Il "Patron" del "Tour,, ai nostri campioni: " Ora tocca a voi vincere!"

Il "Patron" del "Tour,, ai nostri campioni: " Ora tocca a voi vincere!" Il "Patron" del "Tour,, ai nostri campioni: " Ora tocca a voi vincere!" I *' tricolori „ a Parigi - Fotografie, autografi, festeggiamenti, discorsi alla radio - Una " galoppata „ di novanta chilometri - La questione dei premi - Attesa sempre più viva - Ultima novità: anche i giornalisti " punzonati „! (Dal nostro inviato)' Parigi, 28 notte. In un salotto sportivamente arredato e decorato di quella vecchia carcassa di palazzo, sporca e puteolente come un barile di baccalà, l'ultra settantenne Direttore dell'Auto, con a fianco il suo aiutante maggiore Goddet, saluta, uno ad uno, i componenti della squadra italiana che Vittorio Spositi gli viene presentando. Rivedo Desgrange dopo due anni; la curva delle spalle si è un po' accentuata, ma ogni tanto uno scatto la drizza come in gesto di ribellione alle leggi del tempo che quest'uomo pare volere sfidare: i capelli, sempre folti, si avvicinano più al bianco che al grigio; ma gli occhi ancora sfavillano, penetrano, frecciano irrequieti e luminosi. La parola è pronta, arguta, amichevole e acquista vivacità dal gesticolare nervoso e sécco. Presentazione Il primo ad essergli presentato è Servadei, che lo supera di tutta la testa, tanto che il vecchietto gli si attacca alla spalla come spiccando il sajto per mettersi alla pari. Al nome di Introzzi, accenna allo sforzo che tante volte ha fatto per pronunziarlo bene, lui che da anni sta pazientemente studiando l'italiano. Alla presenza di Bartali allarga gli occhi, come per [arsi di colpo una impressione giusta dell'atleta che non r-nbsne che per fama e che lo deve interessare enormemente, se su di lui tiene fisso lo sguardo più a lungo Saluta con mólta cordialità, cornei vecchi amici che ritornano. Mar- tano, Morelli e Camusso, mentre con una tacita stretta di memo riceve Cimatti e Bossi, che, per quanto abbiano corso parecchio in Francia, egli non ha mai visto in bicicletta, perchè non segue altre gare che il suo « Tour ». Quando la sfilata è finita, Spositi porge il saluto a nome della squadra, lieta dell'occasione di venire a correre sulle belle strade di Francia e fiduciosa di poter finalmente arrivare a cogliere la vittoria. Spositi dice queste graziose e liete cose in italiano: «Perchè — aggiunge — so che voi studiate la nostra lingua » ; ma le dice così in fretta, che Desgrange, che finisce di non capire niente', lo ferma subito e gli risponde in francese pregandolo di dire ai suoi « ragazzi » che li ringrazia della visita e che crede sia giunta la volta che gli italiani vinceranno. « Cinque anni i francesi — dice; — due i belgi; ora spetta a voi e io ve lo auguro di cuore ». Un coro di « merci » — è la prima- parola che i neoparigini hanno imparato — saluta l'augurio del « patron », attorno al quale tutta la nostra comitiva si raduna per affidare all'obbiettivo del nostro Mazo il ricordo di questo primo atto ufficiale del Giro di Francia. I nostri tredici corridori erano giunti nella mattinata, dopo un letto che ^JfìWJ^l ìhC m\comodo e più lieto non poteva es-1 sere. Villa, attardato per le operazioni doganali delle biciclette,, giunse col treno successivo. Rossi< attendeva i compagni alla stazione insieme a buon numero di nostri connazionali, fra i quali il conte Bonacossa. Faceva gli onori di casa il signor Cazalis del aAssl'« Auto» con i rappresentanti di [quasi tutti i giornali parigini. In ricognizione Giunti all'albergo e sistemati nelle rispettive camere, in accoppiamenti che cambieranno di volta in volta, percliè Spositi non vuole che si creino gruppi, nè che vi siano differenze di amicizia o di simpatia, i corridori, fatta colazione, si prestarono all'assedio dei giornalisti e dei fotografi, distribuirono autografi a centinaia, gironzolarono nelle vicinanze dell'albergo, fino a far venire l'ora del pranzo; un breve riposo, la visita al « Patron ■»; poi ritiro delle macchine al velodromo di inverno, dove Spositi e Martano hanno parlato alla radio. Mentre gli altri rientravano all'albergo, Cimatti, Morelli, Simonini e Vicini andavano sulla prima parte del percorso della Parigi-Lilla, facendo conoscenza con,la salita di Pecq e le strade fino a\Pontoise: in tutto una novantina]di chilometri sotto la guida di Ci- matti, pratico delle strade, a pas- so molto svelto. Sulla salita, in cui ci sarà un premio di due mila franchi, Simonini e Vicini hanno provato ad attaccare Cimatti; ma questi ha risposto molto bene, come per far capire che mercoledì quei due bigliettoni potrebbero finire in tasca sua. All'albergo di via La Fayctte sono affluiti di ora in ora gli aggruppati del Tour, di cui i più solleciti erano stati ieri Maes e Vervaecke, fuggiti per disperazione da casa loro, ormai assediata da tanta gente portatrice di auguri, da rendere la- vita impossibile. Si dice che i due belgi abbiano compiuto una preparazione speciale che, a detta del loro massaggiatore Beeckman, che l'ha consigliata, dovrebbe averli migliorati del venticinque per cento in confronto dell'anno scorso. Vedremo gli effetti di questa misteriosa cura rinforzante. Simpatia Anche il commissario belga Adant giura che solo Maes può vincere il « Tour », nessun altro. In quanto agli italiani, egli è così generoso da attribuire ai nostri delle buone affermazioni, ma nessuna probabilità di vittoria; per lui il solo pericolo sta in Speicher. Ma il signor Adant è conosciuto per un simpatico e allegro commissario ed anche per uno sbruffone, cui i successi di questi due ultimi anni devono aver dato un poco alla testa. Potrò sbagliarmi, ma a stare a contatto anche con i dirigenti francesi ho avuto l'impressione che qui si sia stufi delle vittorie dei belgi e dell'aria di superiorità con la quale essi pretendono di venire a far da padroni assoluti in casa d'altri. « Se non dovessimo poter vince- re noi — mi diceva uno che ha le mani in pasta nella squadra fran cese— preferiremmo che vincesse un italiano piuttosto che un belga». ficxle di quanto sia farlo Staremo a vedere se queste dichiarazioni di simpatia sono sincere o no. I belgi sono giunti alla spicciolata, e nei pomeriggio la squadra era al completo. Con la sua vettura è giunto anche il direttore della squadra, il collega Steyaert, « Napoleone » del ciclismo belga... Anche i tedeschi, gli spagnoli e i lussemburghesi sono già presenti. Ho domandato al nostro commissario tecnico come era stato risolto il problema fondamentale della divisione dei guadagni. E' superfluo dire che in una corsa in cui dovrà funzionare il gioco di squadra, che sacrifica alcuni a beneficio di altri e magari di uno solo, le fatiche di ognuno non possono essere ricompensate in base all'elenco dei premi vinti e dell'ordine di arrivo. A evitare sperequazioni ed ingiustizie, è stato stabilito che Spositi ogni giorno assegnerà un punteggio, in base al contributo che ciascuno avrà portato alla, conquista dei premi, cioè al suo comportamento in corsa. Alla fine tutti i guadagni saranno divisi per il numero dei punti distribuiti e il quoziente, moltiplicato per il numero dei punti da ciascuno assommato, rappresenterà il rispettivo guadagno. A spiegarlo, il meccanismo sembra più difil sistema è invece semplicissimo e, data l'esperienza e l'equanimità di chi deve assegnare i punteggi, promette di èssere pratico e di render contenti tutti. Il che è, per ognuno, una- molla ad esser più utile possibile alla squadra e un mezzo per fondere in un blocco le [energie e le volontà. Siamo cosi ormai giunti alla vigilia della partenza del Tour. Da ieri nella rue del Faubourg Mont- Gildctsvhnogsstpnzscimdpmdepaagcaga1tppsmartre davanti aH'Auto è steso un ltclone su cui c'è scritto, è vero, v« Arrivée * invece che « départ », smn che fa egualmente sapere aUajvgente che passa che di lì mcrcole- \ tdi mattina si incamminerà il cor- icteo delle squadre e degli indivi-1 qduali e delle cento vetture al se- ( eguito per andare al Vésinet a\ prendere il «via» dalle mani di.sfeAnfomiio Magne. Davanti al giornale organizza tore già fin da oggi la circolazio ne era quasi impossibile, tanto Bspriin questo agitarsi di mondo spor-\ fivo cosmopolita l'italiano si me-\ scolava- al francese, il fiammingo;0 al tedesco, l'inglese allo spagnolo\3 e all'olandese. n Intanto al Velodromo d'Inverno] ^ corjidori ritiravano le loro mac-!nchine e i giornali locali /accunno! stargare le loro vetture. Domani ; Dsarà la nostra volta: per avere dj-lsera il via vai di interessati chetpsaliva e scendeva le scale di legnoìrc/ie conducono ai fari uffici, l'in- s301-70 di vetture che si fermavano nsulla strada 0 entravano a porro-1pre e prendere bagagli c stampati,j tgomme e maglie, casse e giornali.Igritto di entrare nei recinti degli arrivi dovremo farci fissare at polso un braccialetto di duralluminio che non potremo più abbandonare per quasi un mese e che porterà il nostro nome. Quest'ultima trovata dell'illustrissimo] « Patron » non mi pare davvero lai più geniale... Giuseppe Ambrosinì e giunta a Parigi. nugolo ammiratori.

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