KOedipus rex di Stravinski

KOedipus rex di Stravinski Novità al Maggio fiorentino KOedipus rex di Stravinski eie, tradotto in latino da J. Daniélou, musica di Jgor Strawinski, 1927. scenario di Théodore Stra winski. „jPJtr^,il„cP5Pj_JeA;_P_er?Pna^g' (Dal nostro inviato) iDFirenze, 22 notte. ! fPrima rappresentazione in Ita- olla, stasera, al Comunale, dell'c- -spera-oratorio in due atti Oedipns srex, libretto di Cocteau, da Sofo-'" conferenziere, ccn voce passiva». Eg ì ritorni )u vaitele, « evitare agli spet Edipo, Il Pastore, Giocasta, Tiresia, Creonte e II Messaggero. Poi c'è lo Speaker, cioè, come preserl- - ,4 . ... :_ —1-] l _ spstwcusve il libretto, un recitante in abito tda sera, che viene al proscenio, j tsaluta, ed « esprimendosi come un ' npresenta l'azione lritorna 'Gtatorl lo sforzo di ricordare » come il dramma sofocleo proceda. E con familiare, talvolta ironica parlata, rammenta 1 danni della pestilenza, la supplica' dei tebani a Edipo, la promessa di lui, Edipo interroga l'indovino Tiresia, il quale, sapendolo inviso agli dei, tace. Corrucciato, Edipo accusa Creonte di aspirare al treno, complice Tiresia. Questi rivela che un re uccise Laio e che la presenza dell'assassino in Tebe è la cagione dei mali. Giocasta rifiuta di credere all'oracolo. Ma Edipo, che uccise un vecchio, era forse Laio ?, ha paura. Giocasta s'impicca. Edipo si accleca, e per punire le sue colpe si mostra al popolo. Egli è « scacciato con grande dolcezza. Addio, povero Edipo, tu eri amato ». Cosi informa lo Speaker in frac. A questo è ridotto VHistoricus o il Chronista dell'antico oratorio. E il libretto è in latino, poiché questa lingua parve a Strawinski la sola degna dell'austera tragedia, e anche, (egli sovente si contrad- dice j, quella che poteva è . i n i è a i e o n diven: ma- tare nelle sue mani una leria puramente fonetica». La scena è tutta in primo plano. A destra un bassorilievo nasconde i coristi, dei quali soltanto il capo è visibile, in alto la facciata d'una casa, fra le cui colonne apparirà Giocasta. A sinistra, in alto l'acropoli dipinta e una tenda, che sollevandosi mostrerà Creonte, in basso la grotta oscura donde uscirà Tiresia. Egli avrà il volto mascherato, come Creonte, come Giocasta. Immobili, essi « devono sembrare statue, viventi ». Son trovate, bizzarrie, eccentricità, e ncn bisogna nè sopravalutarle, come sogliono fare gli snnbs dell'arte, nè, come i retori, svalutarle. L'importante è che Speaker e scena, testo e musica, resultino elementi integrali e coerenti dell'opera o oratorio. Le classificazioni non hanno importanza, specialmente per Strawinski. Molto mutevole, egli non presenta una coerente evoluzione formale e spirituale. Secondando gli impulsi del suo prepotente Istinto musicale, cercando volta per volta la materia e gli atteggiamenti più consoni alla fantasia e all'argomento, anche teorizzando sulle sue necessità e volontà, egli sfugge a una ucqCwnsistemazione. E perciò ogni sua nuova composizione, a parte i propositi e gli espedienti, dev'essere considerata nei rinnovati suoi elementi — melodia, ritmo, armonia, contrappunto, istrumentazlone — e nella speciale realizzazione. D'altra parte se sfugge alla sistemazione e -lascia largo posto all'imprevisto, Strawinski va di opera in opera costruendo la sua complessa personalità, che è davvero inconfondibile e forte. (Son chiacchiere, le sue e quelle di tanti suoi interpreti e apologisti, che magnificano la sua impersonalità, il lavoro a serie, «ccetera). Sostanzialmente strawinskiano, anche 1' Oedipus rex si distingue dalle precedenti musiche per l'uso dei mezzi tecnici e per la singolarissima concezione drammatica. Ci è l'i Curiosa è l'istrumentazione. Non uniforme, vi predomina pertanto la contrapposizione delle masse sonore e dei timbri puri; gli archi hanno una piccola parte; caratteristico è il largo uso e l'importante compito dei timpani, alla cui sonorità e al cui ritmo, rinforzati talvolta dall'arpa e dal pianoforte, sono affidati importanti temi e momenti drammatici; infine alcune combinazioni, le più eccentriche, ricorrono dove il motivo e l'accompagnamento son alquanto frusti, quasi per dissimularne la vecchiaia, o, direbbero i fanatici strawinskiani, per rinverdirla. La varietà delle combinazioni è numerosa quanto inattesa. Per esempio la frase Uxoria frater di Edipo è sostenuta da un flauto, un fagotto e quattro violoncelli; il Rcspondit Deus di Creonte va unisono con la prima tromba; il Latet peremptor dello stesso personaggio è accompagnato da lunghe note di contrabbassi e celli e dall'arpeggio di due clarinetti; il coro Adspicite è nelle prime ventidue battute accompa. gnato dagli archi, ai quali, improvvisamente succedono, continuando il disegno iniziale, i legni. Il gusto dell'armonia strawinskiana è in questa composizione calmo, riposato, non aspro, nè violento. Il cardine tonico, al quale si riferiscono con molte libertà gli accordi e le note di passaggio, è quasi sempre sensibile. Lunghi pezzi si svolgono in una decisa tonalità. Attraente e vivace, tale armonia domina, per cosi dire, il contrappunto, quasi lo assorbe e lo colora con le sue modulazioni. Elementarità, semplicità, essenzialità, quasi modestia, stanno al centro della tecnica, e, nel loro grande divario dalle precedenti e più famose musiche di Strawinski, sono accompagnate da una marcata disciplina del ritmo, il quale, non più impennato e gioioso dell'instancabile sua mutevolezza, segue quasi compunto e ossequioso la quantità sillabica del testo latino. Ne conseguono un rapporto, sovente stretto, fra la dizione e l'intonazione, e una sawtmmclmcccslLtcsimmetrica periodizzazione musi cale, conveniente alla costruzione!quadrata di alcuni pezzi; e non|sarebbe improprio di dire: pezzi lchiusi Eliminato, come S'è detto, n jcontrappunto, l'armonia si inte- fra con la melodia nel gusto che proprio di Strawinski. Ma qui tale gusto s'esplica anche nel rifacimento dell' altrui gusto. Son formule anodine, nel senso di impersonale, dice Strawinski. E non dice tutto. Poiché non anodino, impersonale, ma proprio pergolesiano o rossiniano o \erdiano o perosiano, dagli Stubat, dalle messe, dagli oratorii. è il fondo di parecchie melodie, spunti, accordi, modulazioni. Ciò potrebbe riuscire non anodino, • nel senso farmaceutico, ma esasperante. In verità non sono esasperanti, nè queste citazioni, nè !c contraffazioni di certi moduli di ip i'1accompagnamenti ad arpeggi, che j Donizetti avrebbe per esempio afidati agli archi e che Strawinski orchestra altrimenti. Non sono esasperanti perchè al primo udire s'è attratti dalla curiosità, e, pas "tn n'""*tB 1n n"tpn« cnm sata questa, la potenza della composizione s'impone. Non bisogna eccitarsi, come gli snobs o i furenti oppositori, davan. ti a questi e altri espedienti strawinskiani, nè, come certi critici, celebrare nell'opera la base di una nuova estetica o peggio della sola estetica ammissibile. E' inu tile tentare la spiegazione di certe cose. Perchè, solo fra i persona&gi, Edipo cantina come un elenista o un gregoriano? Perche Giocasta melodizza, che so?, come una Dalila di Salnt-Saèns ? Perchè la musica di Creonte ricorda quella d'un baritono d'opera seria fra Sette e Ottocento ? Chi sa ? Certo è che con questi modi Strawinski riesce a tipegglare 1 personaggi, e che, alla fine, questi personaggi vigoreggiano davanti alla vostra immaginazione. E il coro resta ricordevole anch'esso per la vigoria dell'accento, o lamentoso — il primo coro è grave di incubo — o, come nelle ultime battute, irruente o cordiale. Malgrado tutte le celebrazioni delle sorprese come lampi di genio e della impersonalità come nuova estettcajJ'Oerfipits rex è la personale concezione drammatica di un temperaménto che nella forza elimina la bizzarria, e che pertanto non riesce a improntare tutti gli episodi di una eguale intensità. Edipo, per esempio, che all'inizio e vigorosamente tratteggiato come persona prima, sicurissima di sè e poi perplessa, non ha più alcuna consistenza allorché la sorte gli è avversa, trova un solo accento nel suo immenso dolore, Lux jacta est, ma nulla sentiamo del suo sdegno contro sè medesimo. Eccelle la figura di Creonte, ma quella di Giocasta è vana quando gli avvenimenti più la stringono da vicino. La mancanza dei tragici sviluppi psicologici di Edipo e di Giocasta, debolmente compensata dalle evocazioni dello Speaker e dalle testimonianze del Pastore e del Messaggero, determina un vuoto proprio nel centro dell'opera o oratorio che dir si voglia. Alla fine la ripresa del coro iniziale è una simpatica reminiscenza, più che una esauriente conclusione. UOedipus Rex appartiene per tutto ciò a quella tendenza, che negli ultimi' anni fu alia moda, anche nella poesia e nella figurazione, in cui il punto focale veniva spostato o del tutto soppresso, lasciando vaghi, imprecisi, ambigui e perciò più attraenti ì lineamenti essenziali e i contorni. Qui la parte dello Speaker non sostituisce quella che, sopratutto musicale, avrebbe dovuto dar ragione del dramma ed esaurirne la sostanza. Con un cotale difetto Oeaipus rex è .tuttavia un'opera indicativa della modernità e di grande valore; di grandissima importanza, poi, nel confronto con tanti conati cfniaqfsaWvsctmrcpIs teatrali dell'attuale modernismo. Presentato scenicamente con alcune varianti (scenografo il Valente, regista il Celestini) l'Edipo re è stato diretto con energia e competenza dal maestro Molinari, cantato ottimamente dal tenore Malipiero, protagonista. Le altre parti erano sostenute dal Dado, da Gilda Alfano, dallo Sbalchiero. Hanno preceduto quest'opera la Sonata sopra Santa Maria di Monteverdi, elaborazione del Molinari, e la Passione di Malipiero, una delle migliori composizioni di lui pel vigore del dramma, la semplicità della forma, la sensibilità affettiva. Essa è stata eseguita da Maria Tassinari, dal Meletti, dal Gallo e dal coro che, cencertato dal Morosini, aveva superato brillantemente anche la ardua prova della musica strawinskiana. La serata al Comunale, presente S. A. R. la Principessa di Piemonte, è stata festosissima. Il maestro Malipiero ha ottenuto un caldo e incontrastato successo per la sua Passione. Egli è stato chiamato quattro volte al proscenio con insistenti applausi, insieme col maestro Molinari e i cantanti.Molto interesse ha destato anche l'Edipo Re di Igor Strawinsky, sta per la musica come per l'esecuzione. A Della Corte

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