L'apoteosi della Spagna nazionale rievocata dal generale Franco di Riccardo Forte

L'apoteosi della Spagna nazionale rievocata dal generale Franco L'alba del " secondo anno trionfale 99 L'apoteosi della Spagna nazionale rievocata dal generale Franco Verrà il giorno in cai coloro stessi che ci discutono, renderanno nn tribnto d'ammirazione alla gioventù spagnola (Da uno dei nostri inviati) San Sebastiano, 19 mattino. Da ieri mattina, la Spanna nazionalista si raccoglie nel ricordo dei svoi caduti o celebra con riti jiatriottici l'anniversario della guerra civile. Per il governo del generale Franco il « secondo anno trionfale», come è stato battezzato da un decreto l'annata 1937-38, è cominciato ieri mattina. Da per tutto la popolazione, tinnita, intorno alle autorità civili militavi e religiose, ha esaltato i martiri e ha. rinnovato ■omessa di {are una Spagna i, concorde, unita. cavalieri della Spagna A ella vicina- Bilbao, occupata appena quattro settimane fa dall' truppe nazionali o legionarie, i commemorazione ha. assunto un calore e una vivacità particolari. Le strade erano fitte di popolo che manifestava in forma tumultuante la gioia della ancor recente liberazione. Ma i capi militari, che hanno soprattutto vivo il culto dell'onore e della gratitudine, hanno voluto dare alla dimostrazione di patriottismo un carattere meno festoso e hanno con pensiero aiistero e commovente raccolto una parte della cittadinanza nel cimitero monumentale della città, dove si sono svolti funerali solenni dei trecento ostaggi civili — uomini non combattenti e donne — che furono giustiziati dagli estremisti prima dell'arrivo delle truppe. Il sindaco di Bilbao ha annunziato, a tal proposito, che il Consiglio municipale darà ai corpi delle vittime seppelliti qua e là 'dai loro carnefici, l'onore della sepoltura. Perciò essi saranno riesumati e poi seppelliti degnamente a Bilbao stessa, che essi — la maggior parte venivano da Irun e da San Sebastiano in qualità di carcerati — avevano nobilitato con un anno di martino e poi con la loro morte. A tutti loro è stato conferito un titolo gentile e bello: quello di « Cavalieri di Spagna ». La provocazione Ieri sera, alle ventitré, il gen. Franco ha pronunziato dal microfono della radio di Salamanca l'atteso discorso « a tutti gii spagnoli». Il generale ha ricordato, prima di tutto, le circostanze in cui avvenne l'insurrezione militare del 18 luglio e i motivi che la giustificano. « Le leggi quotidianamente violate, l'insulto continuo alla Patria, l'apologia della violenza, lo smembramento del territorio nazionale, le ingiurie all'Esercito, l'incendio dei conventi e di chiese, l'assassinio dei capi di aziende, il controllo delle strade ìiazioìtali da parte di bande estremiste, le classi operaie sfruttate dagli istigatori al delitto, la preparazione clandestina di milizie armate per la rivoluzione comunista, il prestigio dell'Esercito abolito: tale è lo spettacolo che offriva la Spagna nel luglio 1986. Il popolo volgeva lo sguardo verso l'Esercito e l'Esercito, muto per disciplina, vigilava ». Il gen. Franco ricorda poscia le circostanze del ripugnante assassinio dì Calvo Sotelo, strappato dalla sua casa all'alba del 13 luglio dà diciassette guardie d'assalto con un mandato di comparizione della sicurezza generale, e ucciso freddamente in un cimitero, . « La sera del 17 luglio — prosegue Franco ■— scoppiò l'tusurrezione. Il governo, sorpreso e spaventato, distribuì frettolosamente tutte le armi di cui disponeva a energumeni senza fede e senza patria. La rivolta trionfava già in numerose Provincie, ma era soffocata in altre. Migliaia di ufficiali e di borghesi morivano dinanzi ai plotoni d'esecuzione. Un grande ' dignitario della massoneria, il signor Martlnez Barrio, presidente della Camera, era chiamato a formare nn ministero che avrebbe dovuto dar ragione all'esercito, ristabilire l'ordine e ottenere il ritorno delle truppe nelle caserme. Ma una ora dopo la costituzione di questo governa esso fu tradito e soverchiato dalle orde armate dei suoi predecessori c rovesciato con la forza. Il terzo governo, del fronte popolate spalimi uva le porle delle carceri distribuiva le armi agli assassini e ai ladri preparava la più terribile rivoluzione clic co:\o:ea la storia. L'opera sociale «Nel frattempo i veri patriot', callisti di Navarro falangisti di Cartiglia affluivano all'Esercito. Tosto comincia l'avanzata vittoriosa. L'ardere deilc truppe colmava le deficienze iniziali dell armamento; Mudivi ern minacciata. L'assassinio degli ufficiali a bordo delle navi da guerra, non impedì ad alcuni uomini risoluti di ricostituire poco a poro una fiotta che ora domina il mare *.E Franco i-icorda i principali fatti d'arme della campagna. Pas sa quindi al bilancio sociale e politico di un anno di governo nella Spagna nazionale. Sono promulgate leggi generose. « Ma nel campo della politica estera — ha proseguito il Capo dello Stato nazionalista — la nostra crociata ha ottenuto, fin dal principio, il riconoscimento del rango che le spetta. Il nostro desiderio di relazioni cordiali con alcuni popoli ha cozzato contro interessi bastardi, che hanno i-uscitato delle difficoltà. Però, a poco a poco, la ragione prevale. I trafficanti di armi possono negoziare con i nostri nemici, i capitalisti del regime borghese arricchirsi a nostre spese, le logge massoniche ostacolare la nostra marcia, noi viìiecrcmo lo t-tesso. Verrà il giorno in cui coloro stessi che ci discutono, rcndei-anno un- tributo di ammirazione alla, gioventù spagnola, che vince delle battaglie per l'Europa e libera il mondo da un terribile flagello. « Non dimenticheremo... » < Noi non- dimenticheremo coloro che hanno compreso fin dal principio il nostro sforzo e che, come l'Italia, la Germania ed il Portogallo, hanno stretto le nostre mani agli inizi difficili della nostra lotta ». Il generale ha poi annunciato che la Giunta tecnica di governo che ha sostituito la Giunta nazio- naie di Burgos, quando egli assmise personalmente la direzione dello Stato, sarà a sua volta sostituita «da un organismo r.mminìstrativo di maggiore am- piezza che risolverà i problemi nazionali nell'amlrto del diritto pubblico », cioè da un Governo regolare* Dopo questa importante dichia-razione, il Capo ha esaltato la fusione degli spagnoli di tutte le classi e di tutte le regioni, che forgiano in questi, giorni nelle trincee una vera unità nazionale prima inesistente. Industriali, avvocati, studenti, lottano a fianco degli operai. Quitte miglior garanzia per la concordia delle classi, dopo la guerra? Il generale Franco ha chiuso il suo discorso con il grido: « Spagna, in piedi! Viva la Spagna!». Riccardo Forte

Persone citate: Cartiglia, Navarro