UNA SOLUZIONE troppo semplicista di Lloyd George

UNA SOLUZIONE troppo semplicista UNA SOLUZIONE troppo semplicista plesso si piio constatare che ... £rime imp*essiom, molto favoreJ voli, sono state sensibilmente modificato, dopo una più attenta lettura del discorso, e sopratutto dopo che sifè conosciuto il poco edificante dibattito seguitone, con relative espettorazioni di Lloyd George. Mewsa a punto precisa Il commento più esauriente e appropriato, si dichiara in questi circofi, è l'odierno editoriale del Poprìla d'Italia, che è riprodotto per esteso dai giornali, ed è stato radiodiffuso da tutte le stazioni deliReich. L'articolo del foglio della .Rivoluzione è giudicato come una concisa e precisa messa a pulito! Le considerazioni sono non so/io opportune ma anche nccesss.ric. Chamberlain, adunque, ha esortato felicemente; e si deve ammetf-e™ chc 11 Pri™ Ministro bri('tannico ha tentato, sia pure a mo'do suo, di contribuire alla disten'Merlino, 26 notte, [La cronaca registra, anche og-!gi, notevoli i»>chi al discorso prò- nunciato da /Chamberlain. In com-1 lei co perchè, proprio in omaggio as !la tcona 0 al P«agone che dir sione generale. E' indipensabile, però, che alle belle parole seguano i fatti. Purtroppo non si avverte nemmeno una parvenza di probabilità che ciò possa avvenire a scadenza più o meno breve. I fatti sono venuti finora soltanto dali'Italia e dalla Germania, le quali hanno dimostrato di essere animate da sinceri concreti proposi:; di collaborazione, mentre le cosidette potenze democratiche non hanno esitato a sabotare la solidarietà europea che sempre per merito di Roma e di Berlino aveva potuto rifare capolino. Chamberlain ha riconosciuto senza riserve la prova di moderazione fornita dal Reich ed ha rivolto una esplicita rampogna all'opposizione parlamentare e alla stampa autorevole responsabile, in misura forse decisiva, della situazione « grave ma non disperata ». Anche a questo proposito là messa a punto del Popolo d'Italia è, si dice qui a Berlino, quanto mai tempestiva: sono precisamente i delittuosi sistemi della propaganda antifascista che creano l'atmosfera di agitazione e di panico propizia alle complicazioni ordite da Mosca. « Sottoscriviamo pertanto a due mani — commenta il Deutschcr Dienst — l'affermazione che la Spagna sarà la tomba non del Fascismo bensì del bolscevismo. Di questa debacle inevitabile dovranno un giorno rallegrarsi anche coloro che oggi, acciecati da odio di parte o da interessi più o meno confessabili, si ostinano a definire i soldati di Franco faziosi, ribcl li eccetera ». Interpretando il pensiero delle sfere ufficiose, la Deutsche Allgcmeine Zcitung riprende il leit motiv dell'editoriale del Popolo d'Italia, per osservare che Una lacuna che non c'è « la teoria della valanga di Chamberlain è molto interessante: sovente, ed è provato, basta una voce per provocare una valanga, ma se un grido può tanto che si deve dire di un siluro? Ec paragone si voglia, tirato in campo dal Primo Ministro britannico, una tempestiva dimostrazione navale, soffocando le voci e prevenendo in certo qual modo nuovi siluri, avrebbe potuto scongiurare forse definitivamente il pericolo della valanga. Ed ecco anche perchè il discorso di ieri non ci può accontentare ». Il giornale ne spiega le ragio- ni. Chamberlain non ha assunto il potere ieri: egli, cioè, avrebbe patuto fornire prima d'ora un saggio notevole di comprensione, d'. realismo politico e sopratutto d; senso di responsabilità; per esempio, rivolgendo un analogo monito agli oppositori e alla stampa tenendo nel dovuto conto la richiesta formulata dalla Germania all'indomani dei tentato siluramento dell'incrociatore Leipzig. Senza dubbio, meglio tardi che mai; però non si può pretendere che chi è stato scottato in tal modo si lasci stupidamente ammansire da quattro parole, o addirittura carpire una dichiarazione di illimitata fiducia. L'organo della Wilhelmstrasse allude, evidentemente, all'iniziativa francese di attuare il primo punto programmatico additato da Chamberlain. affidando a modo suo il Controllo che era riservato all'Italia e alla Germania alle altre due Potenze. A questo proposito nei circoli politici berlinesi si dichiara che si tratta di una soluzione troppo semplicistica la quale non tiene conto di parecchi fatti. Innanzitutto, di quello che, ritirandosi dal controllo, nè.l'Italia nè la Germania hanno inteso disinteressarsi di un problema — e questo viene sottolineato in modo particolare fallito per colpa dell'Inghilterra e della Francia. La solidarietà delle quattro Potenze in questo campo viene automaticamente a trovarsi in una fase nuova, in cui l'unico competente a decidere è il Comitato di non intervento. Le dichiarazioni fatte al riguardo da Chamberlain appaiono, quindi, ispirate ad una falsa visione dei termini della questione. Il Primo Ministro pare veda le cose troppo facili. Il ritiro dell'Italia e della Germania dal controllo non ha creato una lacuna che spetta alle altre due Potenze di colmare con le loro navi da guerra, ma ha ereato una situazione nuova, che va esaminata appunto ex novo. Questa valutazione viene poi formulata da tutta la stampa, la quale osserva anche che, essendo l'Istituto del Controllo nato come una convenzione a quattro, è oggi liquidato dopo che Londra e Parigi non avendo mantenuto la solidarietà promessa con l'accordo del 12 giugno, hanno costretto Italia c Germania a uscirne. Notevoli pure.le considerazioni dell'Angriff. Un contegno e un linguaggio « Prendiamo atto della eccellente buona volontà d'oltre Reno e d'oltre Manica — commenta l'organo di Gocbbcls — ma abbiamo l'impressione che a questa buona volontà non corrisponda, in eguale misura, il buon senso, a meno che le prove di moderazione e i propositi di collaborazione non siano stati interpretati come un segno di debolezza. Se così fosse, la delusione di Parigi e di Londra sarebbe ben grave. La parola spetta al Comitato di controllo dove, cerne è noto, Italia e Germania hanno ancora voce in capitolo. « Italia e Germania si sono ritirate dal sistema di controllo ma non hanno abbandonalo il Comitato di non intervento, anzi ora sono più che mai interessate a sapere come gli impegni di non intervento vengano rispettati in considerazione del vuoto verificatosi nel sistema menzionato. Colmare questo vucto con navi francesi e inglesi, anche nella migliore delle ipotesi, e cioè quando si avessero tutte le possibili garanzie, sarebbe una ingerenza morale in favore degli ispàno-bolscevichi. senza poi contare che un siffatto 'concentramento di forze nel Mediterraneo occidentale turberebbe in maniera intollerabile l'attuale equilibrio ai danni dell'Italia ». La Frankfurter Zcitung che sovente interpreta il pensiero di Nsurath fa pure delle notevoli considerazioni. A proposito del discorso di Chamberlain, il giornale nota le concilianti espressioni all'indirizzo del Reich, ma osserva che esse non possono far dimenticare alla Germania «nè la delusione per il contegno addirittura offensivo del governo di Londra, che ha negato una così modesta manifestazione di solidarietà come la dimostrazione navale collettiva; nè meno ancora 11 linguaggio di quasi tutta la stampa britannica, scesa a un livello cosi basso ». Sottolinea, poi, che la situazione si è fatta grave appunto per colpa dell'Inghilterra, la quale, scrive, con il suo contegno, ha provocato ciò che finora aveva sempre cercato di evitare, e cioè il crollo del fronte delle grandi Potenze e la formazione di due gruppi. * Non riusciamo a comprendere — dichiara il giornale — come Chamberlain non vi si sia opposto. Gli inglesi avrebbero dovuto darci ragione, anche se avessero realmente creduto alla possibilità di un errore da parte dell'equipaggio del Leipzig, perchè la solida\ rietà e la collaborazione europea meritano riguardi infinitamente I maggiori che i nervi del signori jAttlee e degli altri ammiratori di! Valencia e di Mosca ». La Frankfurter Zeituitf/ afferma che il compito principale consiste ora nel ripristinare il fronte comune fuori, ben s'intende, dal controllo navale. Accennando infine al problema del ritiro dei volontari ribadisce che per il governo di Berlino, questi comprendono anche gli agitatori politici. Vice

Persone citate: Chamberlain, Valencia