I DIECIMILA VOLONTARI sfilano dinanzi al Principe di Piemonte

I DIECIMILA VOLONTARI sfilano dinanzi al Principe di Piemonte Zm'ADUNATA ni FIRENZE I DIECIMILA VOLONTARI sfilano dinanzi al Principe di Piemonte Firenze, 24 notte. La celebrazione fiorentina dell'intervento è stata coronata dal fervore dei diecimila volontari di guerra qui convenuti fin da ieri pel raduno nnzionale. Festa solenne, indimenticabile, perchè i volontari hanno avuto l'alto onore di sfilare davanti a S. A. R. il Principe di Piemonte e perchè al la- baro nazionale sono state appese, da S. A. R. la Pnncipessa da Pie- j monte 15 medaglie d'oro dei Caduti in A. O. appartenenti all'Associazione dei volontari. _ ... . i Onfiamme, bandiere, pennoni,, manifesti. vestivano oggi Firenze i a festa. Suoni gioiosi di fanfare e canti di guerra e della Rivoluzio- ne formavano un alone musicale alla cadenza delle legioni sfilanti per le piazze e per i Sorsi, mentre\il popolo schierato, al passaggio' delle coorti applaudiva incessantemente, salutando col più acceso entusiasmo i valorosi invalidi, i labari decorati di medaglia d'oro e i cappellani che portavano i segni del valore. Nell'ampia piazza Cavour fin dalle ore sette si sono ammassate le sezioni in testa alle quali erano le rappresentanze dei volontari residenti in Francia, in Inghilterra, a Tunisi, al Cairo, in Libia, nell'Africa Orientale. Il console Pescosolido, segretario generale dell'Associazione nazionale volontari di guerra, presiedeva al concentramento delle forze e ha comandato poi lo sfilamento. Le rappresentanze, raggruppate in scaglioni regionali, recavano labari ed enormi strisce cremisi recanti il motto del volontarismo « Per la sempre più grande Italia ». L'imponente sfilata Alle 10 ha avuto inizio lo sfilamento lungo via Cavour, piazza San Marco, piazza del Duomo, via Ghibellina, piazza Santa Croce. In piazza San Marco era stata eretta una tribuna dalla quale il Prin cipe' Umberto assisteva alla ras- segna. Erano intorno al Principe, GÌra,dÌ 6 ""iIn? testa All'imnonente corteo eraìacenturia ffl&l tal era la centuria aei ger.iri.ui, ni 1quali i senatori Aldimai, Casati e Della Gherardesca, i deputati Barnaba (medaglia d'ero), Bignatti, Bottari, Dolfin. Farinacci, Maresca, Serra Capriolo, Mendini, Poeliani, Scorza, Steiner, Tomas- ricevuto al suo arrivo dall'on. 6o- Htf ChLalile nffJif^V Vriani nta, fra le quali S. E. Panani Sottosegretario alla Guerra, m rappresentanza del Governo, S. E. u-selfi e Vecchini, il Prefetto di A- - - • rezzo, Podestà, i Federali Valdrè, Molfino, il vice-Federale di Milano Pesce, molti ufficiali generali e comandanti di legione della Milizia, e, subito dopo, il Dirette rio nazionale dell'Associazione. Lo sfilamento procedette con ritmo celere e stile impeccabile. Aprivano il corteo le rappresentanze del Fascismo fiorentino col gonfalone di Firenze scortato dai valletti e alabardieri. Al passaggio davanti alla tribuna i reparti rendevano gli onori al Principe che salutava militarmente i Labari. Terminato lo sfilamento i volontari si raccoglievano in piazza Santa Croce, artisticamente addobbata di arazzi, pennoni e vessilli tricolori. Le insegne venivano raggruppate intorno al monumento a Dante, e presso la porta maggiore del tempio convenivano le autorità alle quali si aggiungevano i congiunti delle medaglie d'oro Azzi, Baranino, Berretti, Bonsignore, Ciarpaglini, Giuliani Locateli!, Lusardi, Baccolini, Martelli, Michelazzi, Minniti, Paglia, Tadini, Valcarenghi. Le medaglie d'oro al labaro La scalea che adduce al tempie era rivestita di tappeti e cosparsa di fiori. Un altare dominava sul ripiano più elevato e ad esso mons. Rubino ha celebrato la messa in gloria dei caduti di tutte le guerreAlle ore 11,15, salutati dalle altissime acclamazioni dei volontari,giungevano i Principi di Piemonte. iopo aver assistito al mistico sacrificio S. A. R. la Principessa Maria di Piemonte — alla quale venne fatto omaggio di un mazzo di rose rosse — appuntava al labaro dell'Associazione, tenuto dall'on. Boidi, le medaglie d'oro dei caduti in A. O. mentre l'on. Coselschi faceva l'appello degli eroi, e ad ogni nome rispondeva il grido « presente » dei volontari. Salve di mitragliatrici accentuavano la solennità del rito, degno in ogni sua fase dell'appassionata dedizione volontaristica. A conclusione della cerimonia l'on. Coselschi leggeva la formula del giuramento dei volontari, e diecimila « cremisi » facevano eco con travolgente entusiasmo. S. A. R. la graziosa Principessa si intratteneva ancora affabilmente coi congiunti dei caduti medaglie d'oro. Quindi gli augusti Principi lasciavano piazza Santa Croce, acclamati con delirantovazioni, e i volontari si avviavano al centro della città per riunirsi più tardi onde partecipare alle cerimonie del pomeriggio. Le quattro centurie torinesi I volontari di guerra torinesi hanno partecipato all'adunata nazionale in circa quattrocento. Questa imponentissima rappresentanza ■— di cui facevano parte il Podestà ing. Ugo Sartirana, il vicePodestà dott. De la Forest, tre o quattro insegnanti universitari, fra cui Matteo Bartoli, il glottologo di fama mondiale, una quantità di gerarchi e autorità — era guidata da un autentico eroe: Cristoforo Baseggio, fondatore della « Compagni!» della morte », fascista di piazza San Sepolcro. 11 più vecchio fra i volontari torinesi era il colonnello conte Barbaro, che ha 87 anni; i più giovani erano i legionari Ferrerò e Baruffa, entrambidiciassettenni. Due sacerdoti domenicani, padre Robotti e don De Amicis, rappresentavano quell'inclito e forte clero subalpino che ha dato all'Italia un Reginaldo Giuliani. Numerosissimi goliardi reduci dall'A.O. e appartenenti alla generazione di Francesco Azzi.Da ieri la delegazione torinese, che ha sfilato con la propria banda musicale, costituita da tranvieri volontari di guerra, ha suscitato l'ammirazione dei fiorentini per il perfetto stile delle sue formazioni militari. Ma stamane è passata addirittura sotto una pioggia di fiori e fra acclamazioni interminabili. Preceduti dal labaro rosso carico di medaglie d'oro, comandati dal colonnello Baseggio e dagli ufficiali Gianolio, Castino, Bianchi, Scevola, Garrone, Canonica, Scavia, Giordano, Cova, Santi e Ruggeri, i volontari, tutti in camicianera, con le sole decorazioni di guerra o fasciste, e col fazzolettocremisi, schierati su centurie in fi- le di sei e con alla testa, come giusto, i reduci della prima campagna d'Africa, poi quelli della guerra mondiale, poi i combattenti per l'Impero, hanno offerto ai Principi e al popolo una mirabile testimonianza dello spirito guerriero, dell'intelligente disciplina, della vigoria fisica e morale del Piemonte: vecchio —■ come si usa dire Piemonte, ma anche eternamente giovane, sempre sensibilissimo alle voci della Patria; saggio per la secolare esperienza, continuamente ansioso di nuove prove, di più difficili imprese, di più vaste cònquiste Quando è passata la legione lo Hn^sc qualc'no ha àett*^aristocrazia del Piemonte* ° «-M—no in ,!i>.Xia 0hw« ,,1 L™,, f*ì,f?* & E1» SS&'ftffiSK arcaico, in questa nostra Italia fa- scista che ha perduto anche il ri- cordo di superatissime classifica-zioni, il giudizio rimane vero, nelsenso che quei volontari — e i lo-commilitoni assenti rarjnre- tavano veramente a°1i occhi e ... ... — ° . ro sentav al cuore di tutti, il fiore"della stir pe subalpina. In piazza Cavour il tenente colonnello Vaudano, cui funge da aiutante il seniore Chiapussi, presenta la. legione al colonnello Ba seggio. In testa c'è la centuria di onore, comandata dal capitano Rabajoli: ne fanno parte il Podestà, senatori, deputati, gerarchi, sacerdoti, artisti. Seguono la prima centuria (capitano Grosso, comandanti di plotoni tenenti Maina, Olivo e Longo), la seconda (primo capitano Vercellotti, comandanti di plotoni tenenti Avenati, Vaciago e Labbro), la terza (capitano Tinelli, comandanti di plotoni tenenti De Caprio, Loggia e Bruna). L'intera seconda centuria sfiderà poi senza giubba, in camicia nera, maniche rimboccate, allasquadrista, suscitando un'ondata d'entusiasmo II Principe saluterà più e più volte, sorridendo compiaciuto, ai passaggio della fiera falange che inneggia alla sua augusta eiovi-^seggi-Ò: e hanno invia^^rvTdl me,ssas:gi di saluto al Prefetto O ** l a Fed,eraIe Cazzotti, rin novando ]nrn i'eHnrMH)nnó rtd novando loro l'espressione dei sen timenti che riscaldano cuori di uomini votati per la vita e per la morte al Duce. Nel pomeriggio si è celebrato il rito della Leva fascista che ha as RUgUSta gÌ°VÌ D°P° i] beante raduno di piaz za Sant croce, i volontari tori nesi si soni sen:ati intorno al nn desta gartirana e al oresìdpntp r. - , . . v. - e . „ Volontari di guerra ai trombettieri dei Fasci giovanili, l'on. Coselschi ha commemorato la data dell'en- trata dell'Italia in guerra. Si è svolto quindi il rito della Leva fa- scista, dopo di che le formazioni giovanili hanno sfilato dinnanzi alle autorità. l'colare, significato per la presenza dei Volontari di guerra. In piazza dell'Indipendenza, ove si sono ammassate tutte le rappresentanze delle organizzazioni giovanili, alle 16,30 giungeva il gen. Pariani, Sottosegretario alla guerra, che ha passato in rassegna l'imponente schieramento mentre si levava fragoroso il saluto « alla voce » dei reparti. Dopo la consegna delle Drappelle da parte dei