CRONACHE del Teatro e della Radio

CRONACHE del Teatro e della Radio Un altro saggio della Reale Accademia d' Arte Drammatica CRONACHE del Teatro e della Radio mbRAl Teatro delle Arti di Roma ha avuto luogo il secondo saggio dell'annata della Reale Accademia ; cd Arte Drammatica. Pubblico d in-1 dvitati: autorità, critici, parenti de- gli allievi. Opera prescelta: Pig-|Dmalione. di Bernard Shaw. \gAtto primo: pensilina di un tea- „tra, pioggia tacqua autentica, a\ ngoccioloni), la fioraia che impor-\ntuna gentiluomini e dame rifugia- iti sotto la pensilina, un passante ìlche si fa ombrello del bavero del-\pla (fiacca, due marinai che si escretcitano al pugilato, una. ragazza, e'pun giovanotto che fanno all'amore isotto l'ombrello, una side-car che .qprende a bordo la fioraia- spende-] reccia. Tutti siamo in brodo di\agìuggiole, meno Silvio D'Amico, il\dquale, a proposito della messa impscena, di <Les ratés » di Lenor-\pmand, aveva a suo tempo prote-\vstato contro «certe sopraffazionii» ndì Max Reinhardt, che — con sueìmparole — «aveva offerto agli Inspettatori —udite udite— la piog- caia vera». E aggiungeva: «Que-\Asto non significa, creare un'atmo- \dsfera al Dramma; significa, sem-Nplicemente, distrarre"dal. Dramma'dil pubblico dietro alla puerile cu-\priosità materiale del come avrà *fatto» „., . , „ I Silvio D'Amico, presidente della lReale Accademia d Arte Dramma- : tica, ha cambiato di parere? Non\crediamo. Anche perche l espc- rienza dimostra che egli aveva 01- sto giusto. Difatti in questa erti- zione di Pigmauone è mancata proprio l'atmosfera, e, quel che. e peggio, la ricerca di motivi pura-ìmente esteriori, di atteggiamenti crudi e forzati seppur di qualche ,superficiale evidenza, la ricerca, di una cifra insomma, ha impedito\ai personaggi di estrinsecarsi, di:esprimersi, di interpretarsi, di es- sere cioè, con chiarezza ed eia- quenza, quali il poeta- li ha conce-[pit.i. Non vorranno venirci a so-]stenere che basta irritarsi spesso. .sedrre sui braccioli delle poltrone,.strofinarsi le scarpe sui serici cu- scini, dar manate sulle candide | spalle della mamma o delle signo-re che venrjono in visita per ca-'ratterizzarè, come ha fatto il pur'bravo Taricco, il professor Big- ' gins... Nulla-, o quasi, della vita- in- teriore di codesto professore di fo- netica, — e una, buona mediocre cattiva, deve pur averla — ci. è stato reso evidente; tutto, o quasi, della sostanza spirituale dell'ape- ra- — e qualunque opera, a qu„l-^averli'- %7^%Ì2&?&I ] , , Quell2 Olande artista che e Tahaho Pavlova per farne, nel meno ]della sua maVtMri(à artistica^ una praffa e ottenebrala vera, genuina natura dell'opera darte. quando ci si abbandona — come giustamente pensa Silvio D'Amico — a «certe sopraffazioni » e si distrae il pubblico dal Dramma. Noi non vogliamo sorprendere Silfio D'Amico in contraddizione, nè impiccare un uomo per una- frase — la figura D'Amico, uomo di pensiero e di studi, è troppo al di sopra della disgraziata contingenza — vogliamo soltanto rilevare che un conto è essere ammiratore]entusiasta di un Copeau o di un .Tairof (e noi, modestamente, lo\siamo quanto luiI un altro è chia-\mare lo stesso Copeau e lo stesso Tairof a insegnar regia alla. Rea-lle .Accademia d'Arte Drammatica ,Italiana. Quando Silvio D'Amico |ha distratto dalle scene italiane, iche pur ne avean tanto bisogno, insesriiante di regia, non si è reso ]conto che fatalmente la prepoten]te personalità della maestra avreb\bf finito per. riempire di sè tutto jLXe^«^r»f^V» »«/»r» p rif/^ ! ?f//?_s^?Jfl'.t.Lai.A- "'L*elJZZ .felice temperamento, e con tutti \\ difetti clfe la stessa natura e lo \stesso temperamento rivelano nelila trapiantazione e nell'innesto, ì Cosi si spiegano gli strilli e la sil- e I, ■ 3a, è una brava figliola che l'anno tatiana pavlova labazione artificiosa (artificiosa per noi, non per l'insegnante) dei pvimi due atti di Lisa Doolittle, di cui si lagna giustamente Luigi Antonelli. Elda Niccolini, che era Li fe e gustoso esotismo! Ecco la dif- scorso vinse il concorso filodrammatico nazionale con una deliziosa interpretazione di Tristi amori, recitando la sua parte con una freschezza e una spontaneità che fecero impressione sui commissari. In Pigmalione le belle qualità della Niccolini non si son intuite che verso la fine, quando si è vistoI chiaramente che a sorreggerla, eroi il suo istinto. Noi ricordiamo, nella stessa parte, Tatiana Pavlova. Una delizia! Che ricchezza di sfumature! che robusto e intelligente senso umano! che armonia di gesti e di espressioni! che piccan- ferenza che passa tra maestra e allieva. Iva artista compiuta e esordiente inesperta. La prima si impone colla moltiplire potenza della sua arte, e fa dimenticare anche quelli che potrebbero esser difetti per il nostro orecchio seconda, che ricalca le orme delia prima, non avendone le qualità, offre spontaneamente all'attenzione degli ascoltatori i difetti. Se noi vogliamo imparare una lingua straniera è logico che. a insegnarcela sia- uno straniero; se vogliamo imparare a parlare a pensare a vedere all'italiana è illogico che ci rivolgiamo a uno straniero, il quale, per quanto voglia e faccia e ami l'arte e il nostro Paese, non vìu-scira mai a deformare e ad adattare i caratteri distintivi della sua natura e del suo temperamento, che del resto sono la- sua forza e il suo fascino. Il male che può venirne a una scuola italiana, sia pure involontariamente e nella più assoluta buona fede, da una situazione siffatta non ha bisogno di molte chiose. Non, si tratta di discutere un me- I li I : ! todo didattico; si tratta di sapere quale stile deve avere la regìa itaiana, se russo, tedesco, francese, nglese o, per avventura, uno stie italiano, distintivo e chiaro. Siamo d'accordo che in Italia non abbiamo un Taìrof, un Copeau, un Reinhardt, un Craig. E che per- c\'o) Dovremmo invitare qualcuno di codesti signori a insegnar re m „e/?fl ReaIe Accademia d'Arte Drammatica Italiana? Che vengano in Italia a mettere in scena „Hes{0 0 qaei lavoro con artisti nostri, niente di male; che vengano a insegnare regìa in una scuoi„,t nn, n0n e ammissibile, perchè li regista, cosi come oggi è concepH0'e accettato, nel teatro è tutto, genius loci, intoccabile e onnipotente che impronta di sè tutta in vita della scena. Figuriamoci quando si tratta di una, scuola! Questi saggi, ai quali abbiamo assistito con l'ansia di ìntravvedere qualcuno dei segni alati delle preconizzate vittorie, ci hanno un po' deluso, e ci hanno fatto più vivo il rammarico di veder lontano dalle nostre scene, proprio nel momento-in cui il teatro italiano ne ha forse pili bisogno, unattnce del valore di Tatiana. Pavlova. A nostro parere un Istituto m via di assestamento che cerca la sua N<* migliore non deve avertpaura di aver coraggio, non deve aver pwra di sbagliare, che gli errorx *mq fecondi e utili, necessari ami. * Improvvisare non si può più: nè si possono più firmare cambiali jn hin'nco Bis0gna girare il mondo, ,.erfere q,lel che 3i fa altrove, stu\diare „,J „„„„ j,t Russia, „„ anno in Q.ermnnia; e anche a Parigi, Poj ricominciare a lavorar sul se rio fra noi: e non> s'intende, per ropinre gli altri, ma per tentare scoprire, dopo la chiara consaìpevolènàà delle conquiste altrui, noi stessi». A parte la fissazione dei termine (perchè mettere un {{mite all'intelligenza umana?), \noi sottoscriviamo pienamente il periodo riportato, che è di Silvio D'Amico, con l'augurio che egli, traendo le logiche conseguenze dai suoi concetti, riesca a dare all'Italia- quella scuola moderna di Arte Drammatica che ha sempre consapevolmente e autorevolmente pro pugnato. | Perchè è perfettamente giusto che scopo essenziale di una scuola di regìa non può essere quello di 'copiare gli altri, come evidente' mente e stato fatto finora, ma quello di scoprire noi stessi, Scoperte di questo genere pero, non ,é facile le facciano gli allievi: fantasia, gusto, cultura, non si impongono come un crisma. Hanno bisogno di svi^pparsi con lo studio e con gli ^«JIÌ^L^k codesti saggi a ripetizione in cui non si riesce a capire con precisione dove finisce il merito del maestro e comincia quello dell'allievo, ci sembrano prematuri e superflui. E se non sono indicativi dell'effettivo profitto, non sono saggi, ma esercitazioni vicveatti;e di dubbio interesse, a. s. kj perchè accenniamo di volata al metodo I \ 1 \ .! \; •iI ]tì tatiana pavlova

Luoghi citati: Italia, Parigi, Roma, Russia