Atmosfera di dubbi per i " tricolori,, al "Tour,, di Giuseppe Ambrosini

Atmosfera di dubbi per i " tricolori,, al "Tour,, Piani tattiche speranze ed apprensioni di uomini e squadre Atmosfera di dubbi per i " tricolori,, al "Tour,, Bartali non parla e pare sfiduciato - Vicini è troppo solo per resistere agli attacchi degli avversari coalizzati - Camusso e Martano hanno possibilità limitate (DAL NOSTRO INVIATO) Nizza Mar., 12 notte. Che cambiamento ha fatto la nostra situazione al «Tour» da Ginevra a. Nizza! Dopo le prime cinque tappe i rilievi che si potevano fare erano questi: Bartali era. sì, quarto in classifica, ma i tre uomini che lo precedevano non ci preoccupavano affatto; essi erano Bautz. la cui struttura, il cui stile, la cui azione sul Ballon d'Alsace e sulla Faucille avevano fatto grande impressione, ma che non poteva essere diventato di colpo un « assi&simo » c che non aveva compagni che potessero sostenerlo nelle posizioni raggiunte; quell'Ardui mbaud che ogni anno al principio del «Tour» o prende la maglia gialla o c'è molto vicino e poi crolla all'improvviso perchè- non sa distribuire le sue forze, non sa recuperare e non ha il morale del « Tour »; e infine quell'Amberg che doveva il terzo posto quasi esclusivamente nella prova, fornita nella breve incursione nella sua Svizzera ed alla poca considerazione in cui era tenuto dai suoi avversari che gli permisero una fuga che ad altri più pericolosi avrebbero vietata. Era meglio allora.., Praticamente, quindi, per noi, Bartali era già « maglia gialla » a Ginepro. Ma, anche a stare ai risultati ufficiali, essi erano soddisfacentissimi, come non lo ei-ano mai stati. In fondo, si erano pus- dsaie ìè tappe dei nord senza che \l\Gnostro campione non solo non per-] desse niente in confronto dei belgi\ce dei francesi, ma, anzi, miglio-i srasse posizioni e minuti II n'yimo1 cbelga, l'ex maglia gialla Kint, era\ìa ire minuti dal toscano; ma si lui vinto alla vigilia del «Tour» aveva illuso i suoi ammiratori e che egli ormai non è più corridore per questa corsa, perchè trop had.w ^iw *f.vwut.» vvwwj ^w.^..^ ». ~e . po signore ed incapace di fare larvlunga «via crucis » delle Alpi e , hdei Pirenei; Lapébie era ancora\bpiù indietro ed anche egli sembra-'Bva destinato a crollare con il suo vcompagno; e Vervaecke, il nostro s« nemico numero B ». aveva già: sperso mezz'ora. A conti fatti,] Qquindi, Burlali non aveva ormali fpiù da far capitolare che Mues. iti dquale andava migliorando, sì, mu> rnon poteva fare in tempo a pre-,vsaltarsi sulle Alpi nella forma.] snecessaria per respingere l'attac-lco che Bartali gli avrebbe porta-', \to, secondo il plano lungamente'<meditato e noto a tutti. l&cLe uniche note non liete del nostro bilancio erano: il ritiro di Servadeì e di Generati; le cattive condizioni di Cimatti, anche egli prossimo all'inevitabile abbandono; le non soddisfacenti condizioni di Martano, che ci avevano ormai fatto rinunciare al piemontese come probabile vincitore; il ritardo di Camusso, non però ancora tuie Bda farci rinunciare a quello che\doveva essere l'eventuale sostitu-.to di Bartali. A Grenoble non era vanto mai giunti con il nostro alfiere davanti a tutti i belgi e ai francesi degni di considerazione. Bilancio consuntivo, quindi, lietssimo, tanto più che si ricollega va con quello preventivo d'elle] tappe delle Alpi, che lasciava adi- to alle più rosee previsioni. Le previsioni furono realtà il giorno del Galibier. in cui, senza]esagerazioni, il «Tour» sembrò] ai competenti virtualmente finito,] solo affidato a quell'imprevisto che] tiene sempre in sospeso ogni «Tour» fino al suo ritorno a Pa rigi. La- superiorità di Bartali fu quel giorno così schiacciante che, facendo im calcolo approssimati¬ vo, si portava a circa un'ora ilìvantaggio ceni il quale l'italiano^sarebbe giunto a Nizza. Con sìmi- sle bottino si poteva serenamenteìsnwyi>,io^,i ——aurebbe più potuto portargli mainla maglia gialla. \cInvcce. sapete quello che è sue-] fcesso. Non sarebbe questo il primo] '/danno in cui perderemmo il «Tour» per sfortuna. L'episodio di BrìanCon rimarrà famoso nella storia di questa gara come il colmo del maleficio piombato su dì una sqwidra e su di un uomo. Incidente stupido, triplice, di conseguenze gravissime per tutte e tre le vittime, e, quello che più- conia, capitato ullu vigilia di tappe che più d'ogni altra richiedevano la. disponibilità di tutti i mezzi fisici e morali. Maes ora va forte apddpEMa la situazione sarebbe tutt'al-\dtro che disperata se Bartali tor- \nasse l'uomo del Galibier, Dieci minuti egli li potrebbe prendere in [una delle tappe dei Pirenei; l'altra lgli rimarrebbe a disposizione per mettere in disparte un tale vantaggio da poter difendere da Puu a Parigi. Dico questo anche sagendo che Maes non è più l'uomo strpz del Ballon d'Alsace e neppure deh Galibier, ma ha molto migliorato.i Se vi ricordate, quando in prin-UclPio del « Tour ?■ si constatava la stranezza di una squadra belga che se ne stava quieta quieta ncl-ì ìe taJP'c del «pavé» e anche ini '"' dissi che l'ordine d'ai- hanno fatto lo stesso effetto a chi alleva, nelle gambe i JiQÒO del Giro d'Italia. Non sarebbe forse lontano dal jtun auawut yu/citr lu/iiurtu uhi verò chi dicesse che. mentre Moes ha fin qui proceduto nella para- bola ascendente della sua forma,'Bartali ad un certo punto si è tro-' vaio in quella discendente. Quc sto motivo può aver coinciso o es sere stato affrettalo dalla caduta, Questa è la tesi, che aspetta non ferma, di coloro che, considerali do come, in fondo. Bartali non ha riportato forile di notevole .'/ni-,vya, interpretano le sue condì- > s,om nelle due ultime tappe conicil"1. s.e!Jn° d> un regresso di jorma, \ì,Kfto..0 accelerato come vole-\<e- dall'incidente di Briancon, «JieU&T's^.X ^rt%o&come vi dicevo ieri sera, è che Bartali, liberato dalla sensazione di dolore che gli davano la ferita e le contusioni al ginocchio, al dorso e alla mano, possa ricostituire il suo potenziale nervoso, quello che indubbiamente ha maggiormente sofferto nel drammatico volo. Non vi nascondo, se volete co¬ noscere la mia opinione, che dubito. nell'un caso e nell'altro, che Bartali possa essere sui Pirenei l'uomo che è stato e che avrebbe potuto essere sulle Alpi. L'incerto sta ancora nel grado di recupero e di ripresa, che, anche non com pleti, potrebbero, con il compenso ] della superiorità di classe, ripor tare il nostro corridore a domi "«re Maes sui prossimi monti T»"e ìe nostre speranze sono af]fidate a questa possibilità, ] Rnrlnli a ì knltrì ] ««rum e i ucigi ] Ho cercato stamane di capire che sensazione Bartali abbia del le sue condizioni, dato che non vi è esame medico che possa stabilire la precisa menomazione dei suoi mezzi atletici. Ho trovato ìGino nelle mani di Villu, occuputo ■- ^a leggere giornali e posta. Pur--stroppo la nostra conversazione èjìstata un paio di volte interro!tu .- *-\ .— . - inata normale non si può sperare \che il delicato e robusto motore)] funzioni a piena carburazione. ] L'aspetto era discreto, non or'/imo, mentre l'umore era quello di chi non. vede scuro. Dalla hoc-]ca, Gino non lasciava trapelare nulla e ormai sono ire giorni che gli si rivolgono le stessè domande »ie 7m»ino le stesse risposte, on s, sa se dar credito o He se cut non e non vale la pena di farle. Bisognera lasciare la parola aifatti. Certo i belgi non devono avere ancora i sonni tranquilli dopo che Bartali ha dimostrato ieri di poter tenere loro fronte, cioè di aver fatto meglio che nella tappa in cui ha dovuto quasi crollare. Essi non s'illudono, di aver liqui \dato tanto avversario. Negli am-\bienti del « Tour », anzi, i più giù- rano sulla ripresa e sulla vittoria ![di Bartali e tanti stimane- la sua llclasse. Uno dei guai, però, del no- [stro corridore, sono io quelle quattro itappe a cronometro in cui bisogna |rassegnarsi a perdere altro tem-;po, mentre l'altro è la compattez- jza della squadra belga e l'accordo I h piò o meno tacito che esiste fra i belgi e francesi per non tener con- Uo anche dei tedeschi, ai primi le- gati fin dai giorni in cui Bautz era « maglia gialla ». ì Un rilievo di cui dobbiamo fari tesoro è che il Belgio, a differcn- sa di noi, dispone di un nucleo digiorc disponibilità dipende dal fatto che quasi tutti i nostri rappresentanti sono reduci del Giro d'Italia; a maggior ragione bisogna trovare una buona volta il modo di venire in Francia con la'vera e integra rappresentanza del ' ,. > cn,„ e Guerra sono'due precedenti i ,wn dimenticati. La fortuna di Vi cj„j è .stufa... la caduta che ha fut-\to „eH„ decima tappa del Giro eU'/f alto, nella discesa di Rocca d&-Up°'--e ^ al * e nostro valore tecnico. Ma questo è un discorso da rinviare ad altro momento. Passiamo ora a parlare del miracolo Vicini. Egli non è il primo caso di un nostio corridore che in Francia trova improvvisamente la via- della fama. Il povero Bottec e tiro. Non si è, così, affaticato ed ha potuto prepararsi a dovere. Al- ro esempio di sostegno alla mia vecchia tesi, altro motivo di evidenza elementare. Finora Mario iene il campo con una freschezza e un'autorità che lo fanno la figu¬ a più simpatica e interessante'del «Tour mondo è possibile, anche i miracoi, se Dio vuole; ma ci vorrebbe proprio l'intervento divino per otenere con Vicini quello che noli potremmo con Bartali. A parte la differenza di classe, che la rive- ozione potrebbe, almeno in parte, \eliminare, Vicini non può, a rigo-'re di logica e tecnica, combattere [ad armi pari, come individuale. ]con Maes clic dispone di un'intiera squadra, e anche di altri, per resistergli fino alla fine. Se lo facesse sarebbe un super Bottecchia. A mio avviso, egli potrà aspirare ad un posto di grande onore nella classifica generale e al primato di categoria; pretendere di più potrebbe portarlo a sforzi pericolosi, oltreché vani. In quanto agli altri nostri, c'è solo da augurarsi che tanto Camusso e Martano, quanto Roma¬ e a - nattì e Inlrozzi continuino ad essere utili a Bartali, sia nelle tappe in linea che in quelle a cronometro. Non c'è più da sperare che Martano possa disporre della sua gamba e fare grandi cose. Gli occorrono una cura radicale e riposo. Gli altri stanno benone. Domani inizieremo la serie delle tappe del Mezzogiorno, e il caldo si prepara a crearne l'atmosfera infuocata; riprenderemo inoltre quella balorda novità dille più tappe in una, di cui la seconda a cronometro per squadre. Dopo aver fatto in lìnea, i 169 chilometri fino a Tolon\. sarà data la partenza a squadre per arrivare a Marsiglia, in 65 chilometri. La nostra squadra è stata completa ta con i lussemburghesi e un olan , \dese, che sul passo non sono delle -'nullità. I francesi saranno con gli e [svizzeri; con i nove belgi andrà . ]l'inglese. Vicini e Vissers saran r . e a i è ¬ no, dirò così, capi batteria; con l'uno andranno tutti i numeri dispari di classifica, con l'altro i pari della' categoria. Potete immaginare che miscuglio ne verrà fuori! E magari Vicini aura per compagni dei belgi... che faranno il giuoco di Maes e di Vissers! Ma quando gli organizzatori francesi e italiani si convinceranno che tutto ciò non è sportivo, né serio, nè onesto? Giuseppe Ambrosini I COMPONENTI LA SQUADRA TRICOLORE AL BALCONE DEL LORO ALBERGO A NIZZA (Telefoto). VICINI e MAES, entrambi in maglia gialla; il duello fra questi due uomini rappresenta uno dei motivi più interessanti del «Tour».