LE ARTI

LE ARTI LE ARTI ORIENTE ANTICO. Nel florfre copioso degli studi artistici italiani l'indagine della critica, lercure della storiografia restano ancor rivolte quasi esclusivamente all'arte europea. E' un riconoscimento implicito, istintivo persino nelle folle leggenti, che quanto è veramente vitale, immortale, essenziale ne! mondo nasce, si evolve, culmina, declina sulle sponde mediterranee fra Roma ed Atene, fra Gerusalemme e Bisanzio. Checché si possa dire e deplorare della nostra torbida sconquassata Europa è ancora sulle sue terre gloriose intomo a un palm0 d'acqua azzurra, una poz zanghera a confronto degli oceanivanied illogici, che_sl giocano 3i denomina « arte esotica »; tal- i destini umani, che i grandi miti delle civiltà vengono al cozzo supremo. E' questa la ragione per cui il Partenone e la Basilica di Massenzio continuano ad essere vita e misura del mondo dopo centinaia d'anni che sono rovine, mentre ciò che viene in luce delle ziggurat di Caldea o d'Assiria non è cne archeologia, e 1 ruderi degli immani JicraPU, dell'architettura nd ana, birmanica o giavanese non testimoniano che pietrificate allucinazioni religiose. Si studia no intanto, 3i approfondiscono le forme di quella che comunemente nostra stessa fantasia creatrice, e come il Settecento ebbe la moda della cineseria, come l'Ottocento esaltò i pittori giapponesi quasi quanto i suoi Impressionisti, cosi è. di ieri l'entusiasmo per il fe ll?.cìo precolombiano, per la pla¬ stica africana ora macabra ora fanciullesca. Simpatie un poco snobistiche o necessari fatti di cultura? Alla fin fine conviene riconoscere che l'interesse per la cosi detta arte esotica è soprattutto in rapportò ad un concetto di relatività: o la meraviglia per un idealc ostctico straordinaria merltc divcrso dai nostro; od il !sottile incanto per figurazioni che , a distanze immense di spazio o di iviltà, più varie e complesse, si che jogni Urtino ritrovasse^poiJ^univer- tempo, benché chiuse in un loro ermetico mistero, denunziano con le nostre singolari, forse inspiegabili affinità. Il rilievo stupendo dei Cavalli di Ninive nel palazzo di Assurbanipal mi affascina perchè vi ritrovo il segno fulmineo del Pollaiuolo, venti secoli avanti la sua nascita; certi esemplari d'arte negroide mi colpiscono perchè vagamento ripenso alla tipologia di Modigliani. SI direbbe insomma che il mondo intero per millenni abbia lavorato perche su questo piccolo nostro continente venissero a sfociare e a confondersi e jl'una a dell'altra arricchirsi le ci- so riassunto in Michelangelo ed ogni nordico in Diirer il metro del suo sentimento. Ciò giustifica da un lato la pre-; ldomIaànte attenzione data agli atud^deU'arte europea, e e i a e n i l a - n e d n è n n e e e o l a o e e, - opea non soltanto in Europa (The Italian Painters of the Renaissance del Berenson prima che in francese nel 1926 e in italiano nel 1936 furono tradotti in giapponese); dall'altro la necessità di spingere l'indagine critica e la ricerca storica oltre i confini dell'arte europea per meglio capirne le origini, le varie inflessioni, i più intimi aspetti. Utilissimi da questo punto di vista i due grandi volumi ora pubblicati dall'Istituto Italiano d'Arti Grafiche, Architettura dell'Oriente antico (Bergamo, U 150) e L'arte fuori d'Europa (Bergamo, L. 120). Col primo, curato da un maestro di studi archeologici quale è Roberto Paribeni, si inizia la Storia dell'Architettura diretta da Alessandro della Seta, Ugo Ojetti, Marcello Piacentini, grandiosa impresa editoriale decisa con l'intento di dare finalmente all'Italia una storia generale dell'architettura; il secondo —■ sesto tomo, redatto da sei autori diversi, dello SpringerRicci — completa quella fortunata opera entrata ormai nel suo quarto decennio di vita, rinnovata ed ampliata di edizione in edizione con accorti aggiornamenti, cui è doveroso riconoscere il merito di essere, sia pure sotto forma di « manuale » la più completa storia generale delle arti pubblicata in italiano. Magistrale illustrazione delle antiche forme architettoniche sorte, e svoltesi nelle regioni comprese fra l'Egitto, la Mesopotamia, la Persia e l'Anatolia occidentale, le pagine del Paribeni: e sopratutto quelle che trattano della ragione prima ed essenziale — il senso religioso — dell'architettura egiziana: pagine calde, ispirate, in cui l'entusiasmo archeologico si trasforma in eloquente, umanissima poesia nel rappresentarci quella straordinaria vita d'oltretomba che dalla « mastaba » originò nella piramide la più spettacolosa costruzione dell'antichità. Ma forse nessun altro capitolo così emozionante (ed è l'emozione che nasce nel veder ricreata da pochi sparsi muri, da qualche frammento di scultura, la psicologia di popoli defunti da milleni) di quello conclusivo sull'architettura mesopctamica, là dove furono Ninive e i o i,- elBabele: «Ermeticamente chiusi a :cntro Ia \or,icaL mu.ta,.e cieca delle "iSA ^to^^lZì^t iIM^ag&dl^ci? 3 -! aperture di cielo attraverso colon-;ne o pilastri, vigilati alle porte e i dalla maestà ferinamente severa dei leoni o dei tori alati, quei palazzi dovevano pesare quali incubi gravi e paurosi sulla umiltà delle case sottoposte. Nessun sori riso mai, nessun accenno di bontà. e e a I nessuna serenità, nessuna indul- geuza pare abbia mai potuto uscir. o, r ei o a aeo) e¬ un ati nej forse anche all'interno il fasto, il tripudio, l'orgia non giunsero mai a suscitarvi nessuna gioia di vita ». Terribile giudizio d'una civiltà che aveva scelto a sua legge soltanto l'idea della forza, della dura, crudele violenza. Necessariamente meno omogeneo, per la varietà degli argomenti (arte cinese e giapponese, arte indiana, islamica, africana, india- - ! na d'America, della Malesia e delle isole del Pacifico) i] sesto volume dello Springer-Ricci. Una folla di notizie, di dati, di nomi, una cronistoria fittissima ed anche troppo minuta. Meglio forse, in un simile genere di trattazioni forzatamente riassuntive, tentar di fornire al medio lettore — che allo studioso specializzato occorrono altri strumenti di cultura — i una storia sintetica delle varie »!correnti dei gusti esotici, un'idea6.1 generica mali ~.!5.» < f.WW™*V* ' della successione e della gerarchia a-1***.™*. entrambe.esemplificatei.;0?11 r°Pera degli artisti maggiori, i 'cne non Pretendere di esaurire un ' I argomento moltiplicando citazio¬e ni d'autori e di opere che restano ), j fredda nomenclatura. Il libro resta d- a), a . l- " però utilissimo, al pari del precedenti volumi di questa Storia dell'arte, specie come testo di consultazione, e per le copiose (circa 780) varie e bellissime illustrazioni. " mar. ber.

Persone citate: Berenson, Marcello Piacentini, Modigliani, Roberto Paribeni, Springer, Ugo Ojetti