LIBRERIA
LIBRERIA LIBRERIA o a n Uomo e donna Opacità cosmica, sulla quale rascorre qualche misteriosa, fugevole aurora. Il mondo di Ugo etti è circoscritto da neri barari, è velato da una gran caligine. 'eterno è come una parete vertiinosa, e in quella parete si è aperta una crepa. Ne è emersa la vita. La vita è una piccola muffa, la terra è un grumo, il caos brulica di febbri e di fango; poi la caligine si apre, una luce lenta si diffonde, nascono le isole color di rosa, e mentre i continenti solitari ancor dormono « come foglie chiuse », due creature si inoltrano « ... sbigottite, tenendosi per mano, — dentro i silenzi e le frescure ». Uomo e donna, la prima, l'eterna coppia umana; ma l'amore è per loro oscura colpa, sgomento, stupore. « Dentro i torsi d'argilla — Si gonfiava un'ignota — Tristezza... ». In quella tristezza, per quella tristezza originaria, primitiva, incancellabile, uomo e donna si cercano, si amano, e la luce lontana li efiora appena. Ugo Betti sente mirabilmente questa fosca, disperata tenerezza dell'amore umano, dai primi padri che « timidamente aprirono la fronda, — spiarono la cava ombra dell'acque... », alle generazioni infinite, che hanno popolato il mondo. Uno degli aspetti lirici più commoventi, più delicati, del suo nuovo volume di poesie: Uomo e donna {Mondadori Ed.), è forse qui, in questo struggimento di infinita malinconia e di pietà; per queste creature l'amore è fatalità antica, mitica, cui non si srugge, nella quale ci si immerge non con furore di gioia, ma « avvinti — . come chi cada — in un sogno ». Spoglio di illusioni l'amore è nella poesia di Betti sopratutto una consolazione, una povera trepidante consolazione: rifugio, difesa, solidarietà nell'imminente orrore del mistero. E ciò che rende così patetica la sua intima gentilezza è che è ancora amore tutto intriso di cieca materialità; voluttà cupa, affondata nel limo di cui si è fatti. Non vi si trovano affettazioni spiritualistiche, atteggiamenti, ma tutt'al più una dolce ubbidienza al crudo destino. « Giunta l'ora di morte, — Le mani strette oh ancora ella mi tenga — Come a un bambino, forte! — La piccola fedele'— Voce* per entro enormi — Ombre, bìsbiglierà: « Sono qui. Dormi». Dell'avventura umana, fatta più straziante, e tristemente consolata dall'amore, qualcosa tuttavia resterà. Si oscurerà la memoria dei giorni lieti, ma un altro ricordo verrà con noi nella notte, e sarà il ricordo della pazienza — pazienza coraggiosa, segreta, quella che diede lume alle nostre case. Questo concetto, della pazienza, della virile, indurata rassegnazione, cosi caro al Betti, presuppone e attrae l'altro concetto e sentimento fondamentale della sua poesia, vogliamo dire l'affetto umano, piccolo sole che l'uomo porta con sè e che basta a farlo solidale con tutti gli altri uomini, a suscitargli in cuore timide parole per dire « al compagno — Che mai più il suo sguardo supplichevole oscuro — Si sarebbe posato sull'altrui pane ». Dalle immemorabili origini agli ultimi distacchi si svolge cosi la storia dell'uomo. Amore, solidarietà di compagni, di moltitudini che vanno come grandi fiumi, e 11 dolore, e lo stormire e bisbigliare delle case popolose, e una rozza stoviglia, e un suono di fonte, e le stupende stagioni: da tutto ci staccheremo un giorno, già ci stacchiamo. « Staccavamo da noi le tenerezze e i giorni — Come al bambino addormentato, taluno — Che parte, leggermente — Apre le piccole dita e si scioglie ». Sarà l'addio; ma forse, chi sa, che non fiorisca proprio allora un'angelica grazia. « Da spogliate rive — Ci staccheremo, vele — rabbrividenti ». Questa poesia di Betti è senza dubbio intellettualistica, e pure tende e riesce a un patetico intensissimo; gli è che il concetto è nato qui da un sentimento, e ritorna sentimento, fu sentito come dolorosa passione prima che pensato, e ritrova, con nuove assonanze e suggestioni e finezze, il suo stato di grazia passionale ogni volta che al poeta venga fatto di isolare, nell'immaginato e po' astratto turbamento cosmico, l'affanno d'ogni giorno. Il concetto allora è come vinto, e fatto morbido, umano, famigliare dalla pena, dalla partecipazione del poeta: l'imagine, il ritmo, pur nell'austera, secca essenzialità espressiva, si dilateranno, acquisteranno moto fantastico, novità e virile tenerezza d'accento. E se a questa fusione — di ciò che è ricercato col pensiero e di ciò che è amato e sofferto nell'esperienza domestica e quotidiana — si aggiunga la grazia lieve e fiabesca, i raggi di trasparente luce che sono propri del Betti, avremo le pagine più intime e poetiche del volume. a i è n i l e Ore piccole ò a Emilio Radius ha pubblicato un altro volume di quelle sue interpretazioni letterarie, di quei ritratti di personaggi romanzeschi, comici, poetici, che furono cosi graditi al lettore in una prima raccolta di due o tre anni fa. Variazioni in margine a vecchi libri; quella prima serie si intitolava Amici di mezzanotte, la nuova si intitola Ore piccole {Casa editrice Ceschina), come a dire che questi possono essere cari compagni nei momenti di raccoglimento e di silenzio, quando ci si sente finalmente soli con se stessi e con la fantasia. Ci vengono incontro figurine argute, malinconiche, o grandi tipi e singolari individui: Paolo e Virginia. Anna Karenlna. Rascolnicov, Gulliver, Pantagruele e il barone di Muncnhausen, e Bertoldo e Bertoldino. Radius procede cauto e malizioso, circuisce il ■r. personaggio », lo tratta come creatura viva, conosciuta, amata, di cui si conoscono certi deboli, certe tendenze, i capricci e crii estri, e cosi, a poco a poco, anche a noi lettori pare di penetrare in un segreto di famiglia. Uniti dai grandi libri, dai poemi, dai drammi celebri, i «: personaggi » letterari si aggirano attorno a noi confidenzialmente, e si confessano. Radius alterna o intreccia l'analisi critica agli scarti e agli impulsi dell'immaginazione, ossia la logica al sentimento. Il ritratto di Lucia Mcndella, mosso da una squisita fantasia sentimentale, e che a sua volta muove e avvia tutto l'ordine del romanzo a una patetica rivelazione, quelli di Bertoldo e Bertoldino, con quel senso campagnuolo, paesano, e Figaro De Grieux, Gulliver, Barbablù, sono tra i più curiosi. In tutte queste pagine l'accortezza del lettore-interprete è pari all'amore e alla piacevolezza. Operette fiancheggiataci come questa del Radius, briose e delicate, sono tra le più adatte a indurre il pubblico dei '.ettori a prender dimestichezza con i poeti, con i « maestri », e sono perciò le benvenute. I. b.
Persone citate: Betti, Emilio Radius, Lucia Mcndella, Radius, Ugo Betti
Luoghi citati: Virginia
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