Blum dà battaglia alla Camera di Concetto Pettinato

Blum dà battaglia alla CameraIl baratro finanziario della Francia Blum dà battaglia alla Camera Richiesta di pieni poteri - Il Ministro Auriol dichiara: "Vogliono strangolarci: ci difenderemo,, - L'aumento nelle imposte L'agitata seduta notturna e l'atteggiamento dei comunisti Al bivio Parigi, 15 notte. Battendo il ferro finché è caldo, il governo ha deciso stamane, ini Consiglio di Ministri, di chiederei oggi stesso alla Camera i pieni poteri, per procedere per via di! decreti alle riforme fiscali divisate, onde fronteggiare la situazione ! di tesoreria. Le riforme consistono j in un inasprimento dell'impostai sui redditi superiori a 60 mila' franchi; in un aumento dei diritti j sui tabacchi, sui fiammiferi, sugli alcools e sulle dogane;,in un aumento delle tariffe ferroviarie e postelegrafoniche, nonché del prezzo del gas e dell'elettricità, e nell'elevazione della cifra precedentemente stabilita degli anticipi della Banca di Francia allo Stato. I pudori radicali L'impressione prodotta negli ambienti parlamentari dall'annunzio di questi provvedimenti è stata pessima. Quello che allarma il Parlamento non è soltanto l'impopolarità dei mezzi escogitati per salvare una situazione quasi disperata, ma il fatto che la concessione al governo dei pieni poteri in materia finanziaria rappresenterebbe, nelle condizioni attuali, un vero salto nel buio. Come procurarsi la garanzia che le facoltà eccezionali accordate al gabinetto verrebbero usate realmente all'attuazione dei progetti sopra indicati e non alla realizzazione di misure di tutt'altro carattere? La Camera ha sempre avuto una viva ripugnanza a spogliarsi delle sue prerogative in fatto di controllo finanziario; ma, nel caso in ispecie, tale ripugnanza è moltiplicata dalla scarsa- fiducia ispirata dai precedenti del gabinetto. La notizia, corsa alla fine del pomeriggio, che i due periti tecnici Rist e Baudoin, addetti al fondo di livellamento dei cambi, avevano deciso di dimettersi, aveva fornito la misura dell'allarme regnante negli ambienti dello stesso Ministero delle Finanze. Ma quello che aveva irritato una buona parte della Camera e la totalità del Senato erano le dichiarazioni fatte da Auriol all'uscita dal Consiglio dei Ministri per giustificare la propria gestione, gettando la responsabilità della situazione sui gabinetti anteriori. A sentire il Ministro, le condizioni disastrose1 del tesoro sarebbero tutta colpa della speculazione. « Bisogna infrangere — aveva detto — l'offensiva degli speculatori, che si traduce in una elevazione costante dei riporti ». Il dissesto del bilfincio sarebbe inoltre, secondo Auriol, il risultato degli enormi pesi rappresentati dagli arretrati del debito pubblico accaparrante circa la metà delle pubbliche entrate, dall'aumento delle spese militari importanti una diecina di miliardi fra bilancio ordinario e straordinario, e dai disavanzi delle amministrazioni locali gravanti anche essi sullo Stato. « Esistono all'estero non meno di 60 miliardi di franchi di capitale francese — ha detto il ministro —. Se i risparmiatori facessero il loro dovere, il tasso del denaro, oggi cosi elevato, sarebbe in Francia allo stesso livello che nei paesi vicini. Vogliono strangolarci: ma si sappia che ci difenderemo ». Appello frontista Queste dichiarazioni traducevano lo stato d'animo dei Ministri socialisti e davano, il primo segnale dell'imminenza di una battaglia. Ma dalle indiscrezioni filtrate nel corso del pomeriggio si era appreso che i membri radicali del Gabinetto, pure acconsentendo per disciplina ed associarsi ai colleglli nella presentazione dei progetti finanziari, avevano tenuto a informare Blum e Auriol di non poter garantire loro che i membri dei gruppo parlamentare li seguirebbero nel voto. Sulla concessione dei pieni poteri in materia di finanza esiste nella dottrina radicale un'esclusiva di principio. Nel 1926 fu Herriot che inducendo .a Camera a respingerli provocò la caduta di Caillaux. Da quel giorno molta acqua è passata sotto i ponti: ma che il vecchio Partito possa aver rinunziato del tutto a questo massimo caposaldo del suo sistema politico è dubbio. Il certo In ogni caso è che da ieri Ministri radicali e Ministri socialisti hanno deliberato più in sede separata che non in sede comune, segno evidente che la possibilità di governare insieme diventa loro di era in ora più difficile. Alla Camera, dopo una breve discussione si era deciso oggi di discutere la questione dei pieni poteri in seduta notturna onde varare i progetti fra domani e dopodomani. Ma stasera a tarda ora le riunioni di gruppo si prolungavano animatisslme in un'atmosfera la cui temperatura non cessava di crescere e la seduta è incominciata solo dopo la mezzanotte. La ragione del ritardo è facile intenderla: il Fronte popolare ra sforzi disperati per impedire la rottura con i radicali e salvare i) Governo. Un ordine del giorno approvato dalla concentrazione po polare dice infatti: * li Comitato della concentra zione popolare proclama davanti al nuovo assalto delle potenze della finanza la necessità di mantenere l'unità del Fronte popolare. Esso scongiura la maggioranza parlamentare frontista di non permettere che scoppi la crisi voluta dai consorti bancari e industriali e chiede ai Governo di stringere intorno a sé le masse mediante una condotta energica verso la borghesia capitalista ». La manovra dei comunisti Quest'ordine del giorno esprime in sostanza, più che altro, un desiderio dei socialisti, giacché se da un lato i radicali si dichiararono sorpresi e scandalizzati nel vedere il Governo invece di presentare alla Camera un piano preciso di provvedimenti finanziari si accontenta di chiedere loro i pieni poteri, cioè di presentare !oro una cambiale in bianco, dall'altro lato i comunisti non badando se non al contenuto reale dei progetti fiscali, si protestano nell'impossibilità di votare dei pieni poteri destinati a rendere possibile un inasprimento delle imposte indirette. Con la trovata dei pieni poteri. Blum aveva sperato di indorare la pillola ai comunisti permettendo loro di accordargli un voto che non li avrebbe compromessi visto che il relativo progetto restava indipendente dalle riforme finanziarie previste. Ma il difetto nella trovata stava appunto r.el fatto che queste riforme erano previste, che tutte le conoscevano, che da due giorni non si parlava d'altro e che la loro apparizione sull'orizzonte aveva già provocato un'ondata di impopolarità. L'ordine del giorno della concentrazione popolare non ha dunque se non un valore relativo. A che prò invocare la concordia quando si sa già che i radicali si eclissano da una parte e i comunisti dall'altra? Al momento in cui vi telefoniamo la attuazione dipende da quello che deciderà il partito di Thorez. Se questo persiste nell'intenzione di astenersi dal voto, Blum approfitterà dell'occasione per dimettersi. Ma le dimissioni del suo ministero non sono una cosa -implice come lo sarebbero quelle di un ministero ordinario. Se i comunisti si risolveranno a provocare la caduta del governo del fronte popolare, non sarà certo per rientrare nell'ombra dell'opposizione: sarà col proposito di rifare un ministero ancor più rosso di questo, del quale facciano eventualmente parte anche loro. In tal caso la caduta di Blum sarebbe per il paese un brutto affare, ed ecco probabilmente quello che renderà i radicali più malleabili. Al Senato, dove la tendenza al compromesso non viene mai meno, si sperà ancora di poter evitare la crisi emendando la domando dei pieni poteri formulata da Blum nel senso di limitarli cosi nell'oggetto come nella durata. Concetto Pettinato UNA CASA DEI SOBBORGHI DI BILBAO come è stata abbandonata dalle truppe basche ai nazionali.

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