Il dialetto maltese frottola colossale

Il dialetto maltese frottola colossale Xm'ISOUA. ITA.I.IALTISSIMA- Il dialetto maltese frottola colossale Sembra che una grande Nazio- ne, la quale ha pur tradizioni di Maustera serietà, si sia assunto da rqualche tempo il compito di sol- vlazzare il mondo con le più allegre] gtrovate. Spassosissima fra tutte potrebbe qualificarsi quella della « lingua maltese » se — sostanzialmente ridanciana — non recasse già indelebili macchie cruente, e se il colossale trucco non mirasse a soffocare quanto di più sacro può avere un popolo: il sentimento della nazionalità. Da Federico II in poi « La prima introduzione dell'italiano come lingua ufficiale di Malta è generalmente assegnata al regno di Federico II nella cui corte e sotto il cui patrocinio la lingua italiana, come sappiamo, fiori assai... La lingua italiana divenne le nostra lingua di cultura e !a lingua ufficiale dell'isola, posizio ne che essa continuò a mantenere non contestata fino all'avvento di Maitland nel 1813 — l'inizio della dominazione britannica propriamente detta. Da allora la lingua italiana camminò strettamente a fianco dell'inglese e occupa anche oggi, specialmente perchè è la lingua delle leggi e quindi dei tribunali, una posizione di suprema importanza della quale non può essere privata ». Cosi — in un volume Malta and Gibraltar edito a Londra nel 1915 — scriveva sir A. Bartolo, quando non era- ancora diventato un i/<jlofobo aggiogato al carro devastatore di Lord Strickland. Non inopportunamente quel brano fu riesumato dall'oli. Enrico Minsi, Capo del Parlilo Nazionale ed <.xMinislro dell'Istruzione Pubblica, in una lettera al Glasgow Herald, li ,1 dicembre 19S.'/. Con la medesima semplicistica ferocia con la quale fu soppressa la Costituzione e venne abolito l'insegnamento e l'uso ufficiale dell'italiano, si vorrebbe cancellare per decreto governativo tutto un passato di cultura e di gloria. Il maltese viene elevato a rango di « lingua ». ! Però non è facile — specialj"'e"'e dinanzi agli occhi di tutto !"» popolo memore della propria [storia — «mostrare lucciole per lanterne » o, per dirla in maltese puro « turi bziezach b-lanterni ».' Usiamo di proposito questa popolare locuzione, giacche anche in essa si ritrova il documento probante della povertà del maltese: il dialetto locale ha infatti una parola propria per l'umile lucciola, ma si trova già sprovvisto di vocaboli appena voglia sopperire ai bisogni linguistici della vita non rudimentale: il «dialetto » ricorre, naturalmente, alla «lingua »: lanterna (singolare di lanterni) è voce italianissima, come è italiano ogni fanal che, a sera, è sospeso a prua delle tipiche barchette maltesi, le quali ricordano non a caso, per sagoma, le gondole veneziane. Siculo e veneziano è lo scialle — là faldctta — che, con arco grazioso, serve di nera ed ampia aureola alle donne di Malta. La strada a scalca — Strada S. Giovanni — per la quale dal porto si sale a La Valletta potrebbe, per aspetto, essere una delle .tipiche vie scoscese di Termini i Imerese o di Caltagironc. E sul\ [pianoro che, frai gloriosi bastioni, forma la città, le vie hanno da secoli nomi italiani: Strada Mezzodì, Strada Tramontana, Strada sntpulasgpcpdpztpssfpexcgdNlsnv.o p"" ' StrBrin I pvpntr' «.r» ,°™„'f S« ^eVa"te\an'mtI" '" , t'i-lPco è la fatrada Mer ! canti, larga e importante la Stra! da Reale: persino Za Strada Bri ! tannica ha nome italiano, i c j ». E, nei negozi e dovunque, è inteso e parlato l'italiano. Nemmeno i fautori più àrrab- , ,.„™.,„*7„;.:"~'"; polene il 10% del vocabolario mal- \tcse-puro (se così vogliamo chia 'mario! è italiano, e senza possi j bilità di surrogati | biati della «lingua maltese» possono esimersi dal comprenderlo, Leggian?] la «Raccolta dei fiori» Quando si volle tradurre in «lingua maltese» il « God save { . , , ;..... &\ «Alia jehles ir-Re! ». I Ma sì dovette presio modificare ì1,7 pericoloso testo, giacchè tutti i\ i -i* j* ■ • * j » * ;e M""esi »"c'lrfrw"'°- «Iddio pa torisca il Re! ». Riveduto e co l<"'lsca » Kc: »• an-cauto e cor \retto, il saluto regale divenne: I «Alla jsalva ir-Re! ». Igliane quanto quello «jsalva »\: ''conia ,( salve latino e la voce del\- »e'*° Ualianisswio «salvare!». ,i Ma non e anche più prossimo [\al .-.save» chc suona nell'inno britannico t Nella campagna antitaliatva a Malta noi assistiamo a quesUc pa radossale aberrazione, che il Governo combatte proprio quella lingua che meglio faciliterebbe lo ' , o l\ studio dell'idioma imperiale. Si è persino voluto creare > una nuova grafìa irta di segni diacritici, con consonanti adorne da un puntino (sul c, sul g, sulla z), ,con un'h minuscola tagliata, mev.tre la maiuscola è munita di doppia stanghetta orizzontale: il w janglosassone interviene quanto .più può a surrogare il semplice italico u. Ma forse che « il-konsegwenzi », pur così graficamente camuffale, divengono irriconoscibili? Basta pronunziarle, e «le conseguenze» rimangono italianissimame\nte quelle che erano e saranno. Anche il profano, il quale apprende soltanto che la lettera x si pronunzia, nella grafìa maltese, come il nostro sci, riconosce facilmente molti vocaboli che aprimo sguardo gli sembrerannoesotici: '« 1-Ambaxxatur », «faxxisti ». Più numerose sono le parole che non tollerano camuffamento grafico: in puro maltese, Londra è la capitale dell inghilterra. Nel più antitalìano dei fogli locali, tutto redatto in «lingua maltese », questi due nomi geografici non possono scriversi che così e vanno pronunziati all'italiana. Ed .ogni notizia militare « ippublicata mill Gvern ingles » parlerà di « il flotta lnglisa », de « 1-csercitu inglis » e di t. manuvri militari ». Come si riconosce facilmente, tutte queste espressioni sono tipicamente fenicie! Strutturalmente arabo è H dialetto maltese, senza dubbio: « il più corrotto dei dialetti arabi » lo definì proprio un orientalista britannico, W. Wright ( « Comparative Grammar of the Semitic Languages ». Cambridge 1890, pag. 82). Esso non contiene lessicalmente che il 30 r/c di arabo: e i vocaboli neo-latini, sicuii o ttaiiani, non soltanto costituiscono il resto (70 %), ma hanno influenzato la morfologia (coniugazioni dei verbi, plurale dei sostantivi, l'articolo) e le leggi fonetiche. Per quanto si tenti di gonfiare questo poverissimo dialetto, per quanto si tenti di sostituire con neologismi incomprensibili al popolo e alle persone colte talune voci italiane, l'influenza italica appare pur sc?nprc etndenfissima nella caratteristica funzione di « lingua » rispetto al « dialetto », ossia dell'idioma che lo rifornisce in tutti quei casi — e sono innumerevoli — nei quali la povertà congenita del maltese lo rende insufficiente ai bisogni. Apriamo il Glabra ta' Ward (« Raccolta di fiori *) ossia il testo elementare con il quale si vuol insegnare ai bimbi il puro maltese. Chi sono i piccoli personaggi di questo volume didattico? Si chiamali Pimi, Nina, Masu, Gigi, Marta, Gianni, Olga, Toni, ossia hanno tutti nomi arabissimi o fenici! Persino il cane ha come nome proprio Fido! (pag. 15). Alla pagina 35 il bianco-rosso glorioso vessillo maltese è la bandiera, e la imperiale pagine 7 si conclude con il grido: «Viva r-Re! Viva r-Re! » - , » n e Il giuramento di Strikland Involontariamente, l'autore E. B. Velia ci fornisce un prezioso fiore con la nota favola dell'asino che ha indossato la pelle del leone (pag. 11). Il leone è senza dubbio un animale più africano che italico, ed era perciò logico che avesse in maltese un nome arabo. Perche mai lo si chiama Ijun? Perchè persino il leone è veduto con occhio italiano, e chiamato con voce italica: esso appartiene già a quella sfera linguistica alla quale il dialetto maltese non può sollevarsi con energie proprie. Insomma, esattamente come l'asino della favola millenaria, il maltese può indossare la pelle sa di « lingua », ma non riegabellarsi per tale che a con- (fi non aprir bocca. I Recentemente Lord Strickland e ì "t TT1 /ed£"", RC * i\t,frra: ^JaJ>*igerato giornale Ber- ; «a m" dipdf* In ttntivtn ih ka «e diede la notizia in puro I maltese: «Londra. - Lord Strickland ha 1-giurament ta' fedeltà lein ir-Re ». Basterebbero questi due soli vo»\caboli l'giurament e fedeltà; a dil\mostrare chc com rappresenti lin,goticamente nel popolo maltese o [l'italiano qualcosa clic non si demolisce nò con i paragrafi nò con le persecuzioni. Per quanto diabolico sia il piano demolitore, esso è pur sempre opera di uomini: e un proverbio, in puro maltese, dice che ■.< il bniedem jipproporii u Alla jiddisponi ». C'è bisogno di tradurre che «l'uomo propone e Iddio dispone»? E c'è bisogno di ricordare che Iddio ha disposto per la razza italica e per il suo idioma una missione che nulla potrà arrestare? Lo proclamava già Tito Livio per i Romani — gli Italiani di allora — parecchi secoli prima che Lord Strickland venisse al mondo. Toddi.

Luoghi citati: Cambridge, La Valletta, Londra, Malta, Stra