GLI ASBURGO E LA STAMPA

GLI ASBURGO E LA STAMPA RITAGLI DI STORIA E RITAGLI DI GAZZETTE GLI ASBURGO E LA STAMPA Francesco Giuseppe confessò nel 1898 di non avere mai letto, durante mezzo secolo, nemmeno un libro - Leggeva però i giornali , n o , e i , e . e r n a e ù a n o a a e, a o oia à, ic- n a- lo VIENNA, luglio. IFrancesco Giusepp» salito sul atrono nel 1848, confessò nel '98 al IRe di Sassonia di non aver letto durante mezzo secolo, nemrrenoltun libro. Aveva l'Imperatore una | idiosincrasia per il libro in gè-1 „„.? nirvvnaii no loo-p-evn e "ria ' S^^tferi\p"^él 'ecla portata della sconfitta di Sado- i wa. Le persone che gli furono vicine riferiscono che usasse legere un largo riassunto di quotidiani d'ogni partito e d'ogni regione: un capitano provinciale £,udó freddo vedendolo informatissitiKi su periodici dei quali egli non conosceva l'esistenza. Sua Maestà teneva a sapere con esattezza le direttive politiche dei diversi giornali e non tollerava che gli si nascondessero notizie. Influenze sulla stampa non volle però mai esercitarne — in caso di bisogno ci pensava la censura — e perciò non fu in grado di accontentare Anton Bruckner, che alla domanda se avesse qualche desiderio, rispose pregando Francesco Giusepp d'indurre il critico musicale della Neve Freie Presse ad essere meno severo verso di lui. Rodolfo giornalista Una più vasta concezione del giornalismo ebbe l'arciduca eredi- tario Rodolfo, che provava gusto a scrivere lui stesso articoli non di rado violenti e forniva a gior-1nalisti suoi amici interessanti in formazioni, con l'avvertenza che Iper tenere nascosta la fonte r.on si sarebbe dovuto datare da Vicn- na. Nemico dell'ufficioso Fremden-lblatt, conservatore, riunì 1 capi' tali per la fondazione d'un gior nale democratico, e quando il giornale vide la luce segui attento i servizi degl'inviati speciali, dicendo di volta in volta quale di essi avesse fatto bene e quale avrebbe potuto far meglio. Le arciduchesse prediligevano le gazzette leggere e insignificanti: la loro cultura non era appesantita da eccessivi studli, quindi l'interesse si limitava ai pettegolezzi ed ai fatterelli di cronaca. Lo stesso si potrebbe dire degli arciduchi, salvandone quel Leopoldo Ferdinando che per sposare un'artista rinunziò ritti e privilegi e si. borghesizzr. in Leopoldo Wòlfling. Francesco Ferdinando, uomo cui vedute potevano essere larghe e meschine, intui nella stampa uno strumento utile ai suoi piani e n^ è n p a ni, no ... un e- ni la di erse ro el e 0 u- to no.. me co na eky esan e uol il sse Mi raosi ^l^rS^e i gabinett! al potere non regnò mai cordialità di rapporti, perchè i ministri, è chiaro, anche se fosse stato lui a farli nominare, dovevano ubbidire in primo luogo a Sua Maestà suo zio: ciò nonostante l'arciduca ereditario non esitava ad influenzare perfino gli or- gani governativi. Il dottor JuliusSzeps, ex direttore del Fremden-blatt (morto qualche anno dopola guerra) ha narrato in sue me-morie che Francesco Ferdina"-lo trovandosi in Rumenia, ricevè una ate ate comprensibile ira. Subito la responsabilità di tal contegno venne attribuita al conte Aehrenthal. e il ministro degli Esteri, non essendo disposto ad assolvere le funzioni di capro espiatorio, fece stampare nel Fremdenblatt quattro righe nelle quali si precisava che alle arciducali dichiarazioni i fattori responsabili fossero estranei. Uscito questo comunicato, altri giornali replicarono, e ne nacque una polemica che costrinse il Fremdenblatt a rispondere. Per ultimo una mattina il dottor Szeps si senti chiamare al telefono dal castello del Belvedere, residenza di Francesco Ferdinando, e comunicare in nome dell'arciduca, col quale non aveva avuto mai contatti, che quella polemica era tempo di smetterla e che avrebbe fatto-bene a rifiutarsi di pubblicate altre noterelle gradite al BallhausOsteggiato sia dall'erede al trono che dal capo dello Stato Maggiore Conrad, Aehrenthal, per amore dpace, agevolò la fine della polemica. Ma i rapporti tra Franresco Ferdinando e il Fremdenblatt non ebbero tempo di consolidarsi. V affare Hofrichter Poco dopo l'ufficiale di Stato Maggiore Hofrichter, avendo attentamente studiato i quadri, sconvinse che se un paio di colleghi non se ne fossero andati aCt l i aebb stata lentissima: dato ciò, spediim al colleglli dei dolciumi avvelena-j ttl e 14 mandò effettivamente al- ; t l'altro mondo, col risultato, tut-j atavia, che invece di far carriera ! m venne scoperto, arrestato e con- : r dannato, cosa che suscitò uno! p scandalo da non si dire. Il prò- ncesso si svolse secondo il vecchio t codice militare austriaco, cosìlM con la contessa Sofia Hohenberg, sotto la condizione che la consor te non sarebbe diventata arcldu1 chessa e che i figli nati dall'uniovecchio che il ministro dellaj pGuerra von Schonaich, deciso a! criformarlo, pregò il Fremdenblatt di appoggiare l'idea con qualche! articolo. Il dottor Szeps aderì e!nscrisse un primo articolo i"vocan- ido che i processi militari divcn-;stasserò pubblici e verbali. Fran-iCcesco Ferdinando ebbe un attac-;sco collerico: un organo governa-jztivo osava attaccare istituzioni | gmilitari? Imperdonabile: non vi si npoteva rimediare che costringen- Fdo il direttore del Fremdenblatt \ prima a ritrattarsi e poi a dimet- ■ tersi, i Non essendo avvenuto nè l'ùn fatto, nè l'altro, l'arciduca eredi-. tario dovè rassegnarsi ad aspet- j tare migliore occasione. Un'occa- sione venne, nell'ottobre del 1909, ma non quale lui 1 attendeva:, l'Imperatore, avendo finalmente acconsentito alle nozze morgana-1 tiche di Francesco Ferdinando ! Fremdenblatt di spiegare che quel 'titolo non implicava nessun mu ! ne sarebbero rimasti esclusi dalla I successione ereditaria, si com I piacque di fare della contessa Hohenberg una duchessa. P™-, l dente, Aehrenthal incaricò il ! tamento di rango : Ferdinando vide nell'interpretazione ufficiosa un tentativo di attenuare l'importanza del gesto dello zio — il che era vero — e ordinò al cerimoniere di scrivere j una acconcia lettera alla direzione del giornale, per disdiro l'abbonamento e pregare che la sospensione dell'invìo avvenisse su-ì bito. Irascibile Francesco'. , Iegli prendeva deci-isioni sulle quali poi rifletteva:;cosi riflettè anche su questa, e|1£m£ k^en-fSn0, fortuna! Itissimo nostro confratello che an-1rissimo nostro coniraceito cne an cora oggi accoppia al vantaggio f basso prezzo.quello della più I larga diffusione in Austr.a. Bu-larga so prezzo e larga diffusione indi cano che la Kronen Zeitung è de stinata ad una speciale categoria di pubblico, sicché è lecito chiedersi come mai Francesco Ferdinando abbia tenuto ad esserne let- - ! tore. s! „ ... ... ,. \ Sua Altezza e il barbiere o: - Cl° avverme perchè una 'mattina ''arciduca, mentre il suo fedelea 1 parrucchiere Melniklo pettinava iministro degli Esteri conte Berchj told con tanto di timbro «urgen ; te » sulla busta, e volle quindi j aprirla subito: e leggendola non ! mancò di accorgersi che il par : rucchiere alle sue spalle sbirciava ! per sapere anche lui quale comu nicazione urgente il conte Berch- told avesse dovuto fare. Il signor|^lMelnlk. era uno dei pochi che si saseleree glastad, g.caj potessero permettere di scherzare N ! con Sua Altezza, però tanta au- ! sc dacia varcava i limiti, ! Stupefatto, Francesco Fcrdi!nancj0 invitò il figaro a smetter ia subito. «Ho già smesso, rispo;so caimo il signor Melnik. So già -iCn che si tratta...» quindi aggiun-;so cne le informazioni confiden-jziali contenute nella lettera uri | gente lui le aveva lette al mattino i nella Kronen-Zeitung. Francesco - Ferdinando .riscontrata l'esattezza t \ dell'asserzione, disse al ministro - ■ ucgli Esteri quattro parole a do_ i vere e si abbonò al giornaletto nel pbtrclobLpr—rtfinapn quale le noterelle politiche quasi j i-. .scompaiono tra fattacci di crona- j Ca e disegni, o volti truci di delin- quenti. , Fu dai giornaIi Che Francesco :, Giuseppe apprese, una mattina e dell.ottobre del 1913, che il nipote -1 aveva faUo licenZiare a Trieste o tuttl gl.lmpiegatl sudditi italiani: l'arciduca aveva dato ordine al luogotenente di Trieste principe Conrad Hohenlohe direttamente, senza degnarsi di consultare il presidente del Consiglio, Sturgkh, e il ministro degli Esteri, Berchtold. L'impressione in Italia fu l ! ricorda e che i giovani possono immaginare. Il direttore del Frem a a -, ™nera7inne l ! ?" _l^che Ja no^a «eneraz.one o e e j -ì «rnlml«isno'Ìe"W"!' «trovava per caso a Ro-1 ma e da Vienna lo pregarono discretamente di tentare di avvicinare Giolitti e di San Giuliano. Lo riceverono entrambi. Di San Giuliano, che parlava il tedesco a meraviglia e conosceva a memoria quasi tutto il «Faust» nel testo originale, disse di essere mente convinto che Trieste non fossero I allo scopo di offendere -ima che 35 milion :;,^ diversamente: per ac-|e| • a! I giornalista viennese - noioso,*\n-1 mua n0n Pre°==uPante. Riconobbe|n cne „ Governo austriaco sa- o bb t { difficile rimangiarsi i ù decre t ^ dichiarò feche se u-!vieiml'l¥eB( fatto un gest0 sin. cero d'amicizia, quale ad esempio avrebbe potuto essere la concessione dell'Università italiana, lui si sarebbe sentito in grado di mu- i e a eit- I Se il direttore del «Fremden-1 blatt f questo episodio 1 avesse I raccontato già nel '13 o nel '14, [a ■ i lettori del suo giornale avrebbe-. e, ro più facilmente capito, nel '15, ma, come mai ]a guerra contro l'Au- ;tare radicalmente gli umori nella ! penisola. |\

Luoghi citati: Italia, Rumenia, Sassonia, Sofia Hohenberg, Trieste, Vienna