Le proposte franco-sovietiche non hanno avuto fortuna di Concetto Pettinato

Le proposte franco-sovietiche non hanno avuto fortuna Le proposte franco-sovietiche non hanno avuto fortuna Parigi, 8 notte. Il Consiglio dei Ministri si < largamente occupato stamane del la situazione internazionale. Delbos ha informato i colleghi dello stato dei negoziati intorno al prò blema spagnuolo, della recente sessione ginevrina in rapporto dell'accordo intervenuto ron la Turchia circa il Sangiaccato d Alessandretta, delle conversazioni avute u Brussellc con Van Zecland e Spaak, del viaggio di von Blomberg a Roma e della situazione nei Balcani e nell'Europa centrale. Sul tono e sull'esito di questa lunga esposizione, gli informatori ufficiosi sono estremamente parchi di ragguagli. La sola informazione sicura che si possegga con cerne la risposta francese al progetto britannico sul controllo e 11 senso di essa è che Parigi, di fronte all'opposizione del Foreign Office e dell'ammiragliato, abbandona la propria richiesta di estendere il controllo ai 27 Stati del comitato di Londra e si accontenta che l'accordo resti limitato alle quattro grandi potenze occidentali. Per giustificare questa ritirata gli informatori ufficiosi spiegano che fin dal febbraio scorso la Russia, « non avendo in Spagna interessi diretti» (sic), aveva rinunciato a far partecipare la propria fiotta al controllo delle coste della penisola e che, dato tale precedente, il prolungamento della sua astensione è perfettamente comprensibile. Qualunque sia il valore della spiegazione, la assurda pretesa franco sovietica è stata messa da parte e questo è l'essenziale. Da altre informazioni si apprende comunque che, ad accordo raggiunto, la Francia si riserverebbe di riprendere la proposta in forma attenuata consigliando la creazione di una flottiglia di scialuppe armate a bordo delle quali si imbarcheranno degli osservatori internazionali e quindi anche russi. Ma non è possibile diro se questa nuova idea sia stata messa in circolazione unicamente per mascherare il ritiro di quell'altra o se domani, concluso l'accordo sul controllo, dovremo realmente assistere ad una nuova offensiva franco sovietica per l'allargamento del medesimo. Circa l'accordo in sè le prospettive sembrano da stamane notevolmente migliorate. Gli inglesi vorrebbero mantenuto in linea di principio' l'obbligo della consultazione obbligatoria immediata tra le quattro flotte qualora una delle loro navi subisca un'aggressione Ma nel caso di aggressioni mani-feste e flagranti implicanti la le- gittima difesa essi ammetterebbero ora che una pattuglia di controllo di qualunque nazionalità abbia la facoltà di procedere immediatamente di propria iniziativa ad atti di rappresaglia a patto di fornire nello spazio di 24 o 48 ore la giustificazione del proprio operato. Le giuste domando dell'Italia e della Germania sarebbero dunque state sostanzialmente accolte e il controllo potrebbe ormai esercitarsi senza troppi timori di aggressioni premeditate in basp alla sicurezza preventiva dell'impunità. I due primi articoli dell'accordo riguarderebbero l'allargamento delle zone di sicurezza previste e le garanzie imposte a Valencia e a Salamanca. Sull'uno come sull'altro la discussione non è sta-ta soverchiament|e dura. Si attende d'altra parte che le due capi¬ tali spagnuole aderiscano senza difficoltà, alla domanda rivolta loro dai Quattro e non lesinino sulle garanzie desiderate. La sola obiezioni! che il tenore dell'accordo giustifichi è che fra l'esistenza delle zone di sicurezza e gli altri due punti contemplati a Londra persiste una certa contraddizione. Riconoscere, sia pure per allargarle, delle zone di sicurezza non equivale forse ad ammettere che all'infuori di esse la sicurezza non esiste? Che valore hanno le garanzie richieste alle due parti in lotta quando si delimitano dei pe- i rimetri che dovrebbero fungere da ' asili per le navi adibite al con-, trollo? Se queste navi sono In- ì ; violabili, esse dovrebbero esserlo ovunque. Ma se si assicurano loro 1 delle zone di rifugio, tanto vale dire che fuori di 11 l'aggressione : è lecita. Si sarebbe forse dimen- j ticato che l'aggressione contro il Dcutschland venne giustificata ap- punto dicendo che le acque di Ibiza non si trovavano nella zona assegnata alla nave tedesca? Da. quanto precede è facile misurare il carattere imprescindibile del diritto alle rappresaglie reclamato da Berlino e da Roma. Senza il riconoscimento di tale facoltà nel- l'eventuale aggredito, l'accordo sul controllo si risolverebbe in una commedia. I viaggi di Von Neurath a Belgrado e del colonnello Bcck a Bucarest vengono intanto seguiti in queste sfere con malcelata inquietudine. Sul conto del primo, il Tempi tiene a professarsi sicuro che la Jugoslavia, pur disponendosi a sviluppare i suoi rapporti economici col Reich. non modificherà in nulla la propria linea politica. Sul conto del secondo i dubbi sono permessi, non ostante l'intervista accentuatamente Eranco- fila che Costantino Bratiano ha dato oggi aXVIntransijicant. Il brindisi inteso-filo e leghista prò-1 nunziato da Re Carlo sarebbe il risultato delle energiche pressioni | fatte a Bucarest e a Varsavia dal-1 la Francia, la quale, se dobbiamo | credere a Pertinax, sarebbe fin giunta a minacciare i due Gover ni di tagliare loro i fondi per le rispettive spese militari. Ma altro sono le parole e altro i fatti; c le insistenze di Beck, la politica personale di Re Carlo, il lavorio diplomatico di Roma e di Berlino non sembrano promettere a Parigi sonni tranquilli. Concetto Pettinato

Persone citate: Beck, Costantino Bratiano, Delbos, Re Carlo, Spaak, Valencia, Van Zecland, Von Neurath