviluppando verso obbiettivi che è ancora impossibile precisare. Venne espugnato uno degli alpestri bastioni delta Sierra di Albarracin, che si eleva a circa 2000 metri sul mare. Conquistata l'ultima vetta, quella di Sierra Albarracin a quota 18S6, i prestiti rossi di Bronchales e di Monteverde cedevano. La rapidissima manovra Poi l'azione si svolse verso sud: gli obbiettivi si ampliavano. rje posizioni montagnose venivano aggirate, con l'occupazione dei lontani villaggi di Griegos e Guadalaviar, alle sorbenti del Tayo. i Tornate verso Albarracin, per Villar del Gobo, le truppe vittoriose prendevano possesso del versante settentrionale dei Monti Universali e occupavano Noguera, Tramacastilla, Royuela e Torres. Giovedì l'azione veniva spinta sul versante meridionale aragonese e le truppe davano l'assalto al Picco Santa Ana, dove il nemico ten- tò una forte resistenza. Lungo il c,w CQnduce am ^ , nazionali trovarono un bivacco l , r o o a , e a e a l i i ù i o l , -\ -\ i] e e\ o è e à e ù o a n i a e i completo lasciato dai rossi: vi era ammucchiato in gran disordine un materiale eterogeneo; perfino numerosi oggetti di toletta femminile abbandonati dalle militesse. Venerdì, l'avanzata continuava su due colonne: una conquistava Terriente ancora più a sud, sede sino a pochi giorni fa del quartiere generale rosso; l'altra s'impadroniva a occidente del villaggio di Frias e raggiungeva i confini della, provincia di Cuenca. Sabato mattina la marcia proseguiva rapidissima: cadevano in potere dei nazionali i villaggi di Val de Cuenca, Torun, Masegoso e Arraffo f rio. Quest'ultimo è situato a quaranta chilometri oltre Albarracin. Il fronte di Campiello, ad ovest di Teruel, cessa in tal modo di esistere. Conquistate tutte le posizioni a ovest, e a sud-ovest di Albarracin, sui due versanti dei monti Universali, l'attacco nazionale si è spostato oggi verso il sud. Una forte colonna della quinta divisione ha. dato di buon mattino la scalata alla Sierra Carbonera, dopo aver vinta una non molto tenace resistenza dei miliziani rossi, la colonna ha occupato l'importante massiccio e si è inoltre impadronita di posizioni altrettanto importanti quali quella di Vertice Mina e di Torraque, 'e, nel pomeriggio, conquistava il villaggio di Bezas. Sul campo di battaglia ì rossi hanno abbandonato molti cadaveri. Alcuni miliziani, che non avevano avuto il tempo di fuggire, venivano fatti prigionieri, mentre 54 altri si presentavano, con armi e bagagli, avi avamposti nazionali. Un'altra batosta / rossi, che dove non ne prendono si mantengono in prudente aspettativa, hanno tuttavia rinnovili o le loro velleità offensive sul fronte delle Asturie; ma se il precedente tentativo di attacco a nord di Valmaseda- nel settore della Biscaglia era terminato con un sanguinosissimo insuccesso, quello odierno sferrato contro le posizioni nazionali di Quero e di Tresperana non ha avuto maggior fortuna. Lo prova il fatto che le perdite su bile dai rossi si calcolano a oltre un migliaio, e duecento morti già cenano, dopo lo scacco, nei pressi dei reticolati. All'azione ha partecipato anche la scarsa aviazione rossa e le batterie antiaeree nazionali hanno abbattuto un apparecchio, che è caduto in fiamme. Le squadriglie nazionali hanno, dal canto loro, spie, gato molta attività lungo la costa catalana. Un vapore mercantile di tre mila tonnellate è stato attaccato da alcuni, aerei nazionali fra Barcellona e la frontiera francese. Il piroscafo, il cui equipaggio ha perduto ogni controllo, si è arenato ed è stato ripetutamente colpito dalle bombe degli apparecchi na zionali, che l'hanno distrutto. Di strutto è andato pure un battello lancia siluri e gravemente colpito è stato un cacciatorpediniere ros so. Queste due navi scortavano il vapore mercantile. Riccardo Forte i