"I TRIONFI,, SABAUDI al Castello Sforzesco di Milano

"I TRIONFI,, SABAUDI al Castello Sforzesco di Milano "I TRIONFI,, SABAUDI al Castello Sforzesco di Milano La spettacolosa serata alla presenza del Re e dei Principi Milano, 9 notte. La fantasmagorica rievocazione delle nozze di Galeazzo Maria ' Sforza, duca di Milano, con Bona di Savoia che rappresentò il primo legame spirituale tra la C?.- ' sa Sabauda ed il popolo lombardo, si è svolta stasera alla pre- I : ! ' senza di Sua Maestà il Re Impe-. ratore, dei Principi di Piemonte, j della Principessa Maria e di altri augusti rappresentanti della no- stri Casa degnante, in una in- Ucandescente atmosfera di entusia- ;smo. Con questa evocazione. HV lano, ha. inteso di festeggiare non |solamente la nascita del Principe di Napoli ma di riaffermare, nel |contempo, con le spettacolari al- legorte inscenate in quel teatro di isogno che è il Castello Sforzesco, la propria dedizione alla Casa Sa- fcàuda che, attraverso glorie an- tiche e recenti, riascumc oggi lo:cplendore dell'Italia fascista e ini- p^riale. ' La Principessa ' .» i ìi. ■ . da « li più belìi occhi » Simbolicamente indovinato il ri- chiamo storico. Galeazzo Maria.SS? primogenito de?" grande duca di Milano quando la diplomazia sforzesca "riprese vecchie trattative con la Corte di Francia per unire Galeazzo con Bona di Savoia, cresciuta accanto a Luigi XI del quale era cognata. Nel 1467 le nozze sono concluse : Bo-na porterà in dote centomila scudi da riscuotere «sui Stato et Casa di Savoia- » e gli Sforza le as- e della saggia Bianca segneranno 15 mila ducati doro annui da pagare anche se Bona fosse rimasta vedova e garantite sulle entrate di Pavia, Piacenza,Parma e Como. Un anno dopo, Ga- leazzo manda a Parigi il fratello naturale, Tristano, a sposare Bo- na per procura. Egli attende, im- paziente; cosi impaziente di cono-scere, soprattutto, le fattezze del- la sua consorte da spedire in Fran- cia anche il pittore Zanetto Bu-gatto perchè «;ali portasse, ritrai- to al naturale, la illustrissima Bo- no di Savoia». Del resto messag- gerì e ambasciatori la descriveva-no bellissima. Galeazzo Maria trepidava; spe-diva corrieri su corrieri per esse- re informato del viaggio che daLione si faceva per acqua fino aGenova- Galee francesi, galeazze ducali. navi napoletane' facevano festoso corteggio alla sposa. La quale, quando fu a Gencva. s'in- contro con Lodovico il Moro che « la baciò nel mezo de la bora». L'incontro col Duca avveniva a Novi il 2 luglio 1468. E l'ingresso a Milano fu degno del fasto di una corte italiana del Quattrocento: cavalcate e tripudi principe Echi. I Duchi furono a Milano il sette mattina e in piazza dol Duo- mo «super uno tribunale » si ste-se l'atto di matrimonio; e, in se-gno del suo nuovo stato, la duchea-sa — per dimostrare d'essere di-ventata ormai italiana — smise gliabiti francesi, indossò il costumelombardo e si mise un'acconcia-tura sul capo composta di 544 per-le' Sbalorditivo il valore delle stof-fe; soltanto le due pezze di broc-calo d'oro regalate dai fiorentini,sarebbero oggi costate 15.000 li-re al metro! Quindi al Castello si svolsero i « Trionfi » con musici e ballerini, davanti a convitati del più prelibato lignaggio. Le nozze ducali Ecco l'episodio storico che l'aristocrazia milanese ha fatto rivivere questa sera nel fastigio deCastello Sforzesco, al cospetto dSua Maestà il Re Imperatore —per la regìa di Guido Salvlni, lascenografia di Benoit e le musichedi Marinuzzi, Montenuzzi e Zaudon-fi — con uno scopo di celefazione patriottica e. insieme, di beneficenza popolarel'intero incasso (i prezzi variavano da 250 lire a 100 a 40 a, 15) essendo stato devoluto ail'Opera Maternità ed Infanzia ed all'Opera Nazionale Balilla. Senza dubbio, la cornice non poteva essere idealmente quanto edilmente più suggestiva e fedele Tocchi di campane dall'alto delle merlature e squilli marziali da misteriose cavee annunciano l'inizio. Sul cortile, di una vastità ocracea per la rena che lo pavimenta, spiovono dai riflettori lucrosate, come di un'alba che palpita. Su di un cavallo bianco e fasciato di un corsetto bianco, compare al galoppo il messaggero. Sai-resta nel mezzo, fa inchinare idestriero davanti alla tribuna regale e al galoppo, scompare. Sdilata a poco a poco una luminosità, cristallina che inonda il terreno, che ascende sino agli spaltche si insinua e sfora pei casseri e, a poco a poco, a gruppi lentistaccati, nei preziosi costumi dell'epoca, avanza la corte di G.aleazzo Sforza: questa è la madrBianca Maria Visconti, impersonata dalla marchesa Ida Corti dSan Stefano Belbo con un mantdi velluto nero a rombi filettatd'oro; queste sono le sorelle duchesse di Calabria e d'Urbino, lzie Aldobrandeschi, da Barbanoda Montefeltro e questi •— signore rignori della più pura nobiltà dell! più eletta borghesia milanese — sono gli invitati, l'invitatHnl Pana l'ambasciatore di NaVo i, Wénez£,bdiS F?re°nze%ì Genova, gentildonne e gentiluominpaggi, alabardieri. Giunge ultimo! alto e snello dal volto scavated ovale, dai capelli d'ebano, necostume di broccato rosso-nero, Duca Galeazzo Sforza, in persondel conte Filippo Visconti di Modrone. Musiche lievi hanno ritmato l'ordinamento della Corte. L'orchestra, che è quella della Scalareste invisibile; ma gli alto-parfanti raccolgono bene e bene effondono le sue note. Gli squilli si rincorrono pei beccatelli; il cavallo dell'araldo Cmarchése Litta Modigliani cavalerizzo di fama e di audacia stasseras'accaparrò i maggiori applausi) appare, volteggia, ritorna. Arriva la Principessa sabauda, la promessa sposa, Bona dSavoia; la precedono e la seguono su destrieri bianchi le sue dame, quelle di Savoia, di Franciadel Lussemburgo; ella è distessu di una « carretta sforzesca »bassa così da radere la terra, aarebi simili a quelli delle barchlariane, ed è scortata da Lodovco il Moro, da Tristano e SecondSforza ru roani o su- sauri. Ottgentildonne sono su altre du« carrette ». Di una intensità vagneriana è la musica. Verso lsposa, che ha un manto argente ad arabeschi di un pallore di pesca, non appena tocca terra, muove a Duchessa Madre che la bacia in fronte: Galeazzo le dà. la mano e a soave Principessa sabauda (la ncarna donna Beatrice Binelli Crivelli) lo segue e rista al suo fianco mentre sfida il mirabolante corteggio che reca ì doni, bacheche con gioielli, urne con profumi ed una culla ed un oriolo ed un , 7orziere e quaranta levrieri di co- fUpicuo valore. Lo splendore del ^secolo è ^«A>ii^ gfij^ j3££IL3^ «SgaSòl «bem fi JueljBUm«Mj) e | rcinngfprvvstuolo ai' PefSonaggi, ™= e^n"0;Dsa!Fono.. Pe.r la scalea e siedono ; Hsu,!a ribalta del padiglione per asaitere ai Trionfi. E la luce è solare, i • j • c Virtù e glorie dei Savoia La purezza della fede, la saggezza del regnare, la larghezza dei bene, virtù spiccate della Casa dei Savoia sono simboleggiate in tre carri: uno è un mobile altare coronato da ceri e v'è inginoc una donna le mani giunte "1 atto di preghiera, un altro e ^^tó^- S-rionfri £J*gjg£ " " ardi' fronde, quattro dame sforzesche raffigurano le quattro stagioni. Più coreografico è il secondo dedicato alla beltà d'ititcllctto; danzano tra sfavillanti spruzzi di bengala, nel buio in cui affoga ogni cosa, i Venti; li ha invocati una voce tenorile (il Parmigglani) con un appello d'amore ; Driadi, Najadi, Orediadi e Ninfe rispondono pure ai richiamo e intrecciano carole scomponendo e ricomponendo l'azzurro, i'arancio. il verde ed il rosa dei oro veli m quadri magici ed alianti Due paic^i ornati innestano su questo favoloso palcoscenico altre raffigurazioni con altri balli e cantii sinché i Venti, gli Elementi e e jif„sc non saranno esausti di esaltazione. Del tutto guerriero è ,] terzo Trionfo che osanna -la vaje„fja d'armi. Torce rosse si sparpagliano pel recinto come fuochi fatui; fiaccole giallastre costellano i merli e gli spalti, ondeggiano per una fantasia gnomica; l'arena si popola di cavalieri in ferrigne armature e su scalpitanti palafreni; giostrano con le lance e con ie spade; il grido di Savoia è ripetuto ad ogni scontro; la musica gronda corrusca e vibrante. Scendono dal padiglione le due Corti ed occupano lo spazio dinanzi alla tribuna del nostro Re e Impera¬ ti vsddeiGnleaKtfriqfdM(GggBAtore e degli altri Principi Augusti. Orchestra e cero fanno più sonora la voce; è l'inno dell'Impero di Riccardo Zandonai. Si spalancano i nove boccascena del Padiglione Nuziale e in una luce orgiastica, abbagliante, appaiono riprodotti i pannelli d'apoteosi che il Mantegna concepì per l'Impe ro Romano: scintillano trofei, ar mi tolte ai barbari vinti, e vasi doro e d'argento; e legionari ro mani e prigionieri e genti d Afn ca e d;Oriente, si animano per in cantesimo. La gloria di Roma an: tica rinasce e rifulge in quella ai Roma fascista : il destino dei faavoia s eternerà nel trionfo. Al co: ro, ali orchestra, ali omaggio dei personaggi sforzeschi, illustri ed oscuri, ai cavalieri ed ai guerrieri, n(LmrdnCsdRlsposa il cuore di questo vasto e smagliante pubblico che ha un grido d'amore verso il Re Imperatore. Nella tribuna facevano corona a S. Mi il Re Imperatore, che era entrato nel Castello pochi minuti dopo le 21, il Principe e la Prni cipessa di Piemonte, la Principes _ sa Maria di Savoia, il Conte di To rm0, il Duca di Genova, la Duj Chessa di Pistoia, il Duca di Ber g-amo, il Duca d'Ancona, il Prin éipe Conrad e la Principessa Bona jdi Baviera, il Principe e la Prin ci3C-.=isa Roman, la Principessa Ca,terina di Russia, l'aiutante di Cami p0 e il maestro di cerimonie de! sovrano, Come il Re Imperatore.si è profilato per primo sulla balaustra del palco, la folla, in piedi, proruppe in applausi, soverchiati dalla Marcia Reale e da Giovinezza, intonati dall'orchestra scaligera. Quando alle 22,30. concluso l'ultimo Trionfo, S. M. il Re Imperatore si congedava dal seguito augusto e dagli aristocratici organizzatori dell'evocazione, ancora la Marcia Sabauda e l'inno gagliardo del Fascismo riecheggiavano per tutta l'ampiezza splendente del Castello Sforzesco. S. M. il Re Imperatore è ripar-tito alle 23 per Roma con la Prin- cipessa Maria di Savoia, salutato alla stazione dai Principi di Pie monte, che subito dopo hanno fatto ritorno al Palazzo Reale, dove la folla ha iraprowisato loro una imponente manifestazione. Umberto e Maria di Piemonte si presentavano qu3ttro volte al balcone della Reggia, salutando sorri- !denti la moltitudine plaudente