Parla il chirurgo

Parla il chirurgo Ima tfragxdil operazioni P Parla il chirurgo che tenne un cuore vivo in mano Milano, 2 mattino. pLa eccezionale operazione delIcchirurgo milanese prof. Aldo De\ Frise, che si può dire ha ridonato cla vita all'impiegato cinquantenne ; vAdolfo Lelli, ammalato da tempo, cdi pericardite totale e del quale il rmedici predicevano la morte a po- \ dchi mesi, continua a tenere desto \ vil più vivo interessamento fra stu- fdiosi e profani. Come si è detto,\vti prof. De Frise, in una operazio-\ ti l o e e a . o i . o i d a, o a », e di E' mi n r n a u a a, di di o ; i ne che durò oltre un'ora e mezza, ponendo allo scoperto il cuore del paziente lo ha « spellato » della membrana pericardica che con la sua morsa gli impediva inesorabilmente i battiti; ed ora il Lelli è del tutto risanato, tanto che a un mese e mezzo dall'operazione si è recato iti villeggiatura a Bcc, nei pressi di Premeno, dove vive lietamente, restituito alla vita. La chirurgia del cuore Molto, anche sotto . l'aspetto cientifico, si è discusso sull'ardita e singolare operazione mai comiuta finora nelle cliniche del mondo, per quanto riguarda il caso pecifico. La relazione che il prof. e Frise ha steso sulla operazione sarà pubblicata — e pure questo è stato detto — negli atti ufficiali della Società lombarda di chirurgia. Frattanto, in seguito alle varie notizie e agli svariati commenti, il prof. De Frise e ì consulenti cardiologici prof. Cesare Pezzi e prof. Agostoni hanno redatto e firmato assieme le seguenti precisazioni: « Da tempo — e i»i questo campo eccellono per statistiche operatorie e felici risultati terapeutici noti pochi chirurghi italiani — la chirurgia è in grado di salvare individui colpiti da traumi (ferite) al cuore che almeno pochi decenni fa erano destinati a morte sicura in altissima percentuale. « Da diversi anni la. chirurgiaha pure messo a punto le tecniche e le indicazioni operatorie per quelle affezioni del pericardio di origine infiammatoria, che gravitano in una sindrone clinica denominata « morbo di Pick » e che possono nei casi più gravi portare a una vera e propria costrizione del cuore. Questo viscere non potendo dilatarsi in modo tale da ricevere una normale quantità di sangue, ne consegue che neppure spinge alla periferia durante la sistole una massa sanguigna sufficiente a una normale nutrizione dei tessuti. In questo caso la pericardiectomia (cioè la liberazione del cuore dalle aderenze che delimitano l'efficienza diastolicasistolica) può portare a tali miglioramenti delle condizioni circolatorie da potersi considerare vere e proprie guarigioni cliniche anche a distanza di anni. « In questo ultimo decennio parecchi furono i casi del genere operati con successo in diverse parti del mondo. Da qualche anno, però, una ristretta cerchia di cardiologi e di chirurghi si è rivolta allo studio delle alterazioni dello stesso muscolo cardiaco e delle stesse arterie nutritizie del cuore (arterie coronarie), allo scopo di escogitare — quando ormai era risultata insufficiente ogni terapia medica — mezzi chirurgici atti a migliorare le condizioni del circolo sanguigno, e quindi l'attività del paziente. In caso di insufficienze miocàrdiche per vizi valvolari, il rallentamento del metabolismo organico, e quindi una minore richiesta di lavoro cardiaco ottenuta permanentemente a mezzo di delicato intervento operativo sulla tiroide, ha già permesso di conseguire numerosi e notevoli sue cessi. gbctlplardtdmdssoperuifcldpfisctcGli interventi compiuti « Nei casi di sclerosi diffusa delle arterie coronarie condizionante Z'angina pectoris, l'insufficienza miocardica e di conseguenza diminuzione o soppressione totale della capacità lavorativa con pericolo di morte improvvisa, il problema curativo è stato risolto cercando dì migliorare l'irrorazione sanguigna del cuore, apportando al viscere sangue arterioso da altro punto dell'organismo. Intervento chirurgico, questo, di notevole difficoltà tecnica, che già in qualche caso è stato però compiuto con successo, permettendo la ripresa del lavoro a individui tormentati do dolori anginosi che ne zsucassgp paralizzavano ogni attività sociale. «Nel campo delle affezioni del circolo nutritizio del cuore, resta va però ancora da. considerarsi il caso della occlusione di uno dei rami dell'arteria coronaria. Quan do questo grave fatto morboso si verifica, una zona del cuore, per fenomeni diretti o riflessi di diversa natura, resta quasi del tut to priva di sangue. Ne può cons e i e e i a a a à , o i guire la morte immediata o in un breve volgere d'ore. Superata nei casi fortunati la crisi, riacquistata nei limiti del possibile la circolazione coronarica, l'ammalalo può riprendere la propria attività lavorativa di quel tanto che è in rapporto diretto ai danni miocardici definitivi determinati dalla trombosi. Le condizioni nutritizie del cuore risentono sfavorevolmente, in questo caso, oltreché del danno miocardico definitivo e in sè irreparabile, anche della presenza stessa del tratto arterioso obliterato che costituisce con ogni probabilità una « spina irritativa » ed è punto di partenza di dannosi riflessi vascolari che determinano uno stato di male anginoso. « Le condizioni cardiache ancor iriù si aggravano quando, per i frequenti fatti infiammatori secondari che si accompagnano a lesioni vascolari e miocardiche del genere, insorge una reazione pericardìtica che porta a una sin fisi endopericardica, totale o quasi, con costrizione del cuore. Il caso che è stato da noi felicemente operato rientra in questa associazione morbosa. La « novità » del caso « Trattavasi, cioè, di una costrizione cardiaca di pericardite adesiva, insorta secondariamente a una grave lesione miocardica, determinata a sua volta da una occlusione (trombosi) di un ramo dell'arteria coronaria sinistra e condizionante grave stato di male anginoso. « Tutta l'importanza e novità del caso chirurgico stanno in questa peculiare condizione anatomica, in quanto condizioni morbose simili non sono state finora .oggetto di indicazioni operatorie da parte di chirurghi e di cardiologi. E' per questo che può dirsi che il felice risultato conseguito apre qualche nuovo orizzonte nell'ancora limitato campo d'azione della chirurgia cardiaca d'elezione (cioè all'infuori dell'intervento di urgenza per ferite dirette del cuore), e prospetta in modo contingente l'opportunità dì interventi chirurgici diretti anche alla rimoaione della stessa lesione trombosica primaria (arterioctomia). « Ci auguriamo che queste precisazioni schematiche da un lato smorzino le forti tinte con le quali la notizia è stata pubblicata e dall'altra possano permettere anche da parte del profano una migliore valutazione della vastità del movimento di studi, di indagini spe rimentali e di osservazioni cliniche che pure in Italia si vanno perseguendo, e dalla quale emerso il felice intervento che contro il nostro desiderio è stato portato alla ribalta della cronaca giornalistica ». Come si vede, queste « precisa zioni scientifiche » non diminttiscono, anzi valorizzano l'eccezionale importanza dell'atto operatorio che fa alto onore alla chirurgia italiana. nrrcsdsldcmdspvgTf

Persone citate: Agostoni, Aldo De, Cesare Pezzi, Lelli, Quan

Luoghi citati: Italia, Milano, Premeno