Il Duce proclama in un'intervista la necessità di porre un freno alla corsa agli armamenti

Il Duce proclama in un'intervista la necessità di porre un freno alla corsa agli armamenti té L'ITALIA DESIDERA LA PACE „ Il Duce proclama in un'intervista la necessità di porre un freno alla corsa agli armamenti Invito a Roosevelt di convocare una conferenza - V Italia non ha ambizioni sulla Spagna ma la vittoria di Franco è nell'interesse di tutti ~ La pace europea potrebbe essere assicurata da cinque potenze: Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e La piaga Nel momento in cui le manovre e le campagne antifasciste sulla scena ginevrina assumono un carattere sempre più ignobile e canagliesco sia che si riferiscano alla liquidazione diplomatica di quello che per noi I fu definitivamente liquidato dalla marcia di Badoglio e dalle colonne di Graziani, sia che montino le falsità più assurde sugli avvenimenti di Spagna, il Duce con perfetto equilibrio e serenità richiama il mondo alla sensazione della gravità delle situazioni e indica con concretezza e tempestività la possibilità di un tentativo di collaborazione e di intesa. E' l'Italia Fascista, bersaglio preferito della stampa e dei circoli gialli internazionali, che per bocca del suo grande Capo sa sollevarsi al di sopra del tumulto fangoso per lanciare un ammonimento decisivo mentre l'Europa si affaccia paurosamente sul baratro di una catastrofe che fatalmente non rispetterebbe nemmeno gli altri continenti. Possiamo trascurare la cro-() naca talvolta ridicola talvolta oscena di un avventuriero mes-^ sicano che si erge, dietro conW gruo compenso, a campione ' di) ipocriti principi societari o di! omuncoli della Spagna rossa! che pretenderebbero di gettare) del disonore su quei nostri legionari che sempre e dovunque da quando sono arrivati sui'l suolo'iberico hanno conosciuto ore di combattimento, di sacrificio e di gloria, a Malaga, intorno a Madrid e oggi sugjli estremi contrafforti della difesa di Bilbao. Il Duce, nell'intervista ài giornali americani, ha messo i il dito sulla piaga, secondo il Suo stile, il Suo temperamento, 'la Sua onestà: la piaga che si allarga incessantemente e che tutte le altre riassorbe in sè aggravate è la corsa agli arma gravate e ìa corsa agii arma- menti. Non e il caso di fare prò-cessi sulla priorità delle colpe e tanto meno è il caso di riaprire il triste libro della conferenza ginevrina sul disarmo, pietjosamente fallita di fronte all'incapacità di comprendere che un accordo non poteva essere (raggiunto che su basi assolute: di uguaglianza e di parità. No; quel che è morto, è morto ; muovi interventi societari nont;,porterebbero che confusione, anzi acuirebbero le rivalità. E così bisogna dare il bando a (tutto ciò che è utopistico, irrealo; disarmo è una parola illusoria ed altrettanto illusorio sarebbe qualsiasi piano rivolto a fridurre gli armamenti esistenti; ma un taglio equo, propon.ionaJe sui programmi futuri è augurabile, è possibile, è necessario. Siamo dinanzi ad uno sfiato di necessità che non ammette proroghe a troppo lontana acadenza. Diversamente le incognite più minacciose e irreparabili assumeranno aspetti inesorabili di catastrofe. La folle corsa agli armamenti non può non risolversi in questo dilemma: o lo sbocco in una guerra immensa, generale, senza confini, o la sua involuzione infermi in formidabili crisi economiche e so ciali. E forse il secondo corno potrebbe precedere nel tempo ma non eliminare il p/rimo, cioè la guerra, Il Duce, collo spirito- aperto di Chi ha la suprema coscienza dei propri doveri di là da ogni pregiudizio dottrinari o o individualistico, ha coraggiosamente indicata la forte personalità dei Presidente Roosevelt come quella capace di prendere l'iniziativa di una conferenza e di condurla in porto. Franklin Roosevelt è non soltanto il capo occasionale della grande Confederazione affacciantesi sull'Atlantico e sul Pacifico, è per il suo popolo l'uomo provvidenziale che ha raccolto intorno a sè una fiducia illimitata; avendo iniziato da pochi mesi il suo secondo periodo presidenziale trionfando di ogni ostacolo per l'affermazione del suo program nazionali." Non* sóìo?' sonVquo-ma interno, possiede integro ilprestigio e ampio il tempo per-lasciare un'impronta gloriosasul terreno dei rapporti Inter-Udiane quasi le adulazioni cui lo circondano autorità, giornali, ambienti dei cosidetti paesi democratici ; ebbene egli avrà il modo di mettere alla prova dei fatti, e non più delle frasi di circostanza, la loro sincerità di intenzioni e di obiettivi nel supremo interesse della pace e deila prosperità dei popoli. Il compito è difficile, indubbiamente; ma Roosevelt è uomo che ama le responsabilità più ardue, come ha sempre dimostrato; la preparazione ponderata è nella sua indole, ma vi aono dei punti in cui occorre affrontare in pieno le incognite. Purtroppo qualora il Presidente degli Stati Uniti dovesse declinare la sua auspicata funzione iniziatrice vi sarebbe da disperare per l'umanità. Il Duce non si è limitato a prospettare la necessità di tentare un arresto nella, gara di armamenti; ha, per quanto dipendeva dalle sue responsabilità, sgombrato il campo dei presunti ostacoli pervicacemente attribuiti alla politica italiana. In primo luogo ha smascherate le campagne antifasciste sulle nostre ambizioni territoriali nel bacino occidentale del Mediterraneo; se vi sono dei legionari italiani che combattono' con Franco, essi difendono la civiltà dal bolscevismo, essi difendono un interesse comune non solo all'Italia, ma anche a tutti i paesi dell'Occidente. In secondo luogo l'intervista elimina ancora una volta lo spettro di blocchi contrastanti, almeno„Qii„ „„=t« ;„t»„,i™i. l'0<.aenelle nostre intenzioni, 1 asseRoma-Berlino non e un dia-framma, e un. asse di coordina-itramma, e un. asse ai coordina-1 mento ; il grande patto europeodi conciliazione e di collabora-zione dovrebbe raggruppare oltre l'Italia e la Germania, la Francia, la Gran Bretagna e la Polonia; nessuno potrebbe ritenersi in minoranza e tanto me- l1! no isolato. La visione del Duce è umana, equa, realista; essa è dettata dalla comprensione e dalla adesione ai bisogni dei popoli, di tutti i popoli. Forse non mancherà chi cori malafede vorrà scorgervi delle preoccu- lazioni proprie rispetto agli alitruj programmi di armamenti, ffl disinganni; ,.Italia desidera la pac6i ma gi gta preparando e i si preparerà domani a qualsiasi eventualità, specie se l'estremo richiamo del suo Capo non do¬ vesse raccogliere le solidarietà responsabili degli altri Stati. L'Italia ha raggiunto attraverso le prove di un ventennio una maturità assoluta e per la pace e per la guerra. Il Duce ha oggi parlato per là pace del mondo, ma l'Europa e il mondo ricordino per il domani quello che Egli affermò in-un momento di audacia e di gloria: nessuno pensi di piegarci senza prima avere duramente combattuto. Alfredo Signoretti Von Blomberg a Roma Berlino, 27 notte. Commentando la notizia che nella prossima settimana 11 Mare-scialle Von Blomberg si recheràa Roma, l'organo delle Forze Ar-mate del Relch, la Boersen Zci-turni, scrive tra l'altro che l'Invitofatto dal Duce al Ministro dellaGuerra e da questi accettato è unaprova degli stretti rapporti di ami.cizia dei due paesi. Le reciprochevlslte di eminenti personalità chedallo scorso autunno hannoi avutoluogo con sempre maggiore fre-— quenza riescono vantaggiose non 1 soltanto alle due nazioni ma anche e in misura non minore al fini1 della pace europea, di quella pace che nell'asse Rema-Berlino ha ! 1trovato uno del suol più solidi so-;jstegni, un fattore effettivo di si-purezza rispetto alle'macchlnazio-1 ni distruttive della rivoluzione! I mondiale moscovita da cui è cosij • gravemente Insidiata la pacifica! convivenza del popoli. Nella dlfe-: !.«a contro questo pericolo che mi-1 jnaccla l'Europa Intera, Germania ! e Italia formano un fronte unico ! il quale però non è animato da1 'nessuna tendenza aggressiva l _ '| IL PONTE DI DU RANGO che le milizie basche avevano distrutto per proteggere la loro ritirata è stato ricostruito in seiore dalle truppe del Genio del generale Mola.-