La giornata di Blomberg

La giornata di Blomberg La giornata di Blomberg Una interessante esercitazione a fuoco a Civitavecchia -- Una manifestazione ippomeccanica al campo di Tor di Quinto Roma, 4 notte. Quella di oggi è stata per il maresciallo Blomberg, ospite di Roma, una giornata non meno colorita e movimentata di quella di ieri; diremmo anche non meno faticosa, se l'aspetto del Ministro germanico della guerra non ci dissuadesse dall' usare un aggettivo che cosi poco corrisponde alla giovanile freschezza di cui sta dando prova. Soldato di salda razza, egli sembra compiacersi di trascorrere le giornate romane tra manifestazioni guerriere: batterie che vomitano tempeste di obici, crepitar di mitragliatrici, temerarietà di cavalieri e carristi. All'osservatorio naturale Venuto qui per riconoscere da vicino i connotati dell'Italia guerriera — la reciproca conoscenza in questa materia non potrà che giovare e rendere più intima la collaborazione tra i due popoli — ha trovato di che soddisfare ampiamente la sua curiosità essendogli stato consentito di vedere all'opera nei più diversi momenti e e nelle situazioni più varie le nostre forze armate. Stamane per tempo egli si è recato a circa un centinaio di chilometri da Roma e precisamente nella zona aspra e accidentata che si stende tra Civitavecchia e Allumiere. Qui da un cocuzzolo creato osservatorio dalla natura, sotto un fragile tetto di frasche e di ciuffi d'erba, eretto a schermo del sole (ma il cielo si è poi rannuvolato e la difesa è divenuta superflua), appoggiato a una rozza balaustra di tronchi d'albero, ha assistito a una interessantissima esercitazione a fuoco cui hanno preso parte quattro battaglioni di fanteria, un battaglione di Camicie nere, un battaglione di carri armati e sei gruppi di batterie di Corpo d'armata e divisionali. Il Ministro germanico, che era accompagnato dall' ambasciatore del Reich presso il Quirinale, von Hassel, è stato ricevuto dal Ministro per l'A. I., S. E. Lessona, dal Sottosegretario alla guerra generale Pariani, dal marescialli Badoglio, De Bono e Caviglia, dal Capo di S. M. delia M.V.S.N. generale Russo, da un folto gruppo di ufficiali generali e superiori delle varie armi. Al giungere dell'ospite ha reso gli onori uno squadrone appiedato del Genova Cavalleria. Su un osservatorio, poco lontano, più in alto, ha preso posto, in forma privatissima, il Principe di Piemonte. Il maresciallo von Blomberg valendosi del cannocchiale che era stato appostato sull'osservatorio e della carta topografica, ha compiuto anzitutto un'attenta ricognizione del terreno, tutto un succedersi di colline e montagne, la più gran parte brulle, qua e la maculate di rade boscaglie o segnate dai rettangoli delle scarse coltivazioni; nelle pieghe collinose, profondi avallamenti solcati da fossi o da trincee cespugliose. Dopo l'esame del terreno il maresciallo ha ascoltato dalla viva voce del generale Caligian, comandante la scuola centrale di Civitavecchia l'illustrazione della manovra' che stava per svolgersi. Si supponeva in sostanza che due colonne di fanti andassero all'attacco di un nemico già in fuga verso il nord-est, ma rinforzatosi con le retro guardie per ostacolare l'avanzata del vincitore, su delle alture chiamate Monte Rotondo, La Castellina di Quarto e, più in basso, Monte Pietroso, e quivi organizzato a difesa con armi automatiche incrociate a sbarrare le probabili vie di irruzione. La colonna-di sinistra, costituita da tre battaglioni della scuola di Civitavecchia e dal bel primo battaglione dell'81 fanteria (due di primo scaglione e due di secondo) aveva il compito più arduo, dovendo muovere dal fosso dell'Acquablanca, cioè dal punto della massima depressione della zona per l'erte pendici; una seconda colonna, costituita da un battaglione di Camicie nere e uno di carri armati, intervenendo ad azione già iniziata e dopo la conquista del primo obiettivo intermedio avrebbe dovuto piombare sul nemico da posizione più alta, poco sotto l'abitato di Allumiere .investendo l'ala sinistra nemica. Dei sei gruppi di batterie due di artiglieria divisionale avevano il compito specifico di appoggio all'avanzata, altri due gruppi divisionali e) i due di Corpo d'armata avevano il compito della manovra di fuoco. L'esercitazione a fuoco A un soldato della competenza del maresciallo von Blomberg non è stato naturalmente necessario spiegare in che cosa consiste una esercitazione a fuoco. Noi ci limiteremo a dire per i profani che un tal genere di esercitazione comporta l'uso del fuoco di tutte le armi in dotazione della fanteria oltre che di quelle dell'artiglieria, come al combattimento vero: 1 battaglioni avanzano quindi sotto le traiettorie dei colpi tenendo conto della distanza di sicurezza che è sempre minore a mano a mano che dall'uso dei grossi calibri si passa all'uso delle armi di accompagnamento e di assalto fino alle bombe a mano. E' chiaro, dunque, che per evitare spiacevoli incidenti lo svolgimento di una esercitazione- a fuoco richiede uno strettissimo coordinamento nell'impiego dei vari mezzi e nello svolgimento dell'azione, il perfetto funzionamento dei comandi e dei collegamenti, la padronanza di sè e delle proprie armi in tutti i soldati. Aggiungeremo che tal genere di esercitazione non era in uso che in qualche esercito fino a poco tempo fa; ora su pressioni di agitazioni a sfondo parlamentare sono state abbandonate da tutti. L'Italia sola continua a svolgerle normalmente e bisogna dire senza che mai si verifichino disgrazie, il che è veramente prova di disciplina e arte guerriera in tutti, comandanti e soldati. Il segnale dell'inizio è stato dato da un lungo risuonare di trombe che rimbalzava di valle in valle. Subito dopo le batterie hanno aperto il fuoco, il cielo si è riempito di acuti sibili, le prime gra- VON BLOMBERG a Civitavecchia segue da un osservatorio lo svolgimento delle esercitazioni belliche. IL DUCE A CIVITAVECCHIA tra il Maresciallo Blomberg e i! Ministro Starace. (Telefoto).

Persone citate: Badoglio, Caviglia, De Bono, Duce, Lessona, Pariani, Starace