S. E. Starace a San Marino per l'inaugurazione della colonna donata dall'Urbe alla Repubblica

S. E. Starace a San Marino per l'inaugurazione della colonna donata dall'Urbe alla Repubblica S. E. Starace a San Marino per l'inaugurazione della colonna donata dall'Urbe alla Repubblica San Marino, 14 mattino. In una gloria luminosa di bandiere esposte ad ogni edificio pubblico e privato, San Marino ha inaugurato al cantone di S. Leo, nella parte nuova della città che il Governo fascista di San Marino va ogni anno ampliando e abbellendo, una colonna tratta dai Fori imperiali, dono dell'Urbe alla Repubblica, eretta per esaltare le pure antiche origini delle sue libertà e il suo fermo attaccamento, che l'indipendenza non vieta e non diminuisce, a tutto ciò cheha nome ed è gloria di Roma e d'Italia. Presso la colonna è stato pure inaugurato un alto-rilievo modellato dallo scultore Saroldi e scolpito da un artigiano sanmarinese riproducente la leggenda dei santi scalpellini Marino e Leo, che si scambiano con solidarietà da monte a monte i farri del mestiere. codoinspii in noderetitGrandiosa sfilata L'intervento di S. E. Starace, la partecipazione del Governatore di Roma, S. E. il Principe Colonna, e di numerose altre autorità del Regno, hanno dato un alto significato alla cerimonia. S. E. Starace è giunto alle 10 alla stazione, ricevuto e ossequiato dal segretario generale del Partito fascista sammarinese, Mario Gozi, e da altre autorità di Governo e di Partito, da un plotone della guardia repubblicana e da uno di moschettieri con musica, che hanno reso gli onori militari, mentre gii sportivi rendevano il saluto alla voce. Il corteo con alla testa il gonfalone di Roma scortato dalla guardia repubblicana ha sfilato tra due fitte ali di popolo plaudente, che con entusiasmo ha salutato il capo delle Camicie nere accompagnando gli applausi con getto di. fiori. A porta S. Francesco, cioè ! » all'ingresso della città, il corteo è stato accolto da nuove manifestazioni di giubilo dalle formazioni fasciste ivi schierate con la banda di S. Leo. In piazza Garibaldi il corteo si è fermato, e S. E. Starace con il seguito ha preso posto su un apposito palco da dove ha assistito alla sfilata dei reparti del Fascismo sanmarinese marcianti al suono dell'inno patrio. Dopo lo sfilamentó, S. E. Starace, sempre seguito dalle autorità del Regno e della Repubblica, si è portato al pubblico palazzo per la presentazione agli Eccellentissimi Capitani Reggenti, mentre sulla sottostante piazza della Libertà la guardia nobile e la milizia cittadina presentavano le armi e la banda militare intonava la Marcia reale e l'inno patrio di san Marino, mentre la campana della rocca del Palazzo del Governo e quelle di tutte le chiese suonavano a distesa e i cannoni della Guaita davano i colpi di rito. Nel frattempo le organizzazioni fasciste, tutte le rappresentanze e l'intero popolo sanmarinese si è radunato ài cantone S. Leo. Dopo la benedizione delle opere e l'esecuzione dell'inno a Roma e degli altri inni patriottici, l'on. Coselschi con fervide parole rimetteva le medaglie ricordo di Fulcieri de' Calboli ai 19 volontari in A.O. della Repubblica, e quindi i Capitani Reggenti consegnavano al Ministro Starace una medaglia d'argento al valore per l'epica gesta compiuta al comando della sua colonna nell'impresa di Gondar. La consegna della medaglia provoca vibranti manifestazioni della lolla, che martella a lungo l'invocazione al Duce. CquierFededecile vehaencaSuCstdicuFdeinRdepaAlaFdetomsttainIIl discorso Accolto da una vibrante ovazione, prende la parola S. E. Starace, che si dice lieto di essere ospite della gloriosa Repubblica, Ringrazia i Capitani Reggenti e il segretario del Partito fascista sanmarinese delle accoglienze schiettamente cameratesche, e ri leva il superbo spettacolo offerto dai cittadini inquadrati nel loro corpi armati e nelle loro forma zioni politiche, solidali con 1 go vernatorl, fieri tutti delle secolari tradizioni di libertà. Libertà fasci sta, precisa il Segretario del Par tlto, che, fatta di consapevole disciplina, si concreta nella volontà del Duce e di tutto il popolo italiano di assicurare alla nuova Italia imperiale l'indipendenza politica, l'indipendenza economica ed una più alta giustizia sociale. S. E. Starace, suscitando una indimenticabile manifestazione di entusiasmo nella moltitudine, porge poi il saluto augurale del Duce, che conosce l'eroismo dimostrato in ogni evento dai sanmarinesi combattendo per l'Italia madre, fedeli servitori della Rivoluzione fascista. Il Segretario del Partito esprime quindi 11 suo Ìntimo orgoglio per l'alta ricompensa al valor militare che il principe e sovrano Consiglio ha voluto concedergli; ma polche egli ha sempre diviso con i suol legionari e con i suoi bersaglieri le stesse ansie, gli stessi rischi, le stesse gioie della conquista e del dovere compiuto al servizio della Rivoluzione, chiede che il segno del valore concesso gli, anziché il suo petto, fregi le Insegne della colonna celere che sventolarono vittoriose nel cuore dell'Etiopia e, custodite oggi in Roma por volere del Duce nel.Palazzo Littorio, sono pronte a tornare al sole, quando nuovi com piti storici siano assegnati al po polo Italiano per rendere più grande e più potente la Patria. La fine del vibrante discorso di S. E. Starace ha suscitato una impetuosa -manifestazione all'indirizzo del Duce. Il corteo, seguito da S. E. Starace e da tutte le autorità, ha fatto poi ritorno al pubblico palazzo. Alle 13 ha avuto luogo la colazione ufficiale che i Reggenti hanno offerto al Ministro e alle autorità ospiti, nella sala del palazzo Belluzzi. S. E. Starace, salutato dalle autorità e da numeroso popolo, è partito da San Marino alle ore 15. Le dimostrazioni di giubilo sono vlepl'lasgl'dsgtleeddpmddtdp1gmtdqcazmpppnl1saoczfittc6ddrdmn1sletmtch6ses96d continuate fino a tarda notte, dando un aspetto e una animazione insoliti alla piccola capitale della più antica repubblica del mondo, i cui cittadini, accorsi in massa in occasione di questo fausto giorno sotto il patrio vessillo e i segni del Littorio, hanno voluto compiere un nuovo atto di fede e di gratitudine al Duce.