La passione della pietà

La passione della pietà La passione della pietà « Si può rimaner sole in tanti modi diversi. Vi sono quelle figlie uniche che perduti i genitori rimangono vecchie a finire la loro vita, senza scosse. Vi sono vedove senza figli : si occupano allora un po' più di beneficenza, andranno un po' più in chiesa, ecco tutto. Sole, con i figli sposati ? Oh, allora non siete « donne sole » e neppur voi siete sole, zie amate o sfruttate dai nipoti. Potete restar sole dopo aver dato tutto alla famiglia, dopo non aver avuto nulla per voi. I più vecchi vi han preceduti in un mondo migliore, i più giovani han preso la loro via, nessuno ha più bisogno di voi... Allora siete veramente sole. E se per vuotare l vostro cervello e riempire il vostro cuore senza aureola di mondanità, senza capacità alcuna di bridge vi volgerete a interessarvi del prossimo che soffre potrete sentirvi dire maniache e stravaganti... Dovrebbe bastarvi mangiare e dormire?... Il vostro cuore non dovrebbe avere alcuna esigenza?... Povere donne sole!... ». Ho letto questa paginetta così semplice e così vera ; è la più amara di un dolce libro scritto da una di queste donne sole, la marchesa Marianna Denti di Piraino che ha raccolto le sue memorie in un volumetto intitolato Soltanto per i miei amici (edito dalla Casa editrice Eroica - Milano). Una donna sola che non poteva contentarsi di vegetare inerte, perchè animo pietoso e cuore ardente erano in lei fin da quando fanciula davanti al mare palpitava di tutti i sogni della prima giovinezza. Erano i tempi in cui lè signorine, ancorché giovanissime, mettevano la gonna a strascico e nessun gioiello; tempi n cui una conferenza di Isidoro Del Lungo costituiva un avvenimento eccitante e si ballava in una sola stagione dell'anno : di carnevale. Era vero che allora c'era il caso di veder comparire a quei balli gremiti di baldi ufficiali di marina il Duca degli Abruzzi che faceva l'ultimo anno dell'Accademia Navale ed era affascinante come un vero Principe Azzurro... Fu proprio con questa donna, sola che un novembre lontano n una bèlla festa il Duca apri il ballo. Immagino che lei sarà stata vestita di rosa con guarnizioni di fiori, raggiante di giovinezza, di speranza e di vita. Figlia di un ammiraglio e di una coltissima patrizia genovese, doveva portare in sè i segni di finezza e di valore e di" grazia della sua famiglia, antica tanto da averne notizia fin dalla metà del secolo ottavo, quando la sede dell'Impero Romano era a Costantinopoli e si governava l'Italia con un Vicario Imperiale col titolo di Esarca, di residenza nella città di Ravenna. Alla fine del Seicento, in Sicilia don Gregorio Denti e sua moglie la principessa Giovanna Requesens erano i signori di Piraino... Bei nomi, ricche esistenze, vicende valorose. La giovinetta, quando al varo di una corazzata si esaltava più che a qualunque gioia più che a qualsiasi festa, o che chiusa nella sua stanza piangeva disperatamente la sconfitta di Adua di quella prima campagna africana, doveva certo sentire in sè il sangue dei suoi antenati gloriosi e potenti, ardenti di fede e innamorati della patria e del mare. « I miei primi trentanni furono tutti di marina, ella dice in queste sue memorie. Oh, quei meravigliosi monti Apuani tutti rosei sotto" i raggi del sole pronto a sparire dietro la Castelana, mentre sulle navi ammainano lentamente le Bandiere e Spezia carissima, Primo Dipartimento marittimo, Golfo dei Poeti, nel tuo azzurro nelle tue ombre e nel tuo sole, è rimasto sepolto il cuore della mia gioventù !... Dopo, a Firenze, s'iniziano i ventanni di medicina seguendo dapprima con passione gli studi dell'ultimo dilettissimo fratello. Nel 1907 s'iniziano i Corsi per Infermiere Volontarie della Croce Rossa. Terremoto di Messina nel 1908, due anni dopo epidemia di colera nelle Puglie debellata rapidamente dal prof. Sciavo, poi lotta antimalarica in Sardegna,nel 19131 servizio di, guerra in Atene quando la Grecia era in guerra con la Serbia e la Bulgaria e non aveva infermiere, poi terremoto della Marsica con la distruzione di Avezzano nel gennaio del ioiSi infine la grande guerra... chi può dire la somma di fatiche sopportate, di vegl.e, di viaggi, di coraggio intrepido, di fortezza d'animo, chi può dire il tesoro di carità, di fraterno aiuto, di materna tenerezza che una donna in v,elo azzurro può aver gettato a piene mani a tutti coirò che le son stati vicini anche un giorno solo?... Quante lacrime asciugate? Quanti strazi leniti? « Il 1923 — scrive Marianna Denti — è stato l'anno della rinascita d'Italia e la fine della mia famiglia. « Sola !... ». E' la ultima parola del dramma La porta chiusa di Marco Praga. E io la sentii pronunciare da Eleonora Duse, con un accento che lasciava l'anima scossa e profondamente turbata. Ero a- ndmocgpvif_adsmLibgcegcsggrlsvtqlTsiCtlrpeddcCsfssdlgrsicntgsdsz desso io che vivevo quella parola, nella realtà della vita». Ma il cuore che è ormai abituato a saziare la sua fame, si rivolge adesso all'umanità più bassa e perciò più infelice a quelli che giacciono nell'abbiezione e sembrano compiacersene, a quelli che respingono la donna benefica come una nemica,' ai fedeli del male, agli odiatori del bene... Fratelli anche questi, anzi, secondo la legge di Cristo, fratelli ancor più preziosi... « Altro lavoro attivissimo era venuto a occupare il mio tempo in modo assorbente. Oh, il Si- fnorc non abbandona!... La _ [ala Vita era venuta in aiuto alla mia solitudine...». Comitato contro la Tratta delle Donne e dei Fanciulli, Casa-Rifugio femminile e il permesso della Questura di Firen¬ ze di collocare nelle Case infami un cartello : « Chi volesse abbandonare la prostituzione e tornare a vita civile e trovare lavoro si rivolga al Comitato, ecc. ». Molte mani adunche e tremanti di rabbia si levavano per cercare di lacerare quel cartello, molte ingiurie gli erano rivolte con voce rauca e stridente ma qualcuna di quelle infelici, meditando a capo chino, chiudendo gli occhi invetriti di lacrime piene d'orrore di sè, sfuggiva dall'inferno, con piede furtivo e arrivava davanti alla donna alta e sottile dagli occhi ardenti, dal viso consumato nell'ardore della pietà, che sembrava aspettare il male per trasformare in bene. Poi i disoccupati. «Quale eco profonda hanno trovato nel mio cuore le parole di Mussolini, il 14 Novembre del '33 : « Quello che deve angustiare il nostro spirito è la miseria degli uomini sani e validi che cercano affannosamente e invano il lavoro » ! E poi i Liberati dal carcere i Vigilati... Ogni forma di sventura è uno strazio che fa spasimare e raddoppia le energie il coraggio, lo zelo, l'ardore. Fino a che, fiore più tenero e commovente di questa carriera di carità e d'amore, l'opera materna, la fondazione dell'Asilo infantile a Piraino, l'offerta più gradita a Dio; la preghiera delle labbra innocenti, la dolcezza santa dell'infanzia protetta... Nel cuore delle donne la pietà è sovente una passione suprema, ha scritto Michelet, e la bontà una forza alla quale non possono resistere. Carola Prosperi IL PRINCIPALE RITROVO DI MONTS, per il giorno delle nozze, ha pavesato la facciata con bandiere francesi, inglesi ed americane in. omaggio agli sposi.

Persone citate: Carola Prosperi, Eleonora Duse, Gregorio Denti, Isidoro Del Lungo, Marco Praga, Marianna Denti, Michelet, Mussolini, Sola