Pattuglia sanitaria nel Fezzan

Pattuglia sanitaria nel Fezzan Pattuglia sanitaria nel Fezzan L'originale organizzazione di un autotreno - 4900 chilometri di carovaniera percorsi in un mese - 9000 indigeni si presentano ai dottori della Missione - Malattie tropicali e ignorante stoicismo delle donne mussulmane - S. E. Balbo fra i medici e gli ammalati o i , , i a a i o i . » d v i e e i i i l , a a e, , r ¬ Ernesto Quadrone inizia con questa corrispondenza una serie di articoli aFfolutamente originali e nei quali descrive un paese per certi suoi aspetti umani quasi ignoto: il Fezzan e il Sahara Italiano. Molti, per non dire moltissimi, hanno percorso le piste di questo territorio, ma nessuno si è trovato, come il nostro inviato', nelle condizioni di poter studiare dal lato sanimi io, le popolazioni che lo abitano. Eirli infatti ha avuto la Fortuna di essere chiamato da S. E. Italo Balbo a partecipare ad una Missione Sanitaria,' davanti ai medici della quale è passata quasi tutta la popolazione indigena del « Territorio del 6ud ». Non quindi descrizione di parsacgii non racconti di avventure, ma una documentazione di alto interesse umano formano il materiale di queste corrispondenze. E' la prima volta infatti che una Missione così importante, viene organizzata per portare, nei piii remoti villaggi sahariani, le conquiste scientifiche nel campo della medicina e le affermazioni di una civiltà la cui luce parte ancora una volta dalla sua unica, millenaria sorgente: quella di Roma Imperiale. (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) HON, giugno. Per la prima volta, una missione sanitaria della grandiosità di quella voluta e organizzata da 8. E. Italo Balbo, Governatore generale della Libia, è penetrata nel territorio del sud Tripolino, ha percorso tutto il Fezzan, ha raggiunto gli estremi confini del Sahara Italiano lungo l'Uadi El Agral e attraverso i manti Acacus, ed è rientrata a Tripoli per altre piste e altri paesi ove mai la previdenza sanitaria e la pietà, avevano potuto arrivare con tanta imponenza dj mezzi. Queste cronache che giornalmente ho redatte daranno una pallida idea della vastità geografica del programma alla quale ha corrisposto la vastità non meno imponente dei problemi scientifici e umanitari che la missione ha risolti. Quattromilanovecento chilometri di carovaniera, settantadue centri abitati e circa novemila individui visitati compongono il quadro topografico, etnografico e clinico risultato dal lavoro della spedizione. Altri studiosi hanno preceduto sulla stessa strada la odierna missione ma, pur lasciando preziosissime memorie e documenti che ancora oggi fanno testo, b per mancanza di mezzi adeguati o per altre circostanze avverse e non certamente ad essi imputabili, nessuno aveva potuto raccogliere su tanta vastità di territorio tanta ricchezza di materiale umano. Consultazioni radiotelefoniche Dirò in seguito come questo muti aspetto da paese a paese, da regione a regione, da oasi a oasi per non dire addirittura da pozzo a pozzo a seconda degli elementi etnograficamente disparati, eterogenei e profondamente diversi gli uni dagli altri che li abitano. L'ordine perentorio, impartito molto tempo prima della nostra partenza da Tripoli dal Maresciallo dell'Aria a tutti i presidi dell'interno fino ai più remoti, ha fatto si che anche la sperduta gente nomade, alla data fissata, si presentasse sulla carovaniera al nostro passaggio e non è stato raro il caso di trovare, dove pure non esistevano palesi traccio di vita, piccoli gruppi di cammellieri in paziente attesa dell'in Autotreno Sanitario del Fezzan ». In tutti i centri Fezzanesl di una certa importanza si trovano dottori e ambulatori da lungo tem po impiantati e benissimo attrezzati ma la distanza intercorrente fra due di questi e i villaggi intermedi non presidiati è così enorme che ben di rado i medici pos sono lasciare la loro sede « scoperta » per il lungo tempo occorrente a raggiungerli. Sono stato trepidante testimone l'anno scorso della tragica avven tura occorsa ad una donna bianca che, ad Ubari, colpita da perito nite venne assistita, a circa quattrocento chilometri di distanza, i adiotelegraficamente, dal dottore di'Gat. Il radiotelegrafista non ha battuto per tutta la notte che una parola: morfina. Attualmente a Tripoli, per colmare queste inevitabili deficienze provenienti dalla difficoltà dell'organizzazione sanitària su una così vasta e spesse volte impervia rete carovaniera, è stata costituita mia scuola per infermiere arabe che, a corso compiuto, saranno distaccate nell'interno. Esse porteranno il loro piccolo ma indispensabile contributo specialmente fra le donne mussulmane che con tanta riluttanza si assoggettano alla visita e alle cure dì un medico. Con la frase sacramentale •* stare vergogna » se ne vanno eroicamente all'altro mondo. Il marito — quando c'è — condividendo le idee della moglie si accontenta, nel casa mi cui m inter¬vvstmtztsfzocfafn o i e vento medico pure indispensabile viene rifintato dalla consorte, di stringere le spalle, serrare i gomiti ai fianchi, alzare le palme delle mani al cielo e pronunciare la fatidica parola che veste tanta forza di rassegnazione o di-incosciente ignoranza: « Machtub », destino. A Cafra, una giovane tebbu affetta da lue si è gettata in un pozzo profondo trenta metri sotto agli occhi del fidanzato il quale, dal canto suo, aveva dichiarato di preferire la propria contaminazione alla violazione del... pudore della futura consorte alla quale era stata proposta — prima del salto nel pozzo — una iniezione endovenosa. Mentre va componendosi in Tripoli, sotto la guida di specialisti dei locali ospedali, questo primo nucleo di infermiere le quali, evitando... i saffi nel pozzo, sapranno assistere ad una natalità, pennellare gli occhi tracomatosi, lavare la testa dei bimbi tignosi, disinfettare una piaga e bendare una ferita. Italo Balbo, ha organizzato, appunto e ha dato da Hon il segnale della.partenza alla missione sanitaria. Ho detto da principio che la spedizione è penetrata nel Fezzan e nel Sahara Italiano: forse la parola « penetrare » può sembrare un po' grossa e troppo salgariana agli ufficiali che vivono nell'interno tripolino e addirittura sproporzionata agli eroici soldati che nel millenovecentoventotto lo riconquistarono. Esplorazione sanitaria Pensate però un momento che i componenti la missione sono me dici, che hanno lunga pratica di corsie di ospedali e di cliniche anziché di vita desertica; considerate che se l'organizzazione tecnica dell'autotreno è stata perfetta quella logistica è diventata, in alcuni casi, approssimativa non già per mancanza di previdenze ma di esperienza e vedrete che non esagero chiamando «avventura» quella che hanno affrontata con questo viaggio esplorativo i quattro medici, sorretti spiritualmente dal dinamismo di S. E. Balbo che si faceva sentire attraverso la radio quando il Governatore in persona non raggiungeva addirittura in volo la missione per confortarla e galvanizzarne la resistenza fisica e morale con la sua presenza. Se volete per un momento dare uno sguardo alla cartina qui riprodotta vi farete un'idea dell'itinerario compiuto. Avverto ancora i lettori non per «eroizzare» l'impresa ma per debito di precisione cronistica, che alcuni centri abitati segnati sulla carta, non consistono ormai che in un mucchio di rovine tra le quali neppure gli indigeni trovano riparo. Essendo le case sahariane — com'è risaputo — costruite di tini, cioè di terra impastata con acqua, una pioggia di dodici ore (fenomeno che si ricorderà per moltissimi anni e per moltissimi anni non più verificatosi, credo ventitré) le ha completamente disofolte e dei paesi colpiti dal flagello non restano in piedi che qualche muro smantellato e le misere vestigia delle moschee simili a termitai sud-africani. L'itinerario che vedete segnato, iniziando da Hon ove risiede il comando del « Territorio del sud tenuto dal tenente colonnello Macola (diciannove anni di esperienza coloniale) e deviando subito sulla carovaniera che conduce a Zella procede nell'interno Fezzanese e Sahariano per Sebha, Murzuch, Uadi El Agial, Vbari, Aue nat, Gat e Brach di dove, risalen dap do finalmente a nord, fa capo una altra volta a Tripoli. Ai suaccennati centri più, importanti si debbono aggiungere le detrazioni compiute per raggiungere dieci dei più, remoti villaggi e che sono state le più dure da compiersi, comportando, queste tappe, attendamenti e bivacchi con tutti i piccoli e grandi disagi della vita nomade. Credo ancora necessario, prima di proseguire nella cronaca, di elencare le diverse qualità del terreno desertico e che potrò così, nello svolgimento di queste note, semplicemente menzionare, senza indugiarmi in altre spiegazioni. Il deserto — almeno credo — è molto diverso, nei suoi aspetti, da come lo raffigura la fantasia di coloro che non lo hanno mai veduto. Generalmente, dicendo Sahara, si pensa ad una distesa di sabbia che le ondate delle dune fanno somigliare ad un mare immobile motivo per cui, al cammello si attacca il ridicolo e improprio aggettivo di « uaue ». Quando parlerò del cammello e del mehari — l'uno, nell'estimazione degli iniziati, è animale da carico l'altro strumento perfetto per le corse e le battaglie — «e-drete quanto sia lontana ridia della nave dalla prodigiosa realtàdi questa bestia eccezionale. Il deserto, dunque, anziché es-sere un'omogenea distesa di sab- bia nel quale caso si chiama«ramla» o « edeien » si presentasotto altri tre aspetti ben diversi.La «sebca» che è un terrenotutto blocchi e zolle che gli confc-riscono, a prima vista la fisonomiadei nostri campi appena arati, dn-rissimo nella stagione estiva epantancso e molleito quella viver-naie e dal quale affiorano, in ogniepoca, bianchissime ed abbaglianti <: trasudazioni » di natram, un minerale molto simile al nostro co-ninne sale da cucina; l'hamada(quella di Murzueh ad esempio)tempestata di enormi sassi neriscintillanti talvolta carne il carbonfossile e finalmente il «serir» —oh! felicità deqli autisti — che èun tappeto elastico liscio e leviija-to, appena cosparso di ghiaietto odi ciottoli rossastri mai più grossidei pugno di un uomo. Ranua, seoca, hamada e serir si distendono naturalmente per centinaia e centinaia di chilometri. Questa elencazione non- ha nessuna pretesa geologica; lui carat- ì fere sbrigativo e profano e basta però a chiarire le idee sulla parola « deserto ». Il quale, tanto pcr completare queste brevi Informazioni, è interrotto anche da montagne con relative profondissime valli chiamate uadi. Di queste nel Fezxan ne esistono tre. Tre grandi solchi che corrono secondo l'andamento dei paralleli c in fondo ai quali di'preferenza e con più abbondanza si trovano i pozzi e per conseguenza le oasi: quella dello Sciati, quella di Ebdl e quella di El Agial, il fantasioso corridoio di circa duecento chilometri che unisce Seìbha ad Ubari, di dove, con un «castigar) di altri trecentosettanta chilometri, si raggiunge Gat, la bianca, la lontana, la religiosa. Dato uno sguardo all'itinerario e al terreno desertico del Fezzan e del Sahara passiamo agli uomini di buona volontà che componevano la missione. I missionari del deserto Il corpo sanitario era rappre-\dentato dal capo missione dottor professor Emanuele Cusati, pn- morto oculista dell'Ospedale Colob liliale di Tripoli; dal capitan^pro-\- fessore Paolo De Paoli, tisiologo i 'dell'ospedale militare di Torino, 'inviato dalla Federazione Nuzìo naie Fascista pcr la lotta contro i la tubercolosi: dal dottor Cafiero, {primario di sifilopatica all'aspe,tale di Tripoli e dal dottor capi-tano Antonino Nastasi, capo re parto infettivi e chiarissimo pe diatra dello stesso ospedale, - A questi nlustri prolessionisti, ■ versati principalmente nello stu (Uo deUe maì(lttie tropicali si è ttggUmta ,a sinnom Rosa Quadro- ne in qualità di segretaria, bene allenata e resistente ai climi afri- i """ * " ascritto, . Della "usswne facevano parte ':"w1J?'t,**e infermieri dell'ospedai'" dl Tripoli, cinque autisti e una \!"nda indigena che fungeva anche \'ìa interprete. ì L'autotreno era composto di due j«B«'lHn» ài »» camion Spa e di 'ine autovetture «Ardita» forni- ti di materiale per medicina generale, chirurgia d'urgenza, oculistica, odontoiatria, dermosifilopatica e batteriologia con microscopio, centrifuga e reagentario completo. g si era provveduto anche ad un apparecchio radiologico portatile per radioscopia e radiografia per il quale è stata usufruita la corrente elettrica prodotta nei far-,,ti,n di Zella, Sebha, Murzueh, Oatì^C ifìaCtl. trctdpn ì o Si lavora nel... forno sahariano Le due auto-ambulanze erano attrezzate di una tenda per medicazione adattabile alla parete posteriore delle vetture ma che alla prova si è dimostrata insufficiente, di lettini di medicazione, di lavabi con acqua corrente contenuta in appositi serbatoi, di armadi farmaceutici in cui le fiale, i barattoli, le scarabattole, le boccie per ipodermoclisi e il corredo specialmente fragile era sostenuto da speciali sospensioni clastiche. Integravano questo materiate scientifico tavolini, sedie da campo, tende, brande e materassini. La sezione dermosifilopatica era stata arricchita in modo particolare dai preparati di efficacia maggiormente esperimentata per la terapìa delle affezioni cutanee da funghi, quali ad esempio la tricofizia e la tigna tanto comuni negli ambienti indigeni e in particolar modo nei bambini. Compito di speciale importanza per questa missione è stato quello della ricerca sistematica della bilarziosi, malattia già identificata in alcuni centri del Fezzan ma di cui non sono bene conosciute, sino ad oggi, la sua diffusione e le località specialmente infette. Il tisiologo professore De Paoli, dal canto suo si era proposto un problema importantissimo: quello di precisare in quale misura la tubercolosi colpisce l'ambiente indigeno nelle varie località dell'interno servendosi della « tubercoliha » per alcuni indigeni specialmente dell'età scolare che, con più facilità si possono raccogliere nei centri di maggiore importanza dove esistono le scuole e che danno risultati più attendibili comparativamente, trattandosi di soggetti della stessa età. Lo studio della diffusione della tubercolosi nella regione del Fezzan è quasi sconosciuto ed ha presentato un problema di altissimo valore scientifico poiché ha attinto il materiale da una popolazione in gran parte immune da contatti con centri ad alta diffusione del morbo. Le ricerche radiologiche (ov'è astato possibile praticarle) hanno -\intearato opportunamente V inri cMeata epidemiologica, -\ Tale questione, àncora molto dibi battuta, si ricollega alle note co\ìw,sCenzo circa u comportamento ideilo popolazioni veri/ini di con tvsgclmcbddnqgdsia i - , . graffio tubercolare, messe specialmente in rilievo dal prof, senato re Saltarelli ed ha acquistato, durante la missione, un immediato interesse pratico in quanto che ha 'messo in rilievo le eventuali necessità dei mezzi di difesa. Fino ad 'ogni gli studiosi non sapevano ancora se esistesse o no, ed in qua;Ue misura, tra le popolazioni del [nostro Sahara, l'infezione tuberìaolare A questa domanda che noi ancora ci ponevamo hanno già inuisce esaurientemente risposto medici francesi per il sud Algerino e Tunisino. Finalmente, altro lavoro improbo <e, per qualche suo aspetto as salatamente originale, è stato qiwllo svolto dal professore Casati. Lio malattie degli occhi, nell'interno Sahariano hanno una diffusione addirittura spaventosa. Su migliaia e migliaia di bambini, uomini e donne visitate se ne so ne travati al massimo si e np un centSnaio immuni dal tracoma chedalia /orma più semplice, sale alle sita più alte disastrose espressioni. Unax domanda può venire a que-sto proposito spontanea: come maina bimbo di tenerissima età, giàcolpito' da tracoma con complican¬ze, non sarà, nel tempo, ridotto alla cevitàt Cicc.ti-i ve ne sono relativamente pociii; dico relativamente perchè, la percentuale di essi è imponenti!. Ripeto però che ve ne dovrebbero essere almeno il novanta pcrcento dulia popolazione, d'ila laspaventosa diffusione dei morbdi ogni genere e natura clic tormentano yjli occhi di questa povera gente. A tale domanda risponderà necorso della missione, con grande precisione- e sicura competenza l'eminente oftalmico professore Casati. Abbiamo aperto, per la prima volta, le aic.toambulanze sulla piazza di Hon ove la missione ha iniziato il siccji lavoro. Il termometro segnava i quarantaquattro gradall'ombra. Eimestc Quadrone TUNISIA' L'ITINERARIO COMPIUTO I COMPONENTI E LE MACCHINE DELL'AUTOTRENO SAHARIANO davanti al fortino di Brach.