Maes si conferma il più forte Lapébie e Vicini fermi sulle posizioni

Maes si conferma il più forte Lapébie e Vicini fermi sulle posizioniTre volate nelle ine tappe dei Pirenei Maes si conferma il più forte Lapébie e Vicini fermi sulle posizionI GII onori della giornata: due vittorie a Meulennero, una a Canario CDAL NOSTRO INVIATO) Luchon, 17 notte. Un giornalista francese, all'ultimo dei tre arrivi di questa giornata, cosi riassumeva il contenuto essenziale, per non dire esclusivo, delle tre tappe, odierne: «. una volata a Bourg Madame, una volata ad Ax-les-Tcrmes, una volata a Luchon, e c'est tout t>. Era un po' pessimista il collega, ma molto meno lontano dal vero che dalle previsioni. Come si poteva infatti pensare clic in 325 chilometri, con dislivclli complessivi di oltre quattromila metri, in una corsa che cominciava prima dell'alba, e finiva al tramonto, con degli uomini che stavano a gomito a gomito in classifica generale e che avevano interesse di lottare per il minute, non avvenisse quasi niente di notevole e non si concludesse niente del tutto? Corse inconcludenti Eppure questa stranezza è avvenuta oggi e in essa si è consumata una delle giornate più attese del « Tour », con grande delusione di quanti ancora si attendono da questo giro cose interessanti e giurano che non è detta l'ultima parola sul suo risultato finale. Gli è. cari, mici, che le competizioni ciclistiche, contrariamente a quanto ne pensano gli osservatori novellini o improvvisati e superficiali, hanno le loro leggi, clic nessun atleta o organizzatore si può permettere di sfidare e tanta meno di violare. E una di queste leggi, che vi ho ricordato altra- volta, è che non si può pretendere dai corridori che lottino a fondo per tutti i giorni di diverse settimane e se lottano prima, non lottano più dopo, e un'altra è che chi comincia il « Tour » in gran forma lo finisce calando, e una terza, infine, è che non può finir bene chi ha fat*o da prima spreco di forze; e tii ite e tre queste leggi hanno il rispettivo viceversa. Nelle prime due tappe c'è stata mancanza della minima intenzione da parte di chiunque di saggiare le proprie e le altrui forze e di impiegarle per il raggimi gimento di un obiettivo di con quista. Ma nella terza sono ba stati pochi momenti, poche mos se per far capire agli attori in teressanti e a noi osservatori che non c'era proprio niente da fare per. modificare lo stato di cose creato a Montpellier, per non dire a Marsiglia. Mi sbrigherò in poche parole delle due prime imrti. Esse furono, tomo a dire, completamente vuote e inconcludenti, tanto da farci pentire di avere interrotto il sonno alle tre per metterci, alle quattro, al seguito dei corridori, anch'essi ancora pesanti di sonno, e niente affatto disposti . a disturbarsi a vicenda. Pace completa fino a Vinca (Km. SO) dove Ambcrg cominciò a dare la sveglia con scatti che non garbavano affatto a Marcaillou, sicché tra i due che si erano andati staccando con Martano e Danneels, ci fu uno scambio di manate, di cui fece le spese, oltre Amberg, anche Martano. Entrambi caddero e l'uno ruppe la ruota anteriore, l'altro quella posteriore. Un robusto vento contrario e freddo ci disturbò, finché dopo Prades (Km. kS) si cominciò a risalire la valle. Si doveva andarefino a 1622 metri, ma posso senz'altro dirvi che per i trenta chilometri che durò la salita, ora quasi insensibile, ora più pesante, ma mai dura e sempre su •magnifico fondo stradale, non avvenne proprio nulla che meriti di esservi detto, fino all'ultimo chilometro che portò a Moni Saint Louis. Qui Pappo si produsse in una vivace galoppata che gli fece toccare la vetta un centinaio di metri prima di Vicini e degli altri. Puppo cercò difendere sull'altipiano — largo e ridente mosaico di piccolissimi prati multicolori — e poi in discesa- il suo modesto vantaggio, ma non ci riusci. A dieci chilometri da Bourg Madame tutti erano di nuovo insieme e nella volata che s'impegnò nella strada principale del paese, Meulenberg non fece fatica a vincere su Frechaud e Vicini. Per poco il cesenate non si era presi .',.'> secondi di abbuono. I corridori, passato il traguardo, dovettero frenare per non andare a, finire... in Spagna. La frontiera, infatti, è più oltre di una cinquantina di metri, segnata da una sbiadita bandiera e custodita da quattro ragazzi in malandata divisa di miliziani. Tentativi inutili Facemmo dietro front, e dopo mezz'ora partimmo per la seconda tappa. I venti chilometri di lenta ascesa ci avvicinarono ai piedi del Puymorcns, giungendo al ponticello che agli anziani ricorda la tremenda caduta di Camusso, di due anni or sono, quando dovette ritirarsi. I belgi si misero a battere un passo modesto e regolare, tenendo compatta la formazione per i lenti e facili gradini che si sovrapponevano inalzandosi sugli ampi fianchi della montagna, battuta come sempre da. un ventaccio che soffiava , dall'altro versante. Nessuno si distaccò fin quasi in cima, quando Berrendero cinse la. guardia dei belgi e andò a passare primo sul culmine, inseguito a cinquanta metri da- Vervacckc, Vicini, Maes\ e Lapébie. Niente di fatto, quindi,] neppure in questa salita, e nem-> meno nella discesa che fini, si può'' dire, ad Ax, nelle cui svolte Canario potè prendere quella- decina-di metri che gli assicurò la vittoria. Salterò senz'altro al 26" chilometro della terza tappa, dove la salita per il Col de Port diveniri veramente dura. Vicini operò uno scatto, più che altro, credo, allo scopo di sondare le disposizioni di Maes. Il quale rispose con tanta sicurezza che l'italiano deve aver subito capito con chi aveva da fare, e, una volta raggiunto, oltre che dalla- « maglia gialla- », do Vervaecke e Wissers, non tornò più alla carica. Goasmat, Martano e Gallien si alternarono poi al comando senza impegnarsi e alla fine Vicini tentò di partire da solo, non fosse altro che per il punteggio del premio della montagna. MdVrlsbivfGmtadgVlltdgMdgdpMg Ma non gli fu permesso; lo precedettero 'nell'ordine; Berrendero, Vervaecke e Wissers, mentre Maes rimase alla- sua ruota. Questo colle, quindi, non solo non aveva valso per far guadagnare alcun abbuono a Vicini, ma aveva dato indicazioni tutt'altro che favorevoli a lui; il suo avversario lo fronteggiava con tutta autorità. La- discesa e poi il piano fino a Girons ricostituirono completamente il gruppo, che a questo punto era sulla- modesta media di 26 all'ora. Maes l'ora e riprende E vengo senz'altro alla- scalata del Portet. Amberg, alternandosi con Maes, ridusse a una dozzina gli uomini-di punta, fra- i quali Vicini e Martano. Fra costoro la lotta, ebbe una lunga sosta fino alla cima, dove Berrendero la spuntò anche questa volta, precedendo di quattro secondi Vicini, danneggiato da una vettura, di 8" Kint e Maes, di 15" Vervaecke e Gallien, di 20" Cosson, Amberg e Lapébie. Nuova ricostituzione dell'avanguardia nella brutta e pericolosa discesa- nella, quale Martano forò; poi, improvviso sconvolgimento. Maes aveva forato! Mentre il belga scendeva per prendere la ruota da, Kint, Vicini e Camusso tentarono la fuga sul Col d-'Ares, con Gallien, Lapébie, Wissers, Carini e Cosson. Speravamo, si capisce, che fosse la- volta buona per il nostro Ma-rio di riprendere qualche cosa- a Maes. Ma breve vita ebbe la nostra speranza. Non mi pareva . che i due italiani andasseroforte come la situazione richiedeva. Dietro, invece, Maes, cambia-ta ruota, si riavvicinava con foga impressionante: Non credo sia durato più dì quattro chilometri t/suo inseguimento, in cui si tirò dietro Canardo e Berrendero. Parecchi altri vennero |poi ad nff-lgiungersi a costoro nei venti cW-lùttietri che rimanevano per iu-chon e in volata, tanto per cam- biate, McMfcnbetv/ vinse da gransignore Da questa rapida cronaca immagino avrete capito chi in questo momento mi sembra che vada più forte. Maes ha dato oggi parecchi punti alla sua maglia gialla per meglio assicurarsela; non che abbia guadagnato niente, perchè le posizioni sono del tutto immutate, ma egli ha dato così chiara prova della sua attuale superiorità sugli avversari che gli sono rimasti che, a mio avviso, non può essere regolarmente battuto. Il primo ad essere convinto di ciò è, a 'sua confessione, Vicini. /) quale, però, non ha affatto rinunziato a- tentare ancora un colpo dopodomani. Bene ha, fatto oggi Martano e discretamente, nell'ordine, Camusso, Introzzi e Romanatti, Di quello che ancora rimane, specie per noi, d'interessante in, questo « Tour » e della possibilità che esso si concluda solo a Parigi, mi riprometto di intrattenervi nella giornata di riposo dì domani. Giuseppe Ambrosìni IL GRUPPO PROCEDE COMPATTO ALL'ATTACCO DEL COL DE PORT. Martano, con alle spalle Vervaecke e Vicini. in prima posizione (Telefoto).

Luoghi citati: Ax, Bourg Madame, Marsiglia, Parigi, Spagna