Mobilitazione dell'affarismo contro la pace d'Europa di Giuseppe Piazza

Mobilitazione dell'affarismo contro la pace d'Europa Neutralità e mio mi Intervento Mobilitazione dell'affarismo contro la pace d'Europa Berlino, 5 mattino. In questa « pausa di meditazione *, come i giornali la chiamano, fra il rigetto delle proposte italo-tedesche e l'attesa di nuovi piani che si annunciano da parte inglese, si indovina a Berlino il fitto lavorio ed il disperato sforzo di pressione che deve avvenire nell' ombra, in questo momento, sui due Governi britannico e francese da parte dei soliti spregiudicati circoli dell'affarismo politicante produttore d'armi, per fare del tutto fallire il progetto italotedesco e risolvere così la crisi del controllo e del non intervento, negativamente, vale a dire col puro e semplice (ritorno allo stato di libera quanto proficua fornitura di armi a qualsivoglia delle due parti e, magari, a tutt'e due. Penoso dilemma' Dappoiché questa è l'alternativa con cui in questi circoli viene rappresentata la situazione in questa pausa di riflessione, che da tutti si augura possa riuscire salutare: o da questa pausa uscirà qualche cosa che sostanziai spgmglandnslM3teriavtcpntpgoqmente riprenda e realizzi il sanoisprincipio di neutralità e di con-|vtrollo proposto dal progetto italo-[ntedesco, ovvero, in caso diverso, equello che ne uscirà sarà nient'altro che il ritorno allo stato selvaggio, della pura e semplice libertà di fornitura di tutti verso tutti, che è quello che purtroppo da tante parti, da troppe parti è desiderato. Basta considerare come V affarismo spregiudicato, uso in tali situazioni a premere spietatamente, con tutto il suo peso, sui Governi, sia nel caso presente alleato del fattore bolscevico, il quale per deliberato proposito è egualmente interessato alla distruzione dell'ordine europeo, per rendersi conto di quanto vasto sia il fronte di saldatura di interessi politico-affaristici che si sta formando e che in questo momento preme per il fallimento totale del progetto italo-tedesco — fronte al quale aderiscono poi tutte le varie gradazioni dell'antifascismo internazionale, anche se non comunista, ma timoroso sempre di vedere la zona iberico-mediterranea colorirsi di fascismo — e misurare quanto grave sia il pericolo che sta correndo ila pace nel momento in cui scriviamo. Così, la denuncia è la sana reazione antiaffaristica provocata ieri dalle pubblicazioni fra candide e ciniche del Daily Express ed an- làiics,me, da qualche organo francese, led è ripresa anche più decisamen- !te, oggi, dai giornali. I fautori della rottura Il Bocrscn Zcitung scrive: « Noi non sappiamo che cosa abbia più decisamente influito alla equivoca condotta della Sottocommissione di venerdì: se, cioè, | più sia stata la pressione del fronte popolare, o l'influenza dell'Ambasciatore sovietico, o il rigido contegno di Eden in tutto ciò che riguarda l'Italia e . la Germania, ovvero sia stato invece quello spirito di affarismo a cui ieri il Dnìly Exjyress ha dato in così classica forma espressione, quando ha detto che il Paese del più perfetto commerciante dovrebbe mirare a togliere di mezzo tutti gii impedimenti ed a far sì che i rossi di Valenza ricevano per buon contante, buone armi. Certo è, però, che venerdì 3corso, intriganti e manovratori nell'ombra, e registi nascosti rimasero gravemente delusi per il fatto che la Sottocommissione londinese non avesse pronunciato un netto « no », ma avesse lasciata aperta la porta ad altre possibili trattative ». Il giornale continua recando testimonianze di stampa di ogni paese, le quali depongono come, del resto non soltanto in Inghilterra ma anche a Parigi, dai numerosi ambienti dell'asse MadridMosca si aspettava non già una chiusura di non accordo che la¬ npinpdabencofaMQznpfinsvtnazmitttiptgsciasse ancora le porte aperte, I cbensì una vera e propria defini tiva rottura, la quale aprisse invece la vìa al deciso appoggio e rifornimento ai rossi; e la delusione al riguardo non mancò quella sera — ricorda il giornale — di trovare ingenua espressione alla radio, per esempio, di Strasburgo che come si sa è ufficiosa. « I prossimi giorni — così conclude il giornale tedesco — ci diranno se abbiamo da fare con politici che stanno con noi fianco a fianco per arginare l'incendio Spagnolo, ovvero con gente che, quale aiutante militare, fornitrice d'armi o faccendiera del bolscevismo, sia deliberata a preni3ere sulle proprie spalle la grave responsabilità davanti al Tribunale della storia, come complice dei distruttori della civiltà ». La Frankfurter Zeituny, in una delle sue note da Berlino, le qua- hmpVlaamnli sono notoriamente il portavoce , del Ministro per gli Affari Este- ii, si domanda, rabbrividendo, se'veramente l'Europa sia pronta eideliberata a lasciare crudamente !strappare da mani cosi spregiu- ìdicale il velo della politica di ìneutralità che, per quanto tenue e trasparente è pur così perico-ìIosa. Ahimè, che cosa accadrebbe :se tutfad un tratto questo velo;fosse strappato lasciando appa- :rire nient'altro che la pura e bru- ta politica degli interessi ? La DOrta è lUttOra aDerta r r Ma un simile quadro è insop- portabile all'immaginazione e so- stanzialmente non se lo rappre-. senta nessuno prevedibile possi giornali si augurano che la pausa momentanea possa portar consiglio, come la notte; ed esortano l'Inghilterra a considerare che altre possibilità non vi sono se non quelle poste dall'alternativa detta in principio. •s Quel che la prossima settimana ci porterà — scrive il Voclkischer Bcobarhtcr. sottolineando l'augurio — non possiamo sapere. Ma cosi il piano italo-tedesco in 3è stesso, come l'obbiettivo contegno degli ambasciatori Grandi e Von Ribbentrop, danno la garanize. che da parte nostra una intesa è sempre possibile, sol che anche dall'altra parte si abbia la volontà di tenere d'occhio la realtà dei fatti e di non lasciarla offuscare da considerazioni tattiche ». Quello che si chiede all'Inghilterra è soltanto di ritornare un poco sull'atteggiamento di venerdì e di fare ora quel completo e ponderato esame delle proposte italo-tedesche che l'altro giorno non fu fatto, cai risultato ora di vedervi sperabilmente quello che vi è e quello che esse isono: un progetto, cioè, che sai|va tutto, salva, vale a dire, il [non intervento, salvando di esso e con esso persino quel < control nella linea della bilità. Tutti i| — e lo effettivo» cosi in terra come àrsole "e a' mÓdoTo'ro)Tn "quanto in mare, a cui in Inghilterra ed in Francia sembra tenersi tanto (solo che vorrebbero esercitarlo che le proposte italo-tedesche costituiscono un « controllo combinato » delle potenze del Comitato insieme col controllo delle due parti in lotta: il che è il so-lo modo veramente efficace di esercitare il controllo che comin-cerebbe soltanto ora ad essere esercitato sul serio. A questo fine il solo mezzo, nient'altro che mezzo, allo scopo, sembra essere il riconoscimento della qualità di belligeranti a tutt'e due le parti; mezzo, ripetiamo, non fine a se stesso. Ma siamo sempre li: è proprio sul serio che a Londra ed a Parigi si vuole il controllo e con esso la neutralità? Ecco la vera domanda. Giuseppe Piazza

Persone citate: Von Ribbentrop