Plauto, Chiarelli e De Filippo - Leopardi alla radio - Movimenti nelle Compagnie

Plauto, Chiarelli e De Filippo - Leopardi alla radio - Movimenti nelle Compagnie rDnWAfHF IÌFI TFATRO Plauto, Chiarelli e De Filippo - Leopardi e della Radio Plauto, Chiarelli e De Filippo - Leopardi alla radio - Movimenti nelle Compagnie i n ù e o à e e i a i o e l a i e a a e, d n o e e a i e . r e i n e e . Era un po' di tempo che non si sentiva parlare di Plauto e delle sue cento e più. commedie, delle quali soltanto ventuna sono pervenute à noi nella trascrizione di Varrone. Ma era logico che risorto in terra italiana il più bel teatro romano che esista nel inondo si pensasse di farvi, rivivere i fantasmi di un tempo, e si scegliesse Plauto. L'on, Biagio Pace che con tanto intelligente amore presiede l'Istituto del Dramma Antico, a cui sono affidate le realizzazioni del teatro all'aperto, ha pensato a due delle più divertenti commedie plautine: i'Aulularia e I Menecnu, e ha affidato a Luigi Chiarelli il compilo di approntarne una nuova, versione, e di adattare le commedie alle esigenze e un po' al gusto degli spettacoli moderni. E Luir/i Chiarelli, attratto dalla, bella impresa, si è messo al lavoro con gioioso fervore e in breve tempo ha compiuto la. traduzione e l'adattamento. Abbiamo chiesto all'illustre scrittore qualche notizia in proposito, ed eoli ci ha detto: « Anzitutto non ho tenuto conto delle manipolazioni che delle due commedie sono state fatte in varie epoche. Mi sono attenuto al testo, aggiungendo, dove è stato passibile, e dove era naturale e logico, l'elemento spettacolo. Così ne/Z'Aulularia (La, commedia della- pentolino) inuece del prologo, in. cui si racconta l'antefatto, sarà realizzata la festa di Cerere durante la finale la figlia di Euclione, il vecchio che ha. trovato la pentolino piena di monete d'oro, causa di tanti affanni, cede alle lusinghe dell'amore. Invece che in cinque alti, la commedia sarà divisa- in due parti, e poiché ci è pervenuta incompleta —■ mancano le ultime scene — ho concluso l'azione con la festa nuziale, senza parole, secondo il rito greco. Cos'i per I Menecmi. L'antefatto, narrato nel prologo, sarà invece rappresentato, con musiche e danze che descrivono la- fiera di Taranto. Come è noto, in quella fiera, il mercante siracusano perde, tra la folla uno dei suoi due figli gemelli, cosi rassomiglianti che nemmeno « la madre che li aveva partoriti riusciva a distinguerli ». Ruggitila l'età matura il Menecmo cresciuto a Siracusa parte per n trovare il Menecmo sperduto, e capita a Epidamno, dove l'altro, difatti, abita. Gli equivoci e i pasticci che avvengono a causa della perfetta . rassomiglianza dei due sono spassosissimi. Elementi farseschi, indubbiamente, ma animati da, largo respiro comico e da festosa e gioconda varietà di situazioni ». «Naturalmente commedie siffatte hanno bisogno di una interpretazione efficace ed espressiva, debbono vivere in un'atmosfera ricca di colore e di sapore, nel clima mediterraneo nel quale vengono realizzate. Ecco perchè io mi propongo nella regìa di presentare uno spettacolo gioioso, lontano dalle smancerie e dall'artifìcio delle stilizzazioni, tutto sangue e nervi, sanamente ed efficacemente popolaresco, senza trascendere, s'intende, a concessioni di dubbio gusto. Voglio fare uno spettacolo che sia una gioia dello spirito, senza lambiccature preziose ma senza grossolani espedienti. Per non commettere falsificazioni di sorta mi sono sforzato di lasciare al dialogo il suo sapore originario, pur avendolo trascritto nella parlata moderna; mi son guardato bene però da qualsiasi manipolazione o aggiunta alle quali un autore di teatro è quasi sempre tentato dalla natura e dal mestiere. Il pubblico deve ascoltare le commediedi Plauto ha concluso Chia¬ relli; — e sarebbe stato irriverente, oltreché imprudente, contaminarle, con la più pura delle intenzioni, come qualche volta, purtroppo, è stato fatto. C'è tanta spontaneità, e tanta varietà, nel dialogo di Plauto che non c'è davvero bisogno dì aggiunte o di chiarificazioni ». Cerio, realizzare una commedia di Plauto, all'aperto, non sarà impresa di poco conto. Il dramma, si sa, con la- violenza delle passioni che esprime, ha tanti motivi per imporsi subito alle folle, e impressionare; ma la commedia? specialmente le commedie come queste, brillanti e un po' farsesche? Chiarelli sorride a queste nostre preoccupazioni, e aggiunge: « Vedrai, sarà una festa... una festa, un giocondo c divertente spettacolo da allietare e interessare anche i più musoni, e vedrai che interpretazione... ». Abbiamo chiesto i nomi degli attori, ma Chiarelli ci ha opposto un netto rifiuto: non sa nulla; ci sono delle trattative, ma niente d> definitivo; è prematuro... Eppure noi abbiamo il vago ma fondato sospetto che a interpreti delle due commedie di Plauto saranno chiamati i fratelli De Filippo, e che essi non rifiuteranno di prestare la loro bella sensibilità alla realizzazione di un'impresa- cosi affascinante e significativa. Una commedia di carattere come t'Aulularia, che certamente Euclione, l'avaro, è un tipo chiaramente definito, e una commedia di situazioni, l'ima più- brillante dell'altra, come I Menecmi, avranno nei De. Filippo gli interpreti meglio adatti a rilevarne, attraverso l'attenta e colorita espressione che è nella loro natura, la varia ricchezza dei frizzi, dei motti di spirito, dei giuochi e degli equivoci di parole, dei sales che, per quanto non piacessero a Orazio, forse per la crudezza con la quale erano espressi nella lingua e nel gioco degli attori, sono piacevolissimi e divertenti. Si capisce, Plauto scriveva per il pubblico, e qualche grossolanità sfuggiva anche a lui I romani non amavano la tragedia. La loro natura, era. proclive alla celia e alla contraffazione, alla, satira anzi — satira tota nostra est — dice Quintiliano; e aggiunge: in comoedia maxime claudicamus —; Plauto quindi, con le sue arguzie e le sue trovate dovette apparire come un interprete genuino dell'anima popolare e fu certamente quello che si direbbe oggi un autore di cassetta, e magari con disprezzo, un mestierante. Ma siccome era un artista, finì col servir di modello a uomini che si son chiamati Shakespeare e Molière e Goldoni. per tacere dei minori. Salutiamo dunque come un lieto auspicio questo ritorno di Plauto,dovuto alla, intelligente comprai-sione di Btagio Pace e all'appas:fonata fatica di Luigi Chiarelli./< teatro è m crisi da duemila on-iti. Plauto dovette apparire ai suoi tempi come un salvatore, se è vero che impresari senza scrupoli fecero a gara ad attribuirgli commedie che egli non aveva scritto; ma ilteatro non è morto e non morrà, Questo ritorno di Plauto è un atto di vita, e un atto di fede, un esempio e un ammonimento perchè da qualche tempo gli autori italiani hanno una grand'arìa sconsolata, smarriti come sembrano nella ricerca di una formula che incontri le simpatie del pubblico. Come se si trattasse di scoprire l'America. Plauto il pubblico lo interessava divertendolo e pare che i romani ci guadagnassero in buona salute. E' vero che divertire il pubblico non è facile... B. 8.

Luoghi citati: America, Siracusa, Taranto