In Somalia del generale Frusci

In Somalia del generale Frusci UN LIBRO DI GUERRA In Somalia del generale Frusci « Anche la guerra è un rito, forse il maggiore e certo il più solenne. Pone 1 suoi altari sulle cime dei monti, nelle piane assolate, fra 1 recessi delle selve profonde. Ha per chiesa lo spazio infinito; per spettatori tutte le genti del mondo. Sceglie le vittime fra gli stessi celebranti: i suoi sacrifizi sentono il generoso sangue della balda gioventù guerriera. E, come ogni sacra funzione, ha lunghe pause di raccoglimento e brevi ore di intenso lirismo. Infine, sulle are sparecchiate, scende il silenzio ». E' bello che un libro di guerra, scritto da un uomo d'armi, rechi sulla prima pagina, come spirituale dedica ai morti e ai vivi di un'impresa, parole di cosi alta poesia, (1). E' come un comunicarsi con la Patria, varcando le soglie di un tempio, il tempio delle memorie eroiche. Ed è soprattutto il desiderio, in chi narra, che non restino sterile olocausto * la dura fatica dei combattenti e il nobile sacrificio dei caduti », ma rappresentino per i più giovani « un fecondo incitamento alle grandi opere di pace e l'eredità più preziosa dei loro maggiori ». Ual Ual Tappe sanguinose e faticose furono quelle percorse dal R. Corpo Truppe Coloniali della Somalia Italiana, durante la conquista dell'Impero, n comandante del corpo, generale Luigi Frusci, racconta la febbrile preparazione delle sue truppe, le lunghe marce da esse compiute a traverso inenarrabili difficoltà di clima e di terreno, i vittoriosi combattimenti sostenuti dai suoi legionari, i sacrifici di sangue, gli episodi di valore. La narrazione — che ha semplicità soldatesca e immediatezza di espressione ed è inoltre corredata da un'ampia documentazione — comprende il periodo che va dalla vigilia alla conquista di Harar. Ual Ual: i nostri primi morti, la nostra prima vittoria sugli imbaldanziti abissini, oltre milleduecento, che ci stavano di fronte agli ordine del fitaurari Sciferrà, quegli che aveva affermato ai capi rer Abdulla: « Vi mostrerò come, con uno spillo, sgonfierò la vescica italiana a Uarder e Ual Ual ». Ha inizio in Somalia, il 27 dicembre del 1934, la mobilitazione. Gli indigeni « si presentano ai centri di mobilitazione, indossano di nuovo, ambiziosi, la divisa; riprendono, fieri, la loro arma ». Si costituiscono nuovi battaglioni, nuove bande, mentre salpano dall'Italia le divisioni destinate ad operare in Somalia. Il generale Frusci, partendo da Roma, riceve chiare direttive: assicurare nella lontana colonia al più presto un complesso di forze tali da poter garantire l'integrità della Somalia contro una aggressione etiopica e concorrere efficacemente alle operazioni svolgentisi in Eritrea; intensificare e completare l'apprestamento militare entro l'ottobre del 1935: cioè una forza complessiva di ben 33.000 uomini fra indigeni -delle bande, regolari arabo-somali delle varie armi, regolari eritrei, regolari libici, nazionali. E anche creare la necessaria attrezzatura logistica. Gigantesco lavoro organizzativo . che non avrà soste fino al termine della campagna. In nove mesi il R. Corpo decuplica la sua forza e diventa uno strumento solidissimo di guerra. Il comandante, prima di narrarci le azioni guerresche delle sue truppe, ci descrive 1 suoi uomini. Il somalo è alto, ben formato, «loce, resistente, spensierato, accurato nella pulizia e nell'uniforme, sensibile alla disciplina; verso di lui è necessario essere sereni, umani, giusti. E' valoroso nel coni, battimento. « E' uno dei migliori soldati del mondo » scrisse S. E. De Vecchi di Val Cismon, soldato esperto e profondo conoscitore delle qualità guerriere del somalo. Anche l'arabo possiede ottime doti di combattente: è anch'egli buon marciatore, intelligente ed astuto, calmo nel combattimento, valentissimo tiratore. I dubat che, come è noto, furono organizzati la prima volta da S. E. De Vecchi molti anni or sono e meritarono il fiero appellativo di « arditi neri », hanno dato in questa guerra magnifiche prove di valore e di fedeltà. Accanto alle truppe di colore operano in Somalia con eguale bravura reparti nazionali. « Tutti hanno combattuto eroicamente senza distinzione di arma e di corpo. Tutti hanno fatto il-loro dovere ». E' il riconoscimento del loro comandante. I soldati Dopo lo scontro di Ual Ual la preparazione etiopica, iniziata almeno da un triennio, viene accelerata. I commercianti europei di materiale bellico offrono 1 loro servigi al Leone di Giuda. La ferrovia di Gibuti trasporta ininterrottamente materiali di guerra. Vengono riattate piste e strade. Missioni miUtari straniere «lavorano con zelo» per addestrare l'orga nismo militare etiopico. Si provvede alacremente ai servizi militari, agli approvvigionamenti, ai collegamenti. Si intensifica la propaganda fra i giovani e presso le popolazioni somale di confine. E intanto si spostano truppe, armi, munizioni, viveri lungo la camionale Harar-Giggiga. In un secondo tempo si farà altrettanto verso la frontiera eritrea. Lungo lo scacchiere somalo sono sul piede di guerra circa 60.000 abissini Il 3 ottobre il generale Graziani dà il via alle truppe della Somalia. Il comandante del R. Corpo ha già assunto il comando del settore centrale, quello di Belet Uen. Conquista di Gherlogubi, di Burdodi, di Dagnerei, di Gheledi: rapide operazioni che rettificano la copertura ed eliminano i presidi avanzati abissini. Poi, col concorso dell'aviazione, è la volta del forte di Gorrahei che domina l'Ogaden meridionale. Il nemico viene re• spinto al Giarer. e intanto il generale Graziani liquida 11 pazzesco sogno di ras Desta che è pglagTHHosefemcFdstFricoteloRLmpptolefeeèmadtlaql'attpcdmngglditdcgfnsdsmslrmpqntsrsclgstgsgtcltcprècdsng(1) «In Somalia «ul Fronte Meridie mie* - Gen. Luigi Frueci. • Editore: Cappelli, Bologna, quello di penetrare nel Benadlr e paralizzare la nostra spinta a nord. Battaglia del Ganalo Doria, conquista di Neghelli. Il comando del settore centrale pone il suocampo a Gorrahei. Occupata dainostri Danan, il degiac Nasibù rinuncia ai suoi propositi offensivi Ed ecco, mentre il nemico pre para una grande manovra strate- gica, il generale Graziani sferrala batttaglia dell'Ogaden, la terzagrande spallata sul fronte sud. Tre nostre colonne convergono su Harar. ne.r itinerari diversi, ner Harar, per itinerari diversi, per occupare tutta la vasta regione e serrare il nemico in una morsa di ferro: la colonna di sinistra al comando del generale Nasi, quella centrale al comando del generale Frusci, quella di destra al comando del luogotenente generale Agostini. Gli eventi incalzano. La colonna Frusci dovrà « combattere e non ristare, vincere e non fermarsi e continuare il cammino e combattere e vincere ancora ». La colonna, attraverso le enormi diffl- I colta del terreno, avanza inesora |bilmente. Viene poi rinforzata dal ila legione Parini « organismo sin jgolare,. nuovissimo, mirabile », Gli i abissini vigilano nella zona di lBirgot. Telegrafa il generale Graziam: « Non bisogna permettere j che il nemico, iniziando eventuale ritirata, perda il nostro contatto, : ma bensì una volta afferrato, come |!cani mastini, bisogna perseguirloijsenza più perderne traccia». qt 3Pp„nHn i= Vv,n=„-ii„ I L„fJL?i Z ? i W Dauag.lla' * ^"i ! ePÌS0C 1 dl Valore non si contano, peiche tutta la battaglia è un a°-!lo episodio eroico»^ Cadono 1« P"; ricalai oircua umciali e soldati ,nostri, combattendo leoninamentebE ancora una volta la vittoria è raggiunta. La colonna contraiciespugna Scssabaneh e punta su ! Dagabur e Harar. In meno di un i mese essa ha percorso 600 chilometri a piedi ed è riuscita a do-|mare con le armi e col cuore deli suoi legionari la tenace resistenza nemica e 1 avversità di clima e di terreno della sterminata Insidiosa I c di rosso le tappe delle altre co lonne, accanto ai somali, ai libici, a goliardi della Mo6ntanara regione. E sono caduti 24 ufficiali, 18 nazionali e 810 indigeni. E nuovo tributo hanno offerto generosamente alla vittoria le altre unità ?eL.%5.°r?° ?_S!5"d°,f Lf^U^ì° militi forestali, « Curtatone eai carabinieri, ai ™- " "• Gianagobo, Uadi Korak, Scgag, IDagamedo. Gunugadu, Farso, Ha-irar hanno nome questo tappe. Mprifl[rHn f,.oro R. c. Corpo !TruppefeColoniaIi dcIla Somalia, Med^,la d'oro agli eroi purissimi,De R ege Tnesa uro, Menicucci, Pa-bottini, Lordi, Andolfato, Bonsi- | Pietrocola. ammanisti. i6 Ljam0 CQn raccoglim-cnto ! nllMtb„6 Hhpn Hpl „npra,p LUjg]1 questo libro del generale Frusci. E' una n gina di storia della conquista del- i Frusci. E' una nuova gloriosa pa |rlm B, una nuova esaltazio i yirtu riere dclla no t u millenaria, I Giacomo Carboni